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Il musicista è una persona che svolge e ha talento per una determinata attività in musica, inerente alla creazione o all'esecuzione di composizioni strumentali, vocali, corali.
I musicisti si possono classificare in base alla loro principale attività musicale: compositore, direttore (d'orchestra, di coro), strumentista, cantante, didatta.
  • Il compositore crea la musica. L'arrangiatore modifica una composizione secondo le esigenze dell'organico esecutivo, talvolta mutandone lo stile musicale originale.
  • Il direttore d'orchestra, seguendo una partitura, coordina artisticamente gli elementi di un'orchestra attraverso le prove di concertazione e ne dirige l'esecuzione musicale.
  • Il direttore di coro prepara i cantori all'esecuzione della propria parte attraverso le "prove d'istruzione", li coordina artisticamente nelle "prove di concertazione" e ne dirige l'esecuzione musicale.
  • Lo strumentista suona uno strumento musicale.
  • Il cantante impiega la propria voce nell'esecuzione del brano musicale.
  • Il didatta si occupa della formazione musicale.
È consuetudine che tali professionalità non siano mai univoche, poiché lo studio della musica abbraccia contemporaneamente diverse specializzazioni (compositore-direttore; strumentista-didatta; cantante-direttore di coro, ecc.).

Storia

Musicisti medievali

Nel Medioevo i musicisti strumentali erano deputati prettamente all'improvvisazione con ensemble interni o strumenti rumorosi negli ambienti esterni. Molti musicisti europei di questo tempo servivano la Chiesa cattolica romana, provvedendo alla scrittura di canti gregoriani e messe per i testi sacri. Tra i maggiori musicisti di questo tempo vi sono Philippe de Vitry, Guillaume Dufay, Guillaume de Machaut e Ildegarda di Bingen.

Musicisti rinascimentali

Nel Rinascimento i musicisti hanno prodotto musica per le messe nelle Chiese e anche a cappella, in riferimento proprio alle piccole cappelle. I brani vocali erano in lingua latina, la lingua ecclesiastica del tempo, in genere polifoniche ossia costituiti da diverse melodie simultanee. Tuttavia, verso la fine del XVI secolo, il mecenatismo ha diviso i musicisti in diverse aree di collocazione: musicisti cattolici, musicisti protestanti, corti reali, ricchi dilettanti, musica scritta e altre. Tra i maggiori esponenti di questo periodi vi sono Giovanni Gabrieli, Thomas Tallis e Claudio Monteverdi.

Musicisti barocchi

Durante il Barocco venne introdotte importanti innovazioni stilistiche e tecniche rappresentate dall'utilizzo del contrappunto e del virtuosismo. La componente vocale e strumentale divenne più importanti rispetto agli stili musicali delle epoche precedenti per sottolineare maggiormente il volume, la consistenza ed il ritmo di ogni brano musicale. Tra i musicisti degni di nota del periodo barocco si ricordano in particolare George Frideric Handel, Johann Sebastian Bach e Antonio Vivaldi.

Musicisti classici

Nell'ambito della musica classica sono emersi musicisti appartenenti a diverse epoche ma comunque soprattutto alla classe media emergente, alla borghesia nell'epoca dell'assolutismo monarchico. Gran parte di questi musicisti comprende un arco temporale di transizione che si accavalla tra le diverse epoche storiche; generalmente si fa ricorso al termine classicismo per indicare i musicisti vissuti nella stagione creativa dalla seconda metà del Settecento. Tra questi Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Joseph Haydn.

Musicisti romantici

La musica del Romanticismo subì gli sconvolgimenti di quella che è considerata l'età delle rivoluzioni che ruppe gli equilibri politici, economici e sociali a partire dalla rivoluzione industriale. In questo periodo (1800) il linguaggio musicale tende ad acquisire un ruolo maggiormente sociale e il musicista diventa in molti casi un libero professionista, non più al servizio della Chiesa e delle corti reali. Egli ha quindi la possibilità e la volontà di esprimere i propri sentimenti e le proprie passione senza l'obbligo di obbedire a determinate regole o rigidità spesso anche formali; in pratica il preconcetto e la formalità vennero sostituite dall'intuizione e la fantasia. Sono tantissimi i musicisti che fanno riferimento a questa epoca, i più importanti dei quali sono Ludwig van Beethoven, Frédéric Chopin, Franz Schubert, Franz Liszt, Richard Wagner, Pyotr Ilyich Tchaikovsky, Johannes Brahms e Johann Strauss II.

Musicisti del XX secolo

Nel ventesimo secolo i musicisti hanno acquisito i connotati moderni nel cercare di descrivere il proprio tempo e le proprie percezioni in maniera più concreta e diretta. Gli artisti in tal caso hanno avuto un lavoro in parte più semplice dovuto all'avvento della tecnologia nell'ambito della registrazione sonora e dei mass media, che hanno contribuito alla diffusione di diversi tipi di musica, dalla musica popolare al rock, passando per l'elettronica, il folk e le diverse forme di musica classica.



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Nell'industria musicale, A&R (sigla dell'inglese Artists and Repertoire, "artisti e repertorio") è una divisione di un'etichetta discografica responsabile della scoperta di nuovi artisti da mettere sotto contratto. L'A&R rappresenta il tramite tra l'artista e l'etichetta e spesso interpreta le preferenze dell'etichetta. Accade di frequente che un A&R sia richiesto per negoziare con gli artisti, cercare compositori e produttori discografici per l'artista e organizzare le sedute di registrazione. Nel Regno Unito, prima che nascesse la figura del produttore discografico, il direttore A&R sovrintendeva alle sedute in studio e si assumeva la responsabilità di eventuali decisioni riguardanti le registrazioni.

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L'accordatore è colui che provvede all'accordatura di strumenti musicali o uno strumento "intonatore" atto a facilitare l'accordatura stessa o a misurare l'intonazione.

Accordatori tradizionali

  • Il diapason è stato ed è tuttora impiegato come principale ausilio nell'accordatura sia dei pianoforti che di altri strumenti. Il suo funzionamento si basa sulla capacità di emettere una precisa frequenza sia percuotendolo che portandolo in risonanza con un corpo che emette la sua frequenza di riferimento (nota La = 440 Hz). A volte si usa la parola corista come sinonimo di diapason.
  • Il corista è una sorta di piccolo strumento musicale ad ancia in grado di produrre una sola nota, il La centrale di 440 Hz, con la stessa funzione del diapason. Il corista può essere comunque anche composto per produrre accordi o note diverse dal La.

Accordatori elettronici

Oggi esistono apparecchi elettronici usati per l'accordatura di strumenti musicali.
Per gli strumenti acustici (cioè non elettronici) esistono accordatori tascabili che a mezzo di un piccolo microfono ricevono il suono prodotto dallo strumento e indicano tramite led o frequenzimetri ad ago o digitali il livello della frequenza del suono e quindi l'intonazione da eventualmente correggere. Questo tipo di accordatori è usato di frequente non soltanto per accordare gli strumenti, ma anche per controllare e correggere la propria intonazione durante lo studio negli strumenti a fiato, ad arco e nel canto, in cui l'intonazione rappresenta notoriamente una difficoltà da tenere sotto controllo.
Per molti strumenti elettronici, invece, basta collegare direttamente l'ingresso di un accordatore all'uscita dell'amplificatore per far ricevere ed analizzare all'accordatore i suoni emessi dallo strumento.

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L'aedo, nell'antica Grecia, era il cantore professionista. L'etimo della parola viene dal greco antico "ἀοιδός", aedo, che a sua volta deriva da "ᾄδειν" cioè "cantare".
Egli era una figura sacra, era considerato un profeta, tradizionalmente ritratto come cieco in quanto, essendo tale non veniva distratto da niente e da nessuno e affinando le capacità sensibili poteva entrare in contatto direttamente con la divinità (attraverso gli occhi dell'anima) che lo ispirava, sviluppava quindi una capacità metasensibile (oltre i sensi). La sapienza che possedeva rendeva la capacità di vedere superflua, era un "invasato", aveva il dio dentro, le Muse parlavano attraverso di lui.
L'aedo faceva parte della cosiddetta face to face society, la trasmissione dei testi avveniva oralmente, con una "performance" nella quale l'aedo era in diretto contatto con l'uditorio. L'aedo non disponeva di un testo scritto, dunque diveniva a sua volta compositore. La trasmissione orale richiedeva l'uso di un linguaggio chiaro e diretto, quindi vi è un grande uso di similitudini, il linguaggio è contraddistinto da uno stile formulare, caratterizzato da ripetizioni, la presenza in grande quantità di appellativi come i patronimici, nonché dei cosiddetti topoi, cioè luoghi narrativi: nel caso in cui l'aedo avesse dimenticato la strofa successiva, poteva "indugiare" su quella che stava ancora cantando usando questi ferri del mestiere. Gli aedi erano soliti narrare i poemi non per intero, per ovvie ragioni di tempo, ma a pezzi; dovevano in ogni modo possedere una buona memoria e una grande immaginazione. La funzione dell'aedo era duplice: aveva una funzione di memoria storica (attraverso i loro componimenti fissavano nella loro memoria tutte le conquiste che la civiltà aveva prodotto; inoltre conoscevano le cose che furono, che sono e che saranno).
Dalla tradizione apprendiamo anche che vi erano scuole di aedi che si tramandavano di generazione in generazione i propri canti; particolarmente famosa era quella degli Omeridi, nell'isola di Chio, che si vantavano di discendere dal grande Omero.



Gli aedi e la creazione dell'Iliade e dell'Odissea

Attraverso lo studio comparativo della tradizione orale è stato dimostrato che l'Iliade e l'Odissea (come d'altra parte le opere di Esiodo) derivano dall'epica tramandata oralmente. Nella tradizione narrativa orale i testi non vengono tramandati in maniera esatta e sempre uguale a se stessa, ma piuttosto passano da una generazione all'altra attraverso l'opera dei bardi, che si servono di formule mnemoniche per aiutarsi a ricordare un gran numero di versi. Furono proprio poeti di questo tipo a farsi portatori della prima tradizione epica orale greca, ma di loro si sa molto poco. Nel momento in cui i testi vennero finalmente messi per iscritto (le date più probabili sono quelle che vanno dal 750 al 600 a.C.) i poeti e gli scrittori dell'epoca non citarono i loro nomi. Secondo le fonti classiche Omero visse molto prima che i due poemi fossero trascritti.

Risultati immagini per Agenzie di spettacolo: tra sogni, illusioni e truffe

Gli Artisti, per poter lavorare nel mondo dello spettacolo, devono spesso affidarsi alle Agenzie di Spettacolo e di Moda. In Italia non esistono delle leggi specifiche che regolano questo settore, motivo per il quale più volte abbiamo chiesto un intervento. Ogni agenzia ha il suo modus operandi, giusto o sbagliato che sia; c'è una forte anarchia, è una giungla che si fonda sulla "legge del più forte". Gli Artisti si sentono abbandonati, illusi, truffati. Lavorare nel mondo dello spettacolo non è facile, è una sfida contro la società, contro se stessi; una corsa ad ostacoli, con continui imprevisti, porte in faccia, insuccessi e truffe. Ad esempio c'è un'agenzia di Milano che, per la modica cifra di 3 mila euro, promette lavoro a gò gò. Promesse non mantenute; di lavoro neanche a parlarne.
La 1437 United Artist ha sempre ribadito la sua posizione in merito: proporre un servizio, che costi 100 euro piuttosto che 3 mila euro, non è un reato. C'è libertà di scelta, c'è libertà di dire sì, no o forse. Nessuno vi costringe ad accettare questo caro compromesso. Diversamente è reato quando viene promesso il lavoro che poi non arriva. Partiamo dalla consapevolezza che oggigiorno trovare un lavoro in Italia è difficilissimo e soprattutto, se ciò dovesse fortunatamente avvenire, è solo per dedizione, passione e talento (tralasciando le raccomandazioni, ovviamente). Dunque un'Agenzia, che fa da tramite tra Artisti e Addetti ai lavori nella figura dei Registi, Produttori, Casting Director etc., non potrà mai garantirvi un'occupazione stabile: lavorare nel mondo dello spettacolo significa essere perennemente disoccupati, significa lavorare intensamente e con grande dispendio di sudore. Partecipare ad un Corso di formazione non è sinonimo di successo; partecipare ad un Casting non è sinonimo di successo; affidarsi ad un'Agenzia di spettacolo o di Moda non è sinonimo di successo. Avere talento, invece, è sinonimo di successo.
A nostro avviso è sbagliato all'Artista imporgli il pagamento di un corso di formazione. E' altresì necessario per alcuni settori possedere un Book fotografico/Composit: chi vuole fare il Modello non può mostrare al talent scout una foto con gli amici al mare. Il Book, però, deve essere realizzato laddove si ritiene opportuno, non per forza in Agenzia. Obbligare ad acquistare un Book fotografico è scorretto. Poi un invito agli aspiranti Artisti: siate consapevoli delle vostre abilità e soprattutto dei vostri limiti. Non vi illudete da soli; il mondo dello spettacolo non è per tutti, non è l'ultima spiaggia per chi non sa cosa fare della propria vita.
Nelle ultime settimane abbiamo avviato un progetto con un gruppo di Artisti che si battono per far valere i loro diritti. "Tutto nasce da un presupposto truffaldino che accomuna tantissime agenzie: le selezioni. Le finte selezioni. Questa è la base del reato, una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata ai danni di terzi. Il codice penale all'articolo 640 parla chiaro: chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032". Gli Artisti vogliono giustizia, non vogliono più essere presi in giro, non vogliono più che qualcuno speculi sui loro sogni e poi la passi anche liscia.

 



Assolutamente sì, ogni artista deve avere un marchio personale per farsi riconoscere.

Questo è in realtà un argomento più ampio. Cosa hanno i Daft Punk a cui pensi quando pensi a loro? Skrillex, topo morto? Un atto? Un modo di presentare? Chi sei? I loro produttori?

No, forse, non lo so, ma hanno sicuramente un marchio più grande di un logo di Fiverr o qualcosa del genere. Hanno un atto. Una consegna memorabile. La maggior parte degli artisti di scena che sono "stagionati" con un seguito, hanno inchiodato al loro modo di fare quello che fanno. È memorabile, forse misterioso, divertente, strano o qualsiasi altra cosa. L'idea è che gli artisti che fanno il salto di qualità hanno certe qualità che devi affermare così puoi differenziarti dalla folla di artisti mediocri.


 



Scrivendo.

È la risposta più banale possibile e immaginabile ma questo non la rende meno vera.

Scrivere aumenta il senso della scrittura. Non sto parlando solo della scelta dei vocaboli, o della fantasia, o del modo in cui ci si avvicina ad una storia, sto parlando della naturalezza nello scrivere.

È come allenare un muscolo. Invece di andare in palestra e fare delle ripetizioni, si scrivono righe e paragrafi e pagine. E si continua a farlo.

Certo, ci sono delle cose che una persona può fare per ‘esercitarsi’. Come ad esempio leggere un genere che di solito non si legge per avere degli spunti interessanti da esplorare. O scrivere ripetutamente la stessa scena (magari una fuga da un carcere, o un inseguimento) decine di volte in modo diverso. Mi viene in mente una cosa che disse Hugh Howey, a proposito di ‘esercitarsi a scrivere’:

“Tutti vogliono scrivere un romanzo, e vogliono farlo senza neppure fare un po’ di stretching. Non vi allacciate le scarpe e correte una maratona senza prima imparare a correre un miglio, due miglia, cinque miglia. Il giorno in cui decidete di realizzare il vostro piano è il giorno in cui iniziate a leggere ed è il giorno in cui iniziate a scrivere. Iniziate un blog e pubblicate un post quotidianamente. Potrebbe essere una sola riga di una storia che ancora non esiste. O una scena, magari un primo bacio o una rissa da bar. Magari scrivete ogni giorno per un mese diversi primi baci. Tutto ciò equivale ad allenare il vostro tiro in sottomano. Quindi, quando dovete effettivamente farne uno, non vi farete prendere dal panico. L’importanza di un blog è che i vostri post rimangono visibili per sempre. Facebook nasconderà e distruggerà quello che condividete. Potete postare su Twitter e Facebook, se volete, ma il blog deve essere il vostro cuore pulsante. Questo è il vostro angolo di strada. Qui è dove strimpellate con il vostro strumento e dove migliorate.

Dopo che avete iniziato il vostro blog, scrivete alcuni racconti. Lavorate attivamente per completare quello che iniziate. Fissate degli obiettivi. Un nuovo racconto breve ogni mese per il primo anno. Questo significa avere dodici opere pubblicabili. Magari le mettete sul vostro blog a gratis per avere dei pareri, per vedere quello che ne pensano amici e familiari. Non state cercando di vendere un milione di libri in questo momento; state cercando di capire se potete far diventare qualcuno vostro fan. Mia cugina Lisa è stata la mia prima fan. Lei è stata la prima persona che non doveva dirmi che il mio libro era spettacolare, ma che me lo diceva comunque. È stata lei la prima a supplicarmi per il seguito. Il vostro obiettivo è di avere un fan come questo. Il resto seguirà di conseguenza.”






 

La gente è sempre pronta a denigrare Tom Cruise.

Essere legato a Scientology non lo mette di certo in una migliore luce.

È molto più di un alieno pazzo. Aver saltato sul divano di Oprah l'ha sempre dipinto come un bizzarro idiota.

Tutti quelli che conoscono Cruise non hanno altro da dire che cose positive su di lui.

Cruise merita di meglio. Hollywood non sarebbe la stessa senza di lui.


Brad Pitt in Deadpool 2.

Ha lavorato per l'assoluto minimo previsto dall'industria, e una tazza di caffè.




Cosa significa un premio Oscar per la carriera di un attore e cos'è esattamente " il bernoccolo da Oscar?"



Ogni candidato all'Oscar è già un vincitore, poiché guadagna un pacchetto premio del valore di 215.000 dollari. Vincere un Academy Award, d'altra parte, probabilmente migliorerà la carriera di un artista.

La serata è la più grande convalida di Hollywood, un timbro di approvazione conferito alle migliori star, registi, sceneggiatori, produttori, costumisti e truccatori del settore. Tenere il leggendario uomo d'oro nelle tue mani significa apprezzare anni di dedizione al mestiere. È la consapevolezza di averlo fatto in un mercato esigente e imprevedibile.

Vincere un Academy Award stabilisce la legittimità e il riconoscimento che ne deriva apre le porte a nuove possibilità. Gwyneth Paltrow, che ha vinto come migliore attrice agli Academy Awards nel 1999 per il ruolo di Viola in Shakespeare in Love di John Madden, ne è un esempio.


Non sono mai stato su onlyfans né ho intenzione di farlo in un prossimo futuro. Ma il punto di only fans è fornire agli estranei foto di nudo o illecite di te stesso in cambio di denaro.

Se una persona che lavora nell'industria del sesso vuole mai perseguire un lavoro in un ambiente / industria professionale in futuro, suggerirei che la persona che lo fa dovrebbe:

Cambiare il suo nome sul sito onlyfans con un nome di fantasia

Nascondere la sua faccia in qualsiasi foto illecita che si fa

Non rivelare mai la propria posizione geografica



In generale, però, non consiglio affatto di fare onlyfans, perché non è un flusso stabile di reddito passivo ed è principalmente stagionale (il che significa che una volta che il proprio afflusso di spettatori si stanca di te, o non sarai più attraente, non avrai entrate soprattutto se dipendi principalmente da onlyfans per la tua principale fonte di reddito)

Avere una competenza al di fuori dei tuoi beni esterni e in deprezzamento ti farà guadagnare posti. Ottieni la tua istruzione (le persone che frequentano l'università e si diplomano guadagnano molto di più, soprattutto se la loro specializzazione è richiesta) Fate a una scuola professionale, fate ricerche sulle criptovalute, azioni e bitcoin, prendete una laurea in qualcosa di cui siete interessati!

Ci sono molti altri percorsi che contribuiranno al successo a lungo termine, fare soldi facili vi fornirà solo un successo a breve termine.



Il padre della fantascienza Phillip Dick viene comunemente associato con l'LSD per stile e contenuti. In realtà Dick odiava l'LSD.



Fellini provò l'LSD e il suo racconto dell'esperienza è estremamente famoso. Molto meno famoso è invece il suo giudizio finale sull'LSD, e la ragione per cui se ne stufò subito dopo averlo provato appena un paio di volte, proprio come Dick.

Come Federico Fellini, pure io ho fatto il mio esperimento personale con l'LSD per capire se queste credenze popolari - questi veri e propri luoghi comuni - avessero qualche fondo di verità.

Qui sotto: Phillip Dick odiava l'LSD. Lo prese solo due volte, fece un bad trip da manuale e poi passò il resto della sua vita sconsigliandolo a tutti. "Non si può scrivere sotto acido" dice Dick.

I went straight to Hell’: Philip K. Dick did NOT like LSD

‘The cross took the form of a crossbow, with Christ as the arrow…’ The interview with Philip K. Dick embedded below, recorded in Santa Ana on May 17, 1979, touches on many of the author’s experiences and obsessions—the combat his father saw in World War I, how he came to join the Episcopal Church (“My wife said if I didn’t, she’d bust my nose”), the dying rat who shook his faith, the coming of Pierre Teilhard de Chardin’s Omega Point, contemporary attitudes towards homosexuality, compulsory ROTC at the University of California, the time he got pancreatitis from using “bad street dope” cut with film developer, the constant threat posed by authoritarian movements—but I’ve cued it up to this vivid description of a bad, bad trip he had in 1964: I only know of one time where I really took acid. That was Sandoz acid, a giant horse capsule that I got from the University of California, and a friend and I split it. And I don’t know, there must’ve been a whole milligram of it there. It was a gigantic thing, you know, we bought it for five dollars and took it home...

In questo post vi racconterò prima ciò che disse Fellini dell'LSD dopo averlo sperimentato apposta per fare arte, e poi che ne penso io. Sì, l'ho provato anch'io 'da scrittore', proprio per capire se potesse essere un dopante della scrittura. Scrivo romanzi.

Pronti?

Perché molti autori di fantascienza divenuti poi celebri facevano uso di sostanze allucinogene? L'utilizzo di Lsd potrebbe essere stata la chiave del loro successo?

Prima di tutto, si tratta di una coincidenza Eh già. La fantascienza comincia a prendere piede in letteratura esattamente negli stessi anni in cui l'LSD venne scoperto per la prima volta. Alcuni scrittori famosi provarono addirttura l'LSD quando era ancora legale venderlo (!!).

Detto questo no, l'LSD non può essere stato la chiave del loro successo. Anzi, l'LSD fa esattamente il contrario: ti ostacola. Rovina quello che stai facendo. E' tutta fuffa e mito. Un mito consolidato dal fatto che non solo l'LSD è giustamente illegale (e quindi provarlo non è esattamente semplicissimo, ma anche dal fatto che effettivamente, mentre lo prendi, ti dà MOLTA 'autoconvinzione'. Giusto per capirci: l'LSD ti fa pensare di essere improvvisamente più intelligente… Ma non lo sei. E' solo un'illusione. E probabilmente è proprio per questo che è nato il mito.

Dice Fellini:

"L'LSD fu una delusione. Ne fui entusiasta all'inizio, ma poi smisi perché non aiutava, anzi. Faceva il contrario: ostacolava invece di aiutare"



Intervista che non trovo più… 'ovviamente'. Tutti amano il mito dell'lSD… Nessuno ama la realtà.

E la realtà è semplicissima:

Jim Morrison beveva tantissimo. Se uno beve tanto diventa un grande scrittore?

Elvis Presley era bulimico. Se mangio tantissimo, scriverò musica come lui?



The acid test, dei chemical brothers, è un capolavoro di canzone che incarna perfettamente il falso mito dell'LSD. La adoro perché adoro l'ottima musica… ma è tutto il contrario di non solo di quello che penso, ma di ciò che l'LSD è veramente.

Adesso parliamo del mio esperimento personale.

Nella mia vita ho scritto 12 romanzi, uno ha ricevuto critiche positive ai massimi livelli internazionali e anch'io, da bravo pirla, credevo in questo mito dell'LSD. E quindi pure io, quando ne ho avuto l'occasione, ho fatto il mio esperimento con l'LSD…. E concordo al 100% con Fellini, Dick, King e molti altri.

L'LSD non solo diminuisce momentaneamente le tue capacità, ma ti illude. E' una bellissima illusione, per carità… Ma il 'mito' dell'LSD nasce solo da tale grande illusione. Tu lo prendi e lui ti fa credere di stare scrivendo un capolavoro (mentre ne sei sotto l'effetto). Ma poi rileggi quel 'capolavoro' il giorno dopo, a mente lucida, e non solo ti accorgi che è una fesseria, ma è addirttura una delle cose peggiori che tu abbia mai scritto. In gergo tecnico, hai scritto una meXXda mentre eri assolutamente convinto di stare scrivendo una gran cosa.

Ma attenzione… Perché io, King, Dick e Fellini non siamo certo gli unici a pensarla così. Da qualche parte, qualcuno conosce benissimo questo fenomeno.

Qualche anno fa andava in onda una bellissima serie tv che si chiamava MANHATTAN. Raccontava le peripezie degli scienziati Americani che costruirono la prima bomba atomica della storia, nel 1944.

Una sera, due scienziati del team passano tutta la notte a bere e decidono di 'provare' l'LSD. Qualche ora dopo averlo preso, uno dei due scienziati trova la soluzione al problema su cui la squadra studiava da mesi. Eureka! Costruirà la bomba così e colà, e stavolta funzionerà! Fantastico! Il suo collega gli dà immediatamente ragione, e i due si mettono allora a scrivere i loro dati alla lavagna come due pazzi, poi brindano per l'ultima volta e vanno a dormire felici e contenti.

Il giorno dopo, la soluzione trovata era totalmente insensata, e i calcoli scritti alla lavagna erano tutti sbagliati. Ecco, QUESTO è l'effetto esatto dell'LSD nel mondo reale.

E' tutta autosuggestione e illusione. E vi sorprende? Non è forse un allucinogeno? O no?

E cos'è un'allucinazione, se non una grande illusione?

Poi per carità, è bello vivere quell'illusione. E' divertente e morta lì.

Il problema è che se non sei uno scrittore 'vero' (come me, uno che confronta i suoi scritti con quelli precedenti e lotta con le unghie e col sangue per scrivere BENE) o se non sei Fellini (un regista professionista), magari con quelle idee non ci farai un bel niente, e quindi non avrai MAI modo di 'scontrarti' con la realtà dopo il tuo trip.

Magari ti terrai tutte le tue idee strampalate in testa perché tanto non ci dovrai mai fare niente di concreto, con tali idee. E quindi non avrai mai modo di capire che sono una fesseria.

Ora torniamo un attimo invece all'esperimento iniziale: uno scrittore sotto LSD scrive una schifezza e pensa di avere scritto un capolavoro (esattamente come quei fessi che prendono LSD e credono di avere capito tutto dell'universo o quel che è…).

Lo sapete che scrivere spazzatura pensando che sia un capolavoro è la definizione scientifica di cattivo scrittore?

Lo sapevate che peggio scrivono gli scrittori, più sono convinti di essere bravi?

Lo sapevate che i peggiori scrittori in assoluto sono sempre convinti di essere dei geni?

No, probabilmente non lo sapevate perché non siete del settore… E invece è proprio così.

E se uno è abituato a scrivere discretamente e con umiltà, ma poi prende un cartone di LSD e si mettere a scrivere mxxxda convinto che sia una capolavoro… C'è solo un modo per giudicare la faccenda.

L'LSD ti fa scrivere peggio, non meglio.

E infatti lo dicono signori artisti quali King, Dick, Fellini… E io, dopo averlo provato personalmente, nel mio piccolo concordo in pieno con queste autorevoli voci fuori dal coro.

Purtroppo non esiste un vero e proprio doping per noi artisti.

Ci sono tanti bravi artisti leggendari che si drogavano? Sì, ma ci sono stati perché c'è tanta gente che si droga in generale. E quindi - statisticamente parlando - è inevitabile che almeno un certo numero di scrittori facesse uso di droghe nella sua vita.

E di nuovo, per l'ennesima volta, tornano utili le lezioni di Stephen King.

Il doping degli scrittori?

Secondo King sono caffé e sigarette.



King ha avuto un passato da alcolizzato e drogato. Tuttavia, ragiona esattamente al contrario rispetto ai luoghi comuni. Per esempio, tutti pensano che SHINING sia 'merito' dei problemi di King con l'acool. King invece ha sempre detto pubblicamente l'esatto contrario. Ha sempre detto che secondo lui SHINING gli sarebbe venuto senz'altro meglio se solo avesse bevuto di meno, mentre lo scriveva.

Torniamo adesso al King pensiero su caffeina e sigarette così come espresso dentro ON WRITING.

La caffeina notoriamente ti dà una svegliata.

Allo stesso modo, la nicotina prima ti rilassa, e poi ti sveglia (è vasodilatatore) però ti ammazza pure, mentre la prendi. Quindi FORSE è meglio limitarsi al caffé.

Domanda: chissà cosa pensa King della sigaretta elettronica? Peccato non avere modo di chiederglielo…

In un articolo scopriamo addirittura che Dick e King la pensano allo stesso modo. Qui Dick non solo dice che scrivere sotto LSD è impossibile, ma che le uniche droghe che Dick considerava utili a scrivere sono le metamfetaine, che sono appunto degli eccitanti.

Veniamo adesso a me, e al mio esperimento personale con gli eccitanti dopo il fallimento con l'LSD.

Nel 2014 ho scritto una saga intera 'sfondandomi' di sigarette elettroniche e caffé. Sì, ne trovai giovamento: più concentrazione, meno fatica, più costanza. Scrivere (e scrivere romanzi in particolare) è soprattutto questione di costanza. E' soprattutto questione di battere il ferro finché caldo (una buona idea mentre ne sei ancora 'infatuato'). No, prendere tanta caffeina e nicotina non fa bene alla salute per nulla, infatti poi ho smesso la sigaretta elettronica e mi sono dato una regolata coi caffé. Sono entrambi eccitanti, e quindi nel lungo periodo possono farti diventare iperteso PER SEMPRE anche se non lo eri mai stato prima. Essere ipertesi significa rischiare di morire (infarti o ictus) o finire in carrozzina, dementi, eccetera. Specialmente se non fate sport (io l'ho sempre fatto, e tanto pure) o avete una dieta così così. Quindi occhio alla pressione, mi raccomando. Anche solo bere troppi caffé non fa bene per niente. Semmai, potreste limitare i caffé a SOLO quando scrivete. Provatelo. Quello funziona per davvero. Bevi due caffé al giorno? Ottimo. Prova a berli solo mentre scrivi.

Il caffé in particolare è molto più pericoloso di quanto la gente pensi proprio perché per motivi culturali non viene percepito come una droga. In realtà, tantissimi infarti di gente perfettamente in salute si spiegano con l'uso eccessivo di caffé.

In conclusione… Non esistono scorciatoie. Nessuna droga crea geni e tanto meno crea talento dove non c'è.

Di sicuro invece fanno male..

Fine.