Lui:



Si, proprio Eminem. Ho appena detto che uno dei miei artisti preferiti abbia rivoluzionato in modo negativo il corso della musica, e sono serio. Eminem è stato come una diga, appena si è aperta ha rilasciato tutta l'acqua che vi era all'interno. Quest'acqua si chiama hip hop. L'hip hop anni novanta era bello, ascoltabile, ma quello di oggi fa tanto TANTO schifo. Sto parlando della trap, il fenomeno musicale meno creativo della storia. I trapper si copiano a vicenda creando solamente canzoni che entrano nella testa della gente e ci rimane, inducendo la persona a riascoltare quel brano, che in breve tempo sale in cima alle classifiche. Un po come il pop, ma con testi senza alcun senso, e con messaggi nascosti che incitano alla violenza. Questo fenomeno purtroppo durerà a lungo, perchè essendo facile copiare testi ad altri artisti e salire in classifica, nessuno cercherà un nuovo genere musicale. E quei pochi cantanti e band veramente originali non vengono sponsorizzati perché la musica che va di moda e il trap e l'unico interesse delle case discografiche e quello di vendere. La musica, specialmente quella italiana è in un circolo vizioso e difficilmente ne uscirà, e nel frattempo io continuo ad ascoltare musica anni 80' .


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Hai mai ascoltato il conduttore del tuo programma preferito guidando verso l’ufficio, pensando “Sembra facile – posso farlo anch’io!”? Sebbene la radio possa essere un’ottima strada verso il successo e l’influenza nelle vite di migliaia (persino milioni) di ascoltatori, non è sempre facile. Condurre un programma radiofonico in passato significava fare molta gavetta come tecnico o semplice impiegato in radio. Oggi, tuttavia, internet offre a molti principianti di talento la possibilità di farsi una reputazione.



Ottenere un programma

Entra in una radio locale. Se parti da zero, il modo migliore per ottenere un programma è iniziare prendendo parte a un programma già esistente. Lavorando o facendo il volontario in una radio ottieni un’infarinatura dei processi e dei compiti necessari alla produzione di un programma di successo. Inoltre, ti consente di fare esperienza utile per il curriculum, quando ti candidi a ruoli più importanti. E soprattutto, ti fornisce l’occasione di acquisire contatti all’interno della radio. Conoscere qualcuno del mestiere può fare un sacco di differenza quando si tratta di ottenere il primo programma – i gestori delle radio sono molto più propensi ad assumere persone che conoscono e di cui si fidano, piuttosto che perfetti sconosciuti.
    • Un’ottima idea per aumentare la tua esperienza radiofonica consiste nel provare a fare volontariato per una radio comunitaria (ad esempio in università o all’oratorio). Queste radio tendono a non essere commerciali, e si basano sul lavoro dei volontari per andare in onda, quindi può essere relativamente semplice trovare posto nello staff, rispetto a una radio commerciale.

Fai uno stage. Certe radio offrono stage e apprendistati ai candidati più interessanti, soprattutto giovani studenti. Alcuni di questi stage sono all’interno del dipartimento comunicativo di una scuola o università, ovvero tendono ad assumere esclusivamente tra gli studenti della facoltà, mentre altri stage potrebbero essere dedicati a chiunque.
    • In base alle tue ore lavorative, uno stage può essere talvolta più utile a ottenere un programma rispetto a farsi strada partendo dal basso. I migliori stage sono improntati verso la carriera e offrono possibilità di assunzione, una volta completati. Tuttavia, anche con uno stage, potrebbe essere necessario lavorare in radio diversi anni prima di ottenere un programma.

Se possibile, studia comunicazione. Il percorso formativo corretto per diventare conduttore radiofonico non farà che aumentare le tue possibilità di ottenere il tuo programma. Inoltre, come notato in precedenza, i programmi educativi spesso spianano la strada a eventuali stage e apprendistati. Se te lo puoi permettere, considera una laurea in comunicazione per arricchire il tuo CV e acquisire esperienza e competenze.
    • Val la pena notare come gli studi in ambito comunicativo non siano fondamentali per una carriera radiofonica di successo. Molti speaker famosi hanno studiato comunicazione, ma molti non sono neanche laureati.
Sii pronto a pagare per avere spazi sulle radio commerciali. Sebbene ogni radio abbia le proprie regole per gli speaker, in genere le radio commerciali locali fanno pagare gli spazi ai conduttori. Gli orari più ascoltati (mattina e drive-time pre-serale) tendono a essere costosi, mentre quelli meno richiesti sono più economici. I conduttori possono pagare coi propri soldi, chiedere donazioni agli ascoltatori o vendere spazi pubblicitari. Se riescono a guadagnare più di quello che spendono per il programma, solitamente possono tenere la differenza. Gli speaker di successo possono mantenersi in questo modo. Comprendere in anticipo l’eventuale necessità di pagare per andare in onda è cruciale – non è il caso d’inseguire una fascia oraria per poi scoprire di non potertela permettere.
    • A causa dei costi di un programma radio, è spesso una buona idea fare anche un altro lavoro (almeno finché non riuscirai a guadagnare abbastanza per finanziare il programma). Dedicarti a tempo pieno alla radio fa molto bene al programma, ma non se esaurisci i fondi e devi chiudere dopo qualche mese.
    • I prezzi variano. Per esempio, in certe stazioni locali le fasce possono costare tra i 30 e i 150€ all’ora, in base all’orario.

Prova a partire dalle webradio. Per i principianti, internet offre un modo per farti sentire a costi molto bassi (o addirittura gratis) e senza bisogno di esperienza. Se hai qualche conoscenza informatica, puoi provare a lanciare uno streaming audio per trasmettere il tuo programma (consulta una guida online). Potresti anche voler provare un servizio di streaming gratuito o economico come Justin.tv (gratuito; anche video), Live365.com (economico; periodo di prova gratuito) o Radionomy.com (gratuito per 9 mesi con limitazioni).
    • Il rovescio della medaglia di un programma via web è che fondamentalmente sta a te promuovere il tuo programma e attirare pubblico – non potrai ricorrere alle risorse di una radio ufficiale.
    • Un’altra ottima opzione è la registrazione di un podcast. I podcast non sono altro che programmi registrati scaricabili e fruibili dagli ascoltatori a proprio piacimento. Per maggiori informazioni, consulta l’ultima sezione dell’articolo.

Condurre un programma

Scegli l’argomento o il format del tuo programma. Prima d’iniziare a registrare, vorrai aver scelto lo “scopo” del programma. Sebbene molti siano incredibilmente flessibili per quanto riguarda la struttura e i temi trattati, in genere i programmi più famosi hanno uno scopo o un argomento definiti. Può anche essere ampio, perciò non sentirti costretto a caratterizzare troppo il tuo programma. Chiediti semplicemente: “Di cosa parla il mio programma?" Ecco alcuni argomenti popolari da cui trarre ispirazione:
    • Notizie/Attualità
    • Politica
    • Notizie musicali/Critica musicale di nicchia
    • Umorismo/Parodia
    • Istruzione e approfondimento (storia, scienza…)
    • Consigli (relazioni, fai-da-te…)
    • Argomenti specifici (paranormale, teorie cospirative…)

Organizza la scaletta del programma in anticipo. Non “improvvisare” in studio a meno che tu non abbia molta esperienza. Programmare il tempo (o “fare una scaletta”) a disposizione è necessario, soprattutto se sei agli inizi. Avere un piano scritto ti consente di tenere alto il ritmo della trasmissione e rende più difficile trovarsi senza nulla da dire. Durante le tue prime puntate, scoprirai inevitabilmente che la scaletta non corrisponderà perfettamente alla realtà – certe parti potrebbero durare più del previsto, e viceversa. Prendi nota di queste differenze e modifica la scaletta di conseguenza.
    • Mettiamo di avere ottenuto il nostro primo programma politico da 90 minuti. Ecco un esempio di possibile scaletta della prima puntata:
      • (5 minuti) Sigla e introduzione.
        (20 minuti) Intervista: la scrittrice Valentina Saggi.
        (15 minuti) Primo argomento di discussione: salari minimi – troppo alti o troppo bassi?
        (5 minuti) Pubblicità.
        (10 minuti) Telefonate dal pubblico.
        (15 minuti) Secondo argomento di discussione: brogli elettorali – quanto è diffuso il problema oggigiorno?
        (5 minuti) Pubblicità.
        (10 minuti) Telefonate dal pubblico.
        (5 minuti) Consenti all’ospite di promuovere i suoi prossimi appuntamenti. Segui coi saluti e la sigla di chiusura.

Mantieni una struttura costante e riconoscibile. Quando si tratta di radio parlata, la costanza è fondamentale. Gli ascoltatori vogliono sapere che sentiranno gli stessi contenuti e lo stesso stile sintonizzandosi sul tuo programma. Alcuni cambiamenti potrebbero essere inevitabili: per esempio, se un dettaglio del tuo programma non funziona, è meglio sostituirlo piuttosto di tenerlo come momento meno apprezzato. Ad ogni modo, quando possibile, è meglio conservare i punti-chiave della scaletta in ogni puntata, pur mantenendo la freschezza mediante nuove rubriche e così via.

Invita ospiti ricorrenti e nuovi a partecipare al tuo programma. Un modo per tenere alto l’interesse senza sacrificare la coerenza consiste nel continuare a invitare ospiti interessanti ed entusiasmanti. Gli ospiti portano la propria conoscenza e il proprio stile all’interno del programma, contribuendo a rendere le conversazioni più brillanti (o almeno divertenti). Di solito, come ricompensa, l’ospite può promuovere progetti personali in onda.
    • Il genere di ospiti che dovresti invitare varia in base al format scelto. Per esempio, in un programma di critica d’arte, potresti invitare ospiti dotati di nuove prospettive e molta esperienza, come professori o artisti. D’altro canto, in un programma comico irriverente, potresti invitare altri comici o persino personaggi bizzarri della zona.

Fai partecipare gli ascoltatori. È quasi sempre una buona idea incoraggiare un’atmosfera amichevole e aperta con gli ascoltatori. Se hai un pubblico attivo, è più facile tenere alto il livello del dialogo in questo modo. Aprendo le linee telefoniche puoi prenderti una breve pausa per pensare a nuovi sviluppi della conversazione. Oppure, puoi lasciare che gli ascoltatori guidino la discussione al posto tuo – devi solo rispondere.
    • Se sei in una radio contraria alla volgarità, fai attenzione agli scherzi. Resta sempre pronto a interrompere una chiamata. Se la radio è in leggera differita, scopri come cancellare quegli ultimi secondi di trasmissione in caso qualcuno dica qualcosa d’inappropriato. Molte radio hanno sul mixer un pulsante facilmente accessibile per attivare la differita.
    • Se stai trasmettendo online, puoi sperimentare con programmi tipo Skype. Altrimenti, potresti provare ad aprire una chat coi tuoi ascoltatori, consultandola ogni tanto per alimentare la discussione.

Evita i “tempi morti”. Che tu sia su una radio comunitaria con poco pubblico, o in un programma mattutino nazionale, cerca di seguire la regola principale della radio: evitare i “tempi morti” (momenti di silenzio prolungati). Le normali pause nella conversazione sono una cosa – non devi parlare continuamente. Tuttavia, è meglio evitare i silenzi più lunghi di qualche secondo. Sono imbarazzanti, poco professionali e possono far credere agli ascoltatori che ci sia un problema tecnico, facendogli cambiare stazione.
    • Potresti scoprire l’utilità di tenere sempre pronto un brano nuovo (o un file musicale simile) da mandare in onda in caso d’imprevisti e della necessità di prenderti un paio di minuti di pausa.

Cerca gli sponsor. Come notato in precedenza, è possibile che tu debba pagare per andare in onda. Per aiutarti a finanziarti, cerca di trovare degli sponsor disposti a darti qualcosa in cambio di pubblicità in onda. Gli inserzionisti possono pagarti direttamente, o accettare di aiutarti a coprire dei costi di trasmissione in cambio della promozione del loro prodotto nel tuo programma. Certi speaker leggono gli spot in prima persona, mentre altri scelgono di mandare spot registrati. In genere, i costi delle pubblicità aumentano in base alla lunghezza, alla fascia oraria e al numero di ascoltatori del programma.
    • I prezzi pubblicitari possono variare anche in base al luogo. Per esempio, 60 spot a Los Angeles possono costare fino a 300€, mentre la stessa quota in un piccolo paesino di campagna potrebbe scendere sotto i 2€.

Non dimenticare di promuovere il tuo programma. Non dimenticare mai che, in quanto conduttore, sono gli ascoltatori a decretare il tuo successo. Più ascoltatori hai, meglio è. Con molti ascoltatori, puoi alzare i prezzi delle pubblicità, negoziare affari più convenienti coi capi della radio e promuovere te stesso e i tuoi ospiti a un pubblico più ampio, perciò cerca sempre di aumentare il tuo pubblico facendo promozione.
    • Un ottimo modo per farlo è promuovendosi in altri programmi (soprattutto quelli nelle migliori fasce orarie) che trasmettono nella tua stessa radio. Molte radio offrono sconti per l’autopromozione.



Produrre contenuti di qualità

Considera l’assunzione di un co-conduttore. Per i programmi parlati, una seconda (o terza, quarta…) voce in ogni puntata rende più semplice il tuo lavoro da ogni punto di vista. Innanzitutto, i co-conduttori offrono il loro punto di vista in ogni discussione, garantendo la freschezza dei tuoi pensieri e della tua voce. Inoltre ti consente di avere un dibattito amichevole – la discussione tra co-conduttori che battibeccano amabilmente è spesso la parte più divertente di un programma radiofonico. Se stai pensando a un co-conduttore, accertati che sia qualcuno con cui vai d’accordo e che riconosca l’impegno necessario.
    • I co-conduttori hanno anche altri vantaggi. Per esempio, alcuni potrebbero essere disposti a dividere i costi o aiutarti a trovare e gestire gli ospiti.


Programma rubriche ricorrenti. Per l’ascoltatore, parte del divertimento del proprio programma preferito sta nell’attesa, nell’ascolto e persino nella partecipazione alle proprie rubriche preferite. Fintanto che rispetti le regole della radio (e ovviamente la legge) non c’è limite alle rubriche che puoi creare, perciò usa l’immaginazione! Ecco qualche idea per iniziare:
    • Quiz per gli ascoltatori in cambio di premi o riconoscimenti
    • Interviste registrate
    • Concorsi del genere “Il 100esimo ascoltatore che chiama vince…”
    • Chiedere agli ascoltatori un certo tipo di aneddoto
    • Esercizi comici o d’improvvisazione dal vivo


Crea rubriche memorabili da usare una volta sola. Il fatto che sia più probabile che il pubblico apprezzi la costanza delle rubriche ricorrenti non significa che dovresti lasciar perdere gli eventi unici nel loro genere. Sperimentare con nuove idee pur conservando il format e la struttura del tuo programma ti consente d’innovare continuamente e sorprendere gli ascoltatori. È anche un buon modo per trovare nuove strade per il programma – qualsiasi cosa che ottiene una buona reazione può essere poi trasformata in una rubrica ricorrente.

Costruisci un rapporto con chi contribuisce spesso. Se noti che certe persone chiamano in radio regolarmente o che certi ospiti sembrano particolarmente popolari col tuo pubblico, non farteli scappare! Piuttosto, cerca di costruire un rapporto professionale amichevole con loro. Parlaci fuori-onda e proponigli di entrare a far parte dello staff del programma. Anche se non fossero interessati a condurre insieme a te, potrebbero diventare volentieri “amici del programma” o acquisire il riconoscimento di collaboratore ufficiale.
    • Per esempio, se un ascoltatore ha una personalità vivace, irriverente e delle posizioni politiche squinternate, potresti creare una rubrica semi-ricorrente in cui chiama e commenta i fatti del giorno.

Creati un personaggio radiofonico. Certi programmi radiofonici, soprattutto quelli in cui si esaminano o criticano argomenti seri, hanno una certa dignità. Tuttavia, molti programmi parlati sono noti per i personaggi esagerati, rozzi o stravaganti interpretati dai conduttori. Se il tuo programma punta principalmente a intrattenere il pubblico, considera la possibilità di diventare tu stesso un personaggio. L’interazione tra un conduttore folle e un co-conduttore serio o un ascoltatore inconsapevole può dare luogo a ottima radiofonia.

Nel dubbio, impara dai grandi. Nessun programma radiofonico è perfetto dall’inizio. Possono volerci anni d’esperienza per sviluppare le capacità necessarie a offrire un gran programma ogni giorno. Nel frattempo, un’ottima idea ascoltare i migliori programmi e podcast internazionali per trarre ispirazione. Non c’è nulla d’imbarazzante nel farsi venire idee ascoltando chi ha già successo – anche loro hanno avuto dei miti nel mondo della radiofonia prima di diventare famosi. Ecco alcuni programmi degni di essere ascoltati:
    • 610 – intrattenimento e comicità surreale
    • Caterpillar – attualità e intrattenimento
    • Radio24 – notizie
    • Music history – approfondimento storico-musicale



Creare un podcast

Registra il tuo programma. Per l’ascoltatore, la differenza tra un programma parlato e un podcast è minima – entrambi riguardano l’ascolto di uno o più conduttori che parlano di argomenti familiari con o senza ospiti. Tuttavia, per te, conduttore, registrare un podcast è leggermente diverso rispetto a un programma dal vivo. Farai tutto normalmente, ma invece di andare subito in onda, lo registrerai e lo renderai disponibile per essere scaricato online. Per farlo, avrai bisogno di un’attrezzatura che consenta di registrare file di qualità ragionevolmente alta e spazio a sufficienza per salvarli.
    • Per le esigenze di base, possono bastarti un computer e un buon microfono, che solitamente costa meno di 60€ nei negozi specializzati.


Sistema il file audio. Una volta registrato il programma, è il caso di riascoltare il file e, se necessario, tagliare i pezzi rovinati o insoddisfacenti. Per farlo, avrai bisogno di un programma di editing audio (online puoi trovarne di gratuiti, come Audacity). Poi inserisci le pubblicità, le sigle o qualsiasi altra cosa tu voglia aggiugnere al podcast.
    • Quando hai finito, salva il file in un formato diffuso e facilmente utilizzabile dal tuo pubblico, come l’mp3.


Carica il tuo programma su un sito di podcast. Devi renderlo disponibile agli ascoltatori online. Puoi usare vari siti, come Youtube.com, Soundcloud.com e molti altri, gratuitamente. Nota che, con questi siti, i limiti di banda-per-file potrebbero costringerti a dividere il podcast in più parti. Potresti anche provare a caricare il tuo podcast nei negozi online come iTunes Store, Google Play store...
    • Solitamente, i podcast sono gratuiti e sono finanziati da donazioni, sponsor o inserzionisti. Offrire un podcast a pagamento può decimare il tuo pubblico potenziale nella competizione con centinaia di ottimi podcast gratuiti, perciò potrebbe non essere una buona idea.


Volendo, puoi creare un blog o un sito per il tuo podcast. Generalmente, i podcast più professionali hanno il proprio sito dedicato, coi link alle puntate, le notizie, un negozio online per il merchandising e così via. Potresti voler acquistare il tuo dominio e creare un sito da zero, ma per molti, un blog gratuito su Wordpress.com può bastare e avanzare.






Cosa vedi in queste foto?




Mi risponderai sicuramente che vedi dei ragazzi vestiti in modo strano, aggressivo, che sembrano dei criminali, che non sono piacevoli da vedere dal punto di vista visuale ed estetico e che ti disturbano, ti trasmettono un senso di disagio, giusto? E sai una cosa? A loro va bene così, perché non vogliono essere accettati, loro ti disprezzano. Questo è il punk, questi ragazzi rappresentano l'anarchia, l'odio assoluto verso ogni forma di religione, politica, ogni forma di manipolazione e controllo esercitato dai Mass media e da questa società.


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La radio, si sa, si basa principalmente sul numero di persone che la ascoltano, così come la buona riuscita di un programma è spesso legata al ritorno che esso ha in termini di pubblico. Una delle sfide più difficili al giorno d’oggi, in cui il panorama radiofonico è assai variegato e diversificato in termini di palinsesti, format e programmi, è senz’altro quella di riuscire a “catturare” l’attenzione degli ascoltatori.
I grandi network, utilizzano diversi metodi per raggiungere questo scopo. Ci sono emittenti che fanno della musica il loro “pezzo forte” e vengono seguite assiduamente da coloro che sono principalmente interessati alle canzoni. Dall’altra parte ci sono invece (forse in netta minoranza), le radio che pongono maggiormente la loro attenzione, sul tipo di programma in onda e sugli interventi degli speaker, dove la musica diventa un ingrediente per la buona riuscita del prodotto finale, ma non è certamente l’elemento basilare.
Per le radio che fanno parte di questo secondo gruppo, diventa di fondamentale importanza il coinvolgimento dell’ascoltatore, che deve essere invogliato a rimanere “incollato” alla radio per tutta la durata della trasmissione. Per raggiungere questo scopo sono diversi gli espedienti che vengono utilizzati.
Primo fra tutti, anche se non sempre valido, quello di avere degli speaker di grande personalità e professionalità che riescano, con la loro voce e le loro parole, ad interessare e divertire gli ascoltatori. C’è invece chi, ancor prima della bravura o della personalità del conduttore, utilizza una strategia opposta, sfruttando la notorietà (spesso televisiva) di una persona per cercare di catalizzare l’attenzione su un determinato programma.
In tutto questo, ci sono poi gli espedienti che potremmo definire “classici”, per far sì che un programma radiofonico o un determinato network venga seguito. Tra questi ci sono i vari “giochi” o “quiz” a premi, che consentono un’interazione con l’ascoltatore che è invogliato a partecipare per divertirsi e vincere. Ci sono poi radio che, in determinati momenti e orari della giornata, mettono in palio biglietti per concerti, cd, dvd o altri gadgets destinati agli ascoltatori che non devono partecipare ad alcun tipo di gioco, ma si devono limitare a chiamare.
Un altro metodo, anche se ormai abbastanza desueto e poco utilizzato, è quello di mettere l’ascoltatore nelle condizioni di poter dire qualcosa ad un’altra persona, magari dedicandogli una canzone. Infine, ed è a mio avviso una delle parti più divertenti e interessanti della radio, ci sono network e show radiofonici che per coinvolgere l’ascoltatore scelgono di farlo diventare parte integrante e protagonista del programma. E’ come se la redazione virtuale che sta dietro la buona riuscita della trasmissione sia composta da tutte le persone che la seguono, una per una, nessuno escluso.
A loro vengono rivolte le domande, al pubblico viene chiesto di raccontare qualcosa di se: una storia, una vicenda interessante, curiosa, divertente, emozionante (spesso, ma non obbligatoriamente, “in tema” con l’argomento o la notizia con cui il conduttore ha aperto il programma). La chiave di tutto sta, insomma, nella figura dello speaker, che deve essere contemporaneamente bravo a parlare o raccontare, ma deve anche saper ideare un tipo di programma interessante e coinvolgente, che magari faccia dell’originalità e della differenza rispetto agli standard dei format radiofonici, la sua arma vincente.
Se il problema su come coinvolgere gli ascoltatori è importante per i grandi network, che godono comunque di quella fama che gli garantisce già una buona fetta di pubblico, la sfida è ancora più dura per chi lavora in emittenti non nazionali, vale a dire in radio locali o su una scala territoriale ridotta. In questi casi il pubblico è (spesso) realmente esiguo, così che lo speaker debba costantemente ingegnarsi per riuscire ad avere idee che gli permettano di ottenere un minimo riscontro in termini di ascoltatori.
Questa, che all’apparenza può sembrare una difficoltà (e certamente lo è), rappresenta a mio avviso un reale “banco di prova” e un’occasione di crescita per coloro che hanno il desiderio (o il sogno) di poter arrivare, un giorno, in un grande network. Ci sono infatti continui stimoli ad inventare, innovare, ideare programmi e format usando la propria creatività. La domanda che volevo farvi allora è proprio questa.
Qual è, secondo voi, il metodo migliore per coinvolgere l’ascoltatore? Ne esiste uno in particolare che utilizzate, ritenete valido e che magari volete consigliare? Insomma, perché ognuno di noi non racconta la propria esperienza?

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Il teatro delle ombre cinesi è una forma d'arte cinese che può vantare una lunghissima tradizione. Le ombre cinesi sono un tipo di spettacolo molto antico che veniva svolto in teatrini ambulanti che si spostavano da un paese all'altro, similmente ai gabbiotti delle marionette o dei pupi siciliani. Era comune trovare questi teatri ambulanti vicino ai templi, durante le ricorrenze religiose, ma anche nelle feste laiche come il Capodanno o alle fiere di paese.
Negli spettacoli le figure non si vedono direttamente ma, come dice il nome stesso, appaiono solo le loro ombre. Lo spettatore si pone davanti a uno schermo bianco semi-trasparente dietro il quale degli attori manovrano le figure e recitano le varie parti. Una potente fonte di luce proietta le ombre direttamente sullo schermo con l'effetto di ingigantirle e rendere animate le figure.
Una leggenda vuole che l'Imperatore cinese Wudi (140-85 a.C.) fosse divenuto molto triste in seguito alla morte della sua concubina Li Furen. Per consolare il sovrano, i suoi eunuchi fecero scolpire una figura in legno simile alla donna e ne proiettarono l'ombra su una tenda. L'Imperatore credendo che fosse lo spirito della sua amata che tornava a fargli visita si sentì consolato. Ovviamente oggi le figure non sono più di legno, ma di cuoio, più leggero e più semplice da maneggiare.
L'antica arte cinese è, poi, stata esportata in tutto il mondo e, al giorno d'oggi, con ombre cinesi si indicano, in generale, tutte le ombre che vengono proiettate attraverso l'uso delle mani o di ritagli di carta o cartoncini.

Pirati dei Caraibi. Per il ruolo fu chiamato Hugh Jackman ma fu poi scelto Johnny Depp perché era piú famoso all'epoca. E meno male perché non avremmo visto il suo Wolverine al cinema.



Matrix. Will Smith rifiutò il ruolo perché non capiva il senso del film (parole sue). Mi piace tanto Will Smith ma credo sia stato un bene che abbia rifiutato, Keanu Reeves é davvero perfetto per il ruolo.



Io sono leggenda. La prima scelta fu Arnold Schwarzenegger con Ridley Scott come regista. Non oso pensare ad Arnold in un ruolo dove bisognava saper recitare per davvero.



Iron Man. Tom Cruise voleva lui il ruolo ed era anche disposto a produrlo. Per fortuna lasciò perdere altrimenti l'MCU sarebbe morto ancor prima di nascere.



50 sfumature di grigio. Ryan Gosling fu la prima scelta ma rifiutò. Forse con lui il film avrebbe avuto ancora piú successo o forse sarebbe stato un flop, immagino che non lo sapremo mai.



Titanic. Matthew McConaughey voleva lui il ruolo di Jack ma James Cameron non lo prese nemmeno in considerazione per la parte. E meno male perché Titanic senza Di Caprio avrebbe perso molto.



Batman. Gli studios volevano Mel Gibson per il ruolo ma lui rifiutò, per fortuna di Michael Keaton. Ammetto che sarebbe stato bello vederlo come Batman ma su un film basato su Il Ritorno del Cavaliere Oscuro.



Django unchained. Will Smith era la prima scelta di Tarantino ma rifiutò perché pretendeva che il film fosse una storia d'amore e non di vendetta. Scusa Will ma quando mai Quentin Tarantino ha girato un film d'amore? Io non me lo ricordo.



Superman. Questo fa venire i brividi nella schiena, Nicholas Cage che interpreta l'uomo d'acciaio, e capellone per di piú.? Immagino che i fan DC, nessuno escluso, abbiano acceso un cero quando seppero che il progetto sfumò. Non che Cage non ci abbia provato, negli anni ha cercato di interpretare ogni ruolo possibile da supereroe, da Iron Man a Spider-Man riuscendo purtroppo ad ottenere quello di Ghost Rider.



Spiderman. Michael Jackson voleva a tutti i costi interpretare Spiderman in un film, cercando di comprare la Marvel pur di riuscirsi. Per nostra fortuna Stan Lee si oppose (grazie Stan!) e non se ne fece piú nulla per la gioia dei fan Marvel. Giá mi immagino come sarebbe andata, un flop clamoroso e il franchise seppellito prima ancora di nascere.



Per ultimo una curiosità. Clint Eastwood voleva produrre un film basato su: Il ritorno del Cavaliere Oscuro, con lui che interpretava un Batman invecchiato che insegna ad un giovane allievo. Purtroppo il progetto sfumò, un vero peccato.



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Il fonografo è uno dei primissimi strumenti pensati per poter registrare e riprodurre il suono, progettato da Thomas Edison.

Storia del Fonografo

Nasce l'idea

Circa trent'anni dopo l'invenzione del telegrafo, Edison nel 1877 aveva realizzato un ripetitore telegrafico in grado di incidere i punti e le linee del codice morse su un disco, disegnando una traccia a spirale con una piccola punta, in modo che un messaggio potesse essere ripetuto senza l'intervento dell'operatore. Il 17 luglio di quell'anno si accorse che se il disco ruotava ad una velocità sufficientemente alta, la puntina emetteva vibrazioni che ricordavano il timbro della voce umana. Fu l'idea che fece accendere nell'inventore il desiderio di applicare un principio simile per registrare la voce umana.
In precedenza Édouard-Léon Scott de Martinville era riuscito a registrare la voce umana su fogli di carta anneriti fin dal 9 aprile 1860, anche se altre registrazioni dello stesso è probabile risalissero al 1853. Ma si trattava di uno strumento (formato da un corno e uno stilo) in grado di registrare e non di riprodurre: forse ideato a scopo di archiviazione.

Il primo prototipo

Edison annunciò l'invenzione del fonografo il 21 novembre. Il primo schizzo del fonografo apparso sui diari di Edison risale al 12 agosto 1877 e il 6 dicembre dello stesso anno ne diede una dimostrazione pratica ai propri collaboratori.
Essi si trovavano di fronte ad un oggetto costituito da un rullo di ottone (cilindro fonografico) di circa 10 cm di diametro e di lunghezza, sostenuto da un asse filettato. Sul cilindro era tracciato un solco a spirale di 2,5 mm di larghezza e la superficie del cilindro era ricoperta da un foglio di stagnola. Durante la registrazione, il cilindro ruotava e la stagnola veniva sfiorata dalla puntina collegata alla membrana vibrante. La puntina, seguendo le oscillazioni della membrana, incideva una traccia profonda nella stagnola che, tesa sopra al solco, poteva cedere sotto la pressione. Per la riproduzione, il processo sarebbe stato inverso, con l'unica differenza che in questo caso veniva utilizzata una seconda membrana, molto più elastica, posta all'altra estremità dell'apparecchio. Il solco nella stagnola con le sue variazioni di profondità, faceva vibrare la membrana restituendo il suono registrato. Il funzionamento era quindi alternativamente di registratore o riproduttore.
Per nulla scoraggiato dallo scetticismo dei collaboratori, Edison iniziò così a girare la manovella che metteva in moto il sistema e parlando in direzione del diaframma pronunciò la seguente frase: "Mary had a little lamb" ("Mary aveva un agnellino"). Una volta riportato il cilindro al punto di partenza, sistemò l'ago sulla seconda membrana nel solco impresso nella stagnola dalla prima, riprese a girare la manovella e il fonografo ripeté un suono vagamente simile alla frase pronunciata poco prima. La qualità era pessima, ma le basi erano state poste.

Sfruttare il mercato esistente

Il 19 febbraio 1878 Edison ottenne il brevetto della propria invenzione e insieme ad alcuni finanziatori creò la "Edison Speaking Phonograph Company", per installarlo nelle fiere di paese e nei luna park, dove il pubblico avrebbe potuto farlo funzionare utilizzando dei gettoni. Questa scelta fu fatta alla luce della necessità di migliorare ancora molto la qualità della registrazione prima che questa potesse diventare realmente utile per gli uffici per i quali Edison l'aveva pensata. In questo modo si poteva cominciare a sfruttare la curiosità creata dalla novità e cominciare a diffondere una certa conoscenza delle possibilità della nuova invenzione.
Edison intravedeva per il Fonografo un futuro, non tanto per la registrazione della musica, ma soprattutto per la dettatura di lettere negli uffici, la creazione di libri per non vedenti e l'insegnamento della dizione. Addirittura, senza saperlo, aveva ipotizzato la prima segreteria telefonica, di seguito un suo pensiero: "Un abbonato del telefono può installare su un apparecchio un Fonografo che, a ogni chiamata, comunicherà all'ufficio centrale che è uscito, e che sarà di ritorno ad una certa ora. Allo stesso modo un abbonato, chiamandone un altro e non trovandolo a casa, potrà fare la sua comunicazione e registrarla sul Fonografo della persona chiamata".
Questo indirizzamento prettamente "professionale" del Fonografo era giustificato dal fatto che Edison contava sull'esistenza di migliaia di uffici a cui la propria invenzione avrebbe permesso di aumentare i profitti riducendo i tempi necessari a compiere alcune operazioni. La registrazione di musica, al contrario, sarebbe stato un mercato totalmente nuovo ed Edison, che pochi anni prima era rimasto "scottato" dall'insuccesso ottenuto dal suo innovativo sistema di voto elettronico, non era più disposto a rischiare puntando risorse su un mondo sconosciuto.

Nasce un concorrente

Nel 1880 ai laboratori Bell, Chichester Bell (il cugino di Alexander Graham Bell, per molti anni considerato l'inventore del telefono) e Summer Tainter presentarono un prototipo di fonografo, chiamato grammofono, in cui in luogo del foglio di stagnola c'era uno strato di cera. Grazie all'utilizzo di un braccio snodabile che riduceva la pressione della puntina sulla cera il solco aveva una larghezza di 0,7 millesimi di millimetro, quindi il passo dell'incisione si riduceva a 0,16 mm, aumentando la durata della registrazione fino ad oltre i 2 minuti.
Successivamente, a metà degli anni ottanta, un ingegnere tedesco che aveva lavorato ai laboratori Bell come collaboratore dei due inventori citati poco fa, Emile Berliner pensò di utilizzare un disco al posto del cilindro in cui la puntina invece di oscillare verso l'alto e il basso, oscilla a destra e a sinistra. Tale invenzione venne chiamata Grammofono e il brevetto venne ottenuto da Berliner nel novembre 1887. Con l'incisione laterale si evitava che la forza di gravità smorzasse le oscillazioni della puntina e ciò garantiva una migliore qualità di riproduzione; d'altro canto il disco aveva il difetto della velocità angolare costante e la conseguente variabilità della velocità lineare. Questo impediva la corretta riproduzione delle frequenze alte, che necessitavano di un'elevata velocità di oscillazione della puntina, impossibile al centro data la ridotta velocità lineare.
Tuttavia i vantaggi dell'utilizzo del disco, tra cui il fatto che il disco fonografico poteva essere riprodotto in più copie molto più semplicemente che i cilindri di Edison, compensavano lo svantaggio.

La reazione di Edison

Quando Berliner presentò l'invenzione, Edison non accettò nemmeno come ipotesi l'uso del disco al posto del cilindro: un po' per ragioni tecniche (il problema della velocità lineare variabile), un po' per orgoglio. Adottare il disco avrebbe significato ammettere che qualcuno aveva non solo trovato una soluzione migliore della sua, ma soprattutto aveva interpretato il mercato meglio di lui, cosa che Edison non avrebbe mai ammesso.
Nel 1893 Edison dovette arrendersi. Il grammofono era molto più venduto del fonografo, che invece faticava ad inserirsi negli uffici per i quali era stato pensato. Fu così che anche Edison cominciò a vendere i cilindri pre-incisi per l'ascolto in casa di brani musicali.
Allo scopo di riguadagnare terreno Edison compì studi e investimenti per migliorare il fonografo. Nel 1889 venne inventato da un altro l'"Industructible Cylinder Record", un cilindro di grande resistenza meccanica. Poi fu adottata una tromba per l'ascolto collettivo. Nel 1908 arrivò il cilindro "Amberol", fatto con una mescola di celluloide e prodotti fenolici, che permetteva di ridurre il passo del solco e quindi aumentare la durata dell'incisione. Nel 1912 arrivò un ulteriore miglioramento con una puntina di diamante che consentiva una qualità del suono superiore a quella del disco.

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Per electronica si intende una macrocategoria di stili di musica elettronica, emersi negli anni novanta e più mirati all'ascolto che al ballo. Più in generale, questo termine identifica l'emersione di vari stili durante gli anni novanta, quando il progredire delle tecnologie degli strumenti musicali elettronici permise a diversi artisti di registrare la propria musica in studi di registrazione sempre più piccoli e di essere facilitati nella creazione di loop e campionamenti da usare nelle loro tracce grazie all'uso dei computer.
Secondo la rivista Billboard, "l'unione della club community e delle etichette indipendenti" permise di creare tendenze alla moda grazie alle quali emersero gli artisti electronica. Lo stesso articolo cita varie case discografiche che avrebbero scoperto e resi noti artisti appartenenti alla scena electronica fra cui la Astralwerks, la Moonshine Music, la Sims e la City of Angels.
L'electronica incorpora stili quali la techno, la musica d'ambiente, la drum and bass, la jungle e la dance industriale e include artisti quali Madonna, considerata responsabile per aver reso nota la definizione grazie al suo album Ray of Light (1998), i Prodigy, Fatboy Slim, i Daft Punk, i Chemical Brothers, i Crystal Method, Moby, gli Underworld e Faithless.

 

Lee Van Cleef


Il leggendario regista italiano Sergio Leone mentre completava il cast per il suo For A Few Dollars More 1965 ha lottato per trovare l'attore che doveva interpretare il vecchio colonnello Douglas Mortimer. Dopo diversi rifiuti da parte di attori di calibro come Lee Marvin, Charles Bronson, Henry Fonda è volato a Los Angeles per incontrare e convincere Lee Van Cleef a prendere parte al progetto. Secondo le descrizioni del suo agente, Cleef era un attore totalmente abbandonato e aveva intrapreso un altro lavoro, quello del pittore e che difficilmente sopravviveva con quel lavoro. Leone ha fatto un contratto da $ 10.000 e quella è stata la salvezza e la rinascita di Cleef come attore.

Questa brevissima storia può non interessare, ma è l'esempio di come il cinema tratta gli attori in generale, e la vita di ogni giorno con noi tutti, fortunati compresi.

Come un episodio fortunato (Sergio Leone) può cambiare le carte in tavola.


…No, direi di no.



A volte si fa, ma è raro. In certi casi ancora più rari i registi lo fanno 'per tirarsela' (Woody Allen in un film ha lasciato perfino che il microfono si vedesse 'per sbaglio' sopra le teste degli attori).

Il primo problema, è quello del 'mix'.

Come ben sa qualunque tecnico del suono dei concerti, è estremamente difficile posizionare un microfono in modo che tutti gli strumenti (le voci di tutti gli attori, i suoni di tutti gli oggetti, eccetera) si sentano come 'devono' sentirsi.

Quando metti un microfono in un ambiente, questo non è come l'orecchio umano: alcuni suoni saranno SEMPRE più vicini di quanto dovrebbero, mentre certi altri saranno sempre invece troppo bassi e lontani. Per non parlare poi di certi ambienti dove l'acustica potrebbe rivelarsi un autentico disastro (magazzini con echi strani, eccetera).

Quando giri in uno studio (scenografia artificiale al chiuso) sicuramente si può fare molto meglio: in genere gli studi sono isolati abbastanza bene. Tuttavia, spesso non si fa nemmeno lì.

Ah, e poi ci sono i suoi accidentali: e se passa un aereo mentre stai girando un film ambientato nell'ottocento? O si sente il clacson di una macchina? O il sottofondo della città è comunque troppo rumoroso, perché giri in una vecchia villa in città, invece che in campagna?

Poi c'è il problema degli attori.

Recitare è MOLTO più difficile di quanto pensi a torto il grande pubblco, e dando la possibilità agli attori di doppiarsi in studio, gli dai la possibilità di concentrarsi solo su gesti, sguardi, ecc. mentre filmano… Tanto la voce la aggiusteranno più tardi.

Per cosa pensate che TUTTI i film di Bud Spencer e Terence Hill fossero doppiati?

NOTA: eh… Lo so. Lo so.

Non vi eravate mai accorti di quanto la voce di Don Matteo fosse diversa da quella dei vecchi film di Terence Hill. Lo so… E Dio mi perdoni per avervelo fatto notare, se non ve ne eravate mai accorti prima…

Già… Il duo (mi piange il cuore, ma tant'è…) recitava… Ehm… In maniera che non soddisfaceva. E quindi Bud Spencer e Terence Hill (sempre siano lodati!) venivano sempre, rigorosamente doppiati in fase di montaggio.

Poi esiste l'oscar per gli effetti sonori… Perché gli effetti sonori sono un'arte, e la stessa scena può letteralmente fare schifo o diventare stupenda con degli effetti sonori particolarmente azzeccati.

Il cinema è l'arte dello spettacolo.

E in un ottimo spettacolo, è tutto figo, tutto quanto: gli attori sono belli, i loro vestiti perfetti, le loro voci sono suadenti… E I suoni sono meravigliosi. Non ci sono mai colpi di tosse, colpi di clacson in distanza che rompono l'atmosfera, eccetera.

E' sempre tutto rigorosamente perfetto, fino alla mosca in computer graphic che si posa nel momento giusto ed esattamente nel posto giusto.

E' anche per questo che la settima arte è l'arte più mostruosamente costosa di tutte le altre.


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Il Bitpop è uno stile di musica elettronica realizzato utilizzando vecchi computer e console dei videogiochi. Tra i sistemi utilizzati ci sono il Commodore 64, il Game Boy, l'Atari 2600 e alcune console Nintendo a 8 bit. Il suono prodotto da questi sistemi, può essere combinato ad ogni grado agli strumenti tradizionali come chitarra e batteria o ai moderni sintetizzatori e drum machine o voci ed effetti sonori. Alcuni artisti utilizzano software emulatori o sintetizzatori per ricreare il suono dei sistemi a 8 bit, mentre alcuni sintetizzatori usano il chip sonoro di questi sistemi, come il Sidstation è il Midibox.

Origini

Il termine bitpop fu coniato da quegli artisti che si separarono dal chip audio sebbene contenesse la sorgente del suono a 8 bit. Il nome è stato anche considerato come un gioco di parole tra il termine britpop e la parola bit. Il bitpop usa un misto tra vecchi e moderni strumenti creando spesso un suono diverso dalla sorgente sonora a 8 bit del chip audio. Una produzione bitpop, ad esempio, può essere composta quasi del tutto dal suono a 8 bit ma con voci live o ricoperto da chitarre live. Viceversa una composizione bitpop può essere composta quasi interamente da voci e strumenti ma con una bassline o la melodia principale realizzata con gli strumenti a 8 bit.

Concetto base

A causa dell'uso di "pop" nel nome, il Bitpop è a volte scambiato per un genere di musica popolare, piuttosto che uno stile di produzione. C'è un concetto comune che la bitpop è la stessa del chip audio o la musica a 8 bit. La differenza fondamentale tra gli stili di produzione è che il chip audio utilizzato è esclusivamente di una vecchia apparecchiatura a 8 bit, con una piccola o nessuna post-elaborazione con strumenti moderni.

Questo è Joshua Bell.

È uno dei violinisti più prolifici di sempre.

Il suo violino, il Gibson ex Huberman Stradivarius, inizialmente gli è costato quattro milioni di dollari. Al momento, invece, vale la bellezza di quindici milioni di dollari.



Joshua ha messo a disposizione se stesso e il suo incredibile talento per il bene di un esperimento sociale: l'artista si è vestito da senzatetto e ha suonato il suo violino da milioni di dollari, il Gibson ex Huberman Stradivarius, all'interno di una stazione della metro trafficatissima di Washington.

I risultati sono stati così terribili da scioccare anche lui.

Sono passate più di mille persone, e il 75% di loro non l'ha nemmeno degnato di uno sguardo.

La prima persona ad ascoltare attentamente le sue melodie è stata una bambina di sette anni. Forse sentiva qualcosa che a tutti gli altri sfuggiva, perché si sa che i bambini sono giudici oggettivi.

Ma in ogni caso, non passarono nemmeno cinque minuti prima che venisse trascinata via da sua madre, che era chiaramente molto impegnata quella mattina.

Alla fine Joshua racimolò appena trenta dollari dai passanti dopo aver suonato per più di un'ora.

Qualche giorno dopo, Bell suonò la stessa musica con il medesimo violino, ma durante un concerto. Si stima che abbia guadagnato mille dollari per minuto. (E no, non è un errore di distrazione, ho riguardato questa frase più volte prima di cliccare il tasto "pubblica").

La più brutta verità della vita è che non importa quanto talento tu abbia, il tuo successo dipenderà sempre dal modo in cui cominci il tuo percorso: come sofisticato prodigio musicale o come senzatetto.

Non ho pubblicato questo post per andare contro le persone che hanno ignorato Joshua, sicuramente avevano altro da fare. Il mio intento era quello di farvi immaginare un ragazzo molto talentuoso che, sfortunatamente, è nato povero e che non conosce nessuna piattaforma diversa dalla metro della sua città per far sentire di che pasta sia fatto.

Riuscirebbe mai a sfondare?