Il
disc jockey
(scritto anche
DJ, dj, D.J., deejay
oppure
Dee-Jay) è una figura
professionale del mondo della musica e della discografia in generale.
Il disc jockey è di solito un
professionista dell'intrattenimento il cui compito è di selezionare,
molto spesso in una discoteca o in un club, a seconda dei gusti del
pubblico, delle occasioni, ma anche del suo stile personale, brani
musicali di vario genere, attraverso un impianto di amplificazione,
del quale l'ambiente stesso è munito, e al quale è collegata la
consolle (o disco-consolle). Attraverso questa consolle, con la
tecnica del mixaggio (in inglese mix), è possibile unire in sequenza
più tracce provenienti da diversi supporti sonori, come il disco in
vinile o il compact disc, in modo da ottenere un unico flusso
musicale che risulti piacevole all'ascoltatore.
L'attività svolta dal disc jockey, al
fine di creare mix di suoni in maniera limpida, è definita con il
termine inglese DJing, attività che richiede conoscenze
teorico-pratiche di carattere musicale ed elettronico.
Un DJ, può decidere di incidere un
disco contenente i suoi live musicali, i suoi mixaggi ed
eventualmente le sue produzioni (in questo caso, il DJ viene chiamato
anche producer).
Soprattutto negli ultimi anni si è
verificato un notevole aumento dei DJ, più o meno competenti,
favorito da diversi fattori, quali i prezzi sul mercato per DJ,
l'avvento del digitale, la pirateria discografica e i più
sofisticati lettori CDJ, che facilitano molto, rispetto agli anni
passati il loro lavoro.
Dopo la fine della seconda guerra
mondiale vennero introdotte macchine amplificate elettricamente che
sostituivano con il tempo dispositivi acustici quali i grammofoni, i
quali amplificavano la lettura di un solco in vinile semplicemente
con l'ausilio di una campana tromboidale posta direttamente sulla
puntina stessa. Questa trasformazione condusse ad uno sviluppo della
diffusione sonora, e grazie agli amplificatori, il suono poteva
distribuirsi attraverso casse acustiche a funzione elettro-magnetica
in grado di aumentare la potenza di distribuzione e potevano coprire,
acusticamente parlando, ambienti più ampi. Le feste che ricorrevano
sempre più numerose, grazie a questa tecnologia, senza
necessariamente una band, soprattutto negli Stati Uniti, avevano la
funzione di socializzazione tra individui. Tuttavia divenne
indispensabile la presenza di una persona atta alla selezione
musicale, in quanto la durata dei dischi era comunque limitata, e se
si voleva mantenere una sequenza temporale riducendo le interruzioni,
era quindi importante la presenza di qualcuno che sostituisse i
supporti, cioè il disk jockey. Secondo altri, la nascita del DJ
coincide con i primi esperimenti radiofonici, nel momento in cui i
pionieri delle trasmissioni via radio collegavano giradischi a
trasmettitori. Naturalmente era necessaria una persona addetta a
selezionare tali dischi, cioè il DJ, con l'uscita allo scoperto
della discoteca e l'esportazione in America negli anni sessanta, dove
verrà coniato appunto il termine di DJ (disc jockey, letteralmente
"fantino dei dischi").Il primo mixaggio avvenne in una
chiesa sconsacrata di New York, frequentata da omosessuali, dove il
DJ modificò dei piatti Thorens a trazione a cinghia, inserendoci il
controllo della velocità. I primi due dischi mixati furono un pezzo
di Manu Dibango e uno dei Led Zeppelin.
Negli anni settanta, giunse La febbre
del sabato sera e la disco music. Insieme alla discoteca, il DJ
acquisì sempre più prestigio.
Successivamente arrivarono i tempi del
Loft. Nacquero le prime star, tra le quali spicca Dave Mancuso,
ispiratore di un'intera
generazione di frequentatori del suo Loft, lanciando grandi DJ come,
Larry Levan, Kenny Carpenter, Frankie Knuckles, Nicky Siano, François
Kevorkian.
Alla fine degli anni '70, nacque nei
ghetti neri del Bronx e di Harlem un'altra interpretazione dell'arte
del DJing: il Turntablism, ora una delle discipline della cultura
hip-hop, di cui il capostipite è Kool Herc, seguito da Grandmaster
Flash che perfezionò le tecniche di mixaggio con due piatti proposte
da Kool Herc. Questa complessa arte si svilupperà fino a far
diventare il giradischi uno strumento musicale, in grado di produrre
dei suoni con il movimento manuale ripetuto del disco sul platter, il
cosiddetto "graffio" della puntina o scratch. Con movimenti
sul cross-fader con una mano, e sul disco con l'altra mano i DJ che
praticano turntabilism riescono in questo modo a creare note, nuovi
ritmi e suoni.
Furono gli americani gli inventori del
movimento house music che avviò un filone di musica elettronica,
prodotta dal DJ stesso.
I primi disc jockey italiani vengono
considerati i conduttori de Il Discobolo, il primo programma
radiofonico che proponesse l'ascolto di musica registrata su dischi,
anziché dal vivo.
Renzo Arbore e Gianni Boncompagni,
conduttori a metà degli anni sessanta di Bandiera gialla e Per voi
giovani, si comportavano come moderni disc jockey, ma il loro
inquadramento contrattuale era ancora quello di "maestro
programmatore di musica leggera".
L'espressione "disc jockey" è
entrata in Italia negli anni settanta con la diffusione delle
discoteche e delle radio libere. I più celebri esponenti di questa
generazione di DJ sono stati probabilmente Claudio Cecchetto.
La console o consolle o regia audio, lo
strumento musicale del dj, può essere costituita da un numero
variabile di dispositivi (CDJ, giradischi, mixer, drum machines,
sintetizzatori, sequencers...)
Questo termine deriva dagli acronimi CD
e DJ. Si tratta di lettori professionali da Dj che consentono molte
altre funzioni oltre a quelle dei lettori CD.
Le principali sono:
Il Jog: si tratta di
quella che forse è la parte più evidente di tutto il CDJ. Questo
comando di forma circolare permette di muovere avanti e indietro il
brano molto lentamente, con una precisione estrema. È utile anche
per altre funzioni, ad esempio permette di fare quello che fa il
Pitch Control, ma con molta più precisione, oppure di applicare gli
effetti,se presenti sul CDJ stesso.
Pitch Control: permette di
velocizzare o rallentare un brano. Serve per i beatmix (vedi il
paragrafo "mixaggio"). Si può effettuare anche tramite il
jog su certi CDJ.Tuttavia il jog permette solo una variazione
temporanea del beat del brano,solitamente per correggere eventuali
imperfezioni durante il passaggio da una canzone all'altra.
Cue: i punti di taglio
sono dei punti particolari situati all'interno di un brano, che
permettono al dj di trovare il pezzo che gli serve immediatamente:
si tende a metterne uno ad esempio prima di un ritornello o di una
strofa, o di un ponte. Sono fondamentali per il lavoro del dj.
Key Control: permette di
modificare la tonalità del brano.
Loop: permette di
impostare dei loop, ovvero delle parti di una lunghezza variabile
che si ripetono di continuo, anche all'infinito volendo.
Effetti: gli effetti
applicabili tramite i CDJ sono molteplici. Di norma i dj
preferiscono applicarli tramite speciali programmi per computer,
come Virtual DJ o Traktor. Solitamente gli effetti sono presenti sui
mixer o aggiunti in un secondo momento con delle effettiere.
Lavorare con i giradischi è ovviamente
più impegnativo che lavorare usando strumenti digitali come CDJ o i
computer. Questo perché uno strumento analogico non permette di
godere di tutti quei vantaggi offerti negli ultimi anni dalla
tecnologia, come la visualizzazione grafica dell'onda che viene
effettuata mediante il computer con programmi tipo Virtual DJ,
Traktor o Mixxx.
Esistono diversi tipi di giradischi in
commercio. L'aspetto principale che caratterizza quelli utilizzati
dai DJ è il tipo di trazione utilizzata per dare movimento al piatto
rotante:
A cinghia:
è tra le prime tecnologie
applicate. Si basa sulla trasmissione della rotazione tra un motore
elettrico ed il piatto rotante, mediante l'uso di una cinghia (in
genere costruita in caucciù). Sono preferiti più che dagli
appassionati di musica e per l'ascolto normale e sono poco adatti al
mixaggio, sebbene i primi giradischi adattati al mixing
utilizzassero questa tecnologia.
A trazione diretta:
sono preferiti dai DJ in quanto
patiscono meno il bloccaggio del piatto rotante (turntable) non
essendoci strisciamento della cinghia e conseguente riscaldamento e
usura. Inoltre la trazione diretta consente un maggior rendimento
meccanico, ossia trasferire al piatto una maggior quantità della
potenza meccanica prodotta dal motore. Di conseguenza
l'accelerazione è più elevata che nella trasmissione a cinghia in
quanto questa assorbe una parte della forza di trazione e introduce
sia ritardo che jitter.
Nel 1978 la Technics sviluppò un
giradischi professionale per DJ (Technics SL-1210) che acquisì in
breve tempo un ampio successo per le sue caratteristiche tecniche che
ne hanno fatto uno strumento insostituibile. La principale
caratteristica era proprio la trazione: si sviluppò una tecnologia
detta a trazione indiretta o al quarzo. L'idea rivoluzionaria che ha
condotto al successo questi giradischi era la quasi totale assenza di
manutenzione del piatto rotante, in quanto, non essendoci alcun
elemento di trazione a contatto
non vi era usura. Un altro fattore
che ha portato al successo dei giradischi della technics è stata
l'introduzione del braccio curvo e la sua particolare costruzione,
che permetteva di eliminare un fastidioso effetto di risonanza
generatosi quando il giradischi si trovava in prossimità di un
altoparlante I giradischi Technics, serie SL-12xx, non sono mai stati
rimpiazzati da altri prodotti di mercato. Benché oggi si sia passati
a strumenti digitali, i Technics sono ancora largamente utilizzati.
La tecnica del mixaggio si basa
fondamentalmente sull'allineamento dei battiti per minuto (bpm) fra
due brani diversi. Per eseguire questa operazione, il DJ aumenta o
diminuisce in cuffia la velocità del disco in fase di preascolto. Il
primo DJ che utilizzò questa tecnica fu Francis Grasso, DJ americano
degli anni '70. In precedenza, i DJ erano dei selector più che dei
veri e propri disc jockey, non era necessario avere una tecnica e la
loro bravura era dovuta esclusivamente alla selezione musicale e al
controllo degli equalizzatori, e, per i più fantasiosi come David
Mancuso, unita al controllo delle luci e dell'aria condizionata.
Per riuscire a mettere "a tempo"
due brani quando la differenza di bpm è notevole, il DJ ricorre al
bending, ovvero all'azione di aumentare e diminuire la velocità del
brano spingendo o opponendo resistenza alla rotazione del disco
(processo similare nei CDJ). In fase di miscelazione inoltre, grazie
al mixer, è possibile livellare i volumi e le frequenze per
armonizzare acusticamente il mix e dare un ulteriore tocco di
creatività.
Esistono diverse tecniche di mixaggio:
si possono utilizzare diverse combinazioni per fondere più brani
insieme, come tagliare le frequenze di una ed entrare con la seconda
solo con le frequenze corrispondenti, sovrapporre in maniera continua
o "a tempo" solo alcuni riff durante l'applicazione di un
effetto esterno o più semplicemente sfumare il volume con l'uso del
cross-fader presente sul mixer. Il crossfader è un cursore
orizzontale, posto solitamente sulla parte inferiore del mixer, che
permette di passare un segnale audio da un canale all'altro in uscita
sul master (l'audio in ascolto). Il cross-fader in alcuni mixer
implementa alcune funzioni per agire sul segnale come la "curva
di taglio" delle frequenze, che, a seconda delle proprie
esigenze può essere più dura e netta, ad esempio per effettuare uno
scratch efficace, o più morbida, permettendo di sfumare da un canale
all'altro in maniera graduale.
Praticamente il mixing si basa su una
semplice regola che consiste nel collegare due brani in battuta. La
battuta è determinata dal conteggio di 32 battiti del brano.
Nell'ambito della disco music i 32 battiti sono generalmente scanditi
da 32 colpi di cassa e corrispondono a 32 quarti, ovvero 8 battute se
il tempo è quattro quarti. La regola è comunque applicabile anche
in altri ambiti, persino nella musica classica. Ogni 32 battiti si
determina un giro. La regola vuole che i dischi vadano appaiati ogni
32 battiti. In alternativa è possibile dire che un disco va inserito
sul giro. Il giro, dunque è definito come l'insieme di 32 battiti.
Tuttavia tale regola non è fortemente stringente: esistono brani in
cui i compositori adottano la "licenza poetica" di
aggiungere un giro con più battiti, che sono sempre multipli di 4.
I mixer, a seconda del livello di
professionalità richieste, offrono molte funzioni come le unità
multieffetti DSP, i campionatori, i filtri o le uscite di tipo MIDI
che consentono l'autosincronizzazione con alcune apparecchiature MIDI
hardware e software come drum machine, campionatori o sequencer. I
più sofisticati, o meglio, quelli di ultima generazione sono dotati
di porte USB.
Il turntablism viene collegato
immediatamente all'attività di un DJ di tipo hip hop: grazie a
questa disciplina il DJ riesce a "suonare il disco", cioè
a utilizzare un giradischi e un disco in vinile come strumento
musicali; gli effetti sonori prodotti vengono definiti in gergo
scratches.
Con il tempo si è sviluppata una vera
e propria "Bibbia" sulle tecniche di effetti (tricks o
routines). Sono innumerevoli le manipolazioni possibili del disco per
creare effetti sonori: dai più comuni scratch con le sue infinite
varianti, ai backspin, passando per i beat juggling. Per queste
tecniche il DJ utilizza prevalentemente una coppia di giradischi
perché sono più pratici per il controllo manuale della rotazione
del disco. Comunque oggi con i CDJ è possibile creare questi effetti
con tecniche digitali: in alcuni modelli ci sono tasti che
riproducono in automatico tali effetti. Gli effetti inoltre possono
essere prodotti in digitale con uno strumento detto effettiera, oggi
possibile trovarla anche nei più sofisticati mixer per DJ.
Per eseguire gli effetti con i dischi
vinile sono richiesti giradischi molto più solidi e affidabili di
quelli necessari ad un classico DJ che suona in sequenza dei brani:
infatti l'usura e lo stress a cui è sottoposto un vinile possono
portare alla vera e propria distruzione dello stesso e della puntina.
Molte case produttrici di strumenti di questo tipo
si sono specializzate nella
realizzazione di strumenti adatti al turntablism, fornendo testine
resistenti ai movimenti più estremi, slipmat
che riducono l'attrito tra disco e
piatto, nonché mixer con crossfader dedicati allo scratch.
Con l'avvento delle nuove tecnologie
iniziano a comparire i primi DJ che praticano il turntablism con il
PC, attraverso software interattivi che riproducono le funzioni delle
console da DJ. Icona storica del turntablism è il giradischi
Technics SL-1200, in uso dagli anni '70 e, dal 2010 non più in
produzione.
La selezione è la proposta musicale
dei brani scelti dal DJ.
Il DJ mixa dischi simili per ritmo,
tempo, genere o di un dato periodo musicale; altre volte invece il DJ
può decidere di mescolare nello stesso DJ set musica dalle più
diverse caratteristiche o estrazioni cercando di rendere il passaggio
il più armonico possibile. I DJ più bravi sanno mantenere due brani
in esecuzione contemporanea per svariati minuti.