Scoperta per caso nella metropolitana di Londra, protagonista di un video diventato virale in Rete, la ragazza di 30 anni diventa, con la sua cover di «Shallow», il nuovo fenomeno su cui puntare. Dal successo su Instagram all'ospitata da Ellen, ecco come il sogno è diventato (per caso) realtà
Mentre l’originale strega il mondo con i capelli rosa e una tutina metallizzata che ammicca a Sailor Moon, Charlotte Awbery inizia a essere battezzata un po’ dappertutto come la nuova Lady Gaga, come il talento grezzo da tenere d’occhio. È passata una settimana da quando passeggiava per la metropolitana di Londra e Kevin Freshwater, star di Youtube, l’ha fermata chiedendole di intonare a cappella una strofa di Shallow, la canzone che ha permesso a Gaga di vincere l’Oscar nel 2019. Quella di chiedere ai pendolari di cantare è per Kevin una prassi ormai consolidata, un giochino per suscitare ilarità, ma trovarsi di fronte a ciò che è riuscito a fare Charlotte non è decisamente la norma.
Dopo aver abbattuto la ritrosia iniziale la ragazza, 30 anni, originaria di East London, si lascia andare regalando una performance da brivido che diventa immediatamente virale in Rete.
È l’inizio del fenomeno: i suoi follower su Instagram passano da 400 a più di 600mila (inclusa Ariana Grande) e i media internazionali non fanno che parlare di lei, di questa donna con i capelli vaporosi alla Farrah Fawcett che colpisce per l’aria sbarazzina e, soprattutto, per il mancato bisogno di diventare famosa e popolare a tutti i costi. Il fatto di essere stata intercettata per caso in metropolitana la rende un’eroina sui generis, una delle poche che, anziché scalpitare per farsi vedere, sceglie di farsi i fatti suoi in attesa che qualcosa cambi la sua vita per sempre.
In questo, Charlotte Awbery è un po’ la Cenerentola dei talent: mentre la maggior parte dei pretendenti affolla i palchi con un numerino attaccato alla maglietta, lei prosegue per la sua strada convincendoci che, forse, per trovare un vero talento c’è bisogno di scendere per i corridoi della metropolitana e vedere un po’ come se la passano tutti i cantanti che scelgono di non farsi vedere, ma che coltivano la loro aspirazione in segreto. La consacrazione definitiva arriva, però, grazie a Ellen DeGeneres che, nell’ultima puntata del suo show, sceglie di invitare Charlotte come guest facendola conoscere anche a quei pochi che non si sono imbattuti nel video della sua performance. E chissà che per lei non sia l’inizio di una nuova carriera. Magari con un duetto proprio con Lady Gaga.


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«Non basta scrivere due rime sopra un Beat»
(Saga, Wanna be MC)


Master of Ceremonies, noto anche con la sigla MC è un'espressione di lingua inglese che significa, letteralmente, "maestro di cerimonie". L'MC'ing è una delle quattro discipline che compongono l'hip hop.
Spesso il termine "MC" ed il termine "rapper" vengono usati come se fossero sinonimi. In realtà un MC è un rapper, ma il rapper non è sempre un MC. La caratteristica comune ai due personaggi è la capacità di comporre testi che abbiano un senso, che parlino di un qualcosa dall'inizio alla fine della composizione. Ma un rapper per essere veramente un bravo maestro di cerimonia, come dice chiaramente il suo nome, deve anche:
  1. riuscire a fare freestyle, cioè improvvisare delle rime su qualsiasi base, sul silenzio, o con l'accompagnamento di un beat-boxer;
  2. avere il flow (letteralmente flusso, inteso come il ritmo) necessario per riuscire a "trascinare" la folla che sta ascoltando.
Anche se si può fare rap (rappare) senza base musicale, solitamente un MC è accompagnato da qualcuno che possa fornirlo di una base, che può essere il dj o il beat-boxer. In sostanza l'MC è il più alto grado di esperienza attribuibile a un rapper.









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Il Block Party, che in italiano sarebbe la Festa dell'isolato, è una sorta di manifestazione Hip Hop che si svolge in strada.
I primi Block Party si svilupparono nel Bronx di New York ad opera di djKool Herc che, con il suo stile musicale innovativo, composto da breaks, coinvolse numerosi teenager afroamericani della zona, dando origine alle dinamiche che avrebbero portato alla nascita del movimento hip hop.
Durante i Block Party, numerosi ragazzi svilupparono e praticarono nuove tipologie di ballo, completamente diverse da quelle esistenti, che portarono alla nascita della odierna break dance. Altri teenager invece intrattenevano il pubblico con battute e rime a suon di musica, poi ribattezzati "Master of Ceremonies" o, più comunemente, MC. Durante la prima metà degli anni settanta, i Block Party ebbero una grande diffusione in tutta la zona pervasa dalla cultura dell'hip hop; oggi, al contrario, rappresentano un fenomeno assai raro nel mondo dell'hip hop.


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Turntablism è l'arte di manipolare i suoni e creare musica mediante il giradischi ed il mixer da DJ.

Le origini
Il termine fu creato da DJ Babu dei Beat Junkies nel 1995 e differenzia il dj, che più semplicemente seleziona e mixa brani musicali, dal turntablist che invece è colui che esercita una serie di manipolazioni su vinile, puntine e mixer per produrre suoni. È una disciplina che deriva dalla cultura hip hop: Kool Herc fu il creatore dei cosiddetti break musicali che caratterizzarono il background musicale dell'hip hop anni settanta, mentre dobbiamo a Grand Wizard Theodore l'invenzione della celebre tecnica dello scratch.
Il turntablism si può dividere in due sottodiscipline che sono lo scratch e il beat juggling. Ognuna di queste è composta da svariate tecniche più o meno avanzate che si possono ammirare nei contest nazionali e internazionali come quelle organizzate dalla DMC o dall'ITF.
Nella storia del turntablism si può considerare una "vecchia scuola" e una "nuova scuola" dati i molti progressi nell'ambito tecnologico con l'invenzione di nuovi giradischi con forze di trazione superiori e mixer più avanzati soprattutto per quanto riguarda la scorrevolezza dei fader e gli effetti.
Tra i più noti turntablist possiamo citare: Afrika Bambaataa, Grandmaster Flash, DJ Grand Mixer DXT Jam Master Jay, DJ Qbert, Mix Master Mike, A-Trak, DJ Craze, D-Styles, Roc Raida, Rob Swift, Kid Koala, DJ Shadow, e le crew Invisible Skratch Piklz X-Ecutioners, Allies, Birdy Nam Nam e C2C. In Italia ricordiamo le storiche crew Alien Army con DJ Gruff, DJ Skizo, DJ Tayone, John Type e la crew Men In Scratch con DJ Myke e DJ Aladyn. Altri capostipiti del turntablism in Italia sono DJ Jad Giorgio Prezioso dj cordella.


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Il versetto (o verso) per organo è una breve composizione utilizzata per intercalare i versetti di particolari testi liturgici, cantati sia in gregoriano, sia in polifonia, dei vespri e altri uffici liturgici (salmi, inni, Magnificat), o della messa (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei), secondo una prassi detta alternatim.
La prassi dei versetti per organo alternati al canto nella liturgia affonda le sue origini nel tardo medioevo. Praticata generalmente in forme improvvisative, essa non ha lasciato testimonianze scritte prima del XV secolo. Prime tracce di versetti per organo (Kyrie, Gloria, Magnificat) sono forse ravvisabili nel Codice Faenza 117, manoscritto compilato all'inizio del XV secolo. Esempi di versetti si trovano pure in manoscritti redatti in area germanica meridionale (Baviera, Austria) del XV secolo, tra cui il Buxheimer Orgelbuch (ca. 1450-70).
A partire dal XVI secolo i versetti diventano un genere del repertorio organistico, testimoniato in numerose fonti manoscritte o a stampa. Normalmente i versetti per organo sono raccolti in gruppi relativi al canto liturgico cui devono intercalarsi, oppure in gruppi sullo stesso tono (modo) gregoriano, da utilizzare in modo flessibile per alternarsi ai versetti dei salmi, degli inni, del Magnificat o di parti della messa, cantati non soltanto in gregoriano ma anche in polifonia.

Italia
Tra i primi cicli completi di versetti, si ricordano le tre messe, gli otto inni più comuni e due Magnificat nell'Intabulatura d'organo, cioè misse, himni, Magnificat (Venezia, ca. 1543-1549) di Girolamo Cavazzoni, che pubblicò altri quattro inni e due Magnificat nella sua Intavolatura cioe recercari, canzoni, himni, Magnificat (Venezia, 1543). Le tre messe di Cavazzoni, come tutte quelle che saranno in seguito pubblicate da altri compositori, sono basate sul canto gregoriano delle più comuni domeniche dell'anno liturgico: la Messa Domenichalis o della domenica, (IX del Graduale romanum, nota anche come Orbis factor), Missa de Beata Virgine o della Madonna (XI del Graduale romanum, Cum jubilo) e la Missa Apostolorum o degli Apostoli (IV del Graduale romanum, Cunctipontens genitor Deus) . Altre raccolte di versetti di area veneziana sono le Messe d'intavolatura d'organo (Venezia, 1568) di Claudio Merulo, e le tre messe, conservate manoscritte, di Andrea Gabrieli.
Diversa dalle precedenti, l'organizzazione delle raccolte di versetti di due organisti attivi a Napoli: i Versi spirituali sopra tutte le note con diversi canoni spartiti per sonar negli organi, messe, vespere, et altri officii divini (Napoli, 1580) di Antonio Valente comprendono 43 versetti, raggruppati in base alla nota fondamentale del tono ("Sopra dell'Ut", "Sopra il Re" ecc.). Analoga struttura nei Cento versi sopra li otto finali ecclesiastici per rispondere a tutti i divini officij et in ogni altra sorte d'occasione di Giovanni Maria Trabaci, pubblicati nel suo Libro de ricercate, & altri varij capricci (Napoli, 1615).
La pratica dei versetti «per rispondere al coro» viene illustrata in alcuni manuali pubblicati da religiosi. Il più noto è un trattato del monaco olivetano Adriano Banchieri, apparso nel 1605 e più volte ristampato fino al 1638, il cui frontespizio spiega estesamente il contenuto e la prassi, nuova per l'epoca, di suonare sopra un basso numerato: L'organo suonarino, entro il quale si pratica quanto occorrer suole agli suonatori d'organo, per alternar corista agli canti fermi in tutte le feste, et solennità dell'anno. Trasportato et tradotto dal canto fermo fidelissimamente, sotto la guida di un basso in canto figurato suonabile, et cantabile, et con intelligibile docilità diviso in cinque registri. Nel primo si concerta la santa messa, nel secondo gli salmi vesperini, nel terzo gli inni, nel quarto gli magnificat, et nel quinto le sacre lode di Maria Vergine, insieme vinti suonate in spartitura, et nel fine una norma, per conoscere ogni festa che hinno corre, et di che tuono sarà l'antifona del cantico Magnificat (Venezia, 1605). Non meno interessante il trattato del frate minore osservante ferrarese Bernardino Bottazzi, Choro et organo ... in cui con facil modo s’apprende in poco tempo un sicuro methodo per sonar su l’organo messe, antifone, e hinni sopra ogni maniera di canto fermo (Venezia, 1614), contenente diversi brani esemplificativi.
Nel panorama del primo Seicento spiccano i versetti dell'organista della basilica vaticana Girolamo Frescobaldi: quelli degli inni "della Domenica" (Lucis creator optime), "dell’Apostoli" (Exsultet orbis gaudium), Iste confessor, Ave maris stella, dei Magnificat del primo, secondo e terzo tono, pubblicati nel Secondo libro di toccate (Roma, 1627), e soprattutto i Kyrie-Christe-Kyrie delle messe "della Domenica", "dell'Apostoli" e "della Madonna", complete dei brani (toccate, canzoni, ricercari, capricci) da suonarsi "avanti la messa", "dopo l'epistola", "dopo il Credo", "per l'elevazione", e "dopo il postcomunio", raccolti e pubblicati nella raccolta Fiori musicali (Venezia, 1635).
In area napoletana verso la metà del Seicento vanno segnalati i Ricercari a 4 voci, canzoni francesi, toccate e versi per rispondere nelle messe con l'organo al choro, libro I (Napoli, 1641), di Giovanni Salvatore, autore anche di una Breve regola per rispondere con l'organo al choro, pubblicata in appendice alla terza edizione del manuale di Giovanni Battista Olifante Porta aurea sive directorium chori. Opera utilissima a chi desidera imparar di canto fermo (Napoli, 1641)
Dall'ambiente dei minori conventuali provengono due ampie raccolte di versetti ispirate nella loro struttura ai Fiori musicali di Frescobaldi: i Frutti musicali di messe tre ecclesiastiche per rispondere alternatamente al choro ... con cinque canzoni (Venezia 1642) del frate Antonio Croci, attivo a Modena; e l'Annuale che contiene tutto quello, che deve far un organista per risponder al choro tutto l'anno (Venezia, 1645) del frate Giovanni Battista Fasolo, attivo a Roma, Napoli e Palermo. L'opera contiene versetti organistici per il Te Deum, diciotto inni per le principali feste dell'anno, tre messe (comprendenti anche brani da suonare dopo l'epistola, all'offertorio, all'elevazione e al postcommunio), Magnificat negli otto toni, l'antifona Salve regina. oltre a ricercari, canzoni e capricci.
Alla fine del XVII secolo l'organista bolognese Giovanni Battista Degli Antonii pubblicò una raccolta di Versetti per tutti li toni tanto naturali, come trasportati, per l'organo (Bologna, 1687), seguita poi da una seconda serie di Versetti da organo per tutti li tuoni (Bologna, 1696). Il fratello Pietro Degli Antonii diede poi alle stampe l'opera Sonate e versetti per tutti li tuoni, tanto naturali, come trasportati, per l'organo da rispondere al coro (1712).
Nel corso del XVIII secolo, degne di note le raccolte di versetti di Domenico Zipoli, raggruppati per tono ecclesiastico, apparsi nella prima parte delle sue Sonate d’intavolatura per organo e cimbalo (Roma, 1716) e l′Intavolatura di centoquarantaquattro versetti di varia registratura, divisi ne dodeci tuoni piu frequentati dal coro di Paolo Benedetto Bellinzani (1728), conservata in un manoscritto dell'Archivio capitolare del Duomo di Pesaro, singolare testimonianza del variegato uso dei registri organistici in un organo italiano a due tastiere, appropriato allo stile dei brani, ormai lontano dai tradizionali procedimenti in contrappunto imitativo, in cui echeggia decisamente la musica strumentale e teatrale del tempo.

Germania
All'inizio del XVI secolo, oltre alle magistrali elaborazioni del salisburghese Paul Hofhaimer e di Arnolt Schlick sul canto fermo dell'antifona Salve regina (in cinque parti) e di altri brani liturgici, si ricorda il Fundamentum (ca. 1520) di Hans Buchner, manuale per imparare ad elaborare un brano polifonico su canto fermo all'organo a due, tre e più voci, che contiene anche 50 brani esemplificativi (introiti, graduale, responsori, sequenze, inni, Magnificat, Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei).
Manoscritte nella cosiddetta Intavolatura di Torino (compilata probabilmente ad Augusta, ca. 1637-40) ci sono pervenute raccolte di versetti per l'ordinarium e il proprium della messa de Apostolis e per i Magnificat nei vari toni di Hans Leo Hassler, e altri di Christian Erbach per messe, Magnificat, inni e sequenze.
La pratica del versetto per organo si adattò anche alle esigenze della chiesa evangelica luterana, sia del canto dei corali, che avevano una struttura strofica, sia di altri canti su testo latino, come Kyrie, Gloria, Credo, Magnificat, alcuni inni e salmi, che restarono in uso ancora nel XVII secolo, come vediamo testimoniato, per esempio, nella vasta raccolta della Tabulatura nova (1624) di Samuel Scheidt. La pratica del versetto ebbe un proprio sviluppo anche in relazione al canto dei corali. L'organista introduceva il canto con un preludio al corale che fungeva da intonazione e che divenne poi un genere organistico a sé stante. Il coro o l'assemblea cantava una strofa del corale, alternandosi all'organista, che suonava un versetto basato sulla melodia del corale. Da qui si diffuse il genere delle variazioni o partite sul corale, testimoniate nella produzione di grandi organisti, come Johann Pachelbel, Georg Böhm, Johann Gottfried Walther, Johann Sebastian Bach.

Francia
I primi esempi di versetti organistici sono documentati in Francia in due raccolte stampate dall'editore Pierre Attaignant nel primo Cinquecento: la Tabulature pour le jeu d'orgues, espinettes et manicordions sur le plain chant de Cunctipotens et Kyrie Fons. Avec leurs Et in terra, Patrem, Sanctus et Agnus Dei (1531) e i Magnificat sur les huit tons avec Te Deum laudamus et deux preludes, le tout mys en tabulature des orgues (1530).
All'inizio del XVII secolo l'organista della cattedrale di Rouen, Jean Titelouze, diede alle stampe due importanti raccolte di versetti organistici: gli Hymnes de l'Église pour toucher sur l'orgue, avec les fugues et recherches sur leur plain-chant (1624), contenente i 12 inni più comuni dell'anno liturgico; e i Magnificat ou Cantique de la Vierge pour toucher sur l'orgue suivant les huit tons de l'Église (1626). Si tratta di brani scritti in stile contrappuntistico, utilizzando le tecniche del canto fermo e del canone.
Il radicale cambiamento dello stile della musica organistica francese dalla seconda metà del Seicento in avanti è riflesso a partire dai tre Livre d'orgue di Guillaume-Gabriel Nivers: il primo (1665) e il terzo (1675) presentano versetti negli otto toni ecclesiastici, mentre il secondo (1667) contiene versetti per messe e inni, e nelle successive di Nicolas Lebègue, Nicolas Gigault, André Raison, Jacques Boyvin, Nicolas de Grigny e altri, fino alla magistrale opera di François Couperin Pièces d'orgue consistantes en deux messes... (1690), «Pezzi per organo consistenti in due messe, una ad uso delle chiese parrocchiali e secolari, e l'altra ad uso dei conventi di religiosi e religiose». I versetti della musica francese sono caratterizzati da una scrittura stilisticamente varia, brillante ed espressiva, funzionale a valorizzare le possibilità offerte dai grandi organi dell'epoca a tre e quattro tastiere e da un'ampia gamma di registri. Vi si trovano assoli (récit) di particolari registri, al soprano, al basso o en taille (tenore-contralto col basso al pedale); duetti (duo), terzetti (trio), dialoghi (dialogue), fughe.
Nella corso del XVIII secolo alcuni importanti organisti pubblicarono raccolte di versetti per organo negli otto toni raggruppati in forma di suite, sempre caratterizzati da un cangiante uso di stile e di registrazione. Tra questi vanno almeno menzionati Louis-Nicolas Clérambault, Jean-François Dandrieu, Michel Corrette.

Spagna
La prima e fondamentale testimonianza dei versetti composti in area iberica viene dalle opere per tastiera di Antonio de Cabezón, attivo nella prima metà del XVI secolo, pubblicate da Luis Venegas de Henestrosa nel Libro de cifra nueva para tecla, arpa y vihuela (1557) e postume dal figlio Hernando de Cabezón, nella raccolta Obras de música para tecla, arpa y vihuela (1578). Esse comprendono 32 inni, un Salve regina, 9 Kyrie e versetti per i salmi e per il Magnificat, scritti in uno stile contrappuntistico severo a due, tre , quattro parti. Altri esempi dell'epoca sono alcuni inni di Juan Bermudo e Francisco Palero.
Nel corso del XVII secolo la musica organistica spagnola sembra rivolgersi soprattutto all'elaborazione delle melodie degli inni (Pange lingua), delle sequenze (Lauda Sion) e dei canti devozionali (Todo el mundo) più popolari, come vediamo nell'opera di Francisco Correa de Arauxo Facultad organica (1626). Completamente assenti dal repertorio manoscritto o stampato i versetti per la messa. Rare le raccolte di versetti sui toni salmodici come i Versos de 6° tono di Joseph Jimenez o i Versos de 2° tono di Pablo Bruna. Innumerevoli sono le elaborazioni organistiche sul Pange lingua, come quelle di Sebastián Aguilera de Heredia, Jimenez, Bruna e altri, a testimonianza della popolarità di questo inno. Alcune melodie gregoriane vengono tuttavia elaborate all'interno dei tiento, il genere più praticato nella musica organistica spagnola, come vediamo chiaramente indicato nel Tiento sobre Ave maris stella di Juan Cabanilles, il maggiore compositore spagnolo per organo della seconda metà del XVII secolo.

Cosa è successo ad Eddie Murphy? Fino a 10 anni fa, era impossibile andare al cinema senza che questo attore apparisse nel film in visione o nei trailer, ed ora Murphy è letteralmente scomparso nel nulla…


L'ultimo film di Murphy di cui ci ricordiamo è l'orribile Una Bugia di Troppo, uscito nel 2011, da allora, Murphy non è più tornato nei nostri cinema (né in quelli Americani). Ma quel è la ragione? Beh, la qualità dei suoi ultimi due film (Una Bugia di Troppo, appunto; e il semi-fiasco Tower Heist) lascia a desiderare, e se, economicamente, il primo si salvò sul filo del rasoio, il secondo costò caro ai grandi capi (che spesero su di esso 50 milioni di dollari di produzione + costi di promozione contro i miseri 22 milioni incassati internazionalmente); questa, tuttavia (anche se basterebbe di per se a giustificare l'esclusione di Murphy dalla Hollywood che conta) non fu che la goccia che fa traboccare il vaso; sì perché quella di Murphy era una carriera in declino già da anni (più precisamente—o almeno così dicono—dal rilascio di Pluto Nash (2002) che, oltre ad essere uno dei più grandi fiaschi di sempre al botteghino, è largamente considerato il peggiore film mai prodotto nella storia del cinema), ed a questo si aggiunga il fatto che Eddie Murphy è[/era] (tra gli attori top) quello meno amato in assoluto; e, inspiegabilmente, pur apparendo ovunque ai tempi d'oro, ed avendo avuto un a dir poco discreto successo, era difficile trovare una persona che lo lodasse pubblicamente, per non dire una[su tre] che non esprimesse una certa antipatia...
La realtà è che Eddie Murphy fu un buon (forse anche più che buono) comico da cabaret, che poi fece l'errore di passare al cinema, abbandonando il suo vecchio stile, o persona, di comico satirico e profano (non si fece mai problemi ad attaccare e prendere in giro persone sovrappeso, comunità religiose, gay, eh—già, anche gli Italo-Americani). Anche se generalmente l'inizio del declino di Murphy è datato al rilascio di Pluto Nash, personalmente io considero il suo declino iniziare da dopo Beverly Hills Cops, episodio numero uno.
Anche se Murphy è indiscutibilmente legato alle dolci memorie di ciascuno di noi (specialmente considerando che, in Italia c'è da qualche anno—o forse decennio?—l'usanza di trasmettere Una Poltrona per Due a Natale, il che ovviamente associa la figura di Murphy a momenti che non possono che essere felici per quasi tutti noi); e non nascondo di essere un grande fan di Shrek (Murphy donò voce ed espressione al simpatico ciuco), la realtà è che Murphy non riuscì mai a convincere con le sue interpretazioni (Eddie è uno degli attori più di successo ai Razzies, con 11 nomination e 4 vittorie), che erano monotone, caratterizzate da battute simili, espressioni identiche, e personaggi da lui interpretati con ben poche differenze oltre a nome proprio e ruolo all'interno di film diversi. Murphy non è al livello comico o interpretativo di, ad esempio, Damon Wayans (o qualsiasi altro membro della celebre famiglia), Dave Chapelle o Chris Rock (gli ultimi due lo eccedono anche nel cabaret).
Nel 2016, comunque, Murphy partecipò all'indie Mr.Church (un fiasco che grazie al cielo è inedito in Italia—anche se, per essere completamente onesto, l'interpretazione di Murphy fu apprezzata dalla maggior parte della critica), mentre nel 2019 uscì Dolemite Is My Name (disitribuito da Netflix), un buon film nel quale Murphy (proporzionalmente alle sue capacità) offrì tutto sommato una buona interpretazione.
Murphy, in questo ultimo periodo di distanza da Hollywood, non si sarà di certo annoiato, comunque, con un patrimonio personale stimato a 200 milioni di dollari da spendere, una famiglia a cui badare ed una nuova compagna.


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P.S per i fan: Netflix ha recentemente acquisito i diritti su Beverly Hills Cop 4, quindi sembra proprio che la cosa si farà! :)






In effetti, Nicolas Cage al cinema non lo si vede proprio più, e molti di voi penseranno che l'attore si sia semplicemente ritirato; tuttavia, vi stupirà scoprire che, in realtà, Cage è uno degli attori più attivi al momento.



Sì perché dall'ultimo film di cui tutti ci ricordiamo (ovvero Ghost Rider 2, 2012) Cage ha recitato in ben quarantadue film (!).
Perché, quindi, gli Italiani e la maggior parte degli Americani non lo ritrovano più nelle sale cinematografiche? Il problema è che dal 2012 (con l'eccezione di una particina nel fiasco Snowden, 2016, e due ruoli minori da doppiatore nel 2018, nei film d'animazione Teen Titans Go! e Spider-Man Un Nuovo Universo) Nic ha recitato solo in film di serie-B, direct-to-video o comunque piccole produzioni (mai dando segni di perdita di talento, tuttavia—vedi Joe, 2013 e Mandy, 2018).

La domanda quindi sorge spontanea: perché l'Hollywood 'blockbusteriana' lo ha scaricato? La risposta è ambivalente: da una parte, Cage è sempre stato l'action-star/avventuriero per eccellenza (anche se è pur vero che durante la sua carriera ha ricoperto tutti i ruoli possibili ed immaginabili, e mai sfigurando), specialmente nell'ultimo periodo, e questo ruolo [secondo Hollywood] ha dei prerequisiti (estetici); l'allenamento e la dieta non sono facili da mantenere, specialmente quando non si hanno più trent'anni.



Sulla scena arrivarono quindi altri attori più giovani, che Hollywood gli preferì. Per altro, Nicolas Cage è forse l'attore che più frequentemente mi hanno detto stargli "antipatico", o che "non mi piace", etc. e questa sua considerazione tra una porzione degli spettatori non può che aver gettato benzina sul fuoco—o meglio, acqua sulla vampa; facendo a maggior ragione decidere ad Hollywood di non puntare più su di lui.
La seconda ragione è legata agli avvenimenti che hanno avvolto Cage al di fuori di set cinematografico e zone limitrofe: nel 2009, i federali denunciarono Cage per il mancato pagamento di tasse. A sua volta, Cage denunciò il suo manager per frode e negligenza, sostenendo che, in sintesi, fu il manager a non pagare le tasse quando era tempo di pagarle.

Secondo il manager, invece, sarebbe stato Cage a sperperare il suo denaro—contro i suoi ripetuti avvertimenti—spendendo più di quanto potesse permettersi. In pochi anni, tra le altre cose, Cage acquistò 15 residenze personali, oltre che 9 Rolls Royces, una lamborghini ed altre 10 auto sportive, un polpo ed uno squalo domestici, e più di 50 pezzi di opere d'arte e pezzi da collezione, tra cui un fumetto di Superman da 2 milioni di dollari, un teschio di Tarbosaurus, ed un buon numero di Tsantsa, ovvero teste umane disossate, per cui Nic sembra avere una strana passione



Ew! Tra le 15 residenze, c'erano un'intera isola alle Bahamas e due castelli, tra cui questo



In aggiunta al saldo con il fisco, Cage dovette pagare (e sta pagando tuttora) alcuni debiti con la East West Bank, a causa di prestiti milionari non pagati.
Cage passò dall'essere uno degli attori più pagati di Hollywood, con una fortuna totale di 150 milioni nel 2009, ad un totale di 25 nel 2017, con in più la perdita di molti dei suoi beni immobiliari, tra cui—oltre ai castelli—la sua villa di Los Angeles.
Furono i debiti improvvisi, quindi, che contribuirono al declino cinematografico di Cage, il quale, non più capace di trovare rapidamente proposte in produzioni importanti per la cause sopraccitate (e con la necessità di pagari i debiti alla svelta), si vide costretto ad accettare ruoli di serie-B a destra e a manca; questo diventò quindi un circolo vizioso, ed un'abitudine, sua e dei produttori minori, che quindi in poco tempo lo rese un attore di serie-B a tutti gli effetti-

Nonostante le sue dichiarazioni di 'essere sul lastrico', la perdita della stragrande parte della sua fortuna, e l'inevitabile invecchiamento biologico, tuttavia, uno tra il suo fascino ed alcune capacità economiche deve essergli rimasto, considerato che negli anni 2000 fu sposato con lei:



e nel 2019 si sposò lei:



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Per concludere, per i fan ancora fedeli e i vari simpatizzanti, c'è una buona notizia.
Anche se non sarà un ritorno al grande cinema vero e proprio (o meglio, in carne ed ossa), nel dicembre 2020 è in programma l'uscita di Croods 2, il cui divertentissimo primo episodio (I Croods, 2013) penso sia ricordato con piacere sia dai genitori di ragazzi (ora)adolescenti che dai più giovani tra di noi che da qualsiasi appassionato di film d'animazione che ha avuto l'occasione di vederlo. Inoltre, è dal 2007 che si alternano voci su un nuovo National Treasure (un film che da bambino ho adorato), e, finalmente, nel 2020 è stato annunciato che i lavori per il terzo episodio sono ufficialmente partiti.

Attendiamo con ansia quindi, e speriamo Nic completi ancora almeno un film da action-star in serie A; che ritrovi il suo posto nella Hollywood che conta, e che poi magari lo mantenga con ruoli (più) adatti alla sua età, man mano che il tempo passa; che quindi, insomma, Nic finalmente ritrovi il suo 'prestigio perduto'!