Alexandre Dumas era figlio di un
generale napoleonico a sua volta figlio di una schiava di Haiti di
origine africana. Era quindi tecnicamente un "mulatto"
e se teniamo buona la sciocca regola americana per cui "se hai
una goccia di sangue nero sei nero" allora era di colore, come
diciamo
con un termine magari ipocrita ma
più politicamente corretto.
Del resto i suo tratti somatici sono
evidenti già dalle poche foto che abbiamo di lui. Cresciuto
poveramente, sistematosi grazie ad un duro lavoro letterario, gli
abiti francesi dell'800 infagottano un uomo sorridente con
capigliatura crespa, tratti non caucasici e pelle scura.
La domanda, malgrado sia evidente
quindi la risposta, è più sottile di quanto sembri: infatti
la "negritudine" di
Dumas è stata nascosta.
Sembra incredibile ma è così.
Che il prolifico autore dei Tre
Moschettieri e del Conte di Montecristo, che l'inventore del
feulleiton
e del racconto a puntate (pensiamo
oggi alle serie tv), che il viaggiatore instancabile, che il
rivoluzionario Dumas non fosse proprio bianco candido cozza contro la
mentalità di tantissimi, che sotto sotto ritengono i "colorati"
inferiori.
Si può celare l'evidenza? Proviamoci
con questa disinformazione, meglio quindi "slavarlo", non
parlare del colore della sua pelle e tralasciare questo dettaglio. In
un recente film biografico su di lui il suo ruolo è andato a
Depardieu.
Depardieu… mon Dieu. Chissà quante
ne aveva passate Se ancora oggi certi pregiudizi sono duri a morire
chissà 200 anni fa. Ma tanto io so che, come il Moschettiere
Porthos, lui ci ride sopra e si fa beffe di noi.
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