Il simpaticone nella foto è nientemeno
che
Gabriele D'Annunzio, beh…
sì, proprio lui, quello delle costole asportate, anche se questa
storia sembra proprio essere una leggenda.
Classe 1863, nasce a Pescara, Abruzzo e
si stabilisce nel 1881 a Roma, dove si dedica al giornalismo e al suo
hobbie: il libertinaggio.¹
Principalmente noto ai più come
l'autore de "La pioggia nel pineto" e la raccolta poetica
"Primovere", il
nostro famoso autore era in realtà un dotato amante, nonostante il
suo fisico non proprio slanciato e atletico (si veda la foto sopra).
Il nostro Gabriele era ispirato dalla
sensualità, che considerava un mezzo per esprimersi e alimentare la
propria immaginazione. Devoto alla sua Amélie, sua guardarobiera "a
luci rosse", lui stesso la soprannominava "hélice",
elica, dalla sua eccellenza nella fellatio, "guardiana dei miei
'capitoli'", come lui chiamava gli orgasmi.
Nonostante la "passione", se
così la si può chiamare, nei confronti di Amélie, ebbe anche molte
altre donne perché, diceva, "l'ideale per un uomo è essere
infedele a una donna fedele" e lui lo era, infedele, e anche
spendaccione: "come fare a vivere nel bello senza avvalersi del
suo potere?".
Era avanti con i tempi, dicono alcuni,
riteneva la donna come la sola scienza che si potesse apprendere e
lui, l'aveva appresa.
Amava rendere ogni donna come "al
centro dell'universo", soprattutto grazie al suo fido
“gonfalon selvaggio”,
“principino”, “catapulta perpetua” e
“monaco di ferro”.
A lui però dobbiamo anche il genere
del sostantivo "automobile", al femminile perché
"ha la grazia, la snellezza e la vivacità di una seduttrice. Ma
rispetto alla femmina ha una virtù in più: la perfetta obbedienza."
L'amico, inoltre era un grande amante
della
penetrazione
"in una donna gracile,
violentemente,
come sferrando un colpo di
coltello
per passarla da parte a parte."
Insomma, forse sarebbe stato meglio se
avesse evitato di dirlo troppo in giro; di certo per molti apparirà
come un eroe, un prode rappresentante degli uomino; a me sembra
piuttosto un comportamento tanto strano quanto maniacale.