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La chitarra elettrica è un tipo di chitarra in cui la vibrazione delle corde viene rilevata da uno o più pick-up. Il segnale viene quindi prelevato all'uscita e convogliato in un amplificatore acustico affinché il suono dello strumento sia reso udibile.
Dal punto di vista organologico, la chitarra elettrica è un elettrofono. Talvolta viene anche indicata come cordofono (precisamente, tra i liuti a manico lungo).

Strutturazione

La chitarra elettrica è formata dalle parti seguenti:
  • la paletta (o "cavigliere") nel quale sono alloggiate le "meccaniche" (o "chiavette"): queste permettono alle corde di raggiungere una determinata tensione (e conseguentemente una determinata altezza) e di mantenere l'accordatura desiderata. Nelle chitarre head less (come alcune Steinberger) la paletta è assente ed il sistema di accordatura è delegato al ponte oppure in alcuni casi a delle meccaniche montate sul corpo (es. Avalon Paradis)
  • il manico, sul quale è montata la tastiera i cui tasti sono generalmente posizionati secondo il temperamento equabile, che solitamente permettono un intervallo minimo possibile di un semitono. Negli strumenti fretless (meno diffusi fra le chitarre), sprovvisti dei tasti in metallo, la corda entra in contatto direttamente con il materiale della tastiera;
  • la cassa armonica (o "corpo"). A seconda della presenza più o meno importante di "camere tonali" (e della funzionalità di queste) si parlerà di: chitarra solid body, semi-hollow e hollow-body;
  • il ponte, che può essere fisso (tune-o-matic) oppure tremolo;
  • uno o più pick-up magnetici, solitamente del tipo a bobina singola (single coil) o a bobina doppia (humbucker), o di entrambi i tipi.

Funzionamento

In una chitarra acustica, l'oscillazione delle corde induce una vibrazione della cassa acustica dello strumento. Questa risonanza amplifica dunque la vibrazione prodotta dalle corde e la diffonde nell'ambiente circostante. In una chitarra elettrica, invece, i pick-up magnetici generano un campo magnetico in prossimità della corda. Questa viene quindi magnetizzata e, vibrando, modifica a sua volta il campo magnetico. Queste oscillazioni del campo magnetico risultante creano una variazione di flusso attraverso le bobine che si trovano intorno al pick-up. Si genera quindi una corrente indotta all'interno di tali bobine. Questo segnale elettrico, che contiene quindi le caratteristiche della vibrazione della corda metallica in oscillazione (frequenza, ampiezza, ecc.), è troppo debole per essere udibile attraverso la riproduzione per mezzo di altoparlanti. Viene dunque inviato a un amplificatore, e solamente dopo essere stato opportunamente amplificato viene inviato a uno o più altoparlanti che trasformano il segnale elettrico in un segnale sonoro, udibile dall'orecchio umano. Spesso l'amplificatore e l'altoparlante sono integrati in un medesimo apparecchio, chiamato esso stesso "amplificatore" nel linguaggio comune. Sovente, prima di giungere all'amplificatore, il segnale elettrico viene processato da uno o più effetti che ne alterano le caratteristiche.
La chitarra elettrica non ha pertanto bisogno di avere una cassa di risonanza: la chitarra elettrica solid body è infatti uno strumento pieno e rigido. D'altra parte, dove una cassa di risonanza è presente (ossia nelle chitarre semiacustiche) questa dà allo strumento particolari caratteristiche timbriche ma non è essenziale al suo funzionamento.

Tipi di chitarre

La chitarra elettrica può avere un corpo solido in cui il suono è totalmente amplificato da dispositivi elettronici (pickups) e si parla quindi di chitarra solid body, oppure un corpo di tipo tradizionale presentante cassa armonica e si parla in questo caso di chitarra semiacustica. A loro volta le chitarre semiacustiche, a seconda della altezza del corpo e della tecnologia costruttiva, si definiscono come hollow body (corpo cavo), con una profondità simile alla chitarra acustica e corpo completamente cavo, o con una profondità in genere pari a circa la metà di una chitarra acustica e con un blocco di legno solido posto in senso longitudinale tra il blocco del tacco anteriore e il blocco posteriore, da qui il termine semi-hollow body.

Solid body

Le più diffuse chitarre elettriche, le solid body, letteralmente "corpo solido" (nel significato inglese di "massiccio"), non hanno una cassa di risonanza, ma un corpo di legno pieno (o, più raramente, di altri materiali quali resine sintetiche, resine acriliche, plexiglas). La forma del corpo, il legno con cui è realizzato e il tipo di pick-up usato sono determinanti ai fini della resa sonora dello strumento.
Esistono tre principali tipi di solid body, che differiscono per il modo in cui il manico ed il corpo vengono uniti: bolt-on neck ("manico avvitato"), cioè con manico avvitato al corpo (es: Fender Stratocaster), neck-thru body ("manico attraverso il corpo") cioè con manico che percorre l'intera lunghezza della chitarra, corpo compreso (es: Ibanez RGT), e set-in-neck (o "set-neck") ("manico attaccato"), cioè con manico incollato al corpo della chitarra (es: Gibson Les Paul).
Le chitarre a manico avvitato sono caratterizzate da un suono generalmente più ricco di alte frequenze, povero di quelle medie e scarso di bassi profondi; c'è tuttavia da precisare che, vista l'altissima influenza che la scelta dei materiali, la tecnica costruttiva e la mano del liutaio possono esercitare sullo strumento finito, non sono rari i casi di strumenti che contravvengono a queste "regole". Questo sistema, oltre a essere più economico, permette di effettuare delle lavorazioni, compreso il cambio del manico, in maniera più semplice. Jimi Hendrix era noto riassemblare le Fender Stratocaster che distruggeva durante i concerti recuperando pezzi sani da diverse chitarre. Anche la famosa Blackie di Eric Clapton è il risultato di un corpo e un manico provenienti originariamente da diverse chitarre.
Le chitarre con il manico passante nel corpo sono caratterizzate da un notevole sustain, da un buon bilanciamento di suoni fra alti, medi e bassi e da un perfetto allineamento tra manico e corpo. Secondo molti risultano particolarmente "comode" da suonare, in quanto normalmente si ha un accesso molto più facile ai tasti più vicini al corpo rispetto a strumenti in cui sono utilizzati gli altri due tipi di giunzione. Per motivi pratici non è possibile nelle chitarre con sistema bolt-on fissare il manico troppo esternamente al corpo dello strumento (mentre in alcune chitarre con sistema set-in, il problema viene ovviato, ad esempio nella Gibson SG). Ha come lato negativo l'impossibilità di agire sull'attacco manico-corpo e di sostituire il manico, qualora fosse necessario; infatti, generalmente il manico, per garantire solidità, viene costituito da diverse parti di legno incollate tra loro longitudinalmente, rispetto alla chitarra, e più raramente al suo interno vengono incollate delle barre in fibra di carbonio (proprio per l'impossibilità di cambiare il manico in caso di rottura).
Le chitarre con il manico incollato al corpo hanno in linea di massima le caratteristiche positive, in termini di sustain e bilanciamento delle frequenze, simili a quelle con il manico passante ma in queste chitarre risulta possibile operare sul manico. Ovviamente, visto che il sistema è incollato, il lavoro dovrà comunque essere fatto da un liutaio.
I legni principalmente utilizzati sono: per bolt-on neck, ontano e tiglio per il corpo, acero per il manico, eventuale ricopertura in palissandro per la tastiera; per il neck-thru, mogano per il corpo, frassino o acero per il manico, palissandro per la tastiera; per il set-neck generalmente si utilizza mogano sia per il corpo che per il manico, e palissandro per la tastiera. Esistono tuttavia numerosissimi modelli che usano legni diversi da questi citati. Le chitarre costruite in Asia possono utilizzare legni locali, come l'agathis al posto dell'ontano e il nato al posto del mogano, che hanno rese acustiche simili. Anche il PVC è stato utilizzato per realizzare delle chitarre solid body, e più recentemente si stanno utilizzando materiali compositi con sagomature interne per replicare la timbrica dei vari legni.

Hollow-body

Le chitarre hollow body presentano una parte o la totalità del corpo vuota, con uno o due tradizionali fori di espansione a forma di f posti ai lati delle corde, similmente ai fori presenti su altri strumenti a corda, come il violino. Queste chitarre sono caratterizzate da un suono particolarmente dolce e poco aggressivo (come molti modelli Gibson, Epiphone, ecc. utilizzati principalmente per il jazz), oppure molto brillante e squillante (come i modelli Gretsch, spesso usati nel rockabilly). Le hollow body sono storicamente derivate dalle archtop (vedi sotto) e differiscono da queste perché la tavola armonica (e di solito anche il resto della cassa) è costruita in laminato e non in legno massello, per limitare il feedback acustico: la cassa vuota tende infatti a creare alcuni problemi a causa della risonanza delle vibrazioni, che si riflettono nei pickup, e ciò è meno evidente se la cassa è in laminato piuttosto che in massello. L'effetto di distorsione risulta in ogni caso difficile da ottenere e da controllare. Nel corso degli anni, tuttavia, sono stati realizzati modelli decisamente più "spinti" e con un suono molto più pieno i quali, attraverso alcuni espedienti tecnici (quali la particolare conformazione interna della cassa armonica), riescono ad ovviare a questo problema.

Semi-hollow

La ricerca di un compromesso tra le sonorità calde delle semiacustiche e il migliore controllo delle risonanze indesiderate agli alti volumi delle solid body ha dato inoltre origine a un sottotipo delle semi-acustiche, le cosiddette semi-hollow. Queste chitarre adottano un corpo di minore spessore in cui, in luogo di un'unica cassa, sono presenti due (più raramente una) casse di ridotta entità ai lati, mentre la parte centrale del corpo è in legno pieno. Solitamente constano di due o tre pezzi incollati, raramente di un unico pezzo. Il legno più comunemente usato è l'ontano.
Le chitarre a cassa parzialmente piena hanno trovato terreno fertile nel rock and roll e nel blues.
Il primo e più famoso modello semi-hollow è la Gibson ES-335. Altre celebri chitarre di questo tipo sono la ES-355, le serie 300 e 600 della Rickenbacker, la G&L ASAT Classic semi-hollow (basata sulla Fender Telecaster) e la Gibson Blueshawk (basata sulla Nighthawk) prodotta dal 1996 al 2006.

Archtop

La chitarra archtop, come concepita da Orville Gibson e perfezionata per Gibson da Lloyd Loar, nasce come strumento acustico: è costruita infatti interamente in legno massello con la tecnica costruttiva propria degli strumenti ad arco e possiede una capacità di produrre suono propria ed autonoma, tipica degli strumenti acustici, che veniva sfruttata nella sezione ritmica delle big band prima dell'avvento dell'amplificazione elettrica, di cui però sono oggi provviste quasi tutte le archtop. Spesso, tuttavia, l'amplificazione viene eseguita applicando uno o due pickup sospesi (in inglese floating, letteralmente "galleggianti") ed i controlli di tono/volume sul battipenna senza forare la tavola armonica, mantenendo così tutta l'acustica naturale dello strumento. Questo tipo di chitarra, il cui uso oggi è prevalente nel jazz e nel blues, è tipicamente costruito a mano, essendo la cassa armonica di solito intagliata, ma esistono anche modelli in massello pressato.

Storia

Le origini

La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l'esigenza di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono. Con la nascita delle orchestre jazz e blues, ci si rese conto del problema della limitata amplificazione delle chitarre acustiche. Diversi costruttori cercarono di ovviare al problema costruendo strumenti che consentissero un volume maggiore, con un timbro simile a quello della chitarra acustica.
Lloyd Loar, progettista alla Gibson dal 1920 al 1924, condusse i primi esperimenti mediante l'adozione di rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph Rickenbacker, che nel 1931 realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) ed iniziò ad applicarlo ai normali strumenti acustici, creando una chitarra lap steel chiamata frying pan guitar, in due modelli (A22 e A25).
Nel 1935 la Gibson iniziò la produzione del modello ES 150, una chitarra semiacustica con cassa di risonanza, aperture a "f" sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo. Finalmente la chitarra, grazie all'amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume degli altri strumenti.

Evoluzione

Molti si cimentarono nella costruzione di chitarre elettriche, limitandosi di fatto ad amplificare il suono di strumenti acustici. Se da una parte la presenza di una cassa armonica combinata ad un pick-up produceva un suono pastoso e ricco di armoniche, dall'altra presentava una serie di svantaggi, tra cui il più fastidioso era l'effetto noto come feedback acustico. La cassa dello strumento entrava in risonanza (effetto Larsen) con il suono emesso dall'amplificatore, creando echi, armonici e fischi di difficile gestione, col risultato di un suono sgradevole di difficile definizione.
Nel 1941 Les Paul, chitarrista e inventore, crea nei laboratori Epiphone un prototipo, detto The Log, ideato per ovviare al problema del feedback. Esso consisteva in un manico di chitarra acustica attaccato a un blocco di legno massiccio su cui erano installate le parti elettriche, e ai cui lati erano fissate le due "ali" di una chitarra acustica a forma di otto. Les Paul propose l'idea alla Gibson, che però la rifiutò.
Nel 1946 Paul Bigsby, estroso costruttore di motocicli passato a costruire chitarre, e Merle Travis, suo amico, costruiscono una chitarra molto innovativa. Anche se prodotto in modo classico, lo strumento presenta un corpo alto solo cinque centimetri, e un disegno molto originale sia del corpo stesso che della paletta. Il corpo, grazie ad un'asimmetria del disegno attorno al manico, permette di raggiungere agevolmente il ventesimo tasto, mentre la paletta monta chiavette per l'accordatura disposte solo sul lato superiore. Si risolvono quasi completamente i problemi di risonanze indesiderate. Inoltre, Bigsby introdurrà una ulteriore innovazione inventando un sistema che consente di agire sulla intonazione delle corde mediante una leva la cui corsa è contrastata da una molla, ottenendo così l'effetto vibrato.
Nel 1948 Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, dà una svolta definitiva e crea la Broadcaster (oggi conosciuta come Telecaster), una chitarra con due pick-up single coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla completamente le risonanze indesiderate e aumenta il sustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarra solid body. La Broadcaster, costruita inizialmente solo per presentare i propri amplificatori, attinge a molte delle innovazioni introdotte dalla chitarra di Bigsby e Travis, ma le fa sue migliorandole notevolmente. Il disegno del corpo e della paletta, anche se ispirato molto alla linea di Bigsby, è più sobrio e moderno, ma soprattutto più razionale. Inoltre lo strumento di Leo Fender presenta un vantaggio fondamentale: le fasi di costruzione e assemblaggio delle parti che compongono lo strumento sono molto semplificate. Questo si traduce nella possibilità di automatizzare il processo di produzione e di conseguenza produrre gli strumenti in serie, con costi notevolmente più contenuti. Il successo è enorme, tanto che la Broadcaster, divenuta poi Telecaster, viene prodotta dalla Fender ancor oggi.
Nel 1950 Ercole Pace è il primo in Italia a richiedere il brevetto (poi concesso con il n. 462480 il 21 marzo 1951) per un dispositivo magneto-dinamico, applicabile a strumenti a plettro in genere ed a chitarre in particolare, per amplificare il suono in collegamento con la presa fono di apparecchi radio che poi produrrà in serie in un piccolo laboratorio a Roma, in Trastevere. L'originale apparecchio fu acquistato dai più noti chitarristi dell'epoca e, non essendo stato poi rinnovato il brevetto, l'idea fu in seguito perfezionata da altri. Tale dispositivo differiva dall'analoga invenzione oltreoceano di Leo Fender di due anni prima (di cui Ercole Pace era ignaro), in quanto il pickup applicato prevedeva un più elaborato avvolgimento per ogni magnete, anziché un unico avvolgimento per tutti i magneti come il pickup di Fender; adottando appunto una bobina per ogni corda Ercole Pace mirava a rendere il rilevamento delle sei corde più bilanciato ed accurato. Sotto il profilo tecnico si trattava quindi di due brevetti diversi.
Nel 1953 Leo Fender crea la chitarra che diverrà nel tempo una pietra miliare del settore e più in generale della musica rock/blues: la Stratocaster. Solid body come la precedente, ha però un design più innovativo e capace di restare moderno nel corso dei decenni: il corpo, di minor spessore rispetto alla Telecaster, è smussato nella parte posteriore per conferire un migliore comfort. I pick-up, single coil, sono tre e sono montati su un originale battipenna sul quale sono alloggiati, oltre al selettore per scegliere il pick-up desiderato, anche tre potenziometri: uno per regolare il volume e due di regolazione tono. Altro fattore rivoluzionario per quel tempo è la leva del vibrato, che Fender chiama con termine improprio tremolo (si genera così una confusione terminologica che dura ancora oggi): a differenza delle altre dell'epoca poste tra l'attaccatura delle corde e il ponte, questa è un tutt'uno con il ponte stesso, evitando fastidiose scordature. Anche il ponte è innovativo: ogni corda appoggia su una sua "selletta" che dispone sia della regolazione in altezza sia in lunghezza, permettendo un'intonazione perfetta e una distanza delle corde dalla tastiera (action), personalizzabile. La Stratocaster viene prodotta ininterrottamente dal 1953; molto apprezzata per la sua versatilità, è utilizzata intensivamente sia nel rock, sia in altri generi.
L'unica chitarra che ha potuto "competere" in termini di importanza e notorietà è la Gibson Les Paul, che debuttò nel 1952 come la risposta di Gibson, che a tal fine aveva assunto Les Paul nel suo team di progettazione, alla Fender Telecaster. La Les Paul si avvicina di più al disegno di Bigsby-Travis, ma ha forme più fluide e meno spigolose. Caratteristica saliente è l'uso di due pick-up humbucker, più potenti dei single coil e dalla timbrica più "nasale". Le regolazioni di tono e volume sono affidate a due coppie di potenziometri e ad un selettore per miscelare il suono dei due pick-up. Il ponte non ha la leva del vibrato; la regolazione dell'action delle corde avviene con due ghiere poste ai lati che sollevano o abbassano tutte e sei le corde contemporaneamente. L'intonazione invece può essere regolata singolarmente corda per corda.
Lo strumento è rimasto sostanzialmente immutato rispetto alle intuizioni di Leo Fender, Ercole Pace e Les Paul; lo sviluppo attuale verte principalmente sull'acquisizione e manipolazione del suono da parte dei pick-up. Il bisogno di dialogare con interfacce digitali come il MIDI ha portato alla creazione di pick-up esafonici e convertitori analogico-digitali in grado di tradurre il segnale analogico in segnale digitale con accuratezza. Ottenuto un segnale in forma digitale lo si può immettere in un generatore di suoni campionati (expander) per avere a disposizione una varietà strumentale virtualmente infinita. Quest'utilizzo dello strumento è però oggetto di critiche da parte di chi vede gli expander e i campionatori come strumenti che, permettendo la riproduzione di qualsiasi tipo di strumento registrato in precedenza, snaturalizzano e avviliscono le peculiarità tipiche della chitarra.
Roger Field ha inventato la Foldaxe, una chitarra elettrica pieghevole che Field ha fatto realizzare per Chet Atkins. Un'ímmagine della Foldaxe si trova nel libro di Atkins Me and My Guitars.

Qualità

La qualità di una chitarra elettrica è data da molti parametri. Innanzitutto se la chitarra è stata fatta a mano o è un prodotto in serie. Nel primo caso incide molto sulla qualità anche la capacità del liutaio che la crea.
In secondo luogo la scelta dei materiali è molto importante sia per quanto riguarda il corpo, sia per quanto riguarda tastiera e manico: più il legno è pregiato e privo di nodi più la qualità dello strumento aumenta. I due legni più diffusi nella realizzazione delle tastiere delle chitarre elettriche sono il palissandro l'ebano e l'acero, per il corpo l'ontano e il mogano, per il manico acero e mogano. Tuttavia oggi si stanno utilizzando nuovi materiali per la produzione del corpo come il plexiglas. .
Un altro fattore che incide sulla qualità dello strumento è la qualità dei componenti tecnici aggiunti, il ponte utilizzato, la presenza di un bloccacorde o di un tremolo di qualità nonché le meccaniche e le elettroniche come i pick up di qualità e la precisione delle componenti che regolano il suono e i volumi.
Tra gli altri fattori che determinano la qualità ci sono anche l'equilibratura o bilanciamento (capacità dello strumento di tenere una posizione comoda una volta indossata la tracolla o fascia) e la verniciatura. Tra le più famose c'è la cosiddetta colorazione sunburst, con la fascia più esterna nera che va a sfumare in colori lignei verso il centro, in genere più costosa delle verniciature monocolore coprenti.

Distorsione ed altri effetti

Al suono prodotto dalla chitarra elettrica vengono spesso applicati effetti che modificano il suono e lo rendono più adatto al genere musicale eseguito o al tipo di composizione. Fra questi la saturazione (overdrive), la distorsione e il fuzz, molto apprezzati nel rock e, in generale, nella pop music. Spesso ai precedenti si associa il pedale wah-wah, molto in voga negli anni settanta e ottanta. Fra gli altri effetti applicati con successo alla chitarra elettrica, si possono citare delay, riverbero, chorus, flanger, phaser, octaver, pitch shifter, tremolo che vanno inseriti quasi esclusivamente nel "Loop Effetti" dell'amplificatore (il "Loop Effetti" o la "Mandata e Ritorno" si colloca tra preamplificatore e finale di potenza); questi tipi di effetti sono sconsigliati in una mandata e ritorno di tipo "seriale", sono altrettanto consigliati se il proprio amplificatore dispone di una mandata e ritorno in "Parallelo". Anche alcuni processori dinamici come il compressore e il noise-gate vengono applicati al segnale della chitarra per modificare l'inviluppo del suono. L'utilizzo dei pedali al fine di effettuare il suono è una scelta strettamente correlata con lo stile del chitarrista in questione. Così come Jimi Hendrix usava molto nelle sue esecuzioni il wah-wah e il Dallas Arbiter Fuzz Face, David Gilmour in alcuni periodi ha fatto uso dello stesso Fuzz Face o del Big Muff modello Ram's Head, o Triangle, abbinandolo a particolari scelte nell'uso di delay dapprima a nastro come il Binson Echorec e poi digitali come l'MXR Digital Delay, il TC2290 prodotto dalla TC Electronics o il Tape Echo Simulator (T.E.S.) costruito da Pete Cornish a partire dal circuito del Boss DD2.

Tecniche

Nonostante la presenza di un gran numero di effetti dei più svariati tipi, l'abilità del chitarrista resta l'elemento più importante nell'esecuzione delle varie tecniche, divenute nel corso del tempo parte integrante dell'istruzione musicale di coloro che si avvicinano a questo strumento. Fra le tecniche più famose e comuni vi sono: il bending, il vibrato, lo slide, il palm mute, il legato, hammer on e pull off, il tapping, gli armonici naturali e artificiali e lo sweep-picking.

Marchi principali

Sebbene sia molto limitativo elencare i marchi principali delle chitarre, visto anche che in questi ultimi anni il mercato delle chitarre si sta arricchendo di molti nuovi nomi, piccole industrie, o anche solo singoli liutai, così come vecchi marchi si stanno riaffacciando con successo dopo anni di inattività, si presenta un breve elenco di alcuni nomi particolarmente noti.
Uno dei marchi principali sul mercato è sicuramente Fender, che costruisce bassi e chitarre elettriche sin dagli anni cinquanta; dopo essere stata sull'orlo del fallimento negli anni ottanta ora produce 2000 chitarre al giorno. La Fender Musical Instrument Corporation possiede inoltre altri marchi di chitarre come Gretsch, Guild e Jackson Guitars.
Le chitarre Fender, principalmente i modelli Stratocaster e Telecaster, sono utilizzate praticamente in ogni stile, dal surf anni cinquanta, al country, al blues, al classico rock anni sessanta e all'heavy metal, come Dave Murray. Fender è ormai un simbolo della musica rock rimasto quasi inalterato anche negli anni settanta, ottanta e novanta. In questi ultimi anni molti chitarristi Indie, o in cerca di sonorità nuove, utilizzano spesso modelli di Fender ritenuti "minori" quali Jazzmaster, Jaguar e altri. Utilizzata in maniera minore nel jazz, in cui si preferiscono spesso modelli semiacustici. In particolare, il suo modello di punta, Stratocaster introdusse una serie di importanti innovazioni, tanto che alcuni la considerano la chitarra più influente mai prodotta. Molti chitarristi, infatti, come Jimi Hendrix, Eric Clapton o John Mayer hanno utilizzato o utilizzano chitarre Fender, per lo più Stratocaster. Sia di Mayer che di Clapton sono in vendita copie delle chitarre da loro usate (Stratocaster) su cui è stampata la loro firma.
Concorrente diretta di Fender è Gibson, marca che produce chitarre largamente utilizzate in tutti i generi, dal jazz (in cui è da sempre leader), al blues, ai generi più duri come ad esempio l'hard rock (vedi AC/DC e Slash). Caratteristica principale di queste chitarre è soprattutto l'utilizzo dei pickup humbucker e di legni particolarmente pesanti. I modelli principali "solid body" della Gibson sono la Les Paul, la SG o "diavoletto", la Flying V, la Explorer e la Firebird. Particolarmente noti sono anche alcuni modelli "hollow body" come la L-5 e la ES-175 e "semi-hollow" come la ES 335. La Gibson è nota anche per molti modelli di chitarra acustica quale le J45, la Hummingbird e altre.
Come Fender, anche Gibson ha acquisito altri marchi di chitarre. La Epiphone, ad esempio, è stata acquisita dalla Gibson negli anni sessanta proprio per limitare la concorrenza. In questi ultimi anni Epiphone fabbrica molti strumenti simili ai modelli Gibson ma in forma più economica. Si ricorda però che i Beatles hanno usato spesso modelli Epiphone che in quegli anni erano strumenti di notevole qualità. Modello di punta Epiphone è la Les Paul. Inoltre Epiphone continua a produrre modelli originali di chitarra di propria iniziativa, come la celebre Casino o la Epiphone Wilshire.
Un'altra marca molto apprezzata è la Paul Reed Smith, (abbreviata spesso in PRS), con un sound molto versatile e adatto a numerosi generi musicali (dal blues rock, fino al metal). PRS è un marchio, in fondo, nuovo sul mercato ma è riuscito ad affermarsi ed a crearsi una nicchia di mercato molto interessante. Il chitarrista messicano Carlos Santana è stato, forse, il primo grande professionista ad usare chitarre PRS e a portarle di fronte al grande pubblico.
Di notevole pregio sono anche la ESP Guitars, anch'essa produttrice di numerosi modelli, adatti soprattutto ai generi più "estremi" (Metallica, Slayer), il marchio giapponese Ibanez, che produce molti modelli di chitarre, di tutti i livelli, spesso utilizzate dai "virtuosi" o shredder (ad esempio Steve Vai, Joe Satriani, ecc.,) ma produce anche chitarre adatte a blues come ad esempio il modello George Benson.
Dean Guitars produce chitarre tradizionalmente utilizzate per il genere metal. Ma non solo, la Dean è nota anche per chitarre utilizzate da artisti che, seppure in ambito hard rock, hanno radici più blues.

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Patrick Erard Djivas (Cannes, 23 maggio 1947) è un bassista e compositore francese naturalizzato italiano.
È stato uno dei fondatori degli Area e, dal 1973, è uno dei componenti della PFM. È anche compositore di sigle televisive, gingle pubblicitari e colonne sonore.

Biografia

Ha iniziato la sua carriera musicale nel 1964, avvicinandosi al Rhythm and blues da chitarrista.
Nel 1969 giunge in Italia ed entra nel gruppo di Rocky Roberts. Il 1969 è anche l'anno in cui passa a suonare il basso, quando suonava con un gruppo francese di rhythm and blues: "Joyce e i Jokers".
«Dovevamo andare in Germania a suonare nelle basi Americane ma il bassista si prese l'epatite. Mi ricordo che ci trovavamo a Francoforte e dovevamo incominciare a lavorare il giorno dopo. Accompagnammo il bassista, che era scozzese, all'aeroporto, poi ci mettemmo a cercare un sostituto per tutta la città. Ovviamente non si trovò nessuno quindi, siccome è meglio suonare senza chitarra che senza basso, passai tutta la notte a provare i nostri pezzi con il mio nuovo strumento. Il giorno dopo feci il mio debutto come bassista. Beh, non so se fosse stato perché ero un cane alla chitarra o perché il nostro bassista scozzese non era un granché, ma con l’ausilio della mia ritmica il gruppo girava meglio. Quando il bassista tornò, la dura legge del rock'n roll lo estromise definitivamente. Io diventai il bassista ufficiale del gruppo. La mia vita era cambiata: avevo trovato, il mio strumento, il "trait d'union" tra la ritmica e l'armonia, tra la forza e la dolcezza, il tutto sulla stessa tastiera. Avevo trovato... IL BASSO»
Ha fondato nel 1971 il gruppo progressive rock Area con Demetrio Stratos, Giulio Capiozzo e Gaetano Leandro,Registrano un brano che chiameranno appunto Area ( nome che avevano deciso per il gruppo ) nel disco Radius di Alberto Radius.Apriranno il tour nel 1972 ai Nucleus nella prima formazione del gruppo che includeva anche Johnny Lambizzi e Victor Eduard Busnello , poi a Rod Stewart ed infine ai Gentle Giants sostituendo Gaetano con Patrizio Fariselli. Con questa formazione registreranno Arbait Macht Frei . È entrato nella PFM, nella quale milita attualmente, nel 1973.
Dal 1974 Patrick Djivas incide gli album del periodo "internazionale" della PFM e, durante la permanenza negli Stati Uniti, incontra due giganti della musica: Leo Fender nel 1976, conosciuto grazie allo staff della Music Man, che sponsorizzava la PFM, e Jaco Pastorius, che incontra per la prima volta all'albergo Sunset Marquis di Los Angeles - Alta Loma (da qui il pezzo Alta Loma 5 till 9), e che presto diventa un suo grande amico.
Dagli anni settanta ad oggi, la sua attività all'interno della PFM non conosce soste e sono sempre più frequenti le tournée mondiali che portano il gruppo dal Giappone al Messico, dal Canada alla Corea, dagli U.S.A. al Brasile.
Altrettanto floride e ricche di nuovi spunti e idee sono le produzioni del gruppo che, solo per citare le più recenti, nel 2005 sfociano nell'opera rock Dracula e, nel 2006, in Stati di immaginazione, un DVD con stupendi videoclip e musica improvvisata a tema.
Al di là della frenetica attività con la PFM, Patrick Djivas si cimenta in produzioni musicali per TV, cinema e teatro. Solo alcuni esempi: "Sigla del TG5", "Jingle istituzionali delle reti Mediaset", colonne sonore per varie fiction TV, colonne sonore per il teatro di Glauco Mauri (Don Giovanni e Riccardo II), musiche originali per grandi manifestazioni e produzioni discografiche di vari artisti italiani.
Dal 2004 si dedica anche alla divulgazione e alla didattica musicale, collaborando con importanti riviste nazionali di musica (Strumenti Musicali, Computer Music & Project Studio e altre). Nel 2007 è coautore del libro Cubase 4 - Guida completa (edito da Apogeo) assieme a Pier Calderan, guru della Computer music.

Risultati immagini per 924 Gilman Street

Il progetto 924 Gilman Street, famoso anche come Alternative Music Foundation, è l'indirizzo e nome ufficiale di un club musicale di Berkeley, California, aperto a tutte le età senza fine di lucro, solitamente conosciuto più semplicemente come Gilman. È situato a West Berkeley, in un'area a circa due kilometri dalla stazione North Berkeley BART ed a 400 metri ad ovest da San Pablo Avenue, all'incrocio tra la 8th Street e la Gilman.

Storia

Nell'aprile del 1986, i fondatori del club decisero di dargli come sede in una costruzione al 924 di Gilman Street e firmarono un contratto d'affitto. Nei mesi successivi, i fondatori, tra i quali Tim Yohannon di Maximumrocknroll, iniziarono a organizzare incontri settimanali e stamparono volantini per aumentare l'attenzione nei confronti del nascente locale. Il 31 dicembre 1986, il club ospitò il primo concerto.
Il 924 Gilman aprì pochi mesi dopo la chiusura di altri due importanti locali punk di San Francisco, il Mabuhay Gardens ed il The Farm, attraendo molti esponenti della scena della Baia di San Francisco di tutte le età.

I principi fondanti

Il Gilman si fondava sul principio dell'uguaglianza, rifiutando il razzismo, il sessismo e l'omofobia. Le linee guida del locale erano rappresentate da tre principi fondamentali:
  • niente alcol;
  • niente droga;
  • niente violenza.
Basato sull'etica del do it yourself, per diventare socio del locale era sufficiente pagare una quota annuale di 2 dollari.

La musica

Il Gilman si caratterizza per la musica punk rock, in particolare pop punk ed hardcore punk. Tra i gruppi più importanti che vi hanno suonato troviamo:
  • Soup (primo gruppo in assoluto ad avervi suonato)
  • AFI
  • Assfort
  • Bad Religion
  • Bl'ast
  • Blatz
  • Born Against
  • Chumbawamba
  • Crimpshrine
  • Die Kreuzen
  • Econochrist
  • Fifteen
  • Filth
  • The Forgotten
  • Fugazi
  • Gauze
  • Go!
  • Green Day
  • Guttermouth
  • GWAR
  • His Hero Is Gone
  • Indian Summer
  • Isocracy
  • Jawbreaker
  • L7
  • Link 80
  • MDC
  • The Mentors
  • The Mr. T Experience
  • Third Eye Blind
  • Neurosis
  • NOFX
  • No Use for a Name
  • Operation Ivy
  • Rancid
  • Resinga
  • Riccardo Argentieri
  • Samiam
  • Screeching Weasel
  • Screw 32
  • Spitboy
  • Sweet Baby
  • Submission Hold
  • Tiger Army
  • Tilt
  • Victim's Family
  • Youth of Today

Un libro sul club, 924 Gilman: The Story So Far, è stato scritto da Brian Edge e contiene memorie e aneddoti di collaboratori del locale, lavori giornalieri che hanno vissuto dal 1986 al 2004.
Alcuni gruppi musicali, tra i quali AFI, Rancid, Third Eye Blind e Green Day, non sono più presenti nei programmi dei concerti, a causa dei loro contratti discografici con delle major. Molti dei gruppi non sono più in attività. Il locale riesce tuttora a dare alla scena hardcore della East Bay e della California settentrionale una celebrità locale, nazionale ed internazionale.
I Green Day, nonostante tutto, hanno suonato con i The Influents nel club nel 2001. Il concerto è stato registrato e venduto in DVD nel negozio on-line degli Influents web store. I Green Day non furono accreditati ufficialmente; andarono sul palco senza aver consultato lo staff del Gilman staff. I The Influents decisero di accorciare il proprio concerto per consentire ai Green Day di suonare.

L'incidente di Jello Biafra

Nonostante il club sia famoso per la non-violenza, il 7 maggio 1994 alcuni spettatori attaccarono l'ex-cantante dei Dead Kennedys, Jello Biafra, accusandolo di essere un venduto, nonostante secondo il Gilman egli non avesse mai firmato per una major. Biafra afferma di essere stato attaccato da un uomo soprannominato Cretin, che lo colpì durante un mosh. Lo scontro causò una ferita ad una gamba a Biafra, provocando una discussione tra i due. Nella discussione, Cretin buttò Biafra per terra, cinque o sei amici di Cretin picchiarono il cantante a terra urlandogli Rock star venduta, picchiatelo. Biafra venne poi portato in ospedale con ferite gravi.







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La musica beat (dal verbo inglese to beat, battere) è un genere musicale di pop e rock nato negli anni sessanta in Inghilterra dal rock and roll (principalmente nello stile chitarristico alla Chuck Berry e nel midtempo di artisti come Buddy Holly) con influenze swing, blues, doo-wop e skiffle. Gli artisti della musica beat comprendono molte delle band poi responsabili della British Invasion, che vide nel 1964 l'esplosione della scena musicale inglese in tutto il mondo. Tale scena decretò molti modelli che poi vennero seguiti dalla musica pop e rock, incluso il classico formato della band composta da voce, chitarra, basso elettrico e batteria.
Col termine Merseybeat (o Mersey sound) ci si riferisce invece al genere proprio dei primi gruppi beat di Liverpool (dal nome della Mersey, il fiume che attraversa la città).

Uso del termine

L'esatta origine dei termini "beat music" e "Merseybeat" è attualmente poco determinabile. Il termine "Beat" per la musica sembra avere solo marginalmente una connessione con il movimento letterario della Beat Generation degli anni '50, e molto di più con le linee ritmiche che le band presero a modello dal rock and roll, rhythm and blues e soul music. Quando l'onda iniziale del rock and roll degli anni '50 iniziò a calare, la musica "Big beat", poi contratta in "Beat", divenne la alternativa dei concerti da ballo riferendosi ad artisti come Tommy Steele, Marty Wilde e Cliff Richard.
Il termine "Mersey Beat" invece fu coniato per una rivista musicale di Liverpool nel 1961 da Bill Harry. La band the Pacifics furono rinominati come The Merseybeats nel febbraio del 1962 da Bob Wooler del Cavern Club. Con la nascita dei Beatles nel 1963, i termini "Mersey sound" e "Merseybeat" venivano correntemente utilizzati per gruppi e cantanti di Liverpool, generando così il primo caso nella musica inglese in cui una sonorità ed un luogo venivano accostati in un unico termine. Le scene equivalenti di Birmingham e Londra vennero invece nominate rispettivamente suono di Brum beat e suono di Tottenham.

Caratteristiche

La caratteristica più importante di questa musica fu la battuta forte attraverso l'utilizzo del tempo tipico dei precedenti rock and roll e rhythm and blues, ma spesso con guidando l'enfasi verso tutte le battute del 4/4. Tale ritmo fu sviluppato nei club di Amburgo, in Germania, dove molti gruppi inglesi, compresi i Beatles, i Searchers ed altri suonarono ad inizio anni '60. Tale ritmo, li conosciuto come "mach schau".
I complessi beat erano caratterizzati da una formazione dominata dalle chitarre elettriche, con armonie vocali e melodie orecchiabili. I ritmi veloci e cadenzati rivelano un'evidente derivazione da quelli usati nella musica soul e nel rhythm and blues, ma con linee melodiche in grado di addolcire certe asprezze del rock and roll e del blues. Le parti vocali possono ricordare il doo-wop, con i cori che ripetono sillabe senza senso, ma a differenza di quest'ultimo è meno comune l'utilizzo del falsetto.



Storia della musica Beat

Nei tardi '50 dopo il declino della scena skiffle, iniziò ad emergere nei più grandi centri urbani come Liverpool, Manchester, Birmingham Londra, una fiorente scena culturale e musicale. Questo fenomeno fu particolarmente accentuato a Liverpool, dove si stimò che ci fossero circa 350 gruppi musicali attive che si esibivano in balere, sale da concerto e club. La città era divenuta negli anni precedenti, un perfetto punto di origine di nuove forme musicali, viste anche la solidarietà locale, il declino industriale, l'assenza di Stato sociale, unite alla presenza di una larga popolazione di origine irlandese, elementi tutti messi in relazione più volte dalla critica. Come città portuale poi era il miglior collegamento con l'America, punto di accesso sia di dischi che di strumenti che non potevano essere esportate per via delle restrizioni. È da questo collegamento che derivano le influenze americane dell'era come Buddy Holly and the Crickets (gruppo dal quale i Beatles derivarono il loro nome) mescolate alle precedenti esperienze del rock and roll britannico come ad esempio The Shadows.
Dopo il successo nazionale dei Beatles in Gran Bretagna dal 1962, molti musicisti di Liverpool come Gerry & The Pacemakers, the Searchers e Cilla Black furono in grado di seguirli nelle classifiche. Il primo esempio di band non della città, ne prodotto da Brian Epstein, furono i Freddie and the Dreamers di Manchester come i Herman's Hermits e the Hollies.
Fuori da Liverpool, molte scene locali sono state influenzate in diverse misure dal rock and roll e più dal rhythm and blues e più tardi later direttamente dal blues. Tra queste sono da ricordare le band di Birmingham che venivano spesso raggruppate nel movimento beat, come the Spencer Davis Group e the Moody Blues. Band ugualmente influenzate dal blues che vennero fuori da scene locali furono i the Animals di Newcastle ed i Them di Belfast. Per quanto riguarda invece il suono di Tottenham, appellativo che veniva affibbiato ai gruppi londinesi, c'erano the Dave Clark Five, the Rolling Stones, the Kinks e the Yardbirds.
Dal 1967 la musica beat iniziò però a venire superata, in particolare dal blues rock che stava cominciando ad emergere. La maggior parte dei gruppi che non si erano ancora sciolti si mosse, come i Beatles, verso diverse forme di musica rock e pop, come per esempio il rock psichedelico e il rock progressivo.
Il beat ha avuto inoltre una grande influenza sul garage rock statunitense e sui movimenti folk rock, ed è stato poi fonte di ispirazione per diversi sottogeneri della musica rock, tra cui il britpop degli anni novanta.
Influssi della musica beat si possono inoltre trovare nella subcultura mod, anch'essa molto popolare nel Regno Unito negli anni sessanta.

Diffusione del beat

La British invasion

Il termine "British invasion" fu coniato dal giornalista televisivo Walter Cronkite per descrivere l'arrivo dei Beatles nel 1964 e la Beatlemania che ne scaturì. Da questo momento in poi molti furono i gruppi beat che scalarono le classifiche americane e tra questi the Animals, Petula Clark, the Dave Clark Five, the Rolling Stones, Donovan, Peter and Gordon, Manfred Mann, Freddie and the Dreamers, Wayne Fontana and the Mindbenders, Herman's Hermits e the Troggs.

"Brit-It" invasion ed il beat in Italia

Se negli anni '60, anche grazie al boom economico in Italia si apriva un fiorente mercato discografico, in Inghilterra la grande presenza di band e musicisti rendeva il mercato saturo, spostando spesso la propria attenzione verso la Germania, dove vi era anche un consistente contingente militare americano. Fu in questo contesto che un gran numero di band d'oltremanica, spesso aiutate da discografici italiani in cerca di novità da proporre, venivano lanciati nel mercato nazionale come band di successo. Tra questi possiamo ricordare i Bad boys, Cyan Three, Motowns, The Primitives, Renegades, The Rokes, Sopworth Camel, Sorrows.

Il beat nel resto del mondo

Gruppi beat importanti nel resto del mondo sono stati i Monkees negli Stati Uniti e gli Easybeats in Australia.

Alcuni artisti

Merseybeat

  • The Beatles
  • The Big Three
  • The Cryin' Shames
  • Lee Curtis and the All-Stars
  • The Dakotas
  • Derry and the Seniors
  • The Escorts
  • The Fourmost
  • Gerry and the Pacemakers
  • Billy J. Kramer
  • The Liverbirds
  • The Merseybeats
  • The Mindbenders
  • The Mojos
  • Rory Storm and the Hurricanes
  • Kingsize Taylor and the Dominoes
  • The Searchers
  • The Swinging Blue Jeans
  • The Undertakers

Altri gruppi beat inglesi

  • The Animals
  • The Applejacks
  • Cliff Bennett and the Rebel Rousers
  • The Dave Clark Five
  • Dave Dee, Dozy, Beaky, Mick & Tich
  • Freddie and the Dreamers
  • Herman's Hermits
  • The Honeycombs
  • The Hollies
  • The Kinks
  • Lulu and The Luvvers
  • Manfred Mann
  • The Move
  • Brian Poole and the Tremoloes
  • The Pretty Things
  • The Rolling Stones
  • The Small Faces
  • The Troggs
  • The Who
  • The Zombies

Gruppi beat inglesi attivi in Italia

  • The Bachelors
  • Bad Boys
  • The Casuals
  • Cyan Three
  • Dave Anthony's Moods
  • Doc Thomas Group
  • Mal
  • The Motowns
  • Pop Seven
  • The Primitives
  • The Renegades
  • The Rokes
  • The Sorrows
  • Thane Russall

Il revival beat degli anni ottanta

Molti gruppi musicali della cosiddetta New wave, nati tra la fine degli anni settanta e i primissimi anni ottanta, subirono in misura diversa l'influenza della musica beat.
Nell'ambito della scena inglese vanno ricordati i Jam di Paul Weller, debitori non soltanto al movimento dei Mod (o Mods), ma anche di gruppi come Beatles, Kinks, Who. Molto evidente il riferimento anche nei primissimi dischi di Joe Jackson, caratterizzati da un beat essenziale ed elettrico basato su linee veloci di basso e chitarra elettrica. Gli XTC, originari della cittadina inglese di Swindon, rivelano, fin dai primissimi album, uno stretto legame con la musica beat e psichedelica degli anni sessanta. Tale influsso, a metà fra sincera devozione e parodia, è ancor più evidente nell'esperienza parallela dei Dukes of Stratosphear, alla quale partecipano gli stessi componenti degli XTC.
Per quanto riguarda l'Italia, vanno segnalate influenze nell'ambito della scena musicale torinese degli anni ottanta. Nel 1983 nascono nel capoluogo subalpino gli Statuto, destinati a diventare il gruppo di punta del movimento mod nazionale. Sempre a Torino gravitano, nella prima metà del decennio, i Blind Alley. Il primo gruppo a riportare il beat in Italia sono Gli Avvoltoi di Bologna, ricercando i brani più oscuri del periodo 60 italiano e proponendo brani originali.
Tra le case discografiche più attente alla rinascita del beat bisogna ricordare la Toast Records di Giulio Tedeschi, che ha pubblicato tra gli altri Gli Avvoltoi ed i Barbieri.

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Il termine British invasion (letteralmente invasione britannica), usato per lo più nei paesi anglofoni, denota un fenomeno musicale e commerciale, riguardante soprattutto il rock, il beat e il pop, per cui alcuni artisti originari del Regno Unito, ma soprattutto inglesi, divennero particolarmente popolari negli Stati Uniti, ma anche in Australia e in Canada, e successivamente in altri paesi. La prima e più significativa invasione si è verificata negli anni dal 1964 al 1967 e ha costituito un clamoroso capovolgimento di fronte poiché, fino ad allora, per quanto riguardava il rock e i generi affini, era stata la musica originaria degli Stati Uniti ad avere un netto predominio e una maggiore influenza sulla musica d'oltreoceano.
Il termine British invasion può essere tuttavia applicato anche ad altri fenomeni, collocati in periodi successivi.

Storia

Le cronache musicali parlano perlopiù di due ondate di invasione. La prima vede l'ingresso nelle classifiche statunitensi di un grande numero di gruppi sull'onda del successo dei Beatles, esploso dopo l'apparizione all'Ed Sullivan Show nel febbraio del 1964. Le classifiche musicali dell'epoca vennero monopolizzate dai Fab Four, che contribuirono a lanciare nel nuovo continente anche altri gruppi rock britannici come The Rolling Stones, The Kinks e The Animals, oltre ad altri meno noti come The Hollies, The Searchers e The Troggs. Nacquero di lì a poco anche gruppi come Herman's Hermits (in Inghilterra) e The Monkees (negli Stati Uniti), studiati a tavolino per prendere il posto di celebrità come Paul Anka nell'era del beat.
La seconda ondata segna invece la comparsa di gruppi provenienti dal Regno Unito che risentono dell'influenza e delle innovazioni musicali di fine anni sessanta, differenziandosi maggiormente tra loro rispetto ai predecessori, tanto che se nel caso della prima ondata si può riscontrare una certa unità di suoni dovuta a rielaborazioni in chiave pop, blues o vaudeville dei suoni provenienti dagli Stati Uniti (come nel caso dei Beatles o dei Rolling Stones), per i gruppi della seconda ondata l'elemento condiviso è generalmente la comune provenienza albionica: The Who, Cream, Procol Harum, The Yardbirds e The Zombies sono in questo caso i protagonisti.
Per capire come i gruppi britannici siano riusciti a ottenere tale successo negli Stati Uniti bisogna considerare come i principi contro cui aveva reagito la rivoluzionaria stagione del rock and roll negli Stati Uniti, sono gli stessi che stanno dietro al successivo movimento di restaurazione e di rimpiazzo dei suoi protagonisti con i teen idols: il forte spirito religioso, il senso delle tradizioni e il malcelato razzismo dell'America segregazionista.
Questi fattori operano in modo ben più blando nel Regno Unito, non a caso tra la fine degli anni cinquanta e i primi anni sessanta i bluesman vi trovano un clima adorante e una folta schiera di adepti interessati al blues essenzialmente sotto il profilo musicale, non avendo ovviamente nessun legame con la tradizione musicale americana. Questo concetto è fondamentale per capire la maggior libertà espressiva e creativa con cui i gruppi inglesi si avvicinano, alla musica americana.Successivamente seguirono altre invasion dalla Gran Bretagna, che percorsero le strade già battute dalle precedenti. Si parla di Progressive rock invasion, negli anni settanta con gruppi musicali come Pink Floyd, King Crimson, Yes, Genesis, ELP e Jethro Tull; ma anche di Second british invasion negli anni ottanta con i movimenti new wave e synth pop.

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L'alternative metal (o alt-metal) è un particolare sottogenere dell'heavy metal nato alla fine degli anni ottanta. Comprende in sé più varianti (spesso difficili da classificare), accomunate dalla fusione di elementi heavy metal e alternative rock, distaccandosi notevolmente dai canoni dell'heavy metal classico. Presenta spesso sperimentazioni anticonvenzionali, nei tempi e nelle tecniche, ed è influenzato da altri generi esterni non solo al genere heavy metal, ma spesso anche al rock. Alcuni fra i più importanti precursori ed innovatori del genere sono gli Helmet, i Primus, i Faith No More, i Jane's Addiction, gli Alice in Chains e molti altri.

Storia del genere

La categoria dell'alternative metal, analogamente a quella dell'alternative rock, è molto ampia. Infatti il termine viene usato per descrivere quei gruppi che mescolano l'heavy metal con altri generi esterni, creando un modello di musica sperimentale e fuori dai canoni classici.
All'inizio l'alternative metal interessava in primo luogo i fans dell'alternative rock; con l'indie degli ottanta presentava, inoltre, alcuni tratti comuni. I primi gruppi alternative metal fondevano l'heavy metal con elementi di hardcore punk (Corrosion of Conformity), post punk (Helmet), funk, rock progressivo, Heavy metal, Dance rock (Jane's Addiction[5], Primus), noise rock (Helmet, The Jesus Lizard), grunge (Alice in Chains, Soundgarden), industrial (Ministry, Nine Inch Nails) e rap (Rage Against the Machine, Body Count, Biohazard, Faith No More), ma anche con altri generi. Alcuni di questi avevano più ispirazioni: i Soundgarden, ad esempio, si rifacevano anche a Bad Brains, Bauhaus e Butthole Surfers. Tutte queste band non si aggregarono mai in un unico movimento; piuttosto, si generò un'ondata di gruppi accomunati dall'idea di unire l'heavy metal alle sperimentazioni formali, in genere mediante le loro influenze eclettiche ed approcci insoliti. I Jane's Addiction, ad esempio, erano molto concentrati sulla spettacolarità delle loro esibizioni; Corrosion of Conformity, Melvins e Soundgarden erano appassionati di heavy metal anni settanta; i Faith No More incorporavano nella loro musica anche elementi hip hop, new wave e funk, mentre Primus e Mr. Bungle si muovevano tra molte più influenze.
Il grunge dei primi anni novanta, che al primo heavy metal di Led Zeppelin e Black Sabbath univa elementi di underground punk, contribuì all'aumento di popolarità del parallelo alt metal. L'alternative metal ottenne alcuni consensi da parte di chi ascoltava rock alternativo, grazie anche al Lollapalooza (festival fondato dal cantante dei Jane's Addiction Perry Farrell); inoltre alcuni gruppi del genere aprirono anche per gruppi non meno importanti, come i Metallica. Con i cambiamenti indotti dall'emersione dell'alternative rock, l'"alternative metal" cominciò ad essere usato per definire quei gruppi, emersi proprio in quell'epoca dominata dai Nirvana, a cui furono contraltari. Lo storico di genere Ian Christe li definì "heavy, ma non necessariamente metal" ("heavy without necessarily being metal"). Allora si affermarono artisti con connotazioni proprie ma con un comune ascendente alternative: Ministry, Nine Inch Nails e Fear Factory diedero impulso all'Industrial metal, combinando influenze techno, industrial ed elementi di musica elettronica con chitarre distorte, i Tool si rifacevano in parte al progressive rock, i Rage Against the Machine inserivano cantati e ritmiche di derivazione hip hop, i Sepultura erano influenzati anche dalla world music, mentre gli Helmet ebbero in parte anche formazioni jazz, noise rock e post punk.
Sul finire del decennio, l'alternative metal fu caratterizzato dall'ascesa di altri gruppi, influenzati a loro volta da quelli della prima ondata. Gli Helmet in particolare, con le loro chitarre ribassate e dissonanze aggressive, ispirarono parzialmente il nu metal, una nuova ondata di Alternative metal che prese piede durante la metà degli anni novanta, per opera di gruppi come Korn, Deftones e, più tardi, Limp Bizkit. Verso la fine del decennio fece la loro comparsa i System of a Down. Inizialmente inseriti nell'elenco delle band Nu Metal, i SOAD fanno ancora oggi discutere per il loro personalissimo sound, che li rende tutt'oggi inconfondibili e difficili da classificare in un genere preciso. Agli inizi del 2000 esordì un gruppo che riscosse un grande successo commerciale e ancora oggi è uno dei più famosi gruppi del genere, i Disturbed, mentre nel 2004, dalle ceneri dei Creed, noto gruppo grunge degli anni novanta, nacquero gli Alter Bridge che svariano su vari generi quali appunto l'alternative metal, Hard & heavy e Post-grunge.

Generi correlati

Funk metal

I gruppi che mescolano elementi tipici del funk con l'heavy metal sono ascritti al funk metal. Ispirati in alcuni casi anche da hip hop e punk, hanno cominciato ad emergere dalla metà degli anni ottanta.
A cominciare questa tendenza furono gruppi alternative rock come Red Hot Chili Peppers, Fishbone, Faith No More, Extreme e Primus. Al movimento si aggregarono anche gruppi come Mr. Bungle, Mind Funk e, nei primi anni novanta, gli Incubus.

Industrial metal

L'industrial metal emerse negli anni ottanta, parallelamente all'alternative metal e in parte condividendo le influenze.
Il genere ebbe come primo esempio rappresentativo i Ministry: il loro frontman Al Jourgensen, inizialmente vicino ad un semplice elettropop, con altri colleghi sperimentò negli anni l'unione di musica elettronica, industrial e chitarre distorte. Risultato di ciò fu l'album The Land of Rape and Honey, pubblicato nel 1988. Da allora l'industrial iniziò a diffondersi anche fuori degli USA, ed altri gruppi seguirono l'esempio di Jourgensen, a cominciare dai Nine Inch Nails.
Anche i KMFDM iniziarono ad ibridare metal ed elettronica. Nel 1990 emersero i Fear Factory, che presentavano forti elementi death metal e che insieme ad altri influenzarono il nu metal. In Germania l'industrial metal è portato avanti da band come Rammstein, OOMPH! e Megaherz.

Punk metal

Anche alcuni gruppi di origine punk rock, negli anni ottanta, incorporarono sonorità metal. Se da una parte emersero grindcore, speed metal, thrash metal, metalcore, grunge e crust punk, furono soprattutto i musicisti della scena hardcore punk ad adottare influenze metalliche. D.R.I.(Dirty Rotten Imbeciles), Corrosion of Conformity, Suicidal Tendencies e Stormtroopers of Death cominciarono a farlo, ed anche loro presentano attinenze con l'alternative metal.
Queste band contribuirono alla creazione di un genere che fu poi definito come punk metal, spesso chiamato anche crossover thrash.

Nu metal

A metà degli anni novanta debuttarono sulla scena i Korn e i Deftones, ispirati dall'alternative metal e da altri stili del decennio precedente. Furono i primi due gruppi, in ordine di tempo, ad emergere nel movimento nu metal.
Tra i principali artisti di genere si distinguono, oltre agli iniziatori, Limp Bizkit, Slipknot, P.O.D., Coal Chamber, Incubus, System of a Down e Linkin Park. Le band appartenenti a questo movimento propongono uno stile che mescola essenzialmente elementi di alternative metal, rap metal, industrial metal, grunge e funk metal.