Io odio il fantasy. L'ho sempre odiato e lo odio ancora. Non mi piace nemmeno il signore degli anelli, e non ho nessun problema ad affrontare una discussione dove spiego perché secondo me sia un poco sopravvalutato. Sette anni prima che cominciassero le riprese della serie TV 'game of thrones', un mio amico mi disse che c'era un fantasy che dovevo 'provare' a leggere nonostante la mia antiatia verso il genere. 'Fidati. Dagli una possibilità'. Quindici anni dopo, ho un autografo di George Martin in casa e la sua saga era diventata uno dei miei modelli 'irraggiungibili' di scrittura.
Non c'è consenso scientifico sul valore letterario, e probabilmente non ci sarà mai., Tuttavia, alcune certezze le abbiamo comunque. Una di queste è l'autosuggestione.
In critica letteraria sono famosi infatti i 'blind test', degli esperimenti fatti di tanto in tanto dalle università di tutto il mondo… E i risultati sono sempre gli stessi.
Un blind test consiste nel prendere dei lettori e dargli da leggere dei testi… senza però dirgli chi li ha scritti. Gli dai da leggere 'a tradimento' sia dei capolavori che dei pezzi scritti da Moccia o da Volo (in sostanza, della spazzatura).
Il risultato dei blind test è sempre lo stesso in tutto il mondo: non solo nessuno riesce a distinguere i mostri della letteratura dalla spazzatura ma peggio ancora, alla fine dell'esperimento ognuno ha una opinione diversa dall'altro. Nessuno è d'accordo su nulla.
E quando alla fine gli dici chi erano davvero gli autori dei vari testi, tutti si mettono a dire 'colpa mia, non sono stato abbastanza intelligente da capire chi aveva scritto che cosa'. E cominciano a vergognarsi perché hanno preferito il pezzo di Moccia al pezzo di Edgar Allan Poe.
I blind test ci insegnano che se ami uno scrittore prima ancora di leggerlo (per esempio, perché tutto il mondo dice che è un genio)… Quando poi lo leggerai ti piacerà molto di più.
In sostanza, in letteratura quello che credi di trovare conta più di quello che troverai veramente… Perché ti apre letteralmente la testa. Essere ben disposto (o mal disposto) verso un autore cambia letteralmente tutto, mentre leggi.
Una prova classica di questo fenomeno è il rapporto che i fan accaniti hanno coi romanzi peggiori dei loro idoli. Prendete THE CELL di S. King. Conosco fan del maestro che dicono che non è male (che è come dire che i film di Christian De Sica hanno un 'certo' valore).
Domanda originale:
Quando uno scrittore "scrive veramente bene"?
Quando vuoi andare avanti a leggerlo.
Semplicissimo.
Una volta che hai voglia di continuare a leggerlo, devi però farti un bell'esame di coscienza e chiederti:
(Hemingway) -> se non fosse una leggenda della letteratura, mi piacerebbe lo stesso?'
(Umberto Eco) -> Se non fosse osannato da tutti quelli che conosco, me ne fregherebbe qualcosa dei problemi di questi frati nel medio evo? (il nome della Rosa).
Se uno scrittore scrive un genere che non ti piace, ma hai comunque voglia di andare avanti a leggere…. Allora vuol dire che quello scrittore scrive davvero molto bene.
Se addirittura uno scrittore scrive un genere che non ti piace, non l'hai mai sentito nemmeno nominare, ma non riesci comunque a mollare il suo romanzo… allora è decisamente un fuori classe, perché ti ha preso solo grazie alla sua penna e nient'altro. Tutto quello che stai provando, se l'é guadagnato con e unghie e coi denti.Le aspettative cambiano tutto. Quando il mondo intero dice che uno scrittore è un genio, tu lo leggi con un atteggiamento completamente diverso. 'Lasci' che entri dentro di te molto di più rispetto a un estraneo.
Un altro fenomeno che DIMOSTRA quando le unverisità sanno già da un pezzo?
I miei lettori.
I mei lettori sono dei gran personaggi. Fino a quando non sanno chi sono, che faccia ho, come parlo, eccetera… Mi adorano. Molti lettori della saga di Year One mi hanno scritto per dirmi che pensavano fosse un capolavoro, che io fossi una specie di essere paranormale, eccetera.
Poi però io gli rispondo, li ringrazio, ci scambio quattro chiacchere… E lì il più delle volte casca tutto. E' una cosa pazzesca Una cosa stranissima. E più rispondi volentieri e con attenzione, più alcuni restano proprio delusi. E' come se pensassero che eri qualcuno…. Fino a quando non gli hai dedicato 'troppo' tempo.
O forse è perchè vedono che sono un normalissimo essere umano esattamente come loro… E allora si rompe qualcosa, nella loro testa. Perfino i miei romanzi a quel punto gli piacciono di meno. Sul serio. Dopo che mi hanno conosciuto, i toni si smorzano di metà.
Un altro esempio?
I miei amici. Nessuno di quelli che mi conosce personalmente è mai impazzito 'fuori misura' per quello che scrivo. Non puoi 'adorare' uno scrittore quando lo conoscevi come compagno di bevute. Pensateci bene: se avessi passato l'infanzia nel parchetto sotto casa a giocare a calcio con Stehen King, lo reputeresti un genio? No. Lo reputeresti quello che giocava a calcetto insieme a te, e poi è diventato famoso. Tutto qui.
IN CONCLUSIONE
Le aspettative determinano un buon 50% del risultato finale… Il resto lo fa la capacità dello scrittore di 'superare' i tuoi gusti personali. In definitiva, secondo le case editrici, uno scrittore scrive bene quando hai voglia di andare avanti a leggerlo.
Ora, voi potete certo condividere tale pensiero, oppure no.
Sappiate però i professionisti dell'editoria usano questa dottrina mentre stanno cercando di portare a casa lo stipendio, e dal fatto che abbiano ragione o no dipende se ci riusciranno o meno. E quindi, secondo me, sono quelli che ne sanno di più di queste cose.
A mio modestissimo parere, ovviamente.