Non riesco a dimenticare Totò, Peppino e il Ghisa di Milano: “ Scusi, per andare dove dobbiamo andare, dove dobbiamo andare? Se ghé? Per andare al manicomio vi ci porto io…. ( Totò, Peppino e la Malafemmina) all’interno del quale è pure contenuta la lettera sotto dettatura: “ scrivi, scrivi, scrivi: signorina… perché ti fermi? ( Peppino, asciugando il sudore ) : hai detto signorina! C’è una signorina…?

Sembra improvvisassero, tra l’altro!!


L'uso del prefisso 555 nei numeri di telefono nei programmi televisivi americani.

Questo prefisso è stato usato perché non va da nessuna parte, quindi tutto e tutti in TV hanno un numero di telefono 555. Una volta che l'hai notato, non puoi non notarlo.



Inoltre, la finzione che la chiave per salvare una persona a cui hanno sparato è la rimozione del proiettile. Sentiamo il tintinnio del proiettile sul vassoio chirurgico e quello è il codice che la persona si riprenderà. In realtà, estrarre il proiettile, soprattutto con strumenti rozzi, di solito peggiora il paziente, e raramente è la prima preoccupazione delle squadre di traumatologia, che sono più preoccupate della massiccia perdita di sangue e dello shock.




…No, direi di no.



A volte si fa, ma è raro. In certi casi ancora più rari i registi lo fanno 'per tirarsela' (Woody Allen in un film ha lasciato perfino che il microfono si vedesse 'per sbaglio' sopra le teste degli attori).

Il primo problema, è quello del 'mix'.

Come ben sa qualunque tecnico del suono dei concerti, è estremamente difficile posizionare un microfono in modo che tutti gli strumenti (le voci di tutti gli attori, i suoni di tutti gli oggetti, eccetera) si sentano come 'devono' sentirsi.

Quando metti un microfono in un ambiente, questo non è come l'orecchio umano: alcuni suoni saranno SEMPRE più vicini di quanto dovrebbero, mentre certi altri saranno sempre invece troppo bassi e lontani. Per non parlare poi di certi ambienti dove l'acustica potrebbe rivelarsi un autentico disastro (magazzini con echi strani, eccetera).

Quando giri in uno studio (scenografia artificiale al chiuso) sicuramente si può fare molto meglio: in genere gli studi sono isolati abbastanza bene. Tuttavia, spesso non si fa nemmeno lì.

Ah, e poi ci sono i suoni accidentali: e se passa un aereo mentre stai girando un film ambientato nell'ottocento? O si sente il clacson di una macchina? O il sottofondo della città è comunque troppo rumoroso, perché giri in una vecchia villa in città, invece che in campagna?

Poi c'è il problema degli attori.

Recitare è MOLTO più difficile di quanto pensi a torto il grande pubblco, e dando la possibilità agli attori di doppiarsi in studio, gli dai la possibilità di concentrarsi solo su gesti, sguardi, ecc. mentre filmano… Tanto la voce la aggiusteranno più tardi.

Per cosa pensate che TUTTI i film di Bud Spencer e Terence Hill fossero doppiati?


NOTA: eh… Lo so. Lo so.

Non vi eravate mai accorti di quanto la voce di Don Matteo fosse diversa da quella dei vecchi film di Terence Hill. Lo so… E Dio mi perdoni per avervelo fatto notare, se non ve ne eravate mai accorti prima…

Già… Il duo (mi piange il cuore, ma tant'è…) recitava… Ehm… In maniera che non soddisfaceva. E quindi Bud Spencer e Terence Hill (sempre siano lodati!) venivano sempre, rigorosamente doppiati in fase di montaggio.

Poi esiste l'oscar per gli effetti sonori… Perché gli effetti sonori sono un'arte, e la stessa scena può letteralmente fare schifo o diventare stupenda con degli effetti sonori particolarmente azzeccati.

Il cinema è l'arte dello spettacolo.

E in un ottimo spettacolo, è tutto figo, tutto quanto: gli attori sono belli, i loro vestiti perfetti, le loro voci sono suadenti… E I suoni sono meravigliosi. Non ci sono mai colpi di tosse, colpi di clacson in distanza che rompono l'atmosfera, eccetera.

E' sempre tutto rigorosamente perfetto, fino alla mosca in computer graphic che si posa nel momento giusto ed esattamente nel posto giusto.

E' anche per questo che la settima arte è l'arte più mostruosamente costosa di tutte le altre.


Nel film "Pretty Woman" con Julia Roberts, c'è un errore che se non sei perspicace potresti superarlo.

La mattina quando Vivian (Julia Roberts) è in hotel. Il servizio in camera ti porta la colazione. In uno scatto, appare mentre mangia un croissant. Ma quando si interrompe con un'inquadratura di Edward (Richard Gere), Vivian esce di nuovo, questa volta mangiando un pancake.




 La regola generale è che i film devono guadagnare circa tre volte il loro budget per essere considerati di successo. Quindi anche se un film incassa 300 milioni di dollari in tutto il mondo, se il suo budget era di 175 milioni di dollari, allora non è considerato un successo. Se fa solo circa il suo budget (o meno), è considerato un flop.

"The Lone Ranger" con Johnny Depp come Tonto (2013) è costato almeno 225 milioni di dollari (250 milioni secondo alcune stime) e ha fatto solo 260 milioni di dollari in tutto il mondo, quindi ha sicuramente perso soldi ed è considerato un flop al botteghino.



Il budget di "The Lone Ranger" era decisamente troppo alto considerando l'eventuale affluenza del pubblico.


 Leonard Nimoy, l'attore che tutti ricordano per aver interpretato Spock in Star Trek.

E' morto nel febbraio del 2015 a causa dell'aggravarsi della broncopneumopatia cronica ostruttiva di cui soffriva da qualche anno.

In pratica aveva gravi problemi respiratori, perché in gioventù era stato un accanito fumatore.

All'epoca lo seguivo su Twitter e postava spesso dei messaggi per spingere tutti a smettere di fumare:

E' morto il 27 Febbraio 2015.

Il figlio l'anno successivo ha prodotto un toccante documentario sulla storia di Leonard Nimoy.


Ci sono così tanti. La prima che mi viene in mente è Elizabeth Taylor, la cui esistenza è stata una vera tortura; vale a dire, si è ferita alla schiena cinque volte, ha avuto entrambe le anche sostituite, ha avuto dissenteria, cancro della pelle, è quasi morta due volte di polmonite, ha subito un intervento chirurgico per rimuovere un tumore al cervello, ha dovuto subire una tracheostomia urgente, ha sofferto di cuore e gli è stata diagnosticata , questa volta a torto, con cancro ai polmoni. A peggiorare le cose, era dipendente da droghe e alcol. Alla fine degli anni '90, ha dichiarato in un'intervista che le sarebbe piaciuto continuare a lavorare, ma che non esisteva una compagnia assicurativa che osava assicurarla per le sue cattive condizioni di salute.






Ci sono oggetti che diventano iconici come i film in cui appaiono.

Sir Ian McKellen, trasformato nello stregone Gandalf nella saga de Il Signore degli Anelli e nella trilogia de Lo Hobbit, ha ammesso che dopo aver terminato le riprese gli sono rimasti diversi ricordi della famosa serie. Questi includono la spada Glamdring, il cappello, le chiavi della casa di Bilbo e alcune monete d'oro di Smaug. In un'intervista, l'attore ha confessato che quando il regista Peter Jackson si è reso conto che le chiavi erano state perse e ha iniziato a cercarle ovunque, Ian ha dovuto trattenere una risata per non rivelare di averle.


Chi non conosce “Il buono, il brutto, il cattivo”, capolavoro griffato Sergio Leone.



Ricorderete tutti che la scena finale in cui si svolge il rinomato triello è ambientata in un cimitero. In realtà quel cimitero fu creato appositamente dagli scenografi ma il regista pretese obbligatoriamente la presenza di vere ossa umane.

Una richiesta tanto insolita quanto difficile da concretizzare; eppure qualcuno della troupe rammentò di una vecchia attrice spagnola che nel suo testamento chiese di recitare anche da defunta.


Le sue ossa furono riesumate e collocate sul set, immortalandola in uno dei film più iconici di sempre.


Al Pacino è stato molto selettivo durante i primi vent'anni di carriera.



Solo quattordici film, ma scusate: “I tre "Padrini”, "Un pomeriggio da cani", "Serpico", "Cruising", "Scarface", "Sea of love"... Se aggiungiamo negli anni '90" Carlito's way "," Heat "e" Donnie Brasco ", nient'altro che ruoli eccezionali che hanno segnato la storia del cinema.

Dopo, è più diseguale.


La risata maniacale di Arthur Fleck è stabilita all'inizio come una condizione medica che si manifesta in situazioni estremamente stressanti, come i suoi appuntamenti con il terapista, il viaggio in autobus e il suo incontro con Thomas Wayne.

È chiaramente malato di mente e molto infelice, ma cerca di nasconderlo costringendosi fisicamente a sorridere.



È tutto un atto. Le sue risate, i suoi sorrisi. . . è tutto falso. Un travestimento. Una condizione.

Questo, tuttavia, fino a quando non spara a Murray Franklin in diretta televisiva.



Sembra sinceramente orgoglioso di se stesso per questa atrocità, come lo era per aver ucciso quei tre uomini di Wall Street.

E cosa succede?

Lui ride.


Ma questa volta, sembra reale.

Coperto di sangue e circondato dalle urla terrorizzate del pubblico, Arthur sembra essere sinceramente felice per la prima volta.

Prima, la sua risata era un segno di stress e rabbia, ma questa volta è veramente libero. Ora è il Joker.

Scena incredibile.