Clancy Brown è grande, spaventoso e riconoscibile soprattutto per i suoi ruoli da cattivo, ma a detta di tutti è un ragazzo molto gentile nella vita reale. In "Highlander", c'era una scena girata in una vera chiesa in cui usava insulti blasfemi per deridere il protagonista. A quanto pare, si è premurato di scusarsi con le suore e i sacerdoti presenti. Quando ha interpretato il sadico capo della guardia in "Le ali della libertà", si è rifiutato di rimanere nel personaggio anche solo per un minuto tra una ripresa e l'altra.

Mi sono chiesto se il fatto di essere stato scelto come cattivo nel live action sia una delle ragioni per cui ha passato gran parte della sua carriera a dare voce ai cartoni animati. È difficile immaginare che questo tizio:



e questo tizio:


siano interpretati dallo stesso attore, ma è così.




La Dreamworks usò Shrek come misura punitiva per i suoi impiegati.



Film d’animazione del 2001, Shrek è un film in CGI, (computer-generated imagery), ovvero un film con attori e oggetti in carne ed ossa, ma con i personaggi che hanno sempre un aspetto cartoonesco.

La produzione cominciò alla sua lavorazione nel 1996, contemporaneamente a quella de “Il Principe d'Egitto”, film realizzato con animazione classica.

Ma gli animatori che non riuscivano a tenere il passo con la produzione o che commettevano errori erano mandati a lavorare su Shrek, che sarebbe stato mandato nelle sale solo vari anni dopo.

Per gli animatori passare dal 2D alla CGI era complesso e la videro come una punizione, alla quale trovarono anche un nome: “essere Shrekkati”.


Quando vediamo un personaggio calvo in un film, è successa una delle tre cose:


1) L'attore si è rasato la testa



2) L'attore indossa una calotta



3) L'attore non indossa il parrucchino / parrucca che a volte indossa


Indossare un berretto calvo richiede che l'attore trascorra una notevole quantità di tempo in più sulla poltrona del trucco e indossi qualcosa che sia stretto, scomodo e caldo per molte ore. Quindi l'attore deve soppesare i costi/benefici della scelta di radersi o della scelta di indossare la calotta. Radersi la testa potrebbe impedire loro di ottenere altri lavori. Un fattore importante è probabilmente il tempo necessario per filmare le scene nei panni del personaggio calvo. Michael Rosenbaum ha interpretato Lex Luthor in Smallville. Per circa sette anni si è rasato la testa per interpretare il personaggio. Poi ha lasciato lo spettacolo per tre stagioni ed è tornato per l'episodio finale. Non si sarebbe rasato di nuovo la testa solo per pochi giorni di lavoro, quindi nell'episodio finale indossava un berretto calvo.



Le attrici probabilmente hanno meno scelta in materia. Non c'era modo che Karen Gillan sarebbe stata in grado di mettere le sue lunghe ciocche rosse lucenti sotto un berretto calvo, quindi ha dovuto radersi la testa per il prossimo film Marvel Guardians of the Galaxy.



E poi ci sono casi come questo.



Tra vent'anni, potrebbe essere tutto fatto digitalmente.


Ricordate il pasticcio che ha coinvolto il regista Michael Bay e l'attrice Megan Fox?



Questo è stato uno dei disaccordi più famosi, era su internet e può ancora causare problemi per entrambe le parti oggi.

Megan Fox disse che il regista era un incubo per lavorare insieme al film Transformers, e che era troppo strano.

Michael Bay ha detto in sua difesa che faceva parte della sua personalità appariscente, e che se fosse stata meno al cellulare e si fosse concentrata sulla recitazione, forse avrebbe avuto un'altra opinione.





Ingrid Bergman (1915-1982).



La bellissima svedese si affermò col film Intermezzo (1939), anche il suo lavoro più famoso fu Casablanca. Una sera assistette a un film di Roberto Rossellini e gli scrisse:

Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il tedesco, non si fa quasi capire in francese e in italiano sa dire solo ti amo, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei”.

Ingrid, interessata al regista più che al film da girare (Stromboli) di cui ignorava la trama, divorziò dal marito svedese per l’italiano e divampò lo scandalo.

Rossellini per lei lasciò l’attrice Anna Magnani, ed il caso volle che Ingrid Bergman partorisse durante la prima del film con l’attrice italiana, e la sala si svuotò.

Il bimbo, a dispetto del luogo inusuale di nascita, non ebbe alcun problema. Si trattava di Renato Rossellini.





Julia Roberts, quella con il sorriso a 32 denti, si è guadagnata il soprannome di "Tinkerhell" per essere una persona da incubo con cui lavorare.

La signorina Roberts ha un passato di cattiva condotta sul set e fuori dal set.

Julia ha iniziato a frequentare Danny Moder quando lui era ancora sposato con la stilista Vera Steimberg.

Quando Danny cerca di divorziare da Vera per sposare Julia, Vera si rifiuta di firmare i documenti del divorzio.

In preda alla rabbia, Julia si è presentata davanti ai paparazzi con una maglietta che svergognava pubblicamente la moglie, madre di due figli.... "The lower Vera" (Nota: gioco di parole con "Authorize Vera").

Alla domanda di Oprah sull'ormai famigerata maglietta, Julia Roberts ha risposto... "Tengo la mia maglietta".



 

Grace Kelly - "La finestra sul cortile"/1954.


La futura Principessa Grace era spettacolare con i vestiti di Jean Louis, i capelli e il trucco di Perc Westmore, catturata qui mentre sta guardando la telecamera con un ampio sorriso, indossando diamanti e pelliccia alla premiere di La finestra sul cortile.


Restando in casa, per Noi sono Monica e Mariangela, la seconda scomparsa.

Due bellezze e due talenti molto diversi, altrettanto inarrivabili.



Eccone qualcuno

John Boyega in Star Wars



John Boyega ha detto che la Disney non sapeva cosa fare del suo personaggio e di altri interpretati da persone di colore in Star Wars e che se avesse saputo che lo avrebbero pubblicizzato tanto solo per ritrovarsi così non avrebbe accettato.


Halle Berry in Catwoman


Non penso ci sia bisogno di spiegare perché. La Berry ha voluto fare questo film perché insoddisfatta di come Hugh Jackman ricevesse più attenzione di lei nei film degli X-Men. Beh con questo film di sicuro in molti hanno prestato attenzione a lei…


Zac Efron in High School Musical



Da allora viene assunto sempre per lo stesso ruolo mentre lui evidentemente sperava di diventare qualcosa di diverso.


Harrison Ford e Sir Alec Guinness in Star Wars




Entrambi non hanno mai nascosto di disprezzare il franchise fantascientifico di maggior successo di tutti i tempi. Ford sbottò sul set del primo film chiamando il copione "merda" di fronte a George Lucas. Solo dopo che questi ebbe un infarto durante la lavorazione, si diede una calmata, forse preso dai sensi di colpa. Ma comunque ha sempre disprezzato il personaggio, evitando il più possibile di rispondere a domande sull'argomento o di interagire con i fans di Star Wars. Guinness fu invece molto professionale sul set e rincuorò anche Lucas quando era depresso ma fuori dal lavoro non ebbe problemi a definire Star Wars "nonsense mumbo jumbo". Una volta fece piangere un fan perché gli disse che gli avrebbe fatto un autografo solo a condizione di non vedere mai più Star Wars.

Tutti e due comunque hanno apprezzato molto i (tanti) soldi ricavati dal franchise. Quindi non so quanto si siano del tutto pentiti.


Michelle Pfeiffer in Grease 2


Michelle Pfeiffer ha detto di aver interpretato il ruolo di Stephanie in Grease 2 perché era "giovane e non sapeva niente". Disse che non poteva credere a quanto fosse brutto e che lo odiava con tutta se stessa.


Christopher Plummer in Tutti Insieme Appassionatamente



Plummer disse che era il ruolo più noioso di tutta la sua carriera. E prese come offesa personale il fatto che la sua voce durante le canzoni fu sostituita in post-produzione con quella del cantante dei Mellomen Bill Lee. La ragione per cui molti anni dopo accettò un ruolo in Fievel Sbarca In America è perché voleva dimostrare al pubblico che sapeva cantare.







Nel 2008, l'attrice Carrie Fisher, famosa per aver interpretato la Principessa Leila nella saga di "Guerre Stellari", ha dichiarato che se avesse saputo quanto sarebbe diventata famosa per quel ruolo, non l'avrebbe mai fatto.



Si è anche lamentata del suo costume da schiava - il famoso bikini dorato - e di come la trasformazione in un sex-symbol abbia cambiato la sua vita personale.

Quando le è stato chiesto perché ha accettato di partecipare al nuovo film nel 2015, ha risposto che è difficile trovare lavoro dopo i 30 anni a Hollywood.


Sovente non pensiamo neanche a quanti sacrifici possano aver fatto le celebrità che popolano il mondo del jet-set italiano.



Uno che dovette affrontare svariati problemi per poter coronare il suo sogno è stato Lino Banfi.

Pasquale Zagaria nasce ad Andria nel 1936, ed entra in seminario da ragazzino per volontà dei genitori cattolici, anche se ben presto la passione per il teatro prende il sopravvento.

Inizia così a calcare le scene, ma senza fortuna inizialmente, e attraversa diversi momenti di difficoltà economica tali da rivolgersi agli usurai.

Era talmente povero che si finse malato per farsi operare alle tonsille e avere la possibilità di dormire per qualche giorno in un letto di ospedale.

Il successo arrivò negli anni ‘60 con la partecipazione a diversi programmi televisivi, commedie teatrali e film. Il resto è storia.


Non sa ritrarre, né fare i capelli, né cosa alcuna che imiti la carne”.



Domínikos Theotokopoulos, più noto come El Greco (1541-1614).

L’artista in Italia non era riuscito ad emergere e fu a Toledo che trovò la consacrazione, città cosmopolita, ma in cui gli artisti non godevano del prestigio sociale che avevano nel Bel Paese.

Era senza dubbio un pittore di riconosciuto valore, tra i migliori della Spagna intera, ma probabilmente non era soddisfatto del suo status.

Convinto di essere un genio, si considerava superiore ai suoi illustri colleghi italiani, come Michelangelo che denigrò senza pietà. Da buon cretese era attaccabrighe e arrogante: la modestia non era fatta per lui.


Dopo la sua morte, il suo amico Felix Paravicino scrisse: “Creta gli diede la vita, Toledo la patria migliore dove comincia a raggiungere l’eternità con la morte”.

Sono certo che quest’ultimo saluto lo ha apprezzato.