Il film Deadpool 3 si è aggiudicato un video promozionale con Ryan Reynolds e Hugh Jackman oltre ad aver confermato la data del 6 settembre 2024.


Nel video, Reynolds parla dei preparativi per interpretare il personaggio Marvel e alla fine del video appare Hugh Jackman dietro le quinte. Reynolds chiede quindi: "Ehi Hugh, vuoi interpretare Wolverine ancora una volta?". E lui risponde: "Sì, certo, Ryan".

Il primo Deadpool è stato diretto da Tim Miller. Il sequel, uscito nel 2018, è stato diretto da David Leitch.

Deadpool 2 ha superato l'originale ed è stato temporaneamente il film con rating R di maggior incasso in tutto il mondo. Il record è stato superato nel 2019 da Joker, diretto da Todd Phillips.


Il sito del turismo di Lipsia, città tedesca dove Bach visse a lungo, ha calcolato quanto si metterebbe in tasca il musicista teutonico per gli ascolti in streaming dei suoi brani.



Ogni riproduzione su Spotify frutta 0,0037 euro, e così il sito ha calcolato che avrebbe guadagnato un totale annuo di 264mila euro (seguito da Beethoven, che guadagnerebbe all’anno 255mila euro, e da Mozart con 235).

Al mese fa 22mila euro, una cifra non lontana dallo stipendio annuo del genio musicale tra il 1723 e il 1750, stimato in 34mila euro.

Se ci fosse stato Spotify al tempo di Bach, la sua opera più riprodotta sarebbe stata il Prélude dalla sua “Suite per violoncello n.1 in sol maggiore”.

Ascoltata più di 162 milioni di volte, da sola avrebbe generato oltre 21 milioni di euro, un valore enorme che però tiene conto della crescita dell’inflazione dal 1750 a oggi.


Oh si.

Togli quelle 3–4 persone della prima cerchia, il resto si.

Per “il mondo” basta un mesetto o due che non ti si vede in giro e puff ?

Per “i Vip’s” pure meno, 2/3 settimane e diventa tipo: “cos'è che ha fatto quello, dai!”



Rimarrai un ricordo legato ad un luogo e ad un tempo specifico.


Rami Malek.


Nel film Bohemian Rhapsody del 2018 l'attore ha dovuto indossare un speciale protesi per assomigliare fedelmente a Freddy Mercury.

Il mitico frontman dei Queen era nato con quattro incisivi in più, una caratteristica ereditata dalla madre che gli conferiva il suo inconfondibile sorriso.

In realtà, il cantante soffriva di malocclusione dentale: ciò significa che i denti delle due arcate non combaciano in modo perfetto.

Era un problema che lo metteva in imbarazzo, ma non volle mai correggerlo, temendo che un’intervento chirurgico gli avrebbe modificato la voce.

L’attore Rami Malek ha raccontato di essersi sentito inizialmente a disagio con quella protesi in bocca.

Nel tempo, tuttavia, vi si è addirittura affezionato al punto che, alla fine delle riprese, l’ha tenuta per ricordo, facendola incastonare in un supporto d’oro.



Ad Alfred Hitchcock piacevano gli attori? Da quello che ho visto e letto, non mi è sembrato un grande regista di attori.



Hitchcock si concentrava soprattutto sulla sceneggiatura, la fotografia, l'illuminazione e il montaggio. Questi erano i suoi punti di forza. Per quanto riguarda gli attori, Hitchcock sembrava evitare di parlare dello sviluppo del personaggio o della motivazione. Gli attori li scoprivano da soli.


Ecco cosa diceva del suo rapporto con gli attori:

"Non ho mai detto che gli attori sono come il bestiame, ma che devono essere trattati come bestiame".


Perché?

Vediamo:

  • I suoi problemi di abuso di sostanze - L'uso di cocaina di Van Damme è leggendario. A causa dei suoi problemi di droga, è diventato praticamente non assicurabile dal settore. Anche se ora sembra aver "abbandonato" il vizio, sono anni che non ha una carriera valida.

  • Scarsa scelta di film - Sebbene Van Damme sia stato abbastanza astuto da girare film con registi popolari di Hong Kong come John Woo, Tsui Hark e il compianto Ringo Lam, le narrazioni di questi film erano purtroppo di scarsa qualità. In effetti, dopo il successo minore di Timecop del 1994, è difficile stabilire quale dei film di Van Damme sia stato il peggiore.

  • Cattiva gestione della carriera - Evidentemente, o Van Damme è stato mal consigliato o il suo management non è riuscito a fargli ascoltare i buoni consigli. In ogni caso, è stato travisato e la sua carriera si è fermata alla fine degli anni Novanta.

  • Non ha seguito la scelta di carriera ipocrita di Steven Seagal - Quando la sua carriera ha iniziato a declinare tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000, Steven Seagal è riuscito a rallentare il declino facendo squadra con vari attori/rapper afroamericani come Keenan Ivory Wayans, DMX e Ja Rule. Sebbene questi film fossero per lo più scadenti, hanno mantenuto Seagal in auge a Hollywood molto tempo dopo che era diventato un attore non protagonista o addirittura aveva lasciato l'industria. Van Damme ha molto più talento di quanto ne avesse o ne abbia Seagal, e avrebbe potuto facilmente intraprendere questa strada con maggior successo. Se non si conta l'abominevole Double Team, in cui faceva coppia con l'ex stella dell'NBA Dennis Rodman, Van Damme non è riuscito a ritrovare il successo in fretta e furia.

  • Streetfighter fu un flop - Fu uno dei primi tentativi di Hollywood di trarre un film da un videogioco popolare e, se fosse riuscito, Van Damme sarebbe stato una grande star di Hollywood per almeno cinque anni dopo la sua uscita. Ma il film fu un flop e la stella di Van Damme cominciò a spegnersi.

  • Jean-Claude Van Damme avrebbe dovuto essere una star più grande di lui. Tuttavia, quanto sopra, insieme a vari altri fattori, ha fatto sì che non lo fosse, e all'inizio degli anni 2000 era più una barzelletta che un attore serio.

Van Damme nel 2020



Forse non tutti sanno che il vero nome di Anne Bancroft (la celebre attrice de "Il laureato" e moglie di Mel Brooks) è Anna Maria Louisa Italiano.

Anna Maria Louisa Italiano è nata nel settembre 1931 nel quartiere Belmont del Bronx, a New York (noto anche come "Bronx Little Italy"), figlia di immigrati provenienti da Muro Lucano, nella regione Basilicata.

Anna Maria decise da adolescente di voler fare l'attrice e, dopo il liceo, frequentò l'American Academy of Dramatic Arts, l'Herbert Berghof Studio e l'Actors' Studio. Era dotata e bella, ma i cosiddetti nomi etnici erano ancora rari e spesso malvisti nell'industria dello spettacolo, così assunse il nome d'arte di Anne Marno (il cognome che utilizza le prime tre lettere di Maria e le ultime due di Italiano).

Tuttavia, con questo nome ottenne solo alcune piccole parti televisive prima che, nel 1952, il leggendario produttore Darryl Zanuck le comunicasse senza mezzi termini che era ancora "troppo etnico" e che non avrebbe mai avuto una grande carriera a Hollywood con quel nome. Zanuck e la Twentieth Century Fox, che le aveva appena fatto firmare un contratto, insistettero affinché Anna Maria scegliesse un cognome dal suono anglo, da abbinare all'anglicizzato Anne. Lo studio le fornì una lista di nomi accettabili tra cui scegliere il suo nuovo nome.

E così abbiamo avuto la fortuna di avere l'adorabile Anne Bancroft.

Vinse il suo primo Tony Award nel 1958, all'età di 26 anni, per il suo ruolo di protagonista al fianco di Henry Fonda in Two for the Seesaw, e il suo secondo Tony per la sua interpretazione di Annie Sullivan in The Miracle Worker nel 1960. Riprenderà il ruolo di Annie Sullivan nella versione cinematografica del 1962, vincendo l'Oscar come miglior attrice; è la prima delle cinque nomination all'Oscar che riceverà, la terza delle quali per il suo ruolo forse più famoso, quello della seducente signora Robinson ne Il laureato. Avrebbe vinto anche tre BAFTA (7 nomination), due Golden Globe (8 nomination) e due Emmy (6 nomination) prima di morire per un cancro all'utero all'età di 73 anni nel 2005.

Anna Maria Italiano, o anche Anne Marno, avrebbero avuto lo stesso successo di Anne Bancroft? Non lo sapremo mai, perché è improbabile che le sarebbe stata data questa opportunità se non avesse cambiato il suo nome in qualcosa di "meno etnico".


I destini dei membri del cast di Happy Days sono stati molto differenti, alcuni molto fortunati altri decisamente meno.

Nella prima categoria rientra sicuramente Ron Howard, l'interprete di Richie Cunningham.
La carriera che l'ha definitivamente consacrato nel mondo dello spettacolo non è stata quella da attore ma bensì quella da regista.
Onestamente non ho amato nessuno dei suoi film, almeno quelli che ho visto, ma non si può certo dire che abbia lavorato solo su progetti di serie B.
Wikipedia gli accredita una trentina di film, tra cui la trilogia de "Il Codice Da Vinci", "A Beautiful Mind", "Rush" e tanti altri nomi noti.


Anche Henry Franklin Winkler, Fonzie, è ancora in giro.
Ogni tanto mi capita di guardare un film a caso e dire "guarda, ma quello è Fonzie!". L'ultima volta mi è capitato con l'ultimo di Wes Andreson, "The French Dispatch".

Inoltre pare avere una gran passione per Adam Sandler, visto che dove recita quest'ultimo generalmente recita anche lui.

E' praticamente uguale a prima, solo con la pancia ed i capelli grigi.



Don Most e Anson Williams sono rispettivamente un attore ed un regista, nessuno dei due proprio di serie A.
Don ha interpretato personaggi secondari in film poco noti e qualche serie tv mentre Anson ha diretto svariate puntate di serie televisive. Roba come "Xena" e "Settimo Cielo", per intenderci.


Marion Ross, che interpretava appunto Marion, la moglie di Howard, è ancora qui ad oltre 90 anni e, fino a poco fa, era possibile vederla al cinema.
Anche in questo caso non posso dire di essere rimasto estasiato dalle sue performance, però con decine di film e decine di serie tv nel suo palmares non si può dire non abbia avuto successo.


Decisamente meno fortunata è stata Erin Moran.
L'interprete "Sottiletta" se n'è andata a meno di 60 anni per un cancro, dopo anni di alcolismo e problemi economici.


Ci hanno lasciati anche Tom Bosley, capofamiglia Cunningham, e Al Molinaro, proprietario di "Arnold's".
Tom se n'è andato a 83 anni mentre Al alla bellezza di 96.


Perché introducono persone di colore in contesti dove non c'erano o sarebbero state viste con molto sospetto.

La sirenetta in quanto tale potrebbe essere anche di colore, alla fine è una creatura fantastica, potrebbe avere la pelle verde o blu, per quel che ne sappiamo.



Però quando si trasforma in una ragazza e va a vivere nel mondo di sopra, è impensabile che una persona di colore fosse accettata. Anzi, nella Danimarca dell'epoca sarebbe sembrata ancora più strana di una vera sirena.

Idem per il recente Pinocchio dove nell'Italia dell'Ottocento si vedono tante comparse di colore.

Un modo come un altro per pulirsi la coscienza: dopo aver emarginato attori di colore o averli relegati in ruoli marginali o stereotipizzati nei suoi film passati (vedi "I racconti dello zio Tom") adesso la Disney ce li infila a forza in tutte le salse, anche dove la loro presenza sarebbe assai irrealistica.

Almeno cambiasse l'ambientazione, come ne "Il principe ranocchio" che anziché in Europa si svolge in Louisiana e i personaggi di colore sono molto più realistici.



Ma scegliere come teatro degli avvenimenti l'Europa medievale e farci stare decine di persone di colore, in ruoli diversi dal paggio o servo, è proprio una boiata senza senso.


Nel 1968, Henri Verneuil e il produttore Jacques-Eric Strauss tentarono di realizzare un adattamento cinematografico di Le Clan des Siciliens, il romanzo di Auguste Le Breton.

Volevano Jean Gabin, Lino Ventura e Alain Delon nei ruoli principali.



Non è stato difficile convincere i tre attori, ben felici di lavorare di nuovo insieme. Accettano e i contratti vengono firmati.



Tuttavia, Delon si ritirò dal progetto poco dopo. Quando la sceneggiatura del film fu inviata al suo agente, Georges Beaume, quest'ultimo la rispedì rapidamente al produttore Jacques-Eric Strauss con una nota in cui affermava che il suo cliente aveva trovato la sceneggiatura "spaventosa".


Delon e Georges Beaume.


Questo è stato un duro colpo per la produzione del film.

In realtà, Alain Delon non ha letto la sceneggiatura di Clan dei Siciliani. Ha lasciato che il suo agente lo facesse per lui e l'ha lasciato fare...

Piuttosto che rinunciare a Delon, il produttore Strauss decise di fare pressione sull'attore dicendogli che se avesse rinunciato, avrebbe dovuto pagare i costi di produzione già sostenuti. E poiché il film è prodotto dalla Fox, con cui Delon è sotto contratto, potrebbero esserci conseguenze anche per i ruoli futuri...

Rendendosi conto della gravità della situazione, Delon decide finalmente di leggere il copione.

Gli è piaciuto.


In un certo senso, lei.



Mayim Bialik. in realtà, aveva già recitato in vari ruoli minori ma aveva abbandonato poco dopo per completare i suoi studi e perseguire la sua vera passione.

e infatti ha un dottorato e attualmente é neurologa.

poi, sette anni dopo dall'ultima volta in cui fu un'attrice, decise di fare i provini per entrare nel cast di big bag theory per poi diventare la famosa amy che suppongo in molti conosceranno.

e, ironia della sorte: il suo personaggio è una neurologa esattamente come lei lol

inizialmente sarebbe dovuta rimanere un personaggio secondario ma agli scrittori della serie piacque cosí tanto che decisero di aggiungere amy fra i personaggi ricorrenti.

e il motivo di tutto ciò è stata la sua assicurazione sanitaria che stava per scadere e lei aveva assolutamente bisogno di soldi. anche perché aveva giá due figli ancora molto piccoli.