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La chillwave, nota anche come glo-fi e pop ipnagogico, è un microgenere caratterizzato dall'utilizzo di effetti sonori, sintetizzatori, loop e sampling attraverso cui la voce viene filtrata all'interno di linee melodiche relativamente semplici.
Il genere combina gli strumenti elettronici degli anni 2000 e la musicalità degli anni ottanta. Tra le varie influenze che hanno contribuito a creare la chillwave vi sono l'electropop, il post-punk revival, la new wave e il pop psichedelico.

Interpreti
I principali esponenti del genere sono Neon Indian, Toro y Moi e Washed Out.[5] I critici hanno osservato che anche altri artisti si sono soffermati sul genere: tra questi Panda Bear (nell'album del 2007 Person Pitch), i suoi Animal Collective, XXYYXX, Keep Shelly in Athens, Senhouse, Mansions on the Moon, Eightcubed, Small Black, Youth Lagoon, Blackbird Blackbird, Tycho, Bonobo, Purity Ring e altri.
Alcuni degli esponenti italiani sono Casa del mirto, Welcome Back Sailors e Flowers or Razorwire.


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La vaporwave è un microgenere di musica elettronica (precisamente di musica elettronica indipendente), nonché corrente estetica, nata intorno al 2010. Nato come una variante ironica del chillwave, la vaporwave si è sviluppata in parte anche dalle tendenze sperimentali del pop ipnagogico e caratterizzato dall'appropriazione di stili come lo smooth jazz, R&B e lounge reinterpretati con tecniche di sampling. L'ideologia di fondo del genere si distingue spesso per il suo approccio ambiguo nei confronti della cultura pop degli anni 80 e 90, ma conservando un senso di fascino e nostalgia verso l'estetica (soprattutto digitale, ma anche rispetto alle pubblicità) di quegli anni. Fanno parte del contesto vaporwave anche la glitch art, anime e scenari cyberpunk, che vengono spesso usati nelle copertine e nei video musicali. Il genere ha guadagnato popolarità grazie a social network come Bandcamp, Tumblr, Soundcloud e 4chan e comprende numerosi artisti fra cui Vektroid, James Ferraro, Chuck Person, che sono considerati i capostipiti del movimento.
A seguire dell'affermarsi del genere, sono emersi anche vari sottogeneri, come la dream wave, il future funk, mallsoft e hardvapour.

Storia
Origini
La vaporwave ha origine nell'Internet, con uno stile rétro e in parte influenzato da artisti di pop ipnagogico come Ariel Pink e James Ferraro, che erano anch'essi caratterizzati da un attaccamento alla cultura popolare anni 90. Il termine "pop ipnagogico" fu coniato dal giornalista David Keenan nell'agosto del 2009, solo alcune settimane dopo la nascita del termine "chillwave". Questi due termini venivano spesso utilizzati indistintamente insieme con "vaporwave". Secondo Vice, la vaporwave era uno dei tanti generi destinati a svanire durante quel periodo: "c'era la chillwave, la witch house, il seapunk, il shitgaze, la vaporwave, la cloud rap, e tantissimi altri generi di nicchia. Appena si spegneva uno di questi microgeneri, un altro ne prendeva il posto, e con un set di beat completamente nuovo, nuovi artisti, e nuove mode". Ash Becks da The Essential affermò che, parlando di siti come Pitchfork e Drowned in Sound, "sembrava che evitassero di toccare l'argomento vaporwave per tutto il periodo in cui era popolare".
La prima canzone in assoluto classificabile come musica "vaporwave" (o "proto vaporwave") è angel (di Daniel Lopatin sotto pseudonimo di "sunsetcorp") pubblicata sul suo canale youtube ("sunsetcorp") il 19 luglio 2009. Angel verrà poi ripresa, in versione integrale, nel brano A2 dell'album Chuck Person's Eccojams Vol.1 sempre di Daniel Lopatin.
Il modello tipico della musica vaporwave arrivò dagli album Chuck Person's Eccojams Vol.1 (di Daniel Lopatin sotto pseudonimo di "Chuck Person", 8 agosto 2010) , Far Side Virtual (di James Ferraro, 25 ottobre 2011) e Floral shoppe (di Ramona Andra Xavier sotto pseudonimo di "Macintosh Plus", 9 dicembre 2011). Eccojams conteneva variazioni in chiave chopped and screwed di famose canzoni pop anni 80 e la copertina somigliava alla custodia del videogioco Ecco the Dolphin, mentre Far Side Virtual insisteva sugli squilli e suoni dei media degli anni 2000, come Skype e la Nintendo Wii. Nel 2013 Eccojams e Far Side Virtual venivano descritti come "proto vaporwave" mentre Floral Shoppe è stato considerato da vari critici come l'album più rappresentativo del genere Vaporwave.
Ispirati dalle idee di Lopatin, numerosi ragazzi e giovani adulti usarono Eccojams come punto di partenza per quella che sarebbe diventata la musica vaporwave, mentre attingevano dai temi surreali, postmoderni esplorati da Far Side Virtual. Gli artisti erano spesso "entità misteriose che si annidano su Internet", come ha affermato l'accademico Adam Harper, "spesso dietro al nome di una pseudo-azienda o a un'immagine, e la cui musica si può tipicamente scaricare da Mediafire, Last FM, Soundcloud o Bandcamp". Dopo la pubblicazione di New Dreams Ltd. di Ramona Xavier (Vektroid), un grande numero di artisti prese ispirazione dallo stile dell'album. Floral Shoppe (sempre di Vektroid) fu il primo album a essere propriamente considerato appartenente al genere, dato che conteneva tutti gli elementi principali dello stile.

Popolarità e ulteriori sviluppi
La musica vaporwave trovò ulteriore successo verso la metà del 2012, costruendosi un pubblico su siti come Last.fm, Reddit e 4chan. Dopo che un'ondata di nuovi artisti si riversò su Bandcamp, varie testate online come Tiny Mix Tapes e Sputnikmusic cominciarono a pubblicare articoli sul movimento. Nel settembre del 2012, Blank Banshee rilasciò il suo album di esordio, Blank Banshee 0, che rifletteva un ramo degli artisti vaporwave che erano più influenzati dalla musica Trap e che erano meno interessati a trasmettere messaggi politici.
Dopo l'affermazione del genere, vennero inventati un gran numero di termini per indicare i nuovi sottogeneri che si vennero a creare, alcuni dei quali evidenziavano deliberatamente la poca serietà dei sottogeneri stessi.
Rob Arcand, di Vice, afferma:
"Subgenres with names like 'vaportrap,' 'vaporgoth,' and 'vapornoise' have soared to subcultural popularity, only to rapidly twist into new forms that are further removed from the style's original features. This rapid proliferation of subgenres has itself become part of the 'vaporwave' punchline, gesturing at the absurdity of the genre itself even as it sees artists using it as a springboard for innovation."
"Sottogeneri con nomi come 'vaportrap', 'vaporgoth' e 'vapornoise' hanno acquisito popolarità all'interno del movimento, solo per trasformarsi rapidamente in nuove forme ancora più spoglie delle caratteristiche originali dello stile. Questa stessa rapida proliferazione di sottogeneri è diventata parte della barzelletta della 'vaporwave', indicando all'assurdita del genere stesso anche se sembra che gli artisti la considerino come una incredibile innovazione ".
Tra di questi vi è il future funk, che sviluppa gli elementi disco/house del vaporwave, e il mallsoft, che ne amplifica invece le influenze lounge. Il future funk prende una piega più energetica e movimentata rispetto al vaporwave. Incorpora elementi della French House, nonostante venga creata con le stesse tecniche di sampling della vaporwave. Dylan Kilby ha affermato che "le origini del mallsoft risalgono nelle prime esplorazioni della musica vaporwave, dove l'idea dei centri commerciali come spazi ampi, senza anima e atti al consumismo veniva sfruttata da alcuni artisti per plasmare la vaporwave come un modo per esplorare le ramificazioni sociali del capitalismo e della globalizzazione", e ha detto che tale approccio "è quasi svanito negli ultimi anni per far spazio alla pura esplorazione/espressione del suono".
Nel 2015, Rolling Stone ha pubblicato una lista che includeva il gruppo vaporwave 2814 come uno dei "10 artisti che dovresti conoscere" e il loro album 新しい日の誕生 viene citato da molti come il capolavoro del genere. Lo stesso anno, l'album I'll Try Living Like This di Death's Dynamic Shroud.wmv è stato classificato nella lista della testata Fact come il quindicesimo tra i "50 migliori album del 2015", e lo stesso anno MTV ha introdotto un rebranding molto ispirato dalla musica vaporwave e seapunk. Anche il brano Hotline Bling dell'artista hip-hop Drake, pubblicato il 31 luglio, ha acquisito popolarità tra gli artisti vaporwave, ispirando remix sia seri sia comici della traccia.
L'hardvapour ha preso piede nel tardo 2015, come una reinvenzione del genere con atmosfere più cupe, tempi più veloci e suoni più pesanti. Viene influenzato dallo speedcore e dal gabber, ed è considerato come opposto all'estetica della vaporwave. Secondo Rob Arcand, di Vice, il genere si trova all'incirca tra il vaporwave e il distroid, scrivendo che all'interno dell'hardvapour vengono usati software musicali simili "non per qualche fissazione speciale, ma semplicemente perché al momento sono i più economici e accessibili sul mercato".

Caratteristiche
Costruito sulle tendenze sperimentali e ironiche di generi come il chillwave e il pop ipnagogico, il vaporwave è un genere basato su internet che attinge principalmente da risorse culturali e musicali degli anni 80 e 90 e si caratterizza per l'uso massiccio di campionamenti di musica lounge, smooth jazz, pop anni ottanta, adult contemporary music e synth pop. Spesso i campioni vengono rallentati o pesantemente effettati in maniera simile al "chopped & screwed". Le prime forme di vaporwave consistevano nella manipolazione di tracce di altri generi di quegli anni, con composizioni che risultavano essere quasi completamente formate da spezzoni di altre, ma rallentate e arricchite con vari effetti. L'artista Vektroid ha descritto il suo album Floral Shoppe come "un breve scorcio sulle nuove possibilità di comunicazione internazionale" e "una parodia dell'ipercontestualizzazione americana dell'Asia". Il critico Adam Trainer evidenzia la scelta del genere di usare spezzoni di "musica fatta meno per intrattenere piuttosto che per condizionare l'umore", come quelle usate nelle pubblicità. Michelle Lhooq di Vice Media afferma:
«Immagina di prendere pezzi della Muzak anni 80, televendite, smooth jazz, o quella canzoncina metallica che mettono nella segreteria telefonica, poi fai qualche taglio, abbassala di qualche tono, e rimescola il tutto finché non ottieni una sassofono melmoso che sgocciola da una valvola di plastica scadente. Quella è la vaporwave.»
L'estetica visiva dello stile (spesso scritta come "AESTHETICS", a caratteri maiuscoli), contiene immagini simbolo dei primi anni di internet, come anche scenari cyberpunk e statue greco-romane. Nell'arte vaporwave è largamente utilizzata la tecnica del Collage per realizzare immagini, video e gif. È caratteristico l'uso del viola e del fucsia, richiami alla tecnologia di fine anni 90 e inizio 2000, statue greche, palme, Pixel art, droghe, tramonti e molti riferimenti alla cultura giapponese di fine millennio. Generalmente, gli artisti ricavano materiale visivo dal boom economico del Giappone negli anni 80 fino all'attacco alle Torri Gemelle nel 2001 (molti album, incluso Floral Shoppe, raffigurano in copertina le due torri ancora intatte). L'immaginario associato alla cultura vaporwave è eterogeneo, ma presenta stereotipi comuni e ricorrenti che rendono lo stile facilmente riconoscibile. Nell'arte vaporwave è largamente utilizzata la tecnica del Collage per realizzare immagini, video e gif. È caratteristico l'uso del viola e del fucsia, richiami alla tecnologia di fine anni '90 e inizio 2000, statue greche, palme, Pixel art, droghe, tramonti e molti riferimenti alla cultura giapponese di fine millennio.

Interpretazioni
La vaporwave è stata interpretata come una critica distopica al capitalismo. Il genere è stato definito "ironico, satirico e fortemente accelerazionista (sic)" da Adam Harper di Dummy Magazine che sostiene che il termine "vaporwave" sia reminescente di un passaggio del Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx che dice che "tutti i solidi si sciolgono nell'aria". L'artista Vektroid ha descritto il suo album 札幌コンテンポラリー come "un breve scorcio sulle nuove possibilità di comunicazione internazionale" e "una parodia dell'ipercontestualizzazione americana dell'e-Asia".
Altri lo vedono come la risposta dell'era digitale al punk. Liz, cofondatore del sito SPF420, ha spiegato in una intervista per la rivista Dummy:
«La vaporwave, a mio parere, è il nostro attuale 'punk'. I ribelli digitali. Quelli che 'rubano' musica altrui, solo per manipolarla un po'. Questo è fottutamente punk ... i gruppi punk sapevano suonare solo power chords. È brillante. La vaporwave non è pigra, e nemmeno punk, penso che questi due generi di musica siano paralleli: brani brevi con messaggi molto letterali, realizzati con un intento minimale (per la maggior parte).»

Tendenze correlate
Simpsonwave
Il Simpsonwave è stato un fenonmeno di YouTube reso popolare dall'utente Lucien Hughes. Consiste principalmente di video con scene dalla serie televisiva americana I Simpsons accompagnate da varie canzoni vaporwave. I video sono spesso messi insieme fuori contesto, con una distorsione che ricorda i vecchi VHS e con effetti visivi surreali, che danno un'atmosfera quasi allucinatoria.

Fashwave
La Fashwave (unione tra "Fascist" e "synthwave") è un sottogenere principalmente strumentale di vaporwave e synthwave nato su YouTube nel 2015 circa. Con titoli dal significato politico e citazioni, il genere combina il simbolismo fascista con elementi visivi associati alla musica vaporwave.

Trumpwave
Un altro ramo è quello della Trumpwave, focalizzata su Donald Trump. Vice scrive che la Trumpwave fa leva sull'ambivalenza della vaporwave nei confronti della cultura capitalistica, arrivando a eleggere Trump come l'"erede odierno dei tanto mitizzati anni 80, un decennio che si distingue per la sua purezza razziale e il suo capitalismo sfrenato".

Animewave
Uno dei più popolari usato nella maggior parte di video è l'Animewave, con immagini (per la maggior parte GIF) di cartoni animati giapponesi (per la maggior parte vecchi degli anni '80 o '90) popolari in Italia e non. Uno dei più popolari è Sailor Moon, seguito da Creamy e altri cartoni (per la maggior parte femminili) di idol e non.

Vaportrap
La vapotrap (unione tra i termini "vaporwave" e "trap") è un sottogenere principalmente strumentale che unisce le sonorità e lo stile della vaporwave con i beat e le ritmiche della trap.

Future funk
Il Future funk adotta un approccio più energico rispetto alla vaporwave. Fa molto uso di elementi e campioni dalla musica disco, house (in particolare della French house), e dal city pop.

Hard Vapor
L'Hardvapour è un sottogenere nato intorno alla fine del 2015 come una revisitazione della vaporwave con temi più cupi, tempi più rapidi e suoni più pesanti. È influenzato dallo speedcore e dal gabber ed è visto come l'opposto dell'estetica vaporwave. Secondo Rob Arcand di Vice, il genere si colloca a metà strada tra la vaporwave e il distroid.

Dream wave
La Dreamwave è un sottogenere composto da melodie ed arpeggi onirici ed emozionali, spesso abbinato a paesaggi ed atmosfere evanescenti che ricordano le voci eteree della musica dream pop degli anni 80, creando una sensazione di euforia e relax allo stesso tempo.La Dreamwave richiama alla nostalgia, avvolge i suoi ascoltatori in un regno ipnotico ed effimero ma allo stesso energico ricco di campionamenti, scene naturali, suoni di sottofondo, motivi cinematografici e testi filosofici e psicologici. La Dreamwave è inoltre considerata anche un sottogenere della musica synthwave, infatti è considerata il lato più "chill" della synthwave, con ritmiche lente ed elementi ripresi da colonne sonore cinematografice.

Altri sottogeneri della vaporwave sono la broken transmission (or "signalwave"), "utopian virtual", "post-Internet", "late-night lo-fi" e "vapornoise".


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Witch house (letteramente "casa stregata", in inglese), anche noto come drag o haunted house ("casa infestata"), è un microgenere di musica elettronica emerso durante i primi anni del nuovo millennio.

Caratteristiche
La witch house si distingue per i paesaggi sonori di chopped and screwed, i riferimenti all'industrial, al gothic rock, all'ethereal wave, allo shoegaze e per il sound fortemente sperimentale e rumorista. Viene generalmente suonata sfruttando sintetizzatori, drum machine, bordoni ripetuti e campionamenti sinistri (spesso ripresi da vocalizzi eterei e indefiniti). Gli artisti a cui si ispirano i musicisti witch house includono gruppi post-punk influenzato da gruppi quali i Cocteau Twins, i Christian Death e i Dead Can Dance, così come diverse varianti della musica elettronica quali l'EBM, l'ambient e il synth pop.
L'estetica visiva della witch house si ispira al mondo dell'occulto, alla stregoneria, allo sciamanismo e a riferimenti horror. Fa inoltre spesso uso di elementi tipografici (soprattutto triangoli, croci e simboli Unicode e Backmasking). Molte opere di artisti visivi del genere incorporano brani ripresi da film e serie televisive dell'orrore quali The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair e I segreti di Twin Peaks.
Fra gli artisti spesso associati allo stile vi sono i Crystal Castles, Grimes, oOoOO, i Purity Ring, i Salem e Zola Jesus.


Risultato immagini per Synthwave

La synthwave (anche chiamato outrun, retrowave e futuresynth) è un genere di musica elettronica influenzato dalle colonne sonore anni ottanta e dalla musica per videogiochi. Originatosi nella metà degli anni 2000, il genere si è sviluppato su varie comunità di nicchia su Internet, ottenendo grande popolarità a partire dal 2010.

Stile
Dal punto di vista musicale, la synthwave è fortemente ispirata a molti film anni ottanta, videogiochi e cartoni ma anche da compositori come John Carpenter, Vangelis e i Tangerine Dream. Il nome "outrun" deriva da Out Run, un videogioco arcade di guida del 1986, molto conosciuto per la sua colonna sonora.
Secondo il musicista Perturbator (James Kent), lo stile è soprattutto strumentale, e spesso contiene clichès tipicamente anni ottanta nel suono come ad esempio batterie elettroniche, riverberi chiusi (gated reverbs), ritmo e melodie create con sintetizzatori analogici, tutto per assomigliare a tracce di quel periodo. Tuttavia, la synthwave incorpora tecniche di produzione moderna come la produzione in sidechain e il posizionamento centrale nella traccia delle linee di basso e di batteria, come si sente oggi nella moderna musica elettronica come, ad esempio, l'electro house.
Dal punto di vista estetico, la synthwave mostra una prospettiva retro-futuristica, emulando i film di fantascienza, d'azione e horror degli anni ottanta. Talvolta viene accostata al cyberpunk. Esprime nostalgia per la cultura anni ottanta, tentando di catturare l'atmosfera del tempo e celebrandola. Questo tipo di estetica è stata incorporata in videogiochi e film in stile rétro avvalendosi di artisti esperti del genere. Secondo Bryan Young di Glitchslap, uno dei più notabili esempi di questo fenomeno è la colonna sonora di Power Glove per il videogioco Far Cry 3: Blood Dragon del 2013.
Uno dei più noti esponenti di questo genere musicale è il progetto musicale Dynatron.





Uno studio spiega che per allenarsi meglio (e sentire meno la fatica) serve la musica ad alto ritmo, dai 170 ai 190 bpm: ecco i suggerimenti per costruire la tua selezione

Che si tratti di «Lose Yourself» di Eminem o di «Empire State of Mind» di Jay Z ed Alicia Keys, di un pezzo di David Guetta o dell’immarcescibile «Take On Me» degli A-ha i brani con un bpm elevato, dove bpm sta per battiti per minuto, sembrano aiutarci a sfornare prestazioni più potenti durante gli allenamenti e perfino a farci sentire meno la fatica. D’altronde quell’unità misura la frequenza ed è utilizzata principalmente per l’indicazione metronomica in musica e appunto per la frequenza cardiaca.
Una singolare sintonia che sprigiona i suoi effetti anche durante l’attività sportiva.
Questo, almeno, spiega uno studio pubblicato di recente sulla rivista specializzata «Frontiers in Psychology» e firmato da ricercatori di diversi istituti italiani, dall’eCampus di Novedrate all’università di Milano e di Verona insieme a quella di Spalato, in Croazia. Il punto di partenza, assodato da alcune altre indagini passate, è ovviamente che ascoltare musica mentre si fa movimento è un modo efficace di durare più a lungo e allenarsi con più carica. Di darsi insomma una spinta. Nessun aveva però mai approfondito quali tipologie di pezzi fossero le migliori per innescare questo tipo di conseguenze.
Risposta: la musica, in particolare i brani da 170 bpm e fino a 190, può migliorare l’umore perfino prima di mettersi al lavoro, predisporci mentalmente a una buona sessione di allenamento, può lenire la percezione del dolore e dell’affaticamento e perfino generare picchi di sforzo e resistenza. «Abbiamo scoperto che ascoltare musica con ritmo elevato durante l’esercizio produce un battito cardiaco accelerato e una minor percezione dello sforzo rispetto a chi si allena senza sentire alcunché significa che l’esercizio sembra meno faticoso ma che diventa anche più efficace in termini di miglioramento della forma fisica».
Sotto, insomma, con pezzoni come «How you remind me» dei Nickelback così come «Clint Eastwood» dei Gorillaz o «Good life» di Kanye West. Le fonti per trovare brani ad elevati bpm sono molte, per esempio Jog.fm. Secondo lo studio, realizzato su 19 donne sottoposte a diversi allenamenti di varia intensità e accompagnate da diversi tipi di musica, gli effetti migliori si verificano negli esercizi di resistenza, come la corsa (d’altronde sulle principali piattaforme di musica in streaming si trovano migliaia di playlist già pronte e dedicate proprio al running e non solo), le sessioni di high intensity e altri lavori di questo genere. Già nel 2011 un altro lavoro aveva testato gli effetti di pezzi a ritmi molto elevati, in quel caso sul ciclismo.
Insomma, secondo i ricercatori «la musica potrebbe essere inquadrata come un tipo di sostanza legale per migliorare le proprie prestazioni». Fra i prossimi obiettivi potrebbero esserci aspetti come la melodia, i testi e il genere musicale specifico. Nel frattempo, il suggerimento è dunque affidarsi a una delle selezioni già pronte o, meglio, costruirsene una da soli, seguendo per esempio i suggerimenti che Spotify e affini forniscono a ogni ascolto.




Risultato immagini per Alan Smithee


Tra il 1968 e il 2000, alcuni registi hollywoodiani utilizzarono lo pseudonimo Alan Smithee (o anche Allen Smithee, Alan Smythee e Adam Smithee) al posto dei loro veri nomi per non essere riconosciuti alla produzione del loro stesso film.

Origini
Il primo film ad usare lo pseudonimo di Smithee fu Ultima notte a Cottonwood (1969). Durante le riprese, il protagonista Richard Widmark non era in buoni rapporti con il regista Robert Totten e lo fece sostituire in corso d'opera con Don Siegel. Quando il film fu terminato, però, nessuno dei due volle farsi accreditare, così la DGA si trovò a dover dirimere la questione e pervenne alla conclusione che il film non rappresentava pienamente la visione di nessuno dei due registi. Allora si decise che la pellicola sarebbe stata attribuita al fittizio "Al Smith", tuttavia siccome esisteva già un cineasta con questo nome, si scelse il nome "Allen Smithee".

Carriera
Da allora lo pseudonimo venne ampiamente usato in televisione e al cinema. Smithee fu accreditato come regista anche dell'episodio pilota della serie MacGyver, mentre Jud Taylor usò due volte il nome di Smithee, per i film tv Le rose che non colsi (1968) con Burt Reynolds e City in Fear (1980) con David Janssen.
Lo pseudonimo venne anche utilizzato per accreditare la regia del rimontaggio del film Dune (1984), di David Lynch: questa versione, che aggiunge scene tagliate e un finale alternativo, è stata disconosciuta da Lynch stesso diventando, appunto, la cosiddetta versione Allen Smithee.
A Smithee furono accreditati anche dei videoclip musicali, come quello di I Will Always Love You di Whitney Houston, tratto dalla colonna sonora del film Guardia del corpo e quello di Lose My Breath delle Destiny's Child; addirittura nel 2004, Smithee risultò anche come chitarrista nel cd Happy Summer from William Hung di William Hung.
Lo pseudonimo continuò ad essere usato anche al cinema, come nell'horror Student Bodies (1981) in cui il nome di Smithee sostituiva quello del produttore Michael Ritchie, che preferì non essere accreditato. Il regista Mickey Rose, invece, scelse di farsi accreditare piuttosto che utilizzare uno pseudonimo.
Anche dei fumetti di Daredevil, pubblicati dalla Marvel furono accreditati a Smithee. Successe quando lo sceneggiatore della serie, DG Chichester decise di abbandonarla; essendo obbligato per contratto a fornire cinque ulteriori sceneggiature chiese al redattore capo della casa che le stesse venissero accreditate a Smithee.
Nel 1997, venne girato un film-satira sullo pseudonimo di Smithee con il titolo Hollywood brucia. Tra gli attori figurano i nomi di Sylvester Stallone, Whoopi Goldberg, Jackie Chan e lo sfortunato regista, appunto Alan Smithee (interpretato da Eric Idle), alle prese con il suo disastrato film. Curiosamente il regista di Hollywood brucia, Arthur Hiller, decise di non farsi accreditare e di mettere, invece del suo nome, proprio lo pseudonimo Alan Smithee.
Nel 2016 il regista e sceneggiatore Bepi Vigna, dopo vari contrasti con la produzione, ha utilizzato lo pseudonimo Alan Smethee per firmare il cortometraggio Gli amici di Freddy.

Uso dello pseudonimo al cinema
  • Ultima notte a Cottonwood (1969), diretto separatamente da Robert Totten e Don Siegel
  • City in Fear (1980), diretto da Jud Taylor
  • Fun and Games (1980), diretto da Paul Bogart
  • Ai confini della realtà (1983), per via della tragica morte dell'attore Vic Morrow e di due bambini durante le riprese.
  • Dune (1984), diretto da David Lynch
  • Scuola di medicina (1985), diretto da Rod Holcomb
  • Ai confini della realtà (The Twilight Zone) Serie TV, 1 episodio diretto da Gilbert Cates
  • Eroi per un amico (1986), diretto da Stuart Rosenberg
  • Genitori che casino! (1987), diretto da Paul Aaron e Terry Winsor
  • Ghostbusters Cops - Due piedipiatti acchiappafantasmi (1987), diretto da Lee Madden
  • The Shrimp on the Barbie (1990), diretto da Michael Gottlieb
  • Solar Crisis (1990), diretto da Richard C. Sarafian
  • Gli uccelli II (1994), diretto da Rick Rosenthal
  • Senior Trip - La scuola più pazza del mondo (1995), diretto da Kelly Makin
  • Hellraiser - La stirpe maledetta (1996), diretto da Kevin Yagher
  • Mighty Ducks the Movie: The First Face-Off (1997), co-diretto da Steve Langley
  • Hollywood brucia (1998), diretto da Arthur Hiller
  • John Holmes: la vita e la leggenda del re del porno (1998), diretto da Cass Paley
  • A River Made to Drown In (1999), diretto da James Merendino
  • Woman Wanted (2000), diretto da Kiefer Sutherland
  • Gli amici di Freddy (2016), diretto da Bepi Vigna.



Risultato immagini per Regia cinematografica

La regia cinematografica è la direzione del film, intesa sia dal punto di vista tecnico sia da quello artistico. La similitudine più immediata, ma parziale, è quella con la regia teatrale. Alla regia spetta la concettualizzazione e la definizione delle modalità narrative, espressive, estetiche, tecniche e realizzative del film. Il regista quindi è l'autore che dirige l'apparato realizzativo di un film, o di un prodotto audiovisivo in genere, coordinando il proprio lavoro con quello degli altri coautori e collaboratori (sceneggiatore, direttore della fotografia, montatore, scenografo...). È al regista che viene riconosciuto il ruolo di autore del film nel suo complesso.
Il ruolo del regista varia nel cinema europeo e in quello statunitense. Mentre l'industria hollywoodiana tende a circoscrivere la regia soprattutto alla messa in scena del film, quindi al lavoro sul set con gli attori e con i tecnici, il cinema europeo e sovietico incarna nel regista l'autore ed il facitore del film, con maggior risalto all'aspetto artistico. Fatta questa premessa, comunque il lavoro del regista non inizia mai con le riprese ma prevede una lunga preparazione, spesso già in fase di scrittura della sceneggiatura, continuando attraverso la direzione degli attori e la direzione delle riprese, e poi fino al montaggio.
Volendo soffermarci più sull'iter prettamente produttivo e imprenditoriale, potremmo semplicisticamente e molto approssimativamente definire la regia come il lavoro mediante il quale dalla sceneggiatura si passa al film, ossia "dalla carta allo schermo". Ha a che vedere con le scelte artistiche e visive della narrazione filmica, il contenuto delle inquadrature, e l'interpretazione degli attori.

La pre-produzione
Quella che è inizialmente solo un'idea di trama nella mente di una persona (o, per adattamento, proviene da un'altra opera), può essere sviluppata, dalla persona stessa o da un gruppo di colleghi, in soggetto, oppure, più dettagliatamente, in sceneggiatura; quest'ultima è, in un certo senso, una specie di romanzo; tuttavia la sceneggiatura è molto più schematica e concreta, le scene sono numerate e serve come documento tecnico per guidare il lavoro dei vari reparti: ripresa, scenografia, costumi, effetti speciali, produzione, recitazione, con l'indicazione dei dialoghi (simile a un copione teatrale) e dei movimenti degli attori, e soprattutto viene usata dal regista, che è il principale responsabile artistico del film, e dal produttore, che è il principale responsabile economico del film, per organizzare il piano di lavorazione, con le attrezzature, i trasporti, i contratti e quanto altro serva alla realizzazione del film.
In questo senso, la prima fase della regia riguarda la scelta della troupe e del casting adatti e disponibili secondo il calendario di riprese a lavorare, quindi secondo il piano di lavorazione, la serie di scene secondo l'ordine di ripresa (che non coincide con l'ordine in cui verranno montate), l'eventuale preparazione dello storyboard e la scelta delle location naturali o ricostruite in studio.

La realizzazione del film
Basandosi ancora sulla sceneggiatura, il regista decide il tipo di inquadratura e di sonoro in presa diretta (spesso anche in caso di doppiaggio successivo, laddove la registrazione funziona da colonna guida), la durata delle sequenze, l'ambientazione, il modo in cui attori e comparse devono interagire tra loro e con il set, al fine di costruire una storia credibile e coerente affinché lo spettatore possa seguire con piacere (e con sorpresa o affezione e immedesimazione) la vicenda narrata dall'autore della sceneggiatura.

Sul set
Normalmente, vi sono diverse prove di recitazione per gli attori, precedenti o già sul set, dalla lettura a tavolino all'uso di controfigure e cascatori secondo i diversi stili di regia che vanno da un'interpretazione rigorosa della sceneggiatura all'improvvisazione, ovvero dal ripetere senza varianti le battute previste al recitare a canovaccio. Allo stesso tempo il regista, in consultazione con il direttore della fotografia, decide l'angolazione e la lunghezza focale da cui riprendere, guardando nella cinepresa (o nella telecamera) o utilizzando un mirino esterno. Lo stesso avviene con il piazzamento dei microfoni per la registrazione del sonoro. Stabiliti i piani di messa a fuoco e la profondità di campo necessaria al movimento dell'attore (o al contrario, secondo la preferenza del regista, aggiustato il movimento dell'attore a quello della macchina da presa), il regista dà l'ordine di far partire la scena dicendo tradizionalmente la sequenza di comandi: "silenzio" (al quale segue un cicalino e l'illuminazione di una lampada di servizio per far tacere tutti i rumori e impedire l'accesso al luogo di ripresa), "motore" (al quale segue l'avvio delle macchine di ripresa visive e sonore, confermato dagli addetti con la risposta "partito"), "ciak" (al quale segue l'uso del ciak atto a numerare le inquadrature e sincronizzarle con il sonoro) e "azione" (che fa partire effettivamente la scena con i movimenti degli attori e degli oggetti e della macchina da presa). Finita (o interrotta per qualche errore o incidente) la ripresa il regista dà lo "stop".
Anche se per molti anni si è girato al buio, rimandando alla visione dei giornalieri la sera in sala di proiezione, la decisione finale su quale sia la migliore ripresa delle varie ripetizioni, oggi è più solito controllare con monitor e auricolari durante la ripresa, e spesso anche subito dopo con la registrazione video di servizio (nonostante magari si stia girando in pellicola), la qualità del risultato prima di passare all'inquadratura successiva.

La post-produzione
Successivamente, è sempre la regia a stabilire la colonna sonora che sottolinea le scene allo scopo di enfatizzare uno stato d'animo, evidenziare una situazione, sottolineare un particolare, e quanto serve a far capire allo spettatore qualche cosa che nel romanzo veniva reso tramite le parole, mentre nel film può essere reso solo con immagini e suoni. L'abilità di un regista sta infatti proprio nel riuscire a sopperire alla impossibilità delle semplici immagini di trasmettere pensieri e sensazioni che possono invece essere facilmente descritte con le parole.
Così, se in un romanzo, per dare l'idea di caldo soffocante, è sufficiente dire "faceva un caldo soffocante", in un film il regista dovrà servirsi di artifici vari per comunicare questa idea allo spettatore: potrà fare un'inquadratura ponendo la telecamera al livello del suolo e riprendendo soggetti lontani, in modo da far vedere sullo schermo l'aria che "tremola" per il caldo; oppure potrà inquadrare la camicia inzuppata di sudore del protagonista; o potrà far vedere una persona che cerca di far funzionare un ventilatore, o ancora potrà semplicemente far comparire in un angolo dell'inquadratura un ventilatore a soffitto che ruota lentamente, e così via.
Una volta terminato di girare le scene secondo le istruzioni del regista, si ottiene appunto il girato, ossia l'insieme di tutte le scene girate durante la produzione del film; sarà poi il regista stesso a decidere se eliminare qualche scena dal montaggio finale, al quale però potrà anche eventualmente contribuire il produttore (che è colui che ha finanziato il film) allo scopo di rispettare i limiti prefissati di durata del film, le richieste della censura, e così via.