Il podcasting è l'insieme delle
tecnologie e delle operazioni relative al download automatico di file
di qualsivoglia natura (detti podcast, fusione e contrazione di PoD,
"Personal on Demand" o, secondo il vocabolario Treccani,
dall'inglese pod = baccello, contenitore, e broadcast,
"trasmissione"), tramite un'infrastruttura di trasmissione
dati e un programma client chiamato "aggregatore" o feed
reader.
I media disponibili tramite podcasting
sono in genere file video o audio, anche se non esiste preclusione
tecnica verso alcun tipo di file. La fruizione del podcast non è
legata ad un sistema operativo né ad alcun browser specifico, e i
contenuti di un podcast si possono sia consultare che scaricare
automaticamente dal sito, salvandoli nella memoria di un dispositivo
per la riproduzione.
Storia
Il termine nacque quando l'uso dei feed
RSS divenne popolare per lo scambio di registrazioni audio su
computer, palmari, lettori di musica digitale e anche telefoni
cellulari. L'origine più accreditata del termine podcasting è un
articolo apparso sul quotidiano britannico The Guardian a firma di
Ben Hammersley, Audible Revolution, in cui l'articolista, per
definire il nuovo fenomeno di file audio in formato MP3 disponibili
su supporti facilmente trasportabili come l'iPod e la possibilità di
costruire un palinsesto completamente digitale senza passare per
l'etere, cercava di trovare un termine-ombrello che definisse il
tutto («Come chiamarlo? Audioblogging? Podcasting? GuerillaMedia?»).
Tra i pionieri di tale sistema è Adam Curry, VJ di MTV negli Stati
Uniti, tra i primi a essere online con un sito personale di
podcasting.
Il nome fu primariamente associato al
solo scambio di file audio, ma l'uso delle tecniche RSS al fine di
condividere file video, iniziate già dal 2001, fece estendere il suo
significato anche allo scambio dei file video, pur non avendo alcuna
relazione etimologica con essi. Nel dicembre 2005 il dizionario
statunitense New Oxford ha dichiarato Podcasting «parola dell'anno»,
definendo il termine come «registrazione digitale di una
trasmissione radiofonica o simili, resa disponibile su internet con
lo scopo di permettere il download su riproduttori audio personali».
Il termine è in realtà improprio,
visto che né per il podcasting né per il successivo ascolto dei
file sono strettamente necessari l'utilizzo di iPod o una
trasmissione tradizionale (broadcasting). L'associazione con iPod
nacque semplicemente perché in quel periodo il lettore audio
portatile ideato e prodotto da Apple era estremamente diffuso. È
stato spesso criticato poiché darebbe meriti ingiustificati alla
Apple nello sviluppo della tecnologia del podcasting. Per questo
motivo si è cercato di renderlo "neutro", utilizzandolo
come acronimo di "Personal Option Digital casting" (il
primo ad averlo fatto sarebbe Doc Searls nell'articolo "DIY
Radio with PODcasting"). La confusione sull'origine del termine
si è perciò diffusa, e anche alcune testate italiane come Corriere
della Sera, La Repubblica, la Rai, hanno commesso intenzionalmente
l'errore di trovare l'etimo nel suddetto acronimo: è invece ormai
internazionalmente accettato che il termine derivi dal nome del
supporto della Apple.
Descrizione
Chiunque sia iscritto a un particolare
feed scaricherà automaticamente i file indicati dal RSS avendo così
la possibilità di ascoltarli sul proprio PC o su un lettore mp3 in
qualsiasi momento Un protocollo feed molto diffuso è il feed RSS.
Per ricevere un podcast sono necessari:
un qualsiasi supporto connesso ad
internet (un PC, ad esempio)
un programma client apposito (spesso
gratuiti)
un abbonamento presso un fornitore di
podcast (spesso gratuiti)
Un podcast funziona alla stregua di un
abbonamento ad una pubblicazione periodica, utilizzando una metafora:
il supporto connesso ad internet è la cassetta postale, il client è
il postino, e il fornitore di podcast è la casa editrice. L'abbonato
riceve regolarmente le pubblicazioni, e può ascoltarle o vederle
nella modalità e nei tempi che gli sono più congeniali.
Per fruire del podcasting è
innanzitutto necessario installare un semplice software gratuito (per
esempio iTunes, Juice, HermesPod o Doppler), quindi selezionare i
podcast di interesse. Il software, con la frequenza decisa
dall'utente, si collega ad internet e controlla quali file sono stati
pubblicati dai siti ai quali si è abbonati: se ne trova di nuovi, li
scarica. La notifica della pubblicazione di nuove edizioni avviene
tramite un feed RSS scambiato tra il sito del produttore e il
programma dell'utente.
I podcast potranno poi essere ascoltati
in ogni momento poiché la copia del file, dopo essere stata
scaricata automaticamente, rimane sul computer dell'abbonato. In tal
modo non si rende necessaria alcuna operazione attiva da parte
dell'utente. Inoltre, a differenza delle radio on line in streaming,
i podcast non richiedono necessariamente un collegamento ad internet
durante la fase di ascolto, ma solo in fase di download: ciò
permette di fruire dei podcast anche off-line o in condizioni di
mobilità.
Gli esperti stimano che il podcasting
in futuro (non remoto) possa arrivare ad insidiare il broadcasting
nell'evoluzione radiofonica (cosiddetta Radio 4.0).
Differenze tra
podcasting e streaming
Qualche definizione:
Broadcast indica una trasmissione
radio/tv tradizionale, ascoltabile ad una determinata ora decisa
dall'emittente. Quindi sincrona e on-line.
Streaming indica una risorsa
audio/video fruibile in qualsiasi momento tramite un collegamento
internet al sito dell'emittente e un dispositivo per la riproduzione
del flusso audio/video digitale. Si possono avere le due modalità di
streaming in memoria (video/audio on demand), che è asincrona e
on-line, e di streaming dal vivo simile alla trasmissione radio/tv
tradizionale, che è sincrona e on-line.
Podcasting indica una risorsa
audio/video fruibile in qualsiasi momento, scaricata automaticamente
in formato mp3 (o altro) dal sito dell'emittente e salvata nella
memoria di un dispositivo per la riproduzione. È quindi: asincrona,
off-line e nomadica.
Iscriversi ad un podcast permette
all'utente di ottenere file riproducibili anche offline e di disporre
di una grande quantità di fonti da cui attingere. Al contrario il
broadcast offre una sola trasmissione alla volta e obbliga ad essere
sintonizzati ad una determinata ora.
L'ascolto di audio in streaming su
internet può eliminare l'obbligo di sintonizzazione in un
determinato momento dato dalle trasmissioni tradizionali (come accade
nel caso del video/audio on demand), tuttavia offre comunque una sola
risorsa alla volta e obbliga l'utente a essere connesso a Internet
durante la riproduzione del file.
La capacità di ricevere
automaticamente pubblicazioni da fonti multiple è proprio uno dei
punti di forza che distinguono il podcasting dalle trasmissioni sia
tradizionali sia in streaming.
Nonostante i programmi in streaming -
alla stregua delle trasmissioni radio tradizionali - possano essere
più o meno facilmente registrati dal ricevente, la loro natura
transitoria li distingue nettamente dai programmi podcast, che invece
arrivano già in formato compresso sul proprio computer (è la stessa
differenza che c'è tra ascoltare un brano alla radio e scaricarlo in
MP3): questa rappresenta una diversità considerevole anche da un
punto di vista legale, ed ha infatti suscitato accese polemiche.
Diffusione del
podcasting
L'uso del podcasting si è nel tempo
enormemente diffuso, raggiungendo livelli di pubblico tali da indurre
la stessa Apple ad investire intensamente nel settore, offrendo nel
firmware dell'iPod una voce di menù dedicata al podcasting, con
migliaia di podcast gratuiti presenti nell'iTunes Store.
Anche in Italia, molti celebri artisti
(come Jovanotti, Max Pezzali, Fiorello, ecc.) hanno creato un proprio
podcast per parlare di sé fra canzoni e vita privata. Nella maggior
parte dei casi si è trattato di esperienze di breve durata, presto
rimpiazzate da altre basate su strumenti resisi via via disponibili e
ritenuti più adeguati al tipo di comunicazione necessaria in quel
contesto, quali MySpace, facebook o Twitter.
Il mondo del giornalismo, della
politica e della comunicazione si è interessato al podcasting. In
Italia, ad esempio, RAI offre le proprie trasmissioni televisive e
radiofoniche come podcast e a seguire, molte altre emittenti
radiofoniche nazionali (tra le più importanti: Radio DeeJay, Radio
105, Radio 24, Radio RockFM, Radio Popolare) hanno iniziato a
proporre le proprie trasmissioni con la tecnologia del podcasting.
Una ricca raccolta di eventi politici e documenti originali e
integrali in podcast si trova su radio Radicale, più il suo Archivio
Storico.
Anche il mondo accademico e quello
delle istituzioni hanno dimostrato interesse per questo metodo di
diffusione di contenuti multimediali ma sono pochi i casi di uso
continuativo. In particolare si possono segnalare le esperienze
pionieristiche dell'Università di Salerno, dove a partire dal 2006
il Centro ICT ha prodotto podcast informativi e didattici, facendo
poi nascere la WebRadio universitaria Unis@und, che offre il servizio
Rewind con il quale viene costituito un archivio digitale dei
principali eventi dell'Ateneo; dell'Università di Bergamo, dove dal
marzo del 2006 è attivo il servizio di podcasting Pluriversiradio,
basato su PodcastGenerator, una libreria software sviluppata
appositamente, distribuita poi come strumento open e free e usata da
numerosi servizi di podcasting nel mondo; dell'Università di
Napoli, la prima in Italia ad aver lanciato, nel 2010, un proprio
canale su iTunes U, la piattaforma di Apple per il podcasting
universitario.
La maggioranza dei contenuti offerti
mediante podcasting, tuttavia non fa parte del circuito della grande
editoria ma è costituito da lavori "indipendenti", privati
che a vario titolo producono contenuti audio tematici.
A dimostrazione della rapida ascesa
dell'utilizzo del termine podcasting basti pensare ai risultati
mostrati da Google per questo termine. Il 28 settembre 2004, cercando
podcasting su Google, erano presenti solo 24 risultati. Tre giorni
dopo, il 1º ottobre 2004, erano già 2750, e il 18 ottobre 2004
erano già più di 100.000.
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