Questo vale per i film e anche per i libri.

È il cliché più comune e noioso di tutti.

C'è un orfano, un contadino, un fuggiasco, <inserire il motivo per cui i genitori biologici non ci sono>.

Questo ragazzo è inquieto, o vittima di bullismo, o fatto sentire "meno di" dalla sua famiglia adottiva. È sicuro che là fuori ci deve essere qualcosa di più grande che lo aspetta. È:

  • Sgretamente il prescelto per avere qualche potere magico o qualche superpotere.

  • L'erede segreto di un trono o il parente di una persona potente che non vuole che il mondo sappia di lui.

  • Il maestro dei draghi/magia/demoni.

  • Ha un vecchio mentore vestito in modo strano che arriva e gli insegna a combattere con la spada, a lanciare incantesimi, a <fare qualsiasi cosa di bello>.

Dubita di se stesso e dice: "Ma io sono solo un orfano di campagna!".

Deve essere convinto di essere quello giusto ed è lamentoso e pieno di dubbi.

Questo cliché è così comune che, mentre scrivo, vi garantisco che alcuni lettori pensano che mi stia riferendo a qualche film o libro specifico. Mentre scrivo non ho in mente un singolo spettacolo o film.

Mi riferisco a tutti.

  • Guerre stellari

  • La spada nella roccia

  • Harry Potter

  • La principessa sposa

  • Eragon

  • Batman

  • Superman



(Superman torna alla fattoria di famiglia per dare una mano).

Potrei continuare all'infinito. Il tropo dell'orfano/contadino è un flagello nel genere fantasy.

Una volta che si conosce il tropo, si inizia a vederlo in quasi tutti i film di narrativa popolare/fantascienza/fantasy che si vedono.

3.638 vi