Mainstream è un termine
inglese usato come aggettivo in vari campi delle arti e della cultura
per indicare una corrente che, in un particolare ambito culturale, è
considerata più tradizionale e "convenzionale", comune e
dominante, venendo quindi seguita dal più grande pubblico.
In inglese americano indica anche una
corrente o una tendenza che, in determinato ambito, beneficia di un
seguito di massa, in contrapposizione alle tendenze minoritarie.
Questo utilizzo del termine a volte sottende un giudizio di valore,
che può essere negativo o positivo a seconda dei casi e dei
contesti.
Uso del termine
È in genere usato in vari campi della
cultura e delle arti, come la musica, il cinema, la letteratura, la
scienza, l'economia, il mondo dell'informazione e così via. Il
significato specifico dipende dal singolo ambito e variabile può
essere anche la sua connotazione in termini di valore, positiva,
negativa o anche dispregiativa, a seconda del contesto. Ad esempio,
in letteratura l'attributo mainstream porta con sé un
giudizio di valore positivo, indicando solitamente la produzione
letteraria "non di genere", raffrontata alla narrativa di
genere, spesso considerata "di bassa qualità", in
contrapposizione "all'alta qualità" della narrativa
letteraria.
In altri campi il termine sottende una
valutazione nettamente dispregiativa, come quando è usato in
contrapposizione a underground, subcultura e controcultura, o a
produzioni artistiche d'autore, per indicare, anche con intento
spregiativo, produzioni artistiche legate a generi tipicamente di
"tendenza" (come film d'azione, exploitation movie, musica
pop, eccetera) o a un particolare target, mossi da motivi puramente
commerciali (ad esempio, i prodotti costruiti per essere destinati a
pubblici adolescenziali).
Cultura di massa
Da un punto di vista sociologico sono
definite mainstream quelle tendenze nel campo delle idee,
delle preferenze, dei gusti, della moda, dei consumi, dei
comportamenti collettivi o individuali, che sono seguiti dalla
maggioranza delle persone e costituiscono "tendenza". In
questo senso ciò che è mainstream si contrappone alle
culture minoritarie.
Spesso il termine assume una
connotazione negativa e viene usato anche in senso spregiativo per
indicare artisti che si esprimono all'interno di generi tipicamente
di "tendenza" e di massa (esempio di ciò sono i film
d'azione o la musica pop), o si rivolgono a un particolare target
(es. adolescenti), per motivi e interessi puramente commerciali;
queste manifestazioni artistiche, considerate di consumo, si
contrappongono a quelle che sono appannaggio di culture underground,
subculture, controculture.
Musica mainstream
Un esempio di questo uso lo si può
rinvenire nel campo della musica di consumo, in cui l'espressione
Musica mainstream vuole indicare la musica leggera,
commerciale e di tendenza, secondo le mutevoli stagioni del costume e
delle mode. Essa può comprendere quindi generi musicali che
riscuotono un seguito notevole, come la musica pop e derivati, o il
rock. La musica mainstream può essere classificata sotto
l'etichetta della cosiddetta popular music, legata alla cultura di
massa prodotta dall'industria dello spettacolo e trasmessa attraverso
i canali comunicativi dei mass media.
Mezzi di
comunicazione
Nell'ambito delle comunicazioni, il
termine mainstream identifica canali, mezzi e prodotti comunicativi
più radicati e con un più ampio spettro di diffusione, che godono
di un maggior grado di penetrazione nel tessuto sociale. Dal punto di
vista dei contenuti e dei valori veicolati, tali mezzi di
comunicazione si muovono all'interno di orizzonti di interpretazione
e rappresentazione che riflettono sintonia ideologica con
orientamenti ideologici definibili di "senso comune".
Sono esempi di mezzi di comunicazione
mainstream le televisioni generaliste, le grandi emittenti
satellitari, i network radiofonici. A questi esempi possono
aggiungersi, a volte, anche alcune principali testate giornalistiche
cartacee.
Rispetto all'informazione mainstream, i
mezzi di comunicazione non-mainstream si configurano come
"alternativi", adempiendo spesso a una funzione almeno
duplice: da un lato, vi è la definizione, costruzione, rafforzamento
di una dimensione sociale identitaria nella quale si riconoscono i
soggetti appartenenti; dall'altro, invece, vi è l'aspirazione ad
andare oltre le strategie rappresentative dei mass media "ufficiali"
e a "forzare" il rapporto produttori/fruitori
dell'informazione "tradizionale". L'azionamento di questa
leva informativa non-mainstream non si esaurisce nella raccolta e
diffusione (per gli autori) di contenuti informativi alternativi,
negletti o messi a margini dall'informazione mainstream, o nella loro
conoscenza (attinta dai semplici fruitori): questa sfera informativa,
definibile come "cognitiva", è solo il presupposto
culturale per un impegno più profondo nel tessuto sociale
(mediattivismo). Da questo punto di vista, anche Internet, in
determinate circostanze, nonostante la sua diffusione, può essere
annoverata tra i mezzi di comunicazione alternativi, nella misura in
cui riesce a dare spazio a un'informazione non ufficiale.
Jazz
Con il termine jazz mainstream
si identifica, in genere, l'evoluzione moderna del bebop e dello
swing avvenuta a partire dagli anni cinquanta. In seguito, a seconda
delle tendenze, è stato identificato con generi come l'R&B, la
musica disco e dance, l'hip hop ed in generale il pop ed il rock.
Letteratura
In campo letterario, mainstream
assume una connotazione positiva, andando a indicare la produzione di
estrazione culturale più alta, a cui si attribuisce maggior qualità,
che si potrebbe descrivere entro i margini (peraltro non ben
definiti) di "letteratura alta", "letteratura colta",
o, anche, "letteratura d'autore".
La letteratura mainstream si definisce
meglio in rapporto di contrapposizione con la produzione della
cosiddetta letteratura di genere moderna, considerata di consumo, e a
cui si attribuisce solitamente una bassa qualità artistica: si
tratta, in quest'ultimo caso, di un fenomeno la cui genesi può
essere fatta risalire almeno al romanzo gotico e le cui espressioni
letterarie sono andate gradualmente cristallizzandosi entro codici di
genere piuttosto ben definiti: si tratta, oltre al romanzo gotico, di
generi come il romanzo storico, il poliziesco, il romanzo rosa, a cui
si sono aggiunti gli apporti della produzione di consumo
novecentesca, come la fantascienza, la New Age, il fantasy. Al
contrario, le manifestazioni della letteratura "colta",
"d'autore" ("mainstream") assumono forme
variabili e dinamiche che si sottraggono a una codificazione canonica
entro l'orizzonte convenzionale di un genere e sono considerate, sol
per questo, manifestazioni "alte", a prescindere dalla
intrinseca qualità che, d'altronde, può ben raggiungere livelli
elevati anche nella moderna scrittura di genere.
Discipline
scientifiche
Il mainstream, nell'ambito di una
determinata disciplina scientifica o accademica, e all'interno di un
determinato campo di ricerca scientifica, contraddistingue un
approccio che non si discosta in maniera significativa dalle
principali e consolidate scuole di pensiero e dai più accettati
approcci metodologici. È il caso, ad esempio, dell'economia, in cui
si parla di teorie economiche mainstream.
Problema
di demarcazione
Nella filosofia della scienza,
mainstream si riferisce a quell'area dell'attività scientifica che
non si trova più nella necessità di doversi affermare come
accettata e consolidata. Nuove aree di frontiera, che sono ancora
alla ricerca di una legittimazione come discipline affermate, sono in
genere etichettate come protoscienza o scienza di confine.
Per la sua attitudine ad applicare
buone pratiche metodologiche, la scienza mainstream si distingue
dalla pseudoscienza come problema di demarcazione mentre specifici
tipi di ricerca sono smascherati come scienza spazzatura, scienza
cargo cult, frode scientifica, eccetera.
Mainstreaming di genere
Etimologia
Il termine che deriva dalle parole
inglesi gender, che significa genere (la parola genere fa riferimento
ai due sessi nelle loro relazioni sociali) e mainstream parola
composta da main, che significa principale e stream,
che significa corrente. La desinenza -ing sta ad indicare movimento:
il genere immesso nella corrente principale delle politiche, azioni e
programmi. È una parola quindi che suggerisce dinamismo, movimento e
progressione verso qualche cosa, insieme a qualche cosa.
Definizione
Integrazione sistematica delle
situazioni, delle priorità e dei bisogni rispettivi delle donne e
degli uomini in tutte le politiche, misure, interventi, allo scopo di
mobilitare e sensibilizzare tutte le politiche di ordine generale
affinché si raggiunga la parità tenendo conto degli effetti
all'atto della loro pianificazione e attuazione. Il gender
mainstreaming è una strategia composta da idee (teorie e
assunti) ma anche da pratiche (decisioni e azioni) in grado di
stimolare mutamenti della società. L'elemento essenziale nella
definizione di gender mainstreaming è la sua enfasi sui
processi politici e quindi l'implicazione di una organizzazione di
procedure e prassi, l'organizzazione di responsabilità e capacità
per internalizzare la prospettiva di genere.
Le strategie per il gender
mainstreaming enfatizzano, infatti, l'attenzione sistematica ai temi
di pari opportunità nelle politiche, nei programmi e nelle pratiche
organizzative ed implicano cambiamenti a livello di politiche,
strutture e sistemi. Le motivazioni per inserire l'ottica di genere
in tutte le politiche, i programmi e le azioni (e nei processi che le
sottintendono) si basano sull'assunto che uomini e donne hanno
diversi bisogni, risorse, situazioni e che questa diversità
influenza il modo in cui uomini e donne accedono/usufruiscono/vivono
le diverse situazioni lavorative, personali, familiari, sociali.