Chuck
Lamb, sin da ragazzino, aveva un sogno: diventare un attore famoso,
vedere il suo nome almeno una volta nei titoli di coda di un film. Un
sogno comune a molti, ma che diventa realtà solamente per pochi.
Forse anche per questo il signor Lamb non ci prova nemmeno e tiene
chiuso il suo sogno nel cassetto, costruendosi una rispettabile
carriera da ingegnere informatico per una compagnia assicurativa.
Nel
2005 però, mentre con la moglie Tonya guardava un episodio della
loro serie tv preferita, Law & Order, ebbe
un'illuminazione: pur non essendo in possesso del physique du rôle
del grande attore, sarebbe stato perfetto come interprete dei…
morti ammazzati. Chuck, infatti, è un uomo dalla carnagione
particolarmente pallida, tanto che a guardarlo spesso pare malato.
Sì, il ruolo del cadavere era perfetto per lui. E così, un po’
per gioco un po’ per passione (strana, dobbiamo ammetterlo, ma
ognuno ha le sue…), Chuck, grazie alla collaborazione della moglie
Tonya che gli scatta le foto, mette in piedi un sito (Dead Body Guy,
cioè “il corpo del ragazzo morto”) dove inizia a pubblicare
centinaia di scatti in cui inscena diversi scenari tragici, da quelli
più assurdi a quelli terribilmente realistici. Un hobby particolare,
non c’è che dire, ma che diverte un sacco sia Lamb che sua moglie
Tonya, tanto che in una recente intervista a Business Insider l’uomo
racconta: «All’inizio mi spaventava il fatto che mia moglie mi
proponesse continuamente nuovi modi di morie. Mi voleva “uccidere”
almeno tre volte a settimana. Iniziavo a pensare che le piacesse un
po’ troppo uccidermi».
Una
nuova particolare carriera. Il
primo giorno, il nuovo sito di Chuck ottenne 30 visualizzazioni di
pagina. Il secondo erano già salite a 200. Appena sei settimane
dopo, Chuck era sulla prima pagina del New York Times. Un successo
incredibile in pochissimo tempo, che continua ancora oggi visto che a
10 anni di distanza il suo sito può vantare la bellezza di 50
milioni e più di visite. Ma soprattutto non ci volle molto perché
anche i produttori e i registi di serie tv e film notassero
l’incredibile talento di Chuck nell’impersonare i morti. Le prime
proposte, però, iniziarono ad arrivare da programmi tv di
intrattenimento: la sua prima apparizione pubblica fu nello show
Today,
dove rilasciò anche la sua prima intervista. Poco dopo fu ospite
anche di David Letterman al The
Late Show.
Nel 2006 è addirittura ospite della cerimonia di consegna degli
Oscar. Nel 2009, invece, ottiene la sua prima (e finora unica) parte
parlante nell’horror Thankskilling,
uno splatter in cui un tacchino posseduto dal demonio uccide una
serie di giovani studenti. Un film francamente orripilante, ma
diventato un vero e proprio cult negli States dopo che Netflix
ha
deciso di inserirlo nel suo enorme archivio streaming. Recentemente è
stato realizzato anche un adattamento di questo film per Broadway.
Ma
se si chiede a Chuck quale sia stato il momento, fino ad ora, più
emozionante della sua nuova carriera, lui vi risponderà che è stato
quando ha visto il suo nome per la prima volta nei titoli di coda di
una puntata della quarta e ultima stagione della serie tv Le cose
che amo di te. Vedere il suo nome tra quello di tanti
professionisti è stata la realizzazione di un sogno di una vita, ma
soprattutto la cosa che l’ha convinto definitivamente a iniziare
questa sua nuova carriera. Oggi Chuck vanta ben 25 apparizioni in
serie tv o cinema con il ruolo del morto e il film più importante in
cui ha lavorato è Vacancy, horror in cui hanno recitato anche
Kate Beckinsale e Luke Wilson.
Dura
la vita da morto.
Chuck
è un tipo solare, che si diverte un sacco a firmare autografi e fare
fotografie con le persone che lo fermano per strada. Perché questo
ex informatico è diventato una vera e propria star, in particolare
grazie a Internet: «Francamente fatico a spiegarmi tutto questo
successo – raccontava un anno fa in un’intervista al Daily Mail
–. Ma mi piace. Ho anche la fortuna di poter incontrare alcuni dei
miei idoli: Mickey Rooney, Debbie Reynolds e tanti altri». Ma se
pensate che la vita del “morto cinematografico” sia semplice, vi
sbagliate. Chuck spiega che «non è così bella come si potrebbe
pensare. Per una scena di 7 secondi ci sono alle spalle almeno 8 ore
di lavoro. Solo il makeup dura 100 volte di più del tempo che poi si
sta in scena». Senza contare che se si vuole essere un buon morto
bisogna riuscire a restare completamente immobili. Anche respirare
può essere di troppo: «Cerco di pensare ad altro, di perdermi nei
miei pensieri. E non trattengo il respiro, perché se poi non ce la
fai più e fai un sospirone si vede sicuro in camera. Meglio tanti
respiri corti e secchi. Cerco di sembrare morto al massimo delle mie
possibilità». Il suo modello di morte cinematografica perfetta è
quello interpretato da Bill Paxton in Tombstone, film del 1993
dove il personaggio di Paxton viene colpito da un proiettile e muore
a occhi aperti. Chuck spiega: «Un altro personaggio lo afferra, lo
scuote, lo schiaffeggia. Ma lui niente, non sbatte mai le palpebre e
non fa neppure un respiro. Ecco, io vorrei riuscire ad arrivare al
livello di quella interpretazione».
Un
vero professionista, ben retribuito. La professionalità di Chuck
nel suo lavoro è oramai leggendaria a Hollywood e dintorni. Durante
le riprese di un episodio della serie The Jury, in Florida,
Chuck si è accorto di essere sdraiato su un formichiere di formiche
rosse che hanno iniziato a pizzicarlo. Nonostante questo, per non
rovinare la scena, è rimasto impassibile. Quando il regista ha dato
lo stop, Chuck si è alzato ed è corso a buttarsi in acqua e quando
gli hanno chiesto il motivo per cui non avesse detto niente, la sua
risposta è stata: «Perché voglio essere il miglior morto che
abbiate mai avuto sulla scena». Ma quanto viene pagata questa
fatica? Tra i 300 e i 500 dollari al giorno di lavoro, ma in un caso
Chuck ha incassato addirittura 1.500 dollari per un solo giorno di
riprese. Questo in aggiunta ai rimborsi spese per i pasti e i
pernottamenti. Chuck incassa anche 30 dollari circa al giorno dagli
annunci sul suo sito web, una cifra relativamente bassa data la mole
di visite, ma che a Chuck basta e avanza.
Una
Cenerentola grande e grossa.
Del
resto Chuck è già contento così: «Avevo 47 anni quando finalmente
sono riuscito a realizzare il mio sogno. È come se fossi una grande
e grossa Cenerentola. È divertente, cosa posso chiedere di più?».
In realtà ha ancora dei sogni da realizzare: «Non sono ancora
riuscito ad avere una parte nella mia serie tv preferita, Law &
Order. Ma mi piacerebbe anche lavorare in The Walking Dead
e partecipare al Grande Fratello Vip». Glielo auguriamo,
anche perché tutto è possibile per l’uomo che è riuscito a
rendere anche la morte una professione.