Nel vasto e complesso universo di Star Trek, i cattivi
memorabili non mancano. I Klingon, con il loro codice d’onore e la
loro furia guerriera, hanno incarnato per decenni l’antitesi
bellica della Federazione. I Romulani, subdoli e strategici, hanno
giocato il ruolo dei maestri dell’inganno geopolitico. Ma poi ci
sono i Ferengi.
Presentati per la prima volta in Star Trek: The Next
Generation, i Ferengi avrebbero dovuto essere una nuova minaccia
ricorrente, ma il progetto iniziale fallì clamorosamente. Troppo
caricaturali, troppo grotteschi, troppo ridicoli per essere presi sul
serio. Eppure, in un altro universo narrativo, i Ferengi avrebbero
potuto diventare i più spaventosi antagonisti di tutti. Non con le
armi. Non con le flotte stellari. Ma con il denaro.
I Ferengi, nella loro essenza, non desiderano territori, non
cercano il dominio culturale, né tantomeno sono mossi da ideali
militari. Sono motivati da una sola cosa: il profitto. Per questo
motivo, molti fan e analisti li hanno considerati inadatti al ruolo
di antagonisti principali. Tuttavia, questa visione trascura un
elemento fondamentale: il potere economico è spesso più distruttivo
del potere militare.
Immaginiamo per un momento i Ferengi non più come mercanti
pittoreschi o trafficanti di oggetti esotici, ma come oligarchi
galattici, banchieri interstellari capaci di manipolare intere
economie planetarie. Attraverso prestiti vincolati, clausole capestro
e privatizzazioni planetarie, potrebbero facilmente destabilizzare
governi, fomentare guerre civili e trasformare mondi sovrani in
colonie economiche. Un mondo che cede il controllo delle proprie
risorse idriche o energetiche a una Corporazione Ferengi Centrale,
per esempio, diventerebbe dipendente al punto da compromettere
l’autonomia politica.
Questo tipo di antagonismo sarebbe tanto più inquietante perché
perfettamente legale. A differenza dei Klingon, che si
impongono con la forza, i Ferengi avrebbero potuto conquistare mondi
firmando contratti.
Uno degli spunti narrativi più promettenti, e sottoutilizzati,
emerse nella serie Deep Space Nine, con il personaggio di
Quark coinvolto nel traffico d’armi insieme a un parente. Era una
parabola cinica: vendere armi a entrambe le fazioni di una guerra,
senza alcun interesse per le conseguenze. E se quell’episodio fosse
stato solo la punta dell’iceberg?
Una rete di Ferengi dietro le quinte delle guerre del Quadrante
Alfa avrebbe potuto costituire una minaccia sistemica, responsabile
di alimentare i conflitti per trarne profitti. Come antagonisti, i
Ferengi non sarebbero stati i burattini: sarebbero stati i
burattinai. Avrebbero potuto finanziare rivoluzioni,
sabotare trattative diplomatiche, esportare armi e persino manipolare
le elezioni di governi planetari attraverso l’acquisto di media e
infrastrutture comunicative. Il tutto, con il sorriso beffardo di chi
sta solo “facendo affari”.
Certo, i Ferengi non sono, per definizione, malvagi. Non
desiderano sterminare civiltà, né assoggettare razze. Ma il male
più pericoloso è spesso quello che non si riconosce come tale. La
loro ideologia, fondata sulle Regole dell’Acquisizione, è una
religione del mercato, una visione del mondo in cui tutto ha
un prezzo e nulla è sacro, eccetto il profitto. Portando
questa logica fino alle sue estreme conseguenze, i Ferengi potrebbero
diventare figure quasi distopiche: apostoli di un capitalismo
terminale, decisi a convertire l’intero Quadrante con la stessa
ferocia con cui altri popoli usano i cannoni.
Nel loro mondo, il debito non è un fallimento: è uno strumento
di controllo. La povertà non è un problema: è un’opportunità. E
la guerra, purché redditizia, è solo un altro affare. Una simile
etica, se approfondita e resa sistemica, avrebbe potuto offrire alla
saga una riflessione più tagliente sulle derive del potere
economico, specchio oscuro della nostra realtà contemporanea.
In una narrazione più audace, la Federazione avrebbe potuto
scoprire che alcuni dei suoi nemici più letali – pirati,
mercenari, perfino alcuni avversari politici – agivano in realtà
su commissione di consorzi Ferengi. Un colpo di scena ben orchestrato
avrebbe potuto rivelare che la guerra stessa contro il Dominio, o
parte della sua estensione, era stata resa possibile dalla logistica
e dalle forniture gestite in segreto da imprese Ferengi. Non una
flotta da affrontare in battaglia, ma una rete. Invisibile. Legale.
Letale.
I Ferengi non hanno mai avuto davvero l’occasione di essere
temuti. Sono stati ridotti, per lo più, a spalle comiche,
utile allegoria dell’avidità, ma mai vera minaccia. Eppure, se
trattati con serietà, avrebbero potuto rappresentare il nemico più
realistico e disturbante di tutti: quello che non ti punta contro un
phaser, ma ti compra. Quello che non invade il tuo pianeta, ma il tuo
bilancio.
In fondo, nell’universo di Star Trek, c'è sempre stato
spazio per la metafora. E la grande occasione mancata dei Ferengi è
stata proprio questa: non essere stati una metafora abbastanza
inquietante di noi stessi.