Sapendo che mi diletto a scrivere, un amico mi ha prestato un libricino che ha scritto: “Sappimi dire che ne pensi”. Ahia, mi tocca. Forza dai, leggiamolo che non si sa mai. L’ho letto e qualcosa mi dovrò inventare, ma a voi lo posso dire chiaramente. Questo è il libro più brutto che abbia letto in vita mia.
E pensare che ne ho letti tanti ma questo fa veramente... (mettete voi il verbo). Sconclusionato, senza senso, ridicolo. Iniziarlo è stato un atto di giustizia, finirlo un atto di volontà. Non dirò il suo titolo, è un self-publishing di cui presto non si parlerà più. Spero. Meno male che è breve.
Una lettura talmente brutta però che è stata molto molto istruttiva. Leggendolo erano sempre più palesi quegli ERRORI DI BASE nella scrittura di cui spesso ho sentito parlare dai correttori di bozze. Ho provato una gran pena pena improvvisamente per questi lettori professionisti. Sapere che passano ore al giorno a leggere opere di questo genere per le case editrici mi è sembrata una tortura indicibile.
Ecco alcuni degli “errori” che ho individuato e che da ora in avanti cercherò di evitare se mi metto a scrivere:
AUTOBIOGRAFISMO: a quanto pare, quasi il 100% dei neo-autori ci casca, ,A meno di non avere avuto una vita straordinaria (e nemmeno in quel caso è garantito), a nessuno -a parte la mia mamma- interessa sapere delle mie vicissitudini. Amara verità ma è così. Insomma, compiere uno sforzo e andare oltre se stessi quando si scrive.
SCIATTERIA: convinti che quanto stanno scrivendo ha un grande valore, spesso questi neo autori rendono la vita difficile al lettore. “Tanto quello che scrivo è talmente bello e ispirato che non mi devo preoccupare”.‘ Preoccupati anche della forma invece. Rimandi sconclusionati, svarioni, caratteri diversi, errori di stumpa, formattazioni fantasia, usare “fare” al posto del verbo giusto etc. E qualcuno spieghi che i puntini di sospensione hanno il magico potere di rompere le balle.
IL SENSO DELLA VITA: troppo spesso i personaggi, invece di agire e appassionare il lettore in trame coinvolgenti, capiscono “il senso della vita” mentre sono su una panchina o impegolati nel traffico o fuori a pisciare il cane. Lascio alla vostra fantasia gli entusiastici commenti nel vedersi imporre banalità zen. Evitare.
RACCONTINI: altro errore dei neofiti è quello di proporre raccontini invece che storie di largo respiro con personaggi di spessore. Bisognerebbe avere il coraggio invece di iniziare una novella che sarà più lunga delle previste tre-quattro paginette con personaggi appena abbozzati, anche se costerà fatica. E’ come proporre un biscottino Ringo a chi ha fame. Un conto è scrivere “anche” raccontini, un conto è scrivere “solo” raccontini e sospetto che la differenza si intuisca benissimo.
Vabbè, mi fermo qui. Ce ne saranno sicuramente altri ma questi leggendo mi son saltati all’occhio. Purtroppo il libretto brutto l’ho finito.
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