I Dire Straits sono portavoci di uno stile inconfondibile, semplice, pulito, ma al tempo stesso incorniciato da un'aura poetica evergreen. Per questo, dopo il brillante successo di metà anni Ottanta e la collezione di brani da heavy rotation ci chiediamo perché l'iconica band britannica di Deptford abbia incontrato il suo tramonto. Tuttavia, già sul finire degli Eighties erano affiorate le prime avvisaglie di interessi da solista, soprattutto da parte del carismatico frontman e chitarrista Mark Knopfler.

A lui si deve la fondazione del gruppo, accanto al fratello David che, alla fine degli anni Settanta condivideva l'appartamento con il bassista e studente di sociologia, John Illsey. Aggiungiamo a loro tre un pirotecnico batterista, Pick Whiters e il pacchetto rock è pronto. Ancor di più con un nome unico nel suo genere, Dire Straits, letteralmente tremende avversità, in relazione alle condizioni di ristrettezza economica in cui galleggiavano i musicisti in quel periodo. Tuttavia a volte basta una canzone, o meglio una collezione di brillanti demo, per lanciare una band.

La moneta fortunata dei Dire Straits fu quindi Sultans Of Swing, poi convolata nel loro album di debutto, DIRE STRAITS. Una prima perla per tratteggiare il sound fusion, mescolato su rock, blues, jazz e folk che dipingerà l'intera carriera discografica della band. E non poteva esserci un debutto migliore dato che Knopfler e compagni furono subito ingaggiati come band di supporto dei già celebri Talking Heads. Le loro sonorità calde e avvolgenti, plasmate sulla Stratocaster di Knopfler, erano una novità per lo scenario di fine anni Settanta, dove già spuntavano i primi punker e disco dancer.

Di conseguenza il loro approccio inedito cavalcò una buona stella, sedimentandosi in un secondo album, COMMUNIQUÉ, seguito da un esplosivo tour mondiale del 1979. In 51 concerti spalmati su 38 giorni, gli inglesini dal carisma vincente conquistarono anche l'attenzione di Bob Dylan, presente alla tappa di Los Angeles, che offrì loro una collaborazione su Slow Train Coming. Anche le televisioni guardarono famelicamente al gruppo, mentre all'orizzonte si stagliava il terzo album, MAKING MOVIES (1980), casa di un loro successo immortale: Romeo And Juliet.

Con questa perla romantica, accompagnata dal ritratto inedito di un amore non corrisposto, contrariamente all'opera di Shakespeare, il gruppo era già in orbita. Per questo gli altri tre album seguenti scrissero la parentesi d'oro dei Dire Straits, con il culmine di BROTHERS IN ARMS (1985), un prodotto di lascito ereditario, trainato da mine in musica come Money For Nothing e Walk Of Life. Tuttavia questi sono anche gli anni in cui ciascun musicista incominciò a guardarsi intorno, alla ricerca di nuovi stimoli.

Arriviamo così alla fatidica domanda: perché i Dire Straits si sono sciolti? Si trattò sicuramente di una scelta diplomatica, condotta da Knopfler che, con l'indimenticabile fascetta in testa e la sua chitarra, abbracciò nuove occasioni. E non di poco spessore, dato che lo richiesero Van Morrison, Bob Dylan e Phil Everly. Si unì poi l'esperienza da colonne sonore su svariate pellicole, tra cui Last Exit To Brooklyn del regista tedesco Uli Edel. Siamo nel 1989 e in quell'anno anche Illsey pubblicò il suo primo album solista: NEVER TOLD A SOUL.

Vi collaborò lo stesso Knopfler, basandosi su un'amicizia duratura e senza rancore per le scelte future. Così, quando uscì GOLDEN OF HEART(1996) del nostro chitarrista, i Dire Straits si erano già sciolti un anno prima, nel 1995. Niente escalation rabbiose o guerre fratricide, ma solo la comune esigenza di brillare sotto altre luci, dopo un percorso ventennale insieme ormai trasmutato sotto l'alternarsi di diversi musicisti in formazione. Nel 2018, poi, il gruppo è entrato di diritto nella Rock And Roll Hall Fame, anche se Markus non ha partecipato alla cerimonia.


 


Queste spesse suole a piattaforma appartenevano a Humphrey Bogart.

Ingrid Bergmann era tre centimetri più alta di lui.

Allora fu una cosa impossibile.


A seconda del periodo storico ci sono i cliché relativi a quello e sono tutti fastidiosi, specie per uno storico. Non si scappa.

Raggruppandoli per macroperiodi mi limito a citare i più famosi e discutibili.


ANTICA ROMA

Tempio di depravazione e corruzione continua.
Sembra essere sempre estate visto che l'uva abbonda sulle tavole di imperatori e senatori e la gente gira seminuda.



Le statue sono tutte bianche mentre in realtà erano colorate, con parti in rilievo.

Ad allietare le cene luculliane dei Romani ci sono sempre le solite ballerine perizomate tigrate: si vede che gli appalti duravano secoli!


I soldati sono sempre in armatura, con tanto di elmo a scopetta incluso.

A proposito di armature: che il film sia ambientato ai tempi di Romolo, o Romolo Augustolo, il tipo di corazza sarà sempre la segmentata, tipica anche dei legionari di Asterix.



Onnipresenti poi le staffe!


FILM SU GESU' O SUI PRIMI CRISTIANI

Ambientazione tipica araba mediorientale (di oggi), quando la moda semmai era ellenistica.



Grande abbondanza di agavi, cactus e fichidindia (che verranno importarti solo dopo la scoperta delle Americhe)


I Romani sono poi rappresentati come dei nazisti: cattivissimi e senza pietà



La presenza dei cristiani in molti film (come "La Tunica") è molto sovrastimata rispetto alla realtà.
Nei primi anni dopo la morte di Gesù erano si è no una cinquantina di persone, perdipiù quasi tutte nelle sole Galilea e Giudea.

Ma quello che tutti i registi non hanno mai capito (e indagato) è la complessità dei rapporti fra le tre autorità politiche esistenti al momento della condanna di Cristo.
Erode Antipa, Ponzio Pilato e Caifa (e il Sinedrio) ricoprivano tre ruoli diversi e, per quanto possibile, non si sovrapponevano nelle relative giurisdizioni.

Particolari anche i cliché sulle altre nazionalità: gli ebrei sembrano tutti fondamentalisti religiosi e i greci tutti filosofi.


MEDIOEVO

Anche qua tutti gli uomini sono in armatura e ci fanno anche sesso! (come in Excalibur di Boorman)



Come nei film su Romani, nella maggior parte le armature sono addirittura rinascimentali anche quando si tratta dell'Alto Medioevo. Idem per i castelli, che imitano quasi sempre quelli romantici di re Ludwig.


Le mode sono completamente sballate e seguono più quelle del periodo in cui viene girato il film che corrispondere alla realtà.

Ad esempio nella Prima Stagione dei Medici quasi tutti i personaggi sfoggiano barbe e baffi quando invece la moda al contrario imponeva la rasatura



Ovviamente non possono mancare falsità belle e buone come jus primae noctis, cinture di castità, strade sporche, mendicanti puzzolenti ecc.

E, in ogni film che si rispetti sul Medioevo, deve esserci il suo bel rogo di streghe



FILM SECONDA GUERRA MONDIALE (E SUCCESSIVI)

Dato che la maggior parte di questi film è prodotto da americani, è evidente che il loro ruolo nel conflitto è oltremodo esagerato, mentre quasi del tutto assenti sono i suoi alleati: Regno Unito e, soprattutto, Unione Sovietica.

I tedeschi sono tutti, dal Feldmaresciallo all'ultimo dei camerieri, cattivi, cinici, sadici, brutti e vigliacchi.
Gli americani tutti belli, biondi, alti ed eroi.



Basta un americano male armato a far scappare a gambe levate decine di tedeschi su carri armati.

Gli americani elaborano sempre dei piani complicatissimi che nessun tedesco è in grado di scoprire e, ovviamente, riescono tutti.
I giapponesi sono ancora più cattivi e vigliacchi dei tedeschi, oltre a essere pazzi suicidi.

Con la Guerra Fredda (e film relativi) i sovietici, vetcong e cinesi prendono tutti i difetti dei tedeschi e perdipiù sono stupidi.


Gli italiani non parliamone! Nei pochi film dove compaiono gli stereotipi abbondano: tutti pizza, baffi e mandolino.
Come nemici sono ridicoli, visto che basta che arriva da loro una bella ragazza e perdono tutti la testa.



FILM WESTERN, Guerra di Secessione e Guerre Indiane

Nella stragrande maggioranza dei film sulla Guerra di Secessione, i nordisti sono tutti buoni, leali ed eroi. I sudisti tutti delle carogne schiaviste



Idem per i film sugli indiani. Fino a Soldato Blu i pellerossa erano dipinti come selvaggi che scalpavano i bianchi, conoscevano solo l'infinito dei verbi e avevano usanze orribili.

Inoltre tutti i nativi erano uguali: vivevano tutti in tende e vestivano tutti allo stesso modo.



Poi vennero film nei quali gli indiani vennero completamente stravolti in chiave opposta.
Adesso sono tutti buoni e pacifici, quasi dei figli dei fiori ante litteram.

Se volete sorridere e trovare altri cliché consiglio la lettura di questi due interessantissimi libri.

Il primo è opera del prof. Sergio Bertelli e tratta tutti i periodi storici



Il secondo è dedicato esclusivamente ai film di ambientazione romana




 

 

Quali artisti bisognerebbe conoscere perché sono eccezionali?



John Singer Sargent.

Fu un artista americano, considerato il principale ritrattista della sua generazione.

Guarda il velluto.

Le sue opere commissionate erano coerenti con la grande maniera della ritrattistica.



Ma i suoi studi informali e i dipinti di paesaggio mostravano una familiarità con l'impressionismo.



Quelle che vedi sono alcune delle sue opere dal 1890 al 1911.


Secondo me sono molto moderne.

Ma mia affascina come fa vedere al struttura dei tessuti.

E anche come vedo i caratteri delle persone.



E come gioca con parti del dipinto quasi fotorealistico.

E altre parti che sono lasciate alla fantasia.


Io devo ammettere che lo sto conoscendo solo adesso.



Forse e' perche' gli artisti americani per tanto tempo non venivano considerati molto.



Guarda il tessuto e la pelliccia.


E il portamento. Posso immaginare come erano questre ragazze.


Qui vedo la costellazione psicologica di una famiglia. Da far paura.


Questo per me e' senza oarole. La trasparenza con pochissime linee.


Guarda il legno.


Eccolo qui, l'artista.


E qui la sua opera che mir resta di piu' in mente.

Non mi meraviglio che i ricchi e famosi volevano farsi fare il ritatto da lui.


Paradossalmente, Stephen fin da piccolo ha sempre avuto paura di moltissime cose. Da bambino era terrorizzato dagli spazi stretti, dal buio, da alcuni animali e tanto altro.

Quindi si dice che, per liberarsi da queste paure, abbia cominciato a mettere nero su bianco quello che produceva la sua vivace fantasia.

Altra bizzarra curiosità: in un'intervista nel 1982 ha dichiarato che di notte dorme sempre con una luce accesa.



Se il grande Freddie Mercury, fosse un cantante dei nostri giorni non c'è ne sarebbe per nessuno.



Con una estensione vocale di quattro ottave, indicato come tenore (#) soprannominato da sé stesso "Melina", una delle sette meraviglie del rock, avrebbe sbaragliato qualsiasi concorrente odierno solamente con i suoi assoli.

Per non parlare delle sue performance Acapella o delle sue improvvisazioni con il pubblico in delirio.


Si lo era. Quella scena mostrava le sue vere intenzioni e cosa era disposta a fare per ottenere ciò che voleva. Ha dimostrato che sapeva come giocare con gli "istinti di base" degli uomini e che era sempre al potere.

Sharon Stone afferma di non essere consapevole che i suoi privati ​​stavano mostrando sullo schermo, ma quell'incrocio di gambe non solo ha reso la scena iconica, ma l'ha anche resa una star.

Ricordo ancora di averlo visto la prima volta con mio padre e ci siamo guardati entrambi, abbiamo premuto il pulsante di riavvolgimento, ci siamo fermati e ci siamo guardati. Era orgoglioso di me quando ha visto quanto fossi incuriosito e più tardi quella notte abbiamo parlato degli uccelli e delle api.


Prendi una qualsiasi canzone di Enrique Iglesias o il 90% dei brani dei giovani a Sanremo. Stimo possa essere scritta in un'ora. Io di sicuro la scriverei in un'ora, e le mie abilità compositive sono perfettamente in linea con quelle di molti musicisti da strada con esperienza di lungo corso e con una storia famigliare di musicisti parenti e nonni.

Perché posso dare questa stima con sicurezza?

  1. Perché (il brano) usa un giro armonico banale e rodato. Scelto in cinque secondi.

  2. Perché la melodia viene costruita su uno qualsiasi dei rivolti dell'accordo e al massimo si inseriscono due note diverse giusto per creare un minimo di variazione.

  3. Perché ritornello e strofa sono sullo stesso giro di accordi e su note simili.

  4. Perché l'arrangiamento è preso da un database pre-confezionato.

  5. Perché non c'è un middle 8 (variazione dopo il secondo ritornello), o se c'è è concepito sfruttando il trucco del temporaneo cambio di chiave sul quarto grado della scala.

  6. Perché il riff è elementare e riprende le note di cui sopra.

  7. Perché c'è una sola chiave (con l'eccezione possibile del middle 8).

  8. Perché non c'è un vero testo o una idea concettuale ma solo frasi fatte e tipiche del tipo di brano.

  9. Perché è sempre e solo in 4/4 con poca roba in controtempo o con zero modifiche al ritmo di base.

  10. Perché non ci sono assoli.

Da questo puoi desumere per opposto cosa caratterizza un brano complesso.

Man mano che ti allontani da questi elementi aumenta la complessità di composizione e la robustezza del brano.

Esempi a caso. Vado in ordine di complessità:

  • Il tipico brano di Vasco lavora sul testo e sui riff. Un po' sull'arrangiamento. Ligabue idem. Eccezione Certe Notti e Urlando contro il Cielo, qui la sofisticazione è più alta.

  • Arisa ha scritto un bel pezzo a Sanremo. Ha lavorato sul testo, arrangiamento, cambiamento di ritmo, ritornello e strofa hanno una struttura difforme, non segue la struttura classica. Sia sta a questo livello.

  • Billy Joel (il mio musicista preferito) è un artista dei testi, degli arrangiamenti, dei riff, della struttura dei brani, degli assoli di piano e sax. Spesso modifica molto strofa da ritornello. I Queen sono nella stessa classe compositiva per quanto ai non esperti sembrino supereroi assoluti.

  • Elio e le storie tese lavorano costantemente su testo, ritmo, chiavi, assoli, giri armonici, riff. Motivo per cui sono i più grandi compositori moderni in Italia (famosi) e nessun musicista serio può rimanere indifferente al loro grado di maestria inarrivabile per molti di noi.

  • Un tipico brano dei Dream Theater lavora su tutti e dieci i punti di cui sopra in modo estremo al limite del ridicolo e spesso sfociano nel freddo virtuosismo. Infatti i loro sono piccoli lavori di ingegneria compositiva.

Sul concreto e con esempio personale: riuscirei facilmente a scrivere un brano sino al livello di Sia, un po' di complessità sui suoi giochi di seconde voci e invenzioni mi farebbe tirare quattro Madonne. Farei una bella fatica ad arrivare a Billy Joel o ai Queen, ma con molto lavoro e l'aiuto di altri musicisti potrei forse arrivarci. Il livello di Elio non è per me concepibile. Ma di gran lunga. I Dream Theater li guardo da un altro pianeta.



Gli OMD ossia gli Orchestral Manoeuvres in the Dark (manovre orchestrali al buio), un gruppo Rock e Synth Pop inglese noto negli anni '80 per il brano Enola Gay.



Il nome farebbe pensare ad un gruppo di musica classica o da camera per via del termine orchestrale ma la loro musica in realtà affonda le radici nel Punk e nel Rock elettronico tedesco. Anche il loro singolo di gran successo, Enola Gay, é un inganno: il titolo sembra alludere ad una donna chiamata Enola (l'allegra Enola) ma in realtà si riferisce al nome del bombardiere americano che sganciò la prima bomba atomica su Hiroshima.


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L’industrial metal è un genere musicale di musica post-industriale evolutosi dal'industrial rock mescolando la musica heavy metal a sonorità ed intuizioni tipiche della musica industriale. Fra gli esponenti più noti di questo genere si possono citare gli statunitensi Ministry, Nine Inch Nails, Fear Factory, e Marilyn Manson, i tedeschi Rammstein, i norvegesi The Kovenant e i finlandesi Ruoska e Turmion Kätilöt (questi ultimi con forti contaminazioni death metal). I gruppi Die Krupps e Nine Inch Nails, inoltre, suonano una particolare variante di questo genere, in quanto uniscono l'heavy metal con l'alternative rock e simili. Oppure, il gruppo tedesco Oomph! affianca allo stile heavy metal delle sonorità ambient e industrial. Tale stile è suonato anche nei più recenti album dei già citati Nine Inch Nails. Altri gruppi, primi tra tutti i norvegesi The Kovenant e i finlandesi Havoc Unit inglobano nel proprio sound elementi heavy metal e Krautrock, dai quali prendono le particolari sonorità futuristiche e fantascientifiche.
Tra i gruppi industrial metal è difficile individuare un filone comune, tuttavia, il sound dei gruppi appartenenti a questo genere presenta le seguenti caratteristiche:
  • Parti strumentali suonate con i classici strumenti della musica metal (chitarra elettrica, basso, batteria)
  • Parti elettroniche, create al computer, con software appositi e basi elettroniche, oppure con veri strumenti musicali, quali tastiere, campionatori, batterie elettroniche e sintetizzatori)
  • Lo stile vocale presenta sempre parti pulite e cadenzate, sebbene sia frequente anche l'uso dello scream; alcune linee vocali vengono talvolta volutamente effettate con l'elettronica.
Il primo tentativo di unione delle tecniche vocali e degli strumenti di rock (e successivamente metal) ed industrial, lo effettuarono i Cabaret Voltaire, che già a cavallo tra i '70 e gli '80 provarono ad aggiungere al sound minimale e ritmato dell'Industrial tradizionale, strumenti come basso e batteria, rendendo più accessibile il loro sound rumorista, quindi diventando di diritto i precursori dell'industrial rock e dell'industrial metal. I primi album dei KMFDM, gruppo formatosi nel 1984, segnano il passaggio da industrial a industrial metal. Nel 1987 sono i Ministry di Al Jourgensen a decretare la nascita del genere; il disco The Land Of Rape And Honey era infatti caratterizzato dalle ritmiche punk, dagli inserti puramente crossover di svariati stili. La vera esplosione dell'industrial metal si ebbe però all'inizio dei '90, con l'avvento di gruppi come Godflesh, Nine Inch Nails e Fear Factory, i primi nati per volere di Trent Reznor, e dediti ad un Industrial più tradizionale con contaminazioni metal e di altri generi, i secondi caratterizzati da una forte componente death e thrash metal, sound che verrà da alcuni definito come cyber thrash. In questo periodo i tedeschi Die Krupps e qualche anno dopo gli sloveni Laibach, dediti all'Industrial, cambiano rotta e si annoverano nel movimento industrial metal, i primi con l'album “II – The Final Option” e i secondi con “Jesus Christ Superstar”. Nel 1995 esce il debutto dei Rammstein, band che riuscirà a dare nuova linfa al genere grazie ad un sound originale e all'uso della lingua tedesca, sommato ad un notevole successo commerciale.
L'industrial metal ha influenzato molto i gruppi nu metal, tra cui soprattutto i Korn, ritenuti insieme ai Deftones gli iniziatori del genere, negli album See You on the Other Side e Untitled. In tale contesto si situano anche Coal Chamber, Static-X, Sevendust, Powerman 5000, Dope e American Head Charge, tra i gruppi di genere ad avere una spiccata componente industrial metal, oppure anche gruppi come Slipknot, Mudvayne e Mushroomhead hanno una influenza industrial nelle loro composizioni.
Gli Aborym sono dediti ad un industrial black, mentre gli Strapping Young Lad ad un death/thrash/industrial, i Meshuggah come industrial post-thrash e i Qube più psycho/prog/Metal ; questi gruppi non sono da considerarsi propriamente industrial metal.
Il cyber metal è una variante dell'industrial metal che affina le sonorità classiche dell'heavy metal a ritmi più martellanti, abbinati a basi elettroniche che richiamano un'atmosfera futuristica o addirittura dubstep, i principale esponenti di questa variante sono i Sybreed. Ciò che differenzia il cyber metal dall'industrial metal sono principalmente i temi, infatti i temi prevalenti sono la tecnologia, l'esplorazione spaziale, l'apocalisse, il nichilismo e in alcuni casi tematiche politiche. Il sonoro è rappresentato da un ritmo molto ripetitivo ricco di suoni tecnologici e riff martellanti, la voce è generalmente scream o pulita, ma spesso modificata con sintetizzatori o effetti vocali, in modo da adattarsi alle sonorità più futuristiche. Un esempio sono gli italiani Expel, che hanno completamente sostituito le percussioni con il dubstep, e che utilizzano effetti vocali per avvicinarsi a sonorità futuristiche.


Risultato immagini per Come si riconosce il proprio talento?




Lasciandolo totalmente perdere.
Il concetto di talento è una trappola che purtroppo sta facendo un sacco di danni, bloccando schiere di giovani davanti al computer alla ricerca di risposte. Nella società occidentale siamo stati condizionati a trattare qualsiasi argomento come un qualcosa di controllabile e su cui si può operare sempre una scelta (di consumo). Soprattutto, ci ha condizionato a ritenerci per forza SPECIALI in qualcosa di specifico. La nostra esclusività non va cercata nei risultati che otteniamo o nelle cose che decidiamo di fare, ma, in COME le facciamo, ovvero nel SENSO con cui le facciamo. E questo si può ottenere solo attraverso l’espressione della propria autenticità, il proprio cuore, i propri valori più profondi.
Poi, ognuno di noi ha dei canali espressivi preferenziali che dipendono in larga misura dalla genetica, che spingono una persona a prediligere alcune modalità rispetto ad altre, ma si tratta comunque di orientamenti generali che possono essere valorizzati in migliaia di contesti umani.
Il mio suggerimento è dunque quello di agire, di avere un atteggiamento proiettivo verso l’esterno, un atteggiamento di apertura e amore. Quindi aperto alla vita e affamato di essa. Prova, sbaglia, cadi, rialzati.

Risultato immagini per Come può il duro lavoro battere il talento?


Il duro lavoro batte il talento perché il più delle volte ciò che chiamiamo talento altro non è che il frutto del duro lavoro.
Non c’è niente da fare, abbiamo proprio una concezione sbagliata al riguardo. Vediamo il talento come qualcosa d’innato, qualcosa che possiede chi ha vinto alla “lotteria della genetica”. E, di conseguenza, tendiamo a contrapporre il talento al duro lavoro.
Non c’è casa senza fondamenta, non c’è evento senza processo, non c’è esperienza senza apprendimento, non c’è successo senza fallimento. Allo stesso modo non c’è talento senza duro lavoro: il duro lavoro è la pietra miliare del talento.
Finora nessuna ricerca scientifica è infatti riuscita a dimostrare l'esistenza di caratteristiche genetiche collegate a una predisposizione innata al talento. Certo, possiamo essere più predisposti di altri in qualcosa, ma questo non significa che abbiamo talento.
Quand'ero bambino ero molto predisposto al disegno. Mi divertivo a disegnare i personaggi di Dragon Ball (Goku, Vegeta, ecc.) e, a dirla tutta, mi venivano anche bene, tant'è che i miei compagni di classe mi chiedevano sempre di fargli qualche disegno. Quando i prof. chiedevano chi fosse bravo a disegnare, tutti rispondevano a gran voce: “Alessio!”. Ritenevo di essere bravo e sognavo che un giorno avrei aperto uno studio di animazione come quello della Toei Animation. Ma poi ho abbandonato il disegno ed oggi provo imbarazzo solo a tenere una matita in mano.
Dicono che il talento non coltivato è un talento perduto, ma è una balla. Senza il duro lavoro non c’è proprio nessun talento da coltivare. Ero predisposto al disegno, ma non ho fatto il duro lavoro o, come dicono gli americani, non ho fatto i compiti a casa. E oggi, pur avendo ancora quella predisposizione, non ho alcun talento nel disegno.
E se la mia storia non è abbastanza convincente, allora leggete le autobiografie (non le biografie!) delle persone “di talento”, leggete delle loro fatiche, dei loro sacrifici, dei loro errori, e capirete che il “talento innato” è solo una frottola.
Tra queste autobiografie una delle mie preferite è quella di Ray Kroc, grazie al quale ho scoperto un bellissimo aforisma che ora voglio riportare a conclusione della mia risposta:
Niente al mondo può sostituire la tenacia. Il talento non può farlo: non c'è niente di più comune di uomini pieni di talento ma privi di successo. Il genio non può farlo: il genio incompreso è quasi proverbiale. L'istruzione non può farlo: il mondo è pieno di falliti istruiti. La tenacia e la determinazione invece sono onnipotenti.
Calvin Coolidge