La melodia piace perchè il compositore ha intercettato la tensione della mente legata ad un particolare stato d’animo (che evidentemente provava in quel momento) e di essere riuscito ad evocarlo tramite la disposizione dei suoni o note dai quali è composta la melodia.

Basta pensare alla “Tristezza” di Chopin o all’Aria sulla IV corda di Bach che han fatto storia.

Ecco perché si parla sempre più spesso di musicoterapia; musica quindi come “modulatore straordinario dei sentimenti”, tanto da parlare di autentica farmacopea.

Vien da sè che ogni tipo di musica suscita sentimenti particolari, per il ritmo, la tonalità, il volume e l’intensità con i quali viene espressa.

Toni quindi ascendenti, discendenti, alterati e così via, a seconda della motivazione che il compositore intendeva dare al suo brano; un canale di comunicazione quindi, tra il compositore e l’ascoltatore che apprezza quanto più il compositore è riuscito a creare quel clima di pathos con la disposizione delle note.