Tutti.


Gli scrittori novelli finiscono in genere per scrivere in maniera fumosa (o proprio male) TUTTI i loro personaggi. Tutti quanti.
Scrivere BENE è mostruosamente, tremendamente difficile. Scrivere male invece è facile. Sono capaci tutti. Ad ogni modo, qualunque personaggio è difficile da scrivere BENE.
E il più difficile in assoluto è di solito il protagonista.
Il protagonista è la figura assieme alla quale l'autore finirà per passare più in tempo in assoluto. Ma più tempo passi con un personaggio, maggiori le probabilità di commettere errori, o perdere smplicemente l'ispirazione.
Cos'è che fa allora il 90% degli autori per risolvere il problema?
Usa se stesso come 'stampino' per creare il proprio protagonista.
"Cosa farei io?"
"Come mi comporterei io?"
Eccetera eccetera.
Questo ovviamente è facile, perché ti consente di dare sempre una risposta a ogni domanda… Ma nei risultati fa schifo.
Sì perché contrariamente a quello che pensa il mondo intero, l'autobiografia è la soluzione tarocca che usa solo chi non sa scrivere, perché non possiede abbastanza creatività per farlo.
Il talento di un autore si misura dalla sua creatività, non dalla sua capacità di copiare.
E poi noi siamo noiosi, diciamolo.
Ad ogni modo, avete mai notato che nel 90% dei libri i personaggi secondari sono sempre più interessanti di quelli principali?
Altro esempio che dimostra la mia tesi.
Avete notato in quanti film, libri e fumetti, il cattivo è sempre cento volte più interessante del protagonista?
E' proprio per questa ragione.


Devi innanzitutto crearti un portfolio di tue foto, ancora meglio se le fai con una macchina fotografica o ti affidi ad un fotografo: quindi primo piano e figura intera e poi un CV. Ancora meglio se aggiungi delle tue foto con i tuoi diversi look.
Per cercare devi essere aggiornato sui social, puoi partire da Facebook dove ci sono molti gruppi inerenti dove pubblicano gli annunci fino ai vari siti. Basta comunque anche semplicemente digitare su Google “Casting comparse nome della città” oppure “cercasi comparse nome della città” e infine seguire le loro indicazioni (di solito ti fanno inviare una email e poi successivamente verrai convocato).
Il guadagno più o meno è dai 50 ai 100 euro giornalieri.
È interessante come esperienza se si vuole capire di più come funziona un set cinematografo nel caso ti piacesse veramente e vorresti farlo diventare un extra fisso ti consiglio di affidarti a delle agenzie di comparse e di iscriverti al collocamento dello spettacolo.
Per ricercare l’agenzia perfetta per te basta sempre googlare “Agenzia Comparse” e trovare quella più vicina e idonea a te!

SCONSIGLIO FORTEMENTE:
  • di fare la comparsa se si ha in mente di intraprendere una carriera attoriale, praticamente ti bruci già dall’inizio. Chi fa le comparse, non sono attori professionisti.
  • di proporsi ai registi o chiamare le produzioni cinematografiche chiedendo se sono alla ricerca di comparse, perché in entrambi i casi non sono loro che si occupano della ricerca!!!

Un frame di Loro con Riccardo Scamarcio e alcune comparse femminili lungo Via dei Fori Imperiali, regia di Paolo Sorrentino.






Gli effetti di luce utilizzati nel film "Casablanca" (1942) non erano nè nuovi per il cinema nè particolarmente innovativi per l'epoca; tuttavia c'è qualcosa di distintivo e di straordinario in essi.
Casablanca usa il chiaroscuro dai toni noir. Utilizza anche una buona quantità di effetti tipo "ombre cinesi" in tutto il film, vedi la foto sotto:


Pensi che la croce sulla figura di Viktor Lazlo sia accidentale? No.
E' intenzionale ed è usata per accrescere la nostra consapevolezza che un "gioco di ombre" si snoda sotto la superficie di ciò che pensiamo di vedere.
Ci sono principalmente 4 "mondi" di luce nel film, ovvero:
1. Il mondo della notte - La maggior parte del film si svolge di notte, è il momento in cui le creature notturne escono da sotto le loro rocce e si affrettano, cercando di mangiare e non di essere mangiate. Si concludono gli affari, si svolgono le riunioni.
Questo è il mondo principale di Casablanca.
Questo è il mondo in cui vengono svelati i desideri segreti. È un mondo di paura e disperazione, di bui proibiti, di nicchie non rivelate e di ombre minacciose. È il mondo a cui Rick si è abituato, a malincuore. È l'Europa, nella sua rivolta repressa nel sangue, che lotta per sopravvivere.


2. Il duro mondo del giorno - La luce in questo mondo è nitida, abbagliante e eccessivamente pulita. Questo è il mondo governato dagli oppressori, che fanno e dicono quello che vogliono, alla luce di questo mondo che in realtà fa male ai nostri occhi. Lo si vede nel film all'aeroporto di Maj, così come all'arrivo di Strasser e nelle prime scene di rastrellamento di strada. E ci viene detto subito che "è pieno di vipere, vipere dappertutto".

È un mondo pericoloso per chiunque non sia dalla parte del regime al potere, e mentre siamo immersi in esso, possiamo sentirci vogliosi della relativa sicurezza che si trova nel mondo della notte. Neanche i nostri eroi si sentono a casa in questo mondo dilavato dalla luce diurna: è come se fossero in prigione, e forse è per questo che indossano così tanti capi a strisce.



3. I morbidi giorni di sole di Parigi, il passato sfocato - Sia che si tratti di giorno o di notte, la luce utilizzata nelle scene con i flashback di Parigi è sempre più morbida, calda e accogliente. La maggior parte di ciò che fanno i nostri eroi a Parigi è durante il giorno. Non hanno paura di uscire e persino di andarsene a fare una gita fuori porta. Parigi rappresenta il passato, un passato amato prima che l'oscurità dell'oppressore cadesse sul mondo.




4. Il mondo dal futuro sconosciuto - Questo mondo è solo brevemente intravisto nel film e rappresenta il futuro sconosciuto. Ricorda, Casablanca è stato girato nel bel mezzo della guerra, nel 1942: Rick è guidato all'azione contro la sua volontà e motivato da un amore senza speranza. Ogni volta che vedi Rick nella tempesta e nella nebbia ... intravedi il suo destino mutevole, mentre contempla un futuro inconoscibile. Lo vediamo a un bivio del suo destino:
a) Fuori dal suo locale con Louis mentre gli aerei volano in alto, sperando di poter andare via su uno di loro. Questa è la scena in cui Renault gli dice che Ilsa sta arrivando.


b) Mentre sale sul treno a Parigi, quando lascia Ilsa e si dirige a sud verso l'ignoto.


c) E all'aeroporto nella scena finale.


Come andranno le cose per i nostri eroi di Casablanca? Semplicemente non lo sappiamo e non lo scopriremo in questo film. Tutto ciò che possiamo fare è sperare per il meglio, cosa che tutto il mondo potrebbe aver fatto nel 1942 quando il film è stato realizzato.
L'uso della luce è solo uno dei tanti motivi per cui Casablanca è il più grande film di tutti i tempi. È un film straordinario in parte perché, come i suoi protagonisti, ci mette a disagio alla luce del giorno del presente, ci fa stare meglio nell'oscurità della notte, guardando indietro con affetto a un passato roseo e spaventato dai nostri nebbiosi sconosciuti futuri.
Ma come Rick e Ilsa, possiamo ancora avere speranza.
Mentre il tempo passa, "As time goes by".







Secondo Steve Dotto, uno degli Youtuber più noti in Canada, non troppo.
Le tag sono importanti, ma non fondamentalmente importanti. Steve dice che ogni tanto aggiunge alcune tag nei suoi video quando ‘sta al bagno’, per farci capire che non da a questa componente poi troppa importanza.
Ci sono cose importanti che vanno considerate quando stai per creare e per pubblicare un video su Youtube, se vuoi dargli le maggiori chance di successo.
Ecco che cosa dovresti davvero tenere d’occhio quando stai per pubblicare un video su Youtube:
  1. Il titolo. Il titolo del tuo video su Youtube è qualcosa su cui una persona come Steve spende anche ore. Se il titolo è generico o ingannevole, ad esempio, potrebbe danneggiare la visibilità del tuo video.
  2. Le prime righe della descrizione del video. Tipo le prime due o tre, quelle che vengono mostrate automaticamente a chi visualizza il video. Il resto della descrizione è solitamente un copia incolla in cui metti i link dei tuoi social e della tua Piattaforma
  3. La thumbnail (l’immagine di copertina del video): Questa è una componente su cui uno Youtuber si deve ossessionare. È una delle componenti più importanti da tenere a mente quando si sta per pubblicare un video. Se non hai un Thumbnail accattivante, le chance che le persone clicchino sul tuo video si riducono.
Ci sono altre componenti da considerare per una persona interessata a rendere un video ‘viewer-friendly’. Io ti ho detto solo alcune delle più importanti.




Questa domanda è davvero interessante, e lo ammetto, ci ho ragionato un po' prima di risponderci.
Per quanto riguarda il primo punto, penso che la risposta sia abbastanza ovvia, insomma, tutto oggi diventa conosciuto grazie alla potenza dei media.
Il K-pop è diventato globalmente famoso grazie a Psy e alla sua canzone Gangnam Style, che è stata la prima canzone al mondo a raggiungere il miliardo di visualizzazioni su YouTube.
Ma in realtà molte band, oggi importantissime per la storia del K-pop, sono nate prima di quella canzone. Fra quelle possiamo ricordare Seo Taiji & Boys, Super Junior, Girls Generation, H.O.T, Big Bang, (f)x e tantissime altre.
Il K-pop segue molto le tendenze occidentali del momento, infatti in questo genere musicale possiamo trovarci di tutto: dal pop al R&B, dal Jazz al Soul, dalle Hip-hop a quelle rap, e tanti altri ancora. Quindi è anche per questo che il K-pop è molto popolare (a mio parere).
Un'altra cosa che attira molta attenzione è il fatto che si esibiscono con coreografie molto complesse mentre cantano canzoni, che a livello tecnico, sono molto difficili.
Ora vorrei concentrarmi sul secondo punto. Su quali basi un genere musicale può essere sopravvalutato?
Il Pop Americano e il K-pop si basano su sistemi industriali molto differenti.
Analizziamo entrambi i punti.
Per diventare famoso, in America, basta postare su YouTube o Instagram un video in cui fai cover di qualche cantante, se hai fortuna e sei bravo, allora la possibilità che qualche casa discografica ti noti è molto alta. Così è successo per lui, oggi famosissimo in tutto il mondo

Shawn Mendes.

Ora invece ci chiediamo, come si diventa famosi in Corea del Sud?
Come ho detto prima, i due sistemi industriali sono differentissimi, se in America bisogna fare una Cover e poi sperare di diventare famoso, nel panorama K-pop non è la stessa cosa.
Per diventare idol (così vengono chiamati i cantanti in Corea del Sud) bisogna fare un periodo di Training, in cui ogni giorno i giovani passano dalle 10 alle 14 ore allenandosi per migliorare le proprie capacità vocali, quelle coreutiche e anche quelle per migliorare la propria presenza scenica. Questo periodo può andare dal singolo anno fino ad arrivare ai 10 anni.
Fra questi possiamo ricordare
Jihyo delle Twice, con ben 10 di Training

G-Dragon dei BigBang, con 6 anni di Training

Kai degli Exo, con 5 anni di Training

Yeonjun dei TXT, con 5 anni di Training
Molti vanno via dal loro paese d'origine per diventare Idol, fra questi abbiamo
BamBam (Got7) e Lisa (BlackPink) dalla Thailandia

Jackson Wang (Got7) dalla Cina

Lee Felix (Stray Kids) dall'Australia

Jae (Day6) dall'America

I membri giapponesi delle Twice

Alcuni di questi sono diventati Trainer in Agenzie già famose come JYP Ent., YG Ent., SM Ent.
Altri invece sono entrati in agenzie che a malapena si reggevano in piedi, quindi non avevano altro che il sogno di fare musica.
Tra questi abbiamo i BTS sotto la BIGHIT

E le Mamamoo sotto la RBW

Quindi insomma, si può dire che il K-pop sia un genere sopravvalutato? A mio parere no.


Quante volte vi siete sentiti guardare di cagnesco dai genitori o dagli amici per quella strana passione che vi portava a giocare nottate intere insieme ad altri patiti come voi, impersonificando le azioni di maghi, guerrieri e chierici?

Ebbene, sappiate che non siete stati gli unici a sentirsi osservati.

Quando Dungeons & Dragons venne messo in commercio, alcuni credevano che fosse una copertura per satanisti assassini.

Nel 1984, l'artista di fumetti Jack Chick, un cristiano evangelico, pubblicò una striscia intitolata Dark Dungeons, con protagonista una giovane di nome Debbie che veniva sedotta e iniziata alle arti della stregoneria grazie alla sua partecipazione a una campagna di Dungeons & Dragons. La figura mefistofelica nella striscia è la Dungeon Master, una donna dai capelli corvini di nome Ms.Frost, che dice a Debbie: "Il tuo chierico è stato elevato all'8° livello. Penso che sia ora che impari a lanciare davvero gli incantesimi". Ma poi l'amica di Debbie, Marcie, si suicida dopo che il suo personaggio muore nel gioco e la nuova strega è sconvolta dal senso di colpa e dal dubbio. Viene salvata, alla fine, quando Mike, un ragazzo cristiano ("Ho pregato e digiunato per te"), la porta a vedere un pastore che è uscito lui stesso "dalla stregoneria". Debbie incontra il pastore e si pente, accettando Gesù come suo Salvatore: "Voglio che tu sia responsabile di tutto ... non di quel pessimo manuale di D. & D."

Amen.

Ideato da Gary Gygax e Dave Arneson, nel 1974, Dungeons & Dragons era passato da una prima stampa di mille copie assemblate a mano, a fenomeno di costume per migliaia di giovani. All'inizio degli anni ottanta, il gioco generava otto milioni di dollari di vendite annuali, una cifra che sarebbe salita a trenta milioni più tardi nel decennio. La TSR, la società creata da Gygax e Don Kaye, nel 1973, è diventata il principale fornitore di giochi di ruolo nel mondo.

Tuttavia, sin dalla sua prima versione, Dungeons & Dragons ha anche destato sospetti. Negli anni Settanta L'intelligence dell'esercito americano aveva persino inviato due agenti per infiltrarsi nel circolo dei giochi di ruolo di Gygax nel Wisconsin, credendo che le rievocazioni da tavolo del gruppo con figure in miniatura potessero essere sessioni di formazione per aspiranti ribelli antigovernativi.

Nel 1979, il gioco venne collegato alla scomparsa di uno studente universitario di nome James Dallas Egbert III. Anche se alla fine venne trovato illeso, l'episodio fu trasformato in Labirinti e mostri, film tv con protagonista Tom Hanks.

Ci si è messa anche Tipper Gore, la irreprensibile madrina dell'etichetta "Parental Advisory Explicit Lyrics", che ha collegato il gioco al satanismo e all'occulto.




Eddie Van Halen verrà ricordato in futuro come uno dei più grandi chitarristi della storia della musica, insieme a Jimi Hendrix.

L'importanza di Eddie Van Halen non è legata solo a pezzi immortali come Eruption, Jump, Running With The Devil, Poundcake e moltissimi altri. L'importanza di Eddie non è solo nella maestria con cui ha fatto conoscere al mondo la tecnica del tapping, di cui è stato uno dei grandi maestri e promotori.

Il suo valore, unico e per certi versi irripetibile, è stato quello di essere stato in grado di coniugare virtuosismo e accessibilità.

Di bravissimi chitarristi è pieno il mondo. Su YouTube potete vedere funamboli della sei corde che suonano a dodici anni come se avessero quattro mani eseguendo partiture di Bach a testa in giù. Il punto non è questo.

Eddie era esibizione, talento, carisma, tecnica, melodia, ispirazione, estro, ego, tutto in un'unica esplosiva amalgama in cui ogni fattore elevava esponenzialmente quello seguente.

Eddie ha saputo, con i suoi compagni, scrivere brani che hanno fatto storia, e che hanno lanciato i Van Halen nell'Olimpo del (hard) rock. Essere dei fenomeni e scrivere successi mondiali non è da tutti, anzi! E lui ha saputo farlo, per tantissimi anni, ispirando migliaia di chitarristi che oggi lo piangono e che dichiarano apertamente il debito contratto con lui.

Eddie è morto, ma sentiremo parlare di lui ancora per molto, moltissimo tempo!


Scrittori sopravvissuti -


Un bravo scrittore si sente dalle seguenti caratteristiche:
  1. dalla scorrevolezza, dove per scorrevolezza intendo la capacità di dire cose complicate in maniera molto semplice. NESSUN bravo scrittore al mondo dice in maniera complicata cose che potrebbe dirci altrettanto bene in maniera molto più semplice e immediata. Perché farlo non avrebbe alcun senso, vero? ERGO, la scorrevolezza è un modo facile e immediato per capire se uno scrittore è bravo, specialmente se paragonato agli altri se considerate che, bene o male, per quanto sperimentale possa essere uno stile, tutti gli scrittori affrontano grosso modo le stesse sfide (introdurre dei personaggi, introdurre una storia, eccetera). Quando uno scrittore - per esempio - riesce a darci perle di psicologia dei suoi personaggi senza passare per interminabili monologhi interiori, è già sopra la media.
  2. Creatività, dove per creatività intendo creare storie che per la nostra epoca/cultura sembrano arrivate da un altro mondo.
  3. il Focus ovvero la capacità di raccontare ciò che CONTA della storia. E viceversa, la capacità di NON raccontarci tutta una una serie di inutili fregnacce che nulla tolgono e nulla aggiungono alla trama. Il focus è duale: si misura sia nello stile che nel contenuto. Per quanto riguarda il focus nel contenuto, tutti gli scrittori improvvisano almeno una parte delle loro trame. E poi, quando hanno difficoltà a capire il prosieguo della storia, si prendono allora una sorta di 'pausa' durante la quale scrivono dell'altro (ma sempre riguardante la trama principale). E poi, proprio mentre stanno scrivendo il libro delle ricette di Mordor (di cui non frega assolutamente nulla né a noi né a lui), ecco che gli appare improvvisamente in testa come farà Frodo ad arrivare finalmente in cima al vulcano. Ecco: i grandi scrittori sanno quando hanno scritto qualcosa solo per fare brainstorming, e se lo tagliano da soli. Ed ecco che, come per magia, uno scrittore bravo sembra scrivere sempre in fase 'up' come per magia. Questo per quanto riguarda il focus del contenuto. Per quanto riguarda invece il focus nello stile, è la capacità di raccontare ciò che conta rispetto a ciò che sta succedendo. Sì perché per strano che possa suonare a chi non scrive, i modi di descrivere la stessa identica cosa, per uno scrittore, non sono tanti... Sono pressoché infiniti. Durante un inseguimento in macchina, per esempio, non ce ne frega nulla se il cattivo ha i sedili in pelle. Okay? Basta un singolo dettaglio al momento sbagliato, e l'attenzione del lettore verrà stupidamente dirottata su qualcosa che rovina tutta l'atmosfera costruita fino ad allora. Sotto questo punto di vista, bastano in genere un paio di pagine per capire il livello medio del focus stilistico di uno scrittore, specialmente di quelli alle prime armi. E dal mio punto di vista, è il modo più facile e immediato per capire il 'livello' medio di uno scrittore. Se uno scrittore è bravo in questo, tutto il resto dipende soltano da quanto abbia 'imbroccato' una buona idea nella sua testa. Ma - aimé - per giudicare quella occorre poi leggere tutto il libro.



Innanzitutto bisognerebbe dire che spesso le folle che si vedono nei cinema non sono "reali".

Di solito si tratta di poche persone che vengono riutilizzate nello sfondo, infatti quando bisogna mostrare un grande numero di gente, i film maker usano (come hanno sempre fatto) ogni trucco possibile per evitare di pagare migliaia di comparse.

La simulazione della folla in CGI è molto comune e realistica oggi, ed è in grado di fornirci una falsa percezione di quante comparse effettivamente siano coinvolte nella scena.



Una folla realizzata al computer.

In passato (e a volte anche oggi) era molto comune costruire personaggi fantoccio con cartoni o manichini per le scene nei grandi stadi, per esempio.



Anche i dipinti opachi sono un'altra tecnica:





Insomma, se devi pagare centinaia di migliaia di persone anche solo 10 dollari ciascuno, ti tocca sborsare almeno un milione di dollari, e questo è niente in termini di costi!

Il primo porto di scalo della produzione cinematografica è trovare dei trucchi per risparmiare sui costi.

Nei film dove ci sono grandi folle di persone reali, i registi avranno sempre un occhio di riguardo per tagliare i costi.

Ad esempio, potrebbero provare ad organizzare le riprese durante un evento reale, o ricompensare le persone solo con le spese basiche (ad es. cibo) oppure fare affidamento sulla passione dei fan per convincerle a venire sul set gratis, solo per divertirsi.

In alcune occasioni è successo comunque che le produzioni abbiano pagato molte folle di comparse; dipende molto dal film e dal budget a disposizione.



Perché essendo la creatività una attività di nicchia e poco conosciuta, esiste purtroppo un divario di competenze 'assoluto' tra chi crea e chi non crea. E quindi, a volte è meglio tapparsi un pochettino la bocca, se non si vuole andare a mettere in discussione credenze cui l'altra persona crede… Da troppo tempo, per non restare scandalizzata.


E' un discorso lungo, e spero di non annoiarvi.
Io scrivo romanzi di genere da quando avevo 14 anni (adesso ne ho 42) e mi hanno fatto spesso questa domanda. Il più delle volte, mi hanno fatto la domanda quasi pretendendo una certo tipo di risposta, e restando poi delusi da quella che ricevevano.
Regnano infatti sovrani (e direi 'assolutamente sovrani') ben due luoghi comuni che QUASI NESSUNO accetta di mettere in discussione.
Metterli in discussione suona quasi come una offesa personale, a volte. E quindi, quando capisco di essere di fronte a una di queste persone… glisso anch'io abilmente sulla risposta dando risposte standard. Ad ogni modo, i luoghi comuni 'assolutamente universali' in materia di creatività sono i seguenti:
  1. creare (scrivere musica, romanzi, eccetera) sarebbe una una sorta di magia ai limiti del paranormale.
  2. siccome 'creare davvero' sarebbe in sostanza impossibile, l'ispirazione verrebbe SEMPRE e SOLO da quelli che io chiamo 'i caXXi propri'. In sostanza, l'ispirazione verrebbe sempre e soltanto dalla propria vita, dai propri desideri, dai propri interessi, eccetera.
In sostanza, chi NON è un artista vede in genere gli artisti come un gigantesco spot mediolanum dove 'ruota tutto intorno a te'. O peggio ancora, tutte e due le cose assieme: gli artisti sono degli stregoni e ruota tutto intorno a loro (!!!).
Ma perché regnano sovrani questi due luoghi comuni?
Bé… Io una teoria ce l'ho.
Secondo me, sarebbe a causa del Dunning Kruger effect, un fenomeno psicologico che si è trovato recentemente alla ribalta sui social e su internet perché… Perché se lo merita.
E se lo merita perché spiega davvero un sacco di cose meravigliose tra cui i terrapiattisti, i no vax eccetera. E nel nostro caso, torna utile senz'altro.
Supponiamo per un attimo che sei un giornalista.
Non hai mai inventato una sola trama in vita tua perché, notoriamente, il mestiere del giornalista è in realtà trovare notizie (che è tutt'altra cosa dal fare lo scrittore).
La tua conoscenza delle basi della scrittura creativa allora è probabilmente pari a zero, e in Italia in particolare è sotto zero. Nei paesi anglosassoni - per chi non lo sapesse - insegnano almeno le basi della scrittura creativa fin dalle scuole medie (introduzione dei personaggi, i tre atti della storia, scrittura dei dialoghi, gestione del ritmo della narrazione). Ma in Italia, sulla creatività letteraria regna una ignoranza pressoché assoluta proprio per questa visione 'mistica' della creatività.
Adesso prendiamo chessò… Gli indigeni dell'amazzonia. Che succede quando vedono un cellulare per la prima volta nella sua vita?
Pensano che sia una stregoneria.
Di fronte alle cose che per noi sono del tutto incomprensibili, noi tendiamo a pensare che dietro ci sia un miracolo, della magia, eccetera. Non sapendo cos'è la creatività perché non ci abbiamo mai avuto a che fare, tendiamo 'naturalmente' a pensare che sia di origine paranormale (cosa che non è). Oppure - peggio ancora - pensiamo che sia il frutto di un trucco: ovvero, rielaborare i cavoli nostri.
E siccome le persone che non sanno NULLA di un certo argomento tendono tutte ad avere la stessa opinione su quel determinato argomento, ecco che in genere i giornalisti vanno a fare sempre le stesse domande agli artisti, e quasi pretendono di avere una conferma di ciò che pensano da tanti anni.
Volete sentire la mia risposta a dove trovo l'ispirazione, quando scrivo?
Si trova in tantissimi modi, tutti diversi tra loro.
Leggendo tanti libri su un certo argomento (chessò, la guerra sul Vietnam, l'esplorazione spaziale, eccetera), presto o tardi ti verrà un'idea originale a sufficienza da scriverci un ottimo romanzo su. Per le notizie di attualità dal mondo, vale lo stesso principio.
Poi ci sono le idee 'dal nulla', quelle che partono da situazioni standard (una casa infestata, vendere l'anima al diavolo per avere successo, eccetera).
Poi c'è il fantasy (inventarsi un futuro palesemente diverso dal presente attuale, o una realtà alternativa, eccetera).
I veri fulmini a ciel sereno, però, mi vengono solo mentre sto scrivendo qualcos'altro, e quelli non si razionalizzano.
La scrittura è il mezzo di brainstorming più potente che esista, e le idee migliori della mia via mi sono sempre venute scrivendo robaccia per esercizio, destinata al cestino.
Detto questo, partire dalla mia vita personale per scrivere qualcosa…
Sinceramente non mi è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello. Ho un culto della creatività troppo marcato per romanzare cose che mi sono successe veramente. Sarebbe un 'trascrivere', non uno scrivere. Non sarebbe creare, ma rielaborare, remixare, edulcorare, eccetera.
Senza dimenticare la creatività assoluta, quella che consiste nell'abbandonare il punto di inizio della trama… Per andare OVUNQUE essa ti porti, fregandotene letteralmente delle conseguenze TRANNE portare a termine ciò che hai inziato.
In sostanza, si tratta di fingere che la tua storia sia una storia 'vera', e di riuscire a farlo anche se sai benissimo che non lo è. Si tratta di andare ovunque ti portino quei personaggi e quella storia, senza pensare nemmeno a scrivere un buon romanzo, ma focalizzandoti SOLO sulla fedeltà all'idea originale (e sul portarlo a TERMINE).
Questo si può (e si deve) fare anche col fantasy.
'Se quel mondo esistesse veramente, e se quei personaggi fossero persone vere che ci vivono veramente... Cosa succederebbe adesso? Come si comproterebbero adesso?'.
Questo è il mio modo di scrivere.
Ma se devo essere sincero, ho visto storcere il naso di fronte a queste mie uscite talmente tante di quelle volte, che spesso adesso glisso anch'io sulla domanda, quando me la fanno.



Elvis in realtà era biondo! Iniziò a tingere i capelli di nero corvino perchè in quegli anni essere biondi significava essere frivoli e poco virili. Si dice che avesse una vera e propria mania per la cura dei capelli, tanto che, quando era ancora in vita, avrebbe lasciato disposizioni di essere esposto nella bara con i capelli curati e tinti alla perfezione.




Coppa Italia, Sylvestre sbaglia l'inno di Mameli e viene attaccato ...



Emozione e agitazione
A me una volta è successo di non ricordare in che anno siamo. Ho dovuto controllare sul telefono.
Ma la cosa più interessante secondo me, non è che abbia avuto un'esitazione durante una perfomance, ma quanto letame hanno tirato contro questo ragazzo alcune persone.
Ovviamente in Italia puoi dare degli inferiori ai meridionali, che fino a prova contaria sono italiani
Puoi dire che "Roma" capitale d'Italia è "ladrona"
Puoi dire che se non aiuti il Sud "questi esondano al Nord"
ma guai a confondere le strofe dell'Inno, perché altrimenti i patrioti improvvisati si risentono.
Ovviamente il povero Sergio Sylvestre ha anche l'aggravanete di essere nero e americano e quindi sia mai che si possa tollerare il fatto che sbagli il nostro inno.
Poi va beh
Poco conta che fino a pochi anni fa neanche i calciatori nati e cresciuti in Italia, bianchissimi di carnagione, si prendevano la briga di impararlo quando andavano a rappresentare l'Italia ai mondiali e che se non fosse stato per Benigni che lo ha spiegato a San Remo, tutti dicevano "stringiamoci a corte" e non "stringiamoci a coorte". Ovviamente molti neanche sanno cosa sia una coorte, ma si incavolano così tanto quando gli sbagli l'inno.
Ma poi che dirà mai questo inno?
Fratelli Italiani giusto?
No?!
Ah… dice "Fratelli d'Italia"
Un ragazzo che visita l'Italia a 22 anni, che decide di viverci e che accetta di mettere a disposizione il proprio talento artistico per cantare l'inno di una terra non sua, ma che l'ha accolto, può essere definito un fratello d'Italia?
Ah no
È nero