La
registrazione sonora
è un processo elettrico, digitale
o meccanico che consente di acquisire onde sonore, come ad esempio la
voce umana, il canto, la musica strumentale o effetti sonori in
genere.
Le prime apparecchiature atte a
registrare e riprodurre suoni erano di tipo meccanico e non erano in
grado di registrare la voce umana. La prima riproduzione automatica
di musica può farsi risalire al IX secolo, quando i fratelli Banū
Mūsā inventarono il primo strumento musicale meccanico, nella
specie un organo idraulico che era in grado di riprodurre musica
proveniente da alcuni cilindri intercambiabili. Secondo Charles B.
Fowler, questi "cilindri con perni sollevati rispetto alla
superficie, rimasero il dispositivo di base per produrre e riprodurre
musica meccanicamente fino alla seconda metà del XIX secolo". I
fratelli Banu Musa inventarono anche un suonatore automatico di
flauto che sembra sia stata la prima macchina programmabile.
Nel 1206, Al-Jazari inventò un
robot umanoide programmabile capace di riprodurre diversi ritmi
eseguiti su un tamburo.
Secondo Charles B. Fowler,
l'automa era un robot costituito da un gruppo musicale che eseguiva
"più di cinquanta movimenti facciali e del corpo durante
l'esecuzione del pezzo."
Tutte queste macchine potevano
riprodurre musica memorizzata, ma non riuscivano a riprodurre i suoni
arbitrari, non erano in grado di registrare un'esecuzione dal vivo ed
erano limitati dalle dimensioni fisiche del mezzo. Nel 1796, un
orologiaio svizzero di nome Antoine Favre descrisse un suo progetto
per quello che chiamiamo il cilindro del carillon. Questo può essere
considerato un metodo precoce di registrazione di una melodia, anche
se non registrava un suono arbitrario e non registrava in modo
automatico. La "riproduzione" comunque era automatica.
L'organo da fiera, sviluppato nel 1892, utilizzò un sistema simile
alla fisarmonica con libri di cartone perforato.
Il primo esempio di pianoforte
automatico, nel 1876, utilizzò un rotolo di carta perforata che
poteva memorizzare un pezzo musicale di lunghezza arbitraria. Il più
sofisticato dei pianoforte a rulli era "suonato a mano",
nel senso che il rotolo rappresentava l'esecuzione di un individuo,
non solo una trascrizione degli spartiti. Questa tecnologia per
registrare una esecuzione dal vivo su un piano roll non venne
sviluppata fino al 1904. Questo tipo di strumenti vennero prodotti in
serie a iniziare dal 1898. Un brevetto del 1908 registrato presso la
Corte Suprema degli Stati Uniti, riporta che dal 1902, vennero
prodotti dai 70.000 ai 75.000 apparecchi e fra 1.000.000 e 1.500.000
di piano rolls.
L'uso dei piano rolls iniziò a
declinare negli anni 1920 anche se ne nel ventunesimo secolo ne
esistono ancora.
Il primo apparecchio a poter registrare
suoni automaticamente (ma non a riprodurli) fu il fonautografo,
sviluppato nel 1857 dall'inventore parigino Édouard-Léon Scott de
Martinville. La prima registrazione conosciuta della voce umana venne
registrata nel 1857. Fra queste prime registrazioni vi furono quelle
dell'Otello di Shakespeare in lingua francese e di alcune musiche
suonate da una chitarra ed una tromba. Le registrazioni sono
costituite da gruppi di linee ondulate incise da un pennino su carta
fragile che era stata annerita dalla fuliggine di una lampada ad
olio.
Uno di questi, la registrazione di
Au Clair de la Lune, una canzone tradizionale francese, è stato
convertito digitalmente nel 2008.
Il registratore a filo, ed il suo
successore, magnetofono, comportavano l'uso di un elemento
magnetizzabile che si muovesse a contatto con una testina magnetica.
Un segnale elettrico, analogo ad un suono che può essere registrato,
veniva inviato alla testina di registrazione inducendo una
magnetizzazione simile al segnale. Una testina di lettura (che poteva
essere la stessa di registrazione) poteva catturare le informazioni
dal supporto (nastro magnetico), convertendole da quelle lette dal
nastro, e trasformarle in un segnale elettrico. Il nastro magnetico
trasformò l'industria discografica, e dalla fine degli anni 1950 la
maggior parte delle registrazioni commerciali venivano masterizzate
su nastro. La rivoluzione elettronica che seguì all'invenzione del
transistor apportò altri cambiamenti radicali, il più importante
dei quali fu l'introduzione, per la prima volta al mondo, del
"dispositivo musicale personale", le miniaturizzate radio a
transistor, che divennero uno dei principali oggetti di consumo di
lusso negli anni 1960, trasformando le trasmissioni radio da
un'esperienza di gruppo ad un'attività di ascolto personale. Una
delle prime registrazioni multitraccia ad usare il nastro magnetico
fu "How High the Moon" di Les Paul, nella quale Paul
suonava otto tracce di chitarra sovraincise. Nel 1960 Brian Wilson
dei The Beach Boys, Frank Zappa e The Beatles (con il produttore
George Martin) furono tra i primi artisti popolari ad esplorare la
possibilità delle tecniche di registrazione multitraccia e gli
effetti sui loro album Pet Sounds, Freak Out! e Sgt. Pepper's Lonely
Hearts Club Band.
La successiva innovazione importante fu
l'introduzione di piccoli sistemi basati su nastro come le cartucce
di cui alla Compact Cassetta, introdotta dalla Philips nel 1964, la
più voluminosa Stereo8 (utilizzata principalmente in auto) e
l'abbastanza simile Deutsche cassetta sviluppata dalla società
tedesca Grundig. Quest'ultimo sistema non era particolarmente diffuso
in Europa ed era praticamente sconosciuto negli Stati Uniti. La
Compact Cassetta divenne uno dei principali formati audio consumer
che portò allo sviluppo, da parte della Sony, del walkman introdotto
nel 1970, che fu il primo riproduttore di musica personale e diede
un'importante spinta alla distribuzione di massa di registrazioni
musicali. L'audioassetta divenne il primo successo consumer di
registrazione/ri-registrazione di media. Il disco grammofonico era un
pre-registrato solo per la riproduzione di media, ed il registratore
a bobine era troppo difficile per la maggior parte dei consumatori e
molto meno portabile.
Un progresso fondamentale nella fedeltà
audio venne ottenuto con il Dolby A sistema di riduzione del rumore,
inventato da Ray Dolby e introdotto nel 1966. Un sistema concorrente
dbx, inventato da David Blackmer, trovò maggiore successo nel campo
dell'audio professionale. Una variante più semplice del sistema di
riduzione del rumore Dolby, noto come Dolby B, migliorò notevolmente
il suono delle registrazioni su nastro a cassetta, riducendo
l'effetto del sibilo dovuto alla scarsa larghezza del nastro
utilizzato. Queste sue varianti trovarono finalmente larga
applicazione nelle industrie di registrazione e del cinema. Il Dolby
B è stato cruciale per la divulgazione e il successo commerciale
della Compact Cassetta come registrazione domestica e la riproduzione
di media, ed è diventato una componente determinante del boom del
mercato "hi-fi" del 1970 e oltre. La cassetta ha anche
beneficiato enormemente degli sviluppi del materiale costituente il
nastro stesso realizzato con materiali aventi risposte in frequenza
più ampia e maggiore silenziosità intrinseca, spesso a base di
cobalto e/o di ossidi di cromo, come materiale magnetico, al posto
del più usuale ossido di ferro.
La cartuccia audio multitraccia era
stata ampiamente utilizzata nel settore della radio, dalla fine degli
anni 1950 ai 1980, ma nel 1960 la cartuccia Stereo8 pre-registrata
venne lanciata come un formato audio consumer da Bill Lear della Lear
Jet aircraft company (anche se il suo nome corretto era 'Lear Jet
Cartridge', è stato raramente indicato come tale). Pensata in
particolare per il mercato automobilistico, è stata il primo sistema
di riproduzione della musica accessibile ai sistemi auto hi-fi in
grado di produrre una qualità audio superiore alla Compact Cassetta.
Tuttavia le dimensioni più ridotte e una maggiore durata - aumentata
dalla possibilità di creare in casa musica registrata - ha visto la
cassetta diventare il formato dominante per dispositivi audio
portatili negli anni 1970 e 1980.
C'erano stati esperimenti con il suono
multicanale per molti anni - di solito per particolari eventi
musicali o culturali - ma la prima applicazione commerciale del
concetto arrivò nei primi anni 1970 con l'introduzione del suono
quadrifonico. Questo spin-off di sviluppo dalla registrazione
multitraccia usava quattro tracce (invece delle due usate in stereo)
e quattro altoparlanti per creare un campo di ascolto a 360 gradi
attorno all'ascoltatore. Dopo l'uscita del primo amplificatore
consumer a 4 canali hi-fi, venne messa in commercio una serie di
album popolari fra i quali Tubular Bells di Mike Oldfield e The Dark
Side of the Moon dei Pink Floyd. Il suono quadrifonico non fu un
successo commerciale, anche a causa della competizione e in qualche
modo dell'incompatibilità dei quattro canali (per esempio, CBS, JVC,
Dynaco e altri avevano tutti i sistemi) e in genere per la scarsa
qualità, anche quando suonato come previsto con l'attrezzatura
giusta. Finì poi coll'estinguersi alla fine degli anni 1970, anche
se questo spianò la strada all'introduzione di sistemi domestici col
suono surround in uso come home theatre, che hanno guadagnato enorme
popolarità dopo l'introduzione del DVD. L'adozione diffusa è
avvenuta nonostante la confusione introdotta dalla moltitudine di
standard disponibili per il suono surround.
Il registratore a filo, ed il suo
successore, magnetofono, comportavano l'uso di un elemento
magnetizzabile che si muovesse a contatto con una testina magnetica.
Un segnale elettrico, analogo ad un suono che può essere registrato,
veniva inviato alla testina di registrazione inducendo una
magnetizzazione simile al segnale. Una testina di lettura (che poteva
essere la stessa di registrazione) poteva catturare le informazioni
dal supporto (nastro magnetico), convertendole da quelle lette dal
nastro, e trasformarle in un segnale elettrico attraverso un processo
di digitalizzazione, permettendo così di essere conservato e
trasmesso attraverso una più ampia varietà di supporti.
L'audio digitale viene registrato come
una serie di numeri binari che rappresentano campioni dell'ampiezza
del segnale audio a intervalli di tempo uguali, in un frequenza di
campionamento abbastanza alta da poter trasmettere tutti i suoni in
grado di essere ascoltati. Per la riproduzione, il segnale audio
digitale deve essere riconvertito in forma analogica prima di essere
inviato ad un altoparlante o a delle cuffie.
L'invenzione della registrazione
digitale, e successivamente del compact disc, nel 1982, ha portato
significativi miglioramenti nella durata delle registrazioni. Il CD
ha dato inizio ad un'altra massiccia ondata di cambiamento nel
settore della musica di consumo, con i dischi in vinile relegati in
una piccola nicchia di mercato a partire dalla metà degli anni 1990.
Tuttavia, l'introduzione di sistemi digitali incontrò inizialmente
una forte resistenza da parte dell'industria discografica, che temeva
la pirateria massiccia su un supporto in grado di produrre copie
perfette di registrazioni originali. Tuttavia, l'industria ha dovuto
inchinarsi all'inevitabile, ma non senza l'utilizzo di vari sistemi
di protezione (principalmente Serial Copy Management System, o SCMS).
Gli sviluppi più recenti e
rivoluzionari sono stati la registrazione digitale, con lo sviluppo
di vari formati digitali non compressi e compressi (file audio),
processori capaci e abbastanza veloci da convertire i dati digitali
audio in tempo reale, e poco costose memoria di massa. Questo ha
generato un nuovo tipo di lettore audio digitale. Il minidisc player,
piccolo, economico, riscrivibile è stato introdotto nel 1990 ma è
diventato subito obsoleto, con l'arrivo sul mercato di memorie allo
stato solido non volatile (memorie flash) calate subito di prezzo. La
disponibilità di tecnologie che aumentano la quantità di dati che
possono essere memorizzati su un unico supporto, come Super Audio CD,
DVD-A, Blu-ray Disc e HD DVD hanno ulteriormente ampliato il modo di
ascoltare musica. I file audio sono facilmente scaricabili sia da
internet che da altre fonti, e possono essere copiati su computer e
lettori audio digitali. La tecnologia audio digitale viene utilizzata
in tutte le aree audio, da un uso occasionale di file musicali di
qualità moderata alle più esigenti applicazioni professionali.
Nuove applicazioni come radio internet e podcasting sono apparse
dalla fine del ventesimo secolo.
Gli sviluppi tecnologici nella
registrazione e montaggio hanno trasformato l'industria della
registrazione, l'industria cinematografica e quella della
televisione. Il montaggio audio è diventato possibile con
l'invenzione della registrazione su nastro magnetico, ma l'audio
digitale e le più economiche memorie di massa permettono ai computer
di modificare i file audio in modo rapido, semplice, ed economico. Il
processo di creazione di una registrazione è suddiviso in
registrazione, miscelazione e masterizzazione. La registrazione
multitraccia permette di catturare segnali provenienti da microfoni
diversi, o provenienti da diverse 'fonti' quali nastro o disco, con
una grande facilità di elaborazione del segnale di alta qualità,
permettendo una flessibilità precedentemente non disponibile nelle
fasi di mixaggio e masterizzazione per l'editing. Risulta facilmente
regolabile il bilanciamento del livello sonoro, il livello di
compressione audio, l'aggiunta di effetti sonori come il riverbero,
l'equalizzazione, il flanger e molto altro.
Esistono molti software per la
registrazione di audio digitale e per l'elaborazione al computer,
utilizzabili con diversi sistemi operativi e per tutti gli scopi, dal
professionale all'amatoriale e per utenti occasionali.
I programmi di dettatura digitale per
la registrazione e trascrizione di discorsi possono avere esigenze
diverse. L'intelligibilità e strutture di riproduzione flessibili
sono le priorità, mentre una vasta gamma di frequenze e la qualità
audio elevata non lo sono.
La fantastica registrazione sonora
iniziò come un processo meccanico e rimase tale fino ai primi anni
1920 (ad eccezione del Telegraphone 1899) quando una serie di
invenzioni nel ramo dell'elettronica rivoluzionarono la registrazione
del suono e la giovane industria collegata. Queste comprendevano i
trasduttori come i microfoni e gli altoparlanti e varie
apparecchiature come i mixer, disegnate per amplificare e modificare
i segnali sonori elettrici.
Dopo il fonografo di Edison, senza
dubbio i progressi più significativi nella registrazione del suono
sono stati i sistemi elettronici inventati da due scienziati
statunitensi tra il 1900 e il 1924. Nel 1906 Lee De Forest inventò
l'"Audion" triodo a valvole, che era in grado di
amplificare notevolmente i deboli segnali elettrici (un uso precoce è
stato quello di amplificare le comunicazioni telefoniche a lunga
distanza nel 1915), che divenne la base di tutti i sistemi successivi
fino all'invenzione del transistor. La valvola venne subito seguita
dall'invenzione del circuito rigenerativo, super-rigenerativo e dal
ricevitore supereterodina, che furono tutti inventati e brevettati
dal genio dell'elettronica Edwin Armstrong tra il 1914 e il 1922. Le
invenzioni di Armstrong consentirono di realizzare delle
registrazioni del suono elettrico a più elevata fedeltà e la
riproduzione di una realtà concreta, facilitando lo sviluppo
dell'amplificatore elettronico e molti altri dispositivi; dopo il
1925 questi sistemi erano diventati standard nel settore della
registrazione e della radio.
Mentre Armstrong pubblicava gli studi
sui fondamentali del funzionamento del tubo a vuoto (triodo) prima
dell'inizio della prima guerra mondiale, inventori come Orlando R.
Marsh ed i suoi Marsh Laboratories e gli scienziati dei Bell
Telephone Laboratories, compresero che il triodo poteva essere
utilizzato come ripetitore nei deboli circuiti telefonici. Con questa
tecnologia fu possibile realizzare, nel 1925, una telefonata a lunga
distanza tra New York e San Francisco in 20 minuti, e da entrambe le
parti la voce venne udita chiaramente. Con questa valenza tecnica,
Joseph P. Maxfield e Henry C. Harrison, dei Bell Telephone
Laboratories, sono stati in grado di usare analoghi apparecchi
meccanici dei circuiti elettrici e applicarono questi principi alla
registrazione e alla riproduzione audio.
Essi furono pronti a dimostrare
questa applicazione nel 1924 usando il microfono a condensatore Wende
e un amplificatore sotto vuoto per guidare il "rubber line"
wax recorder per incidere un disco audio master.
Nel frattempo la radio continuò il suo
sviluppo. Le invenzioni epocali di Armstrong (compresa la radio FM)
resero possibili le trasmissioni a lunga distanza ed elevata qualità
di trasmissione di audio e musica. L'importanza del circuito
supereterodina di Armstrong non può essere sottovalutato - fu il
componente centrale di quasi tutte le amplificazione analogiche e
delle trasmissioni in radiofrequenza, sia analogiche che digitali,
fino ai nostri giorni.
Nel corso della prima guerra mondiale,
vennero realizzati degli esperimenti, sia negli Stati Uniti che in
Inghilterra, per riprodurre, fra le altre cose, il suono di un
sottomarino (u-boat) a scopo addestrativo. Le registrazioni acustiche
di quel tempo si rivelavano del tutto incapaci di riprodurre i suoni
e pertanto si ricercavano altri metodi per migliorarle. La radio si
era sviluppata in modo indipendente fino a quel punto, ed i
Laboratories Bell cercavano un connubio delle due tecnologie che
desse un risultato migliore rispetto alle tecnologie viste
separatamente. I primi esperimenti non furono molto promettenti, ma
nel 1920 una maggiore fedeltà del suono venne ottenuta utilizzando
il sistema elettrico, rispetto a quanto non fosse mai stato
realizzato acusticamente. Una registrazione iniziale, fatta senza
fanfare o annunci, fu la dedica alla Tomba del Milite Ignoto al
Cimitero nazionale di Arlington.
All'inizio del
1924 tale progresso si dimostrò incredibile, tanto che i Bell Labs
organizzarono una manifestazione per le case discografiche
importanti, la Victor Talking Machine Company e la Columbia
Phonograph Co (la Edison venne lasciata fuori a causa della sua quota
di mercato in diminuzione e di un testardo Thomas Edison). La
Columbia, sempre in ristrettezze finanziarie, non poteva
permetterselo, e la Victor, sostanzialmente senza guida dopo il
crollo mentale del fondatore Eldridge Johnson, lasciò la
manifestazione, senza commento. La Columbia inglese, da allora
società separata, entrò in possesso di un test pressing di queste
sessioni realizzato da Pathé, e si rese conto della necessità
immediata e urgente di avere il nuovo sistema. Bell offriva il nuovo
sistema soltanto alle società statunitensi e, per aggirare questo
ostacolo, l'amministratore delegato della Columbia inglese acquisì
la casa madre e poté così disporre della registrazione elettrica.
Anche se stava considerando l'affare, la Victor Talking era venuta a
conoscenza del nuovo accordo con la Columbia, ma non fece a tempo a
firmare. La Columbia realizzò la sua prima registrazione elettrica
il 25 febbraio 1925 e la Victor seguì dopo poche settimane. Le due
aziende concordarono quindi privatamente di "tacere" fino
al novembre 1925, in modo da poter avere un repertorio abbastanza
congruo per il lancio sul mercato. Gli anni 1920, caratterizzarono i
primi tentativi della nuova tecnologia sound-on-film[9] utilizzando
le fotocellule per registrare e riprodurre segnali audio che venivano
registrati otticamente direttamente sulla pellicola del film.
L'introduzione del cinema parlato, iniziato con Il cantante di jazz
nel 1927 (anche se in quella occasione venne usata una tecnica di
suono su disco, non un banda fotoelettrica su pellicola), portò alla
rapida scomparsa dei musicisti che suonavano dal vivo durante la
proiezione dei film. Essi vennero sostituiti con colonne sonore
pre-registrate, causando la perdita di molti posti di lavoro. La
American Federation of Musicians realizzò una campagna pubblicitaria
sui giornali, protestando per la sostituzione di veri musicisti con
apparecchiature di riproduzione sonora, specialmente nei teatri.
Questo periodo vide anche diversi altri
sviluppi storici come l'introduzione del primo sistema magnetico di
registrazione del suono, il registratore a filo magnetico, che era
basato sul lavoro dell'inventore danese Valdemar Poulsen. I
registratori magnetici a filo erano efficaci, ma la qualità del
suono era povera, così tra le due guerre vennero utilizzati
principalmente per la registrazione vocale e commercializzati come
dittafoni. Nel 1930 il pioniere della radio Guglielmo Marconi
sviluppò un sistema di registrazione magnetica del suono su nastro
d'acciaio. Questo era lo stesso materiale usato per fare lame di
rasoio, e non a caso i registratori Marconi-Stille erano considerati
così pericolosi che i tecnici dovettero operare da un'altra stanza
per motivi di sicurezza. A causa dell'elevata velocità di
registrazione richiesta, dovettero usare enormi bobine di circa un
metro di diametro, e il nastro sottile si rompeva frequentemente,
lanciando spezzoni frastagliati di lame di rasoio in giro per lo
studio.
Il magnetofono K1 fu il primo
registratore a nastro, sviluppato da AEG in Germania nel 1935. Altra
grande invenzione per la registrazione del suono, in questo periodo,
è stata quella ottica sound-on-film, generalmente attribuita a Lee
De Forest, anche se all'inizio, con il film Il cantante di jazz venne
usato un sistema su disco, velocemente adottata dall'industria
cinematografica. Il nuovo sistema rivoluzionò il cinematografo e
l'industria cinematografica nel 1930, inaugurando l'era delle
immagini parlanti. Il film ottico-sonoro, basato sulla cellula
fotoelettrica, divenne il sistema standard audio per le pellicole in
tutto il mondo e rimase così, nonostante i tentativi, negli anni
1950, di sostituire la colona sonora con i metodi di registrazione
magnetica. Tutte le stampe su pellicola 35 mm includono una colonna
sonora analogica ottica (di solito stereo con riduzione del rumore
Dolby SR): sempre un maggior numero di film dispone di una colonna
sonora ottica digitale registrata in Dolby Digital e/o Sony SDDS. Un
timecode registrato otticamente è anche abbastanza comune e consente
la sincronizzazione delle immagini con un CD-ROM che contiene una
traccia audio DTS.
La sostituzione della valvola
termoionica (tubo a vuoto) con il transistor più piccolo, più
fresco e meno assetato di potenza, accelerò la vendita di prodotti
di consumo ad alta fedeltà "hi-fi" a partire dagli anni
1960. Negli anni 1950 vi erano più giradischi monofonici e la
qualità del suono era relativamente bassa, solo pochi consumatori
potevano permettersi sistemi di alta qualità col suono stereofonico.
Negli anni 1960, i produttori statunitensi introdussero una nuova
generazione di componenti "modulari" hi-fi - giradischi
separati, preamplificatori, amplificatori, entrambi abbinati come
amplificatori integrati, registratori, ed altre attrezzature
ausiliarie come gli equalizzatori grafici, che potevano essere
collegati insieme per creare un completo sistema audio domestico.
Questi sviluppi sono stati rapidamente utilizzati da società di
elettronica giapponese, che ben presto invasero il mercato mondiale
con componenti relativamente economici e di alta qualità. Dagli anni
1980, le corporazioni come Sony, divennero leader mondiali nella
registrazione musicale e nell'industria della riproduzione.
Anche se inizialmente non c'era una
velocità universalmente accettata, e diverse aziende offrivano
dischi che giravano a velocità diverse, le case discografiche più
importanti alla fine optarono per una velocità di rotazione de facto
di 78 giri al minuto, anche se la velocità reale differiva tra Stati
Uniti e resto del mondo. La velocità era stata fissata in 78,26 giri
negli USA e 77,92 giri in tutto il resto del mondo. La differenza di
velocità era causata dalla differenza nelle frequenze di ciclo della
corrente alternata guida del motore sincrono e dai rapporti
disponibili agli ingranaggi. La velocità nominale di rotazione del
disco diede il soprannome comune, "78 giri" (anche se poi
modificato via via che altre velocità divennero disponibili). I
dischi erano fatti di gommalacca o affini, materiali molto fragili
simili alla plastica, suonati per mezzo di puntine realizzate in una
discreta varietà di materiali compreso l'acciaio dolce, spine e
persino lo zaffiro. I dischi avevano una vita decisamente limitata
dipendente fortemente dal modo in cui venivano riprodotti.
I primi e puramente acustici metodi di
registrazione, avevano una limitata sensibilità e gamma di
frequenza. Potevano essere registrate le note di frequenza media ma
non quelle molto basse e molto alte. Strumenti come il violino non
erano facilmente trasferibili su disco, ma questo problema venne
parzialmente risolto con l'inserimento di un corno conico nella cassa
armonica del violino. Il corno non fu più necessario una volta che
venne sviluppata la registrazione elettrica.
Altre importanti invenzioni di questo
periodo furono il nastro magnetico e il registratore (Telegraphone).
Il primo nastro era a base di carta ma fu presto sostituito da uno in
poliestere e acetato a causa della caduta di polvere e del sibilo
prodotto. L'acetato era più fragile del poliestere e si spezzava
facilmente. Questa tecnologia, alla base di quasi tutte le
registrazioni commerciali dal 1950 al 1980, fu inventata dai tecnici
del suono tedeschi nel 1930, che scoprirono anche la tecnica della
polarizzazione AC, che migliorò notevolmente la risposta in
frequenza delle registrazioni su nastro. Questa tecnica venne
perfezionata solo dopo la seconda guerra mondiale dal tecnico
statunitense John T. Mullin, con l'aiuto della Crosby Enterprises
(Bing Crosby), le cui prime registrazioni erano basate su
registratori catturati ai tedeschi, e la Ampex produsse i primi
registratori a nastro disponibili in commercio alla fine del 1940.
Il nastro magnetico apportò
cambiamenti radicali sia in radio che nell'industria discografica. Il
suono poteva essere registrato, cancellato e registrato di nuovo
molte volte sullo stesso nastro, i suoni potevano essere duplicati da
nastro a nastro con lievissime perdite di qualità, e le
registrazioni potevano essere molto precise tagliando e giuntando il
nastro. In pochi anni si ebbe l'introduzione dei primi registratori
commerciali quali l'Ampex 200, lanciato nel 1948 - dal
musicista-inventore statunitense Les Paul che aveva inventato il
primo registratore multitraccia - inaugurando un'altra rivoluzione
tecnica nel settore della registrazione. Il nastro ha reso possibile
le prime registrazioni sonore totalmente elettroniche, aprendo la
strada agli esperimenti audaci della scuola della musica concreta e
ai compositori d'avanguardia come Karlheinz Stockhausen, che a sua
volta ha portato al pop innovativo di artisti come Frank Zappa, The
Beatles e The Beach Boys.
Il nastro magnetico ha permesso
all'industria radio, per la prima volta, la pre-registrazione del
contenuto da mandare in onda comprensivo della pubblicità, che in
precedenza doveva essere presentato dal vivo, e ha anche permesso la
creazione e la duplicazione di programmi ad alta fedeltà e lunga
durata e delle registrazioni di programmi interi. Inoltre, per la
prima volta, le emittenti sono state in grado di intraprendere la
registrazione completa di trasmissioni radiofoniche. Innovazioni come
multitraccia e diversi altri effetti sonori hanno consentito di
inserire nei programmi pre-registrati un livello di complessità e
raffinatezza mai raggiunto in precedenza e l'impatto combinato di
queste nuove tecniche ha portato a modifiche significative nello
stile e nella produzione di contenuti del programma, grazie alle
innovazioni come l'infinito ciclo delle trasmissioni a cartuccia.
Voice-to-note si riferisce alla
capacità di un personal computer di riconoscere le note di un brano
musicale, cantate o fischiate in un microfono. Il livello e la durata
delle note sono calcolate e convertite in file MIDI musicali.
Nel 1881, venne osservato, durante
degli esperimenti di trasmissione del suono dall'Opera di Parigi, che
era possibile seguire il movimento dei cantanti sulla scena con
auricolari collegati ai microfoni e tenuti in entrambe le orecchie.
Tuttavia, questa osservazione non ebbe seguito e non vennero fatti
ulteriori studi al momento.
Nel 1931 Alan Blumlein, un ingegnere
elettronico britannico che lavorarva per la EMI, mise a punto un
sistema per far sì che la voce di un attore in un film seguisse i
suoi movimenti sullo schermo. Nel dicembre 1931 egli brevettò
l'idea, e nel 1933 questa divenne il brevetto n. 394.325 del Regno
Unito. Nei due anni seguenti, Blumlein sviluppò dei microfoni stereo
e un apparecchio di incisione dei dischi, anch'esso stereo, con i
quali registrò la colonna sonora di alcuni brevi filmati.
Il nastro magnetico permise lo sviluppo
dei primi sistemi commerciali in grado di registrare e riprodurre ad
alta fedeltà suono stereofonico. Gli esperimenti con registrazione
stereo nel corso degli anni 1930 e 1940 vennero ostacolati da
problemi con la sincronizzazione. Un importante passo avanti venne
realizzato dai Bell Laboratories, che nel 1937 dimostrarono un
pratico sistema di due canali stereo, utilizzando due tracce audio
ottiche su pellicola. Ulteriori studi cinematografici svilupparono
rapidamente sistemi a tre e quattro tracce, e la prima registrazione
audio stereo per un film commerciale venne realizzata da Judy Garland
per la MGM nel film Ascolta, cara nel 1938.
Il primo film distribuito
commercialmente con una colonna sonora stereo fu Fantasia di Walt
Disney uscito nel 1940. L'originale versione di questa produzione
utilizzò il sistema Fantasound. Questo sistema utilizzava un film
esclusivo per il suono, che scorreva in sincronismo con il film della
fotografia. Su questo film sonoro erano incise quattro colonne sonore
ottiche a doppia larghezza, tre delle quali avevano registrata la
traccia di sinistra, centro e destra mentre la quarta era un brano
"di controllo" in cui erano registrati i toni che
controllavano il volume di riproduzione dei tre canali audio. A causa
delle complesse attrezzature necessarie per la presentazione, vennero
fatte delle dimostrazioni, solo negli Stati Uniti. La colonna sonora
normale del film era lo standard mono ottico per 35 mm fino al 1956 e
alla prima uscita del film in SuperScope (sistema anamorfico con
rapporto 2 a 1) con una colonna sonora stereo composta da quattro
tracce audio con sistema magnetico.
Tecnici del suono tedeschi, lavorando
su nastro magnetico, sembra abbiano sviluppato la registrazione
stereo dal 1943, ma fu solo con l'introduzione dei primi registratori
commerciali a doppia traccia dell'Ampex, alla fine degli anni 1940,
che la registrazione su nastro stereo divenne commercialmente
fattibile. Tuttavia, nonostante la disponibilità di nastro
multitraccia, lo stereo non divenne il sistema standard per la
registrazione di musica commerciale per alcuni anni e rimase un
mercato specializzato nel corso di tutti gli anni 1950. La situazione
cambiò alla fine del 1957 con l'introduzione del "disco
fonografico stereo Westrex", che utilizzò il formato del solco
sviluppato in precedenza da Blumlein. La Decca Records in Inghilterra
uscì con la tecnica FFRR (registrazione Full Frequency Range) nel
1940 che divenne accettata a livello internazionale e uno standard
mondiale per le registrazioni di alta qualità su dischi in vinile.
La registrazione realizzata da Ernest Ansermet del balletto Petrushka
di Igor Stravinsky fu fondamentale nello sviluppo di una
documentazione completa della gamma di frequenza avvertita dal
pubblico all'ascolto di musica in alta fedeltà nel 1946.
La maggior parte dei singoli di musica
pop sono stati mixati in monofonia fino alla metà degli anni 1960,
ed era abbastanza normale, fino ai primi anni 1970, trovare in
commercio sia la versione pop in mono che quella in stereo dello
stesso disco. Molti album degli anni sessanta, ora disponibili solo
in modalità stereo, erano originariamente destinati ad essere
pubblicati solo in mono, e la cosiddetta versione "stereo"
di questi album venne creata semplicemente separando le due piste del
nastro master. Nella metà degli anni sessanta, quando lo stereo
divenne più popolare, molte registrazioni mono (come Pet Sounds dei
Beach Boys) vennero rimasterizzate utilizzando il cosiddetto "suono
pseudo stereofonico", che diffondeva il suono attraverso il
campo stereo, indirizzando le frequenze più alte in un canale e
suoni a bassa frequenza nell'altro.