La
TB-303 Bass Line
è un sintetizzatore con
sequenziatore incorporato. Prodotta dalla Roland Corporation dalla
fine del 1981 al 1984, ha avuto un importante ruolo nell'evoluzione
della musica elettronica. Il capo designer del TB-303, Tadao
Kikumoto, fu anche progettista responsabile della creazione della
drum machine TR-909.
Nel 2011 The Guardian inserì la
commercializzazione del TB-303 nel 1981 come uno dei 50 eventi-chiave
nella storia della musica dance.
La TB-303 (abbreviazione di
"Transistorized Bass") fu originariamente concepita per
fornire linee di basso di accompagnamento ai chitarristi durante i
loro studi o le loro esercitazioni. La produzione durò solo 18 mesi
circa per una produzione complessiva di appena 10.000 unità siccome
fu riconosciuta come inutile allo scopo non potendo fare note ben
definite. Fu solo dopo la metà degli anni Ottanta che i DJ ed i
compositori di musica elettronica di Chicago cominciarono ad
impiegare massicciamente la Roland 303 nell'ambito della nascente
scena house.
Alla fine degli anni Ottanta ed
all'inizio degli anni Novanta, con la nascita del genere acid house,
il TB-303 veniva spesso velocizzata, per produrre un suono più aspro
che richiamasse, appunto, un liquido acido. Esempi di questa tecnica
si trovano in "Ten Ragas To a Disco Beat" di Charanjit
Singh (1982), in "Acid Tracks" dei Phuture (1987), in
"Acperience" degli Hardfloor (1992) ed in "Volcano"
degli Interlect 3000 (1993). In altre situazioni il TB-303 veniva
invece notevolmente distorto e trattato, come in "Higher State
of Consciousness" di Josh Wink (1995).
La celebre sonorità "acid" è
tipicamente ottenuta suonando un pattern ripetitivo di note sulla
TB-303, alterando la frequenza di taglio, la risonanza e la
modulazione dell'inviluppo del suono dei filtri. Il controllo
dell'accento modifica il volume della nota, la risonanza del filtro e
la modulazione dell'inviluppo, permettendo ulteriori variazioni nel
timbro. Un effetto distorsivo, prodotto tramite un pedale per
chitarra elettrica oppure facendo l'overdrive dell'input di un mixer
audio, viene di solito usato per dare alla TB-303 un timbro più
denso e rumoroso, con una sonorità molto più ricca di armonici.
Ia TB-303 dispone di un singolo
oscillatore audio, che può essere configurato per produrre un'onda a
dente di sega o di un'onda quadra: l'onda quadra è derivata
dall'onda a dente di sega attraverso un semplice circuito generatore
di forme d'onda ad un solo transistor. Lo strumento include anche un
semplice generatore di inviluppo, con un solo controllo decay. La
macchina include anche filtro Lowpass, con attenuazione -18dB per
ottava, e controlli per frequenza di taglio, risonanza e parametri di
modulazione. Inoltre dispone di uscite CV e GATE che permettono di
inviare dati per il controllo di sintetizzatori esterni, inviando il
segnale di cv all'intonazione di un oscillatore, o un filtro
controllato in tensione e il segnale di GATE ad un generatore di
inviluppo. Va infine detto che si tratta di uno strumento pre-midi,
che per essere sincronizzato con moduli esterni adotta la tecnologia
denominata 'dyn sync'. In caso quindi voglia essere sincronizzata coi
sistemi moderni, si avrà bisogno di un convertitore di segnale dyn
sync - midi.
Il sequencer TB-303 ha alcune
caratteristiche uniche che contribuiscono al suo suono
caratteristico. Durante la programmazione di una sequenza, l'utente
può stabilire se una nota debba essere accentata e se essa debba
avere portamento, inteso come una transizione fluida verso la nota
seguente. La circuiteria del portamento impiega una porzione fissa di
tempo, che significa che qualsiasi sia l'intervallo tra le note, il
tempo necessario per arrivare all'intonazione giusta è sempre lo
stesso. La circuiteria dell'accento, oltre ad aumentare l'ampiezza di
una nota, enfatizza anche il taglio e la risonanza, producendo un
caratteristico suono "wow" con le impostazioni di risonanza
settate sul massimo. La Roland si riferisce a questo parlando di
"circuito gimmick".
Lo strumento è caratterizzato una
metodologia di inserimento dei dati relativi alle note nel sequencer
strutturato in 16 step programmabili, 64 patterns e 7 songs: una
caratteristica notoriamente molto difficile da padroneggiare e che
spesso porta ad inserire delle sequenze diverse da quelle che si
avevano in mente. C'è anche chi sfrutta la "modalità guasto"
(failure mode), che subentra in caso di cali di tensione (ad esempio
togliendo le batterie) e che provoca un rimescolamento casuale dei
patterns memorizzati.
Ci sono state diverse modifiche al
progetto TB-303 originale, come il "Devilfish", "Acidlab",
Kenton e "Borg": si tratta di versioni che in genere
offrono parametri aggiuntivi o il controllo esterno di quelli
originali (tramite CV input), o di altri effetti che consentono di
modificare il timbro complessivo (come overdrive o frequency/ring
modulation), oltre magari alla sostituzione fisica della porta dyn
sync con quella midi, aggiornandola a tutto l'hardware moderno.
Attorno alla metà degli anni Novanta
si assistette ad un aumento, nell'ambito della scena musicale dance
elettronica, della domanda di TB-303. Dato che ne erano stati
prodotti veramente pochi, molte piccole compagnie cominciarono a
progettare propri sintetizzatori che emulassero in qualche modo il
TB-303. Questa ondata di cloni ebbe inizio con una società chiamata
"Novation Electronic Music Systems", che nel 1994 mise in
distribuzione la tastiera portatile "Bass Station". Molti
altri cloni seguirono, tra cui il "777" della Future Retro,
la "TeeBee" della Syntecno, la "MS-404" della
Doepfer, la "MB33" della MAM, la "FB-383" della
Freebass, la "Revolution" della Future Retro, la "Bassline"
della Acidlab, la "ML-303" della Acidcode, la "TM3030"
della Oakley, la "x0xb0x" della Ladyada, il
"Trans-Bass-Xpress" della Analogue Solutions e la "MAB-303"
della Will Systems. A seguito della crescente diffusione di questi
cloni, nel 1996 la Roland, produttrice del TB-303 originale, decise
finalmente di prenderne atto e di produrre una nuova versione del
proprio prodotto, il MC-303 Groovebox. Nonostante gli sforzi della
Roland, il loro "clone" del 303 si rivelò essere un
prodotto totalmente nuovo, che non aveva praticamente niente a che
vedere con il TB-303 originale, se si escludono alcuni samples di
basso ed il caratteristico design dell'interfaccia. La differenza più
evidente era lo sfruttamento di un economico sintetizzatore digitale
rispetto alla circuitazione analogica del TB-303.
Dal 1997 cominciarono a prendere piede
i sintetizzatori software. Un programma notevole fu l'emulatore
ReBirth RB-338 prodotto dalla Propellerhead Software. Un software che
conobbe presto larga diffusione, fornendo la possibilità di
riprodurre in modo molto economico le sonorità del TB-303 classico,
delle drum machines TR-808 e più tardi della TR-909, senza dover
investire in hardware. La Roland contattò la Propellerhead per
comunicare loro un ufficioso "pollice alto" che la
Propellerhead considerò di fatto come sigillo di approvazione della
compagnia per il loro prodotto. Dal 2005 la Propellerhead Software ha
interrotto l'assistenza per ReBirth, che è diventato un software
libero scaricabile gratuitamente dal Rebirth Museum. Nel 2010 fu però
distribuita una nuova versione a pagamento per iPhone e iPad della
Apple, in grado di sfruttare le caratteristiche touch di questi
apparecchi. Un clone software particolarmente riuscito è anche il
plugin "Bass Line" per AudioRealism.
Un clone recente, o per meglio dire la
"replica" (ma non nell'aspetto), è una soluzione hardware
fai-da-te chiamata "x0xbox", che usa gran parte delle
componenti originali del sintetizzatore ed è quindi in grado di
riprodurre dei suoni molto vicini all'originale, spesso identici. La
sezione del sequencer differisce però da quella del TB-303 in quanto
presenta anche dei supporti per le interfacce MIDI e USB. In aggiunta
va detto che se non si hanno le specifiche competenze tecniche, non è
molto semplice da montare, ma se ne possono facilmente trovare
(tramite internet) di già assemblate, sia nuove che usate. Infine,
ancora più recente della x0xbox, è la TT 303 prodotta dalla
Cyclone, che non solo a livello di componentistica interna ma anche a
livello di aspetto esteriore, è praticamente quasi identica al
TB-303 originale, differendo soltanto per qualche indicazione sul
pannello front per via del fatto di integrare il MIDI, trattandosi di
strumento moderno. Anche il sintetizzatore virtuale "Massive"
della Native Instrument contiene un filtro modellato su quello del
TB-303, permettendo all'utente di creare suoni "acidi"
molto simili al timbro originale Roland, ribadendo però che il
miglior clone virtuale resta l'ABL della Audiorealism, oggi giunto
alla seconda versione. Nel marzo del 2019 il sistema per affittare
mensilmente una serie di plug-in della Roland chiamato Roland Cloud
aggiunge il plug-in TB-303 Cloud che sfruttando la tecnologia ACV –
Analog Circuit Behavior supera notevolmente di qualità sonora l'ABL
della Audiorealism. Un’altra interessante replica hardware è il
MAM MB33 Retro, completamente fabbricato in Germania.
Merita una citazione anche il MC-202
MicroComposer sempre della Roland, un sintetizzatore/sequencer
analogico mono, distribuito nel 1983. Non può essere considerato un
vero e proprio clone del TB-303 ma vi è comunque molto legato. È
simile anche al sintetizzatore SH-101, provvisto di un oscillatore
controllato in tensione con onde sia a dente di sega che quadre, ed
un filtro di risonanza a -18db, il tutto in circuteria analogica.
Infine a Marzo 2014 la stessa Roland
riprende in mano la situazione e stupisce il mondo intero con la
serie 'AIRA' in cui la TB-303 viene adeguatamente emulata in digitale
(grazie alla nuova tecnologia Roland chiamata ACB, Analog Circuit
Behavior)e va detto, in maniera molto più credibile rispetto al poco
fortunato MC-303, aggiungendo inoltre un touch panel che semplifica
la scrittura dei pattern e la performance in real time, più varie
innovazioni tra cui va menzionato almeno lo 'scatter', una sorta di
multieffetto controllabile tramite il touchpad. Non a caso il nome
TB-3, 'Touch Bassline'. Stavolta la Roland pare abbia fatto di nuovo
centro, dato che parallelamente con lo stesso principio è andata a
rinnovare e riproporre le mitiche TR-808 e 909 in un'unica nuova e
molto arricchita groovebox, la TR-8 e la più aggiornata TR-8S.
Stesso principio per il sintetizzatore SH-101, prima rimpiazzato dal
Gaia e poi dal 'System-1 Plug Out Synthesizer', un virtual dal
concetto innovativo capace di emulare varie circuiterie dei più
famosi (e costosi) suoi predecessori come per esempio lo storico
'System-100'.
Nell'autunno 2019, la tedesca Behringer
presenta il clone TD3, sviluppato da un team italiano, disponibile in
3 colorazioni differenti (silver, blue, red) e dotato di interfaccia
MIDI e USB. A differenza dell'originale, il filtro passabasso non ha
una pendenza 18 db/ottava ma 24 db/ottava.
Il TB-303 è il soggetto del primo
singolo di Fatboy Slim, Everybody Needs a 303.
Il TB-303 è il soggetto di un
brano di Showtek, My 303.
Il TB-303 ed il TR-909 sono usati
meticolosamente in Three O' Three dei Public Energy (1992, #STR
3492).
Il TB-303 è stato usato dai Daft
Punk per il brano Da Funk nel loro album Homework.
Al TB-303 fanno riferimento Dub FX
e Sirius nella loro canzone "Slope of the famous TB-303",
dall'album 'A Crossworlds'.
Il TB-303 è il soggetto del brano
di Nicky Romero intitolato Generation 303.
Il TB-303 è stato usato da Nari &
Milani per il brano Kendo.