"Anche io sono uno scrittore"
"Davvero? Cosa hai scritto?"
"Per ora nulla, ma ho
un'idea geniale per un romanzo, solo non te ne posso parlare perché
un giorno la scriverò"
Ah-ha.
Mmm…
Forse.
Più probabilmente no.
Anzi, sicuramente no.
A parte il fatto che ritenersi
‘scrittore’ quando non hai mai scritto un bel niente nella tua
vita è decisamente offensivo, ma nella mia esperienza personale,
tutti
quelli che hanno detto questa frase
non hanno
mai
scritto un bel niente.
Tutti quanti.
Nessuno escluso.
- "scrivere è facile. E che ci vuole?" Questa dannata idea che scrivere non richieda competenza alcuna… tranne conoscere un italiano corretto (!?!?)… Mamma mia, quanto la odio e quante volte è saltata fuori, nella mia vita. O quelli che pensano che chiunque si possa alzare la mattina e scrivere come certi maestri Americani dello stile 'semplice', come chessò Dan Brown, Stephen King, eccetera. Guardate che è esattamente come bestemmiare in chiesa. E’ un po' come pensare che chiunque possa calciare un pallone come Maradona: “e che ci vuole? In fondo basta prenderlo a calci”. Ho reso l'idea? Quando qualcuno lo dice (o viene fuori che ‘sotto sotto’ lo pensa), vorrei spaccargli la testa. E vorrei farlo perché vuol dire non avere la minima idea di che cavolo stai parlando, ma esserne comunque convintissimo. E' come dichiararsi terrapiattisti senza imbarazzo alcuno.
- "il successo lo fa l'idea" Il successo lo fa il marketing. Se nessuno sa che esiste un libro, è difficile che si accorgano che dentro quel libro c’è un’ottima idea.
- "il successo lo fa la bravura" di nuovo, il successo lo fa il marketing. Non puoi accorgerti del talento stilistico o creativo di un autore senza avere letto almeno una buona parte di un suo romanzo. Giusto? Bene. Ma se alcuni dicono che un libro è - mettiamo pure - un 'capolavoro', o ‘un’idea geniale’ vuol dire che ALCUNI lo stanno già leggendo, e questo significa che sta già vendendo, e quindi significa che stai già avendo un certo successo. Giusto? Ma certo che è giusto. Eppure, per la maggior parte di voi, non lo è. Credete grosso moto tutti di vivere in un mondo delle favole dove1) tutti leggono tutto,2) tutti sono critici letterari, e soprattutto3) tutti si sentono in dovere di consigliare agli altri i libri ‘oggettivamente’ buoni.E infine 4) tutti quelli che ricevono dei consigli si sentono poi in dovere di leggere ciò che viene consigliato loro. Avete capito dove vado a parare? Bravi. Come avrete già intuito da soli, tutto questo è una fesseria. Il passaparola NON esiste. Non come lo intendete voi. E’ tutta un’altra cosa. Il vero problema del successo viene PRIMA dello stile, e del contenuto pure. Il vero problema del successo è a monte, e questo spiega perché tra i libri di grande successo - i così detti bestseller - troviamo sia ottimi ronanzi che schifezze assolute, spesso in egual misura. Il problema del successo è convincere almeno un minimo di persone INIZIALI a dare una possibilità a quel libro rispetto a mille altri. Ovvero, l'arte di passare da 'zero lettori' a 'pochi lettori'. E questa è una partita di (A) immagine (ovvero PRIMA che CHIUNQUE abbia toccato un certo libro) e soprattutto di (B) farla girare, quella dannata immagine. E come cavolo si fa girare l'immagine di un romanzo quando nessuno l’ha mai letto e nessuno conosce quell’autore pure? Di sicuro non pubblicandolo su Amazon, dove ci sono un altro miliardo di libri, e tutti cento volte più famosi del tuo. Questo è un terribile buco culturale in materia di marketing che hanno TUTTI quanti, nessuno escluso. Un buco di ignoranza grazie al quale Amazon sta facendo i milioni sulla pelle di milioni di auto-editori che non sanno una mazza di editoria. Non sanno nemmeno cos’è l'editoria, e Amazon sta facendo i miliardi sulla loro ignoranza.
- "Ho avuto un'idea che farebbe SICURAMENTE un sacco di soldi. Devo solo trovare qualcuno che me la scriva…" - "No, non ce l'hai" (parte 1) NESSUNO sa per certo quale idea venderà tanto o poco, e per nessuno intendo NEMMENO la Mondadori. L'idea (falsa) che certe idee in letteratura siano ‘più commerciali’ di altre deriva da una trasposizione (sbagliata) del marketing cinematografico su quello letterario. Sono due marketing completamente diversi. Sì, non ci credete. Lo so molto bene che non ci credete. Lasciate allora che ve lo ripeta: NIENTE di quello che vende sul grande schermo venderà ANCHE nelle librerie. NIENTE. Nada. Nisba. Zero. Anzi, è tutto il contrario. Eh sì. La maggior parte delle persone legge proprio per trovare qualcosa di completamente diverso dai film. Qualcosa che SOLO i libri possono offrire. Come non si va al cinema a vedere una partita di calcio, allo stesso modo non si legge un romanzo per gli effetti speciali. Ho reso l’idea? Bene, perché è ancora peggio di così. Le case editrici lavorano infatti a compartimenti stagni: lo stesso identico libro che potrebbe diventare un bestseller nelle mani di una casa editrice, potrebbe vendere zero con un’altra. Ogni casa editrice, in tutto il mondo, è infatti altamente specializzata sul suo pubblico di riferimento. Un esempio classico? Il 90% dei lettori di fantasy legge SOLO fantasy. Viceversa, il 90% di chi NON legge fantasy, NON lo legge proprio mai, nemmeno quando viene acclamato come ‘il nuovo capolavoro del fantasy’. Se ne strafregano perché è un genere che non gli piace, punto. Adesso facciamo un test: provate a frugare dentro di voi, e chiedervi se leggete fantasy o non lo leggete mai. Bè, non ho il minimo dubbio che su cento persone che leggeranno questo post, chiunque tra di voi dividerà se stesso in due: chi NON legge MAI fantasy, e chi legge SOLO fantasy.
- "Ho avuto un'idea che farebbe SICURAMENTE un sacco di soldi. Devo solo trovare qualcuno che me la scriva…" - "No, non ce l'hai" (Parte 2) se avessi un euro per tutte le volte che qualcuno ha scambiato un concept per un'idea adesso sarei ricco. Un'idea dovrebbe consistere di inizio-svolgimento-fine. Un concept è invece un TEMA, uno spunto, un 'qualcosa' su cui poi scrivere una storia. Ed è sempre rigorosamente un 'concept', quello che hanno tutti quanti nella loro testa. In realtà non è un caso. Esiste una ragione ben precisa per cui NESSUNO ha mai il finale della sua idea ‘geniale’, ma solo il punto di partenza. E la ragione di questo fenomento è che dal punto di vista creativo il finale è SEMPRE la parte più difficile da scrivere di qualunque storia. E’ per questo che i non-scrittori non hanno MAI tutta la trama in testa, ma sempre e solo l’inizio, l’argomento, il tema, eccetera. Chiedete a chiunque - alle prime armi - abbia provato a scrivere qualche raccontino: il finale è sempre un disastro. E’ un disatro a tal punto che certi pivellini della scrittura usano spesso e volentieri i così detti ‘finali aperti’, ovvero… i finali senza finale (!!!!) adducendo la scusa che non è ‘senza finale’… Ma è ‘un finale aperto’. E che orrore è, il finale aperto?! Non è forse una cosa orribile? Piccola parentesi: non vantatevi mai dei vostri finali aperti in pubblico: potrebbe essere presente in sala uno scrittore vero, e farsi una grassa risata. A me è successo più di una volta.
- "Ho avuto un'idea che farebbe SICURAMENTE un sacco di soldi. Devo solo trovare qualcuno che me la scriva…" - "No, non ce l'hai" (Parte 3) Il vero, annoso problema degli scrittori, è scrivere BENE, non trovare ‘un’idea’. Il vero problema in letteratura è scrivere BENE (non scrivere 'e basta'). Scriverla TUTTA QUANTA BENE, quella maledetta storia. Ogni singola pagina deve spingere il lettore ad andare avanti, come una droga. Il vostro romanzo dura trecento pagine? Bisogna scrivere bene TRECENTO dannattissime pagine UNA PER UNA. Un conto è avere un’ottima trama in testa (anche quando ce l’hai tutta dall’inizio alla fine), tutt’altro è REALIZZARNE infatti un ottimo romanzo/racconto. In America esiste addirittura un modo di dire molto diffuso sia in ambito cinematografico che letterario: ‘ideas are cheap’ (le idee valgono poco). E’ una frase fatta per rispondere a tutti quelli che non hanno mai scritto niente nella loro vita, ma pensano comunque di avere un’ottima idea in testa. E tale motto viene usato in maniera sarcastica, come presa in giro. Quindi per cortesia, smettetela di venire da me a dirmi "ho avuto un'ideona! un serial killer finisce dentro la casa del grande fratello e non lo sa nessuno!" Per prima cosa, questi sono concept, non idee. Okay? E se pensate che io sono un genio perché ho creato questo concept ora, mentre scrivevo questa risposta… No, non lo sono. Di concept come questi riesco a tirarmene fuori dalla zucca anche 2–4 al giorno, se mi metto di impegno. Siete voi che non trovate concept come questi regolarmente perché non siete scrittori, e dunque li sopravvalutate. I casini VERI sono tre: portare a termine un certo concept, scriverlo bene dall’inizio alla fine, e poi giocarsi bene la partita del marketing.
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