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MP3 (per esteso Moving Picture Expert Group-1/2 Audio Layer 3, noto anche come MPEG-1 Audio Layer III o MPEG-2 Audio Layer III) è un algoritmo di compressione audio di tipo lossy, sviluppato dal gruppo MPEG, in grado di ridurre drasticamente la quantità di dati richiesti per memorizzare un suono, mantenendo comunque una riproduzione accettabilmente fedele del file originale non compresso. La sua ideazione è dovuta a un team di lavoro istituito presso il CSELT e coordinato da Leonardo Chiariglione.

Storia
Il formato è da inquadrarsi nell'attività di ricerca della codifica per i media digitali da parte dei gestori di reti di telecomunicazioni, durante gli anni ottanta e novanta. In questo campo, la ricerca italiana del centro di ricerca CSELT aveva un gruppo attivo a livello internazionale.

Il logo di MPEG
La codifica "MPEG-1/2 Layer 2" cominciò come progetto presso la DAB e promosso dalla Fraunhofer IIS-A. Venne finanziato dall'Unione europea come parte di un programma di ricerca più vasto chiamato EUREKA, comunemente conosciuto con il codice EU-147.
Nel dicembre 1988 il gruppo, originariamente costituito per la codifica video per apparati di registrazione, costituì un gruppo di lavoro per la codifica audio, presieduto da Hans-Georg Mussmann. Nel luglio 1989 fu pubblicata una Call for Proposals, ovvero una richiesta da parte della Comunità Europea a presentare dei dalle cui risposte derivarono, per la parte audio, le tecnologie che diedero origine ai tre “layer” dello standard ISO/IEC 11172-3 (detto MPEG-1 Audio): i layer I e II dalla tecnologia proposta dal consorzio MUSICAM costituito da CCETT, Philips e Institut für Rundfunktechnik e il layer III dalla tecnologia proposta dal consorzio ASPEC costituito da AT&T, France Télécom, Fraunhofer-Gesellschaft e Thomson Consumer Electronics; tra i componenti del consorzio si distinse in particolare Karlheinz Brandenburg di Fraunhofer, che trattò l'argomento nella sua tesi di dottorato. Nel marzo 1992 lo CSELT di Torino dimostrò la prima versione funzionante del sistema MPEG-1, sia localmente su un personal computer, che in rete. MPEG approvò in via definitiva lo standard ISO/IEC 11172-3 a novembre 1992. L'acronimo MP3 fu ideato nel 1997 via email da un gruppo di esperti MPEG.
Un'ulteriore fase del progetto MPEG Audio si concluse nel 1994 con la creazione dell'MPEG-2, definito come standard internazionale con il codice ISO/IEC 13818-3 e pubblicato nel 1995.
L'efficienza di un algoritmo di compressione è tipicamente giudicata dal bit rate finale che riesce a ottenere, mentre la metrica del tasso di compressione, che sembrerebbe più naturale, dipende sia dalla frequenza sia dal numero di bit del segnale in ingresso. Ciò nonostante, vengono comunemente comunicati tassi di compressione che utilizzano i CD come riferimento, uno dei più comuni è quello a 44,1 kHz e 2x16bit. Qualche volta vengono utilizzati anche parametri DAT SP (48 kHz, 2x16bit). Il tasso di compressione in questo sistema di riferimento è maggiore, il che dimostra le difficoltà nel definire il termine compressione come perdita di qualità nella codifica. Karlheinz Brandenburg ha utilizzato il CD di Suzanne Vega, "Tom's Diner" come modello di riferimento dell'algoritmo di compressione per l'MP3. Questo CD è stato scelto per la sua dolcezza e semplicità, rendendo facile l'ascolto di qualsiasi imperfezione che la compressione può causare durante la registrazione.
La pagina web ufficiale pubblica i seguenti tassi di compressione per l'MPEG-1 Layer 1,2 e 3.

Layer 1: 384 kbit/s, compressione 4:1
Layer 2: 192...256 kbit/s, compressione 6:1...8:1
Layer 3: 112...128 kbit/s, compressione 10:1...12:1
Questi sono valori piuttosto aleatori in quanto:

La qualità dipende non solo dal formato di codifica del file, ma anche dalla qualità psicoacustica del codificatore. Il codificatore tipico layer 1 usa un modello psicoacustico molto elementare che finisce per richiedere molti più bit per un risultato soddisfacente.
La codifica Layer 1 a 384 kbit/s, anche con questo semplice "psicoacustico" è migliore della codifica Layer 2 a 192 … 256 kbit/s.
La codifica Layer 3 a 112 … 128 kbit/s è peggiore del Layer 2 a 192 … 256 kbit/s
Un modo più realistico per considerare il bit rate è:

Layer 1: eccellente a 384 kbit/s
Layer 2: eccellente a 256...320 kbit/s, molto buono a 224...256 kbit/s, buono a 192...224 kbit/s, non si dovrebbe usare sotto i 160 kbit/s
Layer 3: eccellente a 224...256 kbit/s, molto buono a 192...224 kbit/s, buono a 160...192 kbit/s, non si dovrebbe usare sotto i 128 kbit/s
Il confronto di un nuovo formato di file, viene fatto confrontando la qualità media di compressione del nuovo formato con un encoder di alta qualità e molto ottimizzato, del vecchio formato.

L'algoritmo che utilizza il formato MP3 si basa su una trasformazione ibrida che trasforma il segnale dal dominio temporale a quello delle frequenze e viceversa.

32 band filtro in quadratura polifase
36 or 12 Tap MDCT, la dimensione può essere selezionata indipendentemente dalla sottobanda 0...1 e 2...31
processamento addizionale per ridurre gli effetti di aliasing
L'AAC MPEG-4, è il formato erede dell'MP3 sempre secondo le specifiche MPEG. Tra i successori del formato MP3 è degno di nota l'Ogg Vorbis per la qualità di codifica[senza fonte] e per il fatto di essere un progetto Free Software. Quasi tutti gli altri formati sono legati a delle aziende proprietarie di diverse brevetti e licenze legate alle specifiche MPEG.
La diffusione del formato MP3 apporta una piccola rivoluzione nel mondo della musica, la diffusione delle playlist. In precedenza le canzoni di successo erano attentamente intercalate ai motivi meno riusciti nei CD e nelle audiocassette che si potevano ascoltare solamente nell'ordine studiato dal produttore. Con l'avvento dei supporti digitali questo non accade più ed è possibile una maggiore personalizzazione.

Caratteristiche del formato
È opinione diffusa che, per una resa soddisfacente dell'MP3, il bit rate debba essere almeno di 128 kbit/s; la qualità di un MP3 compresso a questa velocità di trasmissione, tuttavia, non si avvicina a quella di un CD-Audio, pur garantendo delle discrete prestazioni con dimensioni del file molto ridotte. Questo bit rate è il risultato di un tasso di compressione che si avvicina al rapporto di 11.02:1 per brani musicali con voce maschile mentre, in caso di voce femminile, in quanto più acuta e difficilmente comprimibile, il rapporto diviene circa 10.17:1, ammesso che la banda totale del segnale audio non superi i 2.0629 MHz, in caso contrario il rapporto cala drasticamente fino a toccare picchi di 2.13:1. Alcuni test di ascolto mostrano che, attraverso un po' di pratica, molti sono in grado di distinguere un formato MP3 a 128 kbit/s da un CD originale. Per molti altri, 128 kbit/s è una qualità di ascolto bassa.[senza fonte] Da un'analisi condotta dalla rivista SUONO, l'opinione dei conduttori al termine della prova è che solo ad almeno 256 kbit/s si può parlare di alta fedeltà.
Possibili codificatori:
codice di riferimento ISO dist10: è la qualità peggiore; file MP3 difettoso (tutti i blocchi audio sono marcati come difettosi).
Xing: principalmente basato sul codice ISO, qualità simile all'ISO dist10.
Blade: qualità simile all'ISO dist10.
FhG: alcune di loro sono buone, ma altre hanno gravi difetti.
ACM Producer Pro: alcune versioni generano dei disturbi fastidiosi.
L.A.M.E (acronimo ricorsivo che sta per "Lame Ain't an MP3 Encoder", letteralmente "LAME non è un codificatore MP3") cominciò come una patch dimostrativa (con licenza GPL) realizzata da Mike Cheng all'inizio del 1998, che modificava l'originale codificatore dist10. Nel maggio 2000 gli ultimi resti del codice sorgente ISO furono rimossi, rendendo LAME un codificatore MP3 a sé stante (con codice sorgente distribuito sotto licenza LGPL), in grado di competere con i principali codificatori presenti sul mercato.
Nel sito http://jthz.com/mp3 è possibile trovare un front end di Windows per il codificatore LAME.
La qualità di un file MP3 dipende dalla qualità della codifica e dalla difficoltà con la quale il segnale deve essere codificato. Buoni codificatori hanno una qualità accettabile da 128 a 160 kbit/s, la chiarezza perfetta di un brano si ottiene da 160 a 192 kbit/s. Un codificatore che ha bassa qualità lo si riconosce ascoltando persino un brano a 320 kbit/s. Per questo non ha senso parlare di qualità di ascolto di un brano di 128 kbit/s o 192 kbit/s. Una buona codifica MP3 a 128 kbit/s prodotta da un buon codificatore produce un suono migliore di un file MP3 a 192 kbit/s codificato con uno scarso codificatore.
Una caratteristica importante dell'MP3 è la perdita di dati dovuta alla compressione – è il modo con cui si rimuove l'informazione dal file audio originale allo scopo di risparmiare spazio. Nei moderni codificatori MP3 gli algoritmi più efficaci fanno di tutto per assicurare che i suoni rimossi siano quelli che non possono essere rilevati e/o che vengono rilevati meno dall'orecchio umano. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie alla scienza della psicoacustica.
Tuttavia molti ascoltatori sono in grado di riconoscere la differenza confrontando un CD originale con un formato MP3 da 192 kbit/s e persino a 256 kbit/s di alcuni codificatori meno potenti e più obsoleti. È possibile memorizzare file audio con una fedeltà massima usando una compressione audio del tipo FLAC, SHN, o LPAC, che comprimono un file audio PCM a 16-bit approssimativamente dal 50 al 75% dell'originale[senza fonte] (questo dipende dalla caratteristiche del file audio stesso).

Bit rate
Il bit rate è il numero di unità binarie che fluiscono al secondo ed è variabile per i file MP3. La regola generale è che maggiore è il bit rate, più informazione è possibile includere dall'originale, maggiore è la qualità del file audio compresso. Attualmente per le codifiche dei file MP3 fissano un tasso di compressione equivalente per tutto il file audio.
Per l'MPEG-1 layer 3 i bit rate disponibili sono: 32, 40, 48, 64, 80, 96, 112, 128, 160, 192, 224, 256 e 320 kbit/s, e le frequenze campionate disponibili sono 32, 44,1 e 48 kHz. La frequenza di campionamento a 44,1 kHz è quasi sempre utilizzata per i CD audio, mentre i 128 kbit/s come una sorta di bit rate standard "abbastanza buono". L'MPEG-2 e l'MPEG-2.5 (non-ufficiale) contemplano un numero maggiore di bit rate: 8, 16, 24, 32, 40, 48, 56, 64, 80, 96, 112, 128, 144 e 160 kbit/s.
I file MP3 audio sono suddivisi in settori ("chunks" in inglese) chiamati frames, ("fotogrammi" in italiano). Ognuno di questi settori è provvisto di un marcatore del tasso di compressione; in questo modo, mentre il file audio viene riprodotto, è possibile modificarlo dinamicamente. Questa tecnica rende possibile utilizzare più bit per la parte del suono ad alta dinamica (suoni più complessi) e meno bit per la parte a bassa dinamica (suoni meno complessi).

Canali
Il formato MP3 può utilizzare tecniche differenti per la codifica dei canali stereo:
Codifica Force Stereo: viene codificato un solo canale audio che viene poi sdoppiato durante l'esecuzione, perciò si ha una notevole perdita qualitativa dato che i canali destro e sinistro diverranno uguali.
Codifica Standard Stereo: i flussi destro e sinistro vengono codificati in maniera indipendente.
Joint-Stereo (Mid\Side Encoding): Sfrutta il fatto che i canali destro e sinistro sono fondamentalmente molto simili, perciò, viene codificato un solo canale e le informazioni sulle differenze tra il canale destro e sinistro, si ha una notevole efficienza in termini di compressione senza perdere alcuna informazione sui canali, e si ottiene un incremento in termini qualitativi dato che i bit del frame non vengono sprecati per informazioni ridondanti.
I codificatori Lame di default utilizzano Joint-Stereo per CBR sotto i 160 kbit/s o per VBR di q (indice qualitativo) superiore 4, stereo in tutti gli altri casi; negli encoder professionali è comunque possibile scegliere manualmente il tipo di codifica di canale che Lame dovrà utilizzare. La scelta di non utilizzare esclusivamente il Joint-Stereo è dovuta al fatto che alcuni dispositivi non possono processare correttamente le informazioni Dolby Surround se si utilizza il Joint-Stereo,

Criticità
Vi sono diversi difetti nel formato dei file MP3, che non possono essere individuati neanche dal migliore dei codificatori e sono insiti nelle caratteristiche stesse del formato (In parentesi il formato file dove questo difetto viene corretto).
Un tempo di risoluzione troppo basso per un segnale transiente molto alto (AAC, Ogg Vorbis)
ritardo complessivo di codifica/decodifica non definito (Ogg Vorbis)
nessun fattore di banda per frequenze oltre i 15,5/15,8 kHz (AAC, Ogg Vorbis)
Il collegamento stereo è fatto sulla base di un frame, o "fotogramma" (AAC, Ogg Vorbis)
Il bit rate è limitato a 320 kbit/s (AAC, Ogg Vorbis)

Codificatori
Lo standard MPEG-1 non definisce specifiche precise per i codificatori MP3. L'algoritmo di decodifica e il formato del file, invece sono definiti molto bene. Si presume che il creatore dello standard abbia escogitato un algoritmo per rimuovere appropriate parti di informazioni da un file originale, o piuttosto una rappresentazione in dominio della frequenza (MDCT). Questo processo si basa tipicamente sulla codifica psicoacustica, ossia vengono rimossi quei suoni che l'orecchio umano non è in grado di percepire sia mediante l'orecchio sia il cervello.
Come risultato, vi sono molti codificatori MP3 differenti, ognuno in grado di riprodurre file di qualità differente; al 30 settembre 2001 il migliore codificatore ad alto bit rate (128 kbit/s e superiori) è LAME. Per i bit rate più bassi il miglior codificatore è il Fraunhofer, ma vi sono diverse opinioni. La decodifica MP3, è tuttavia ben definita da uno standard. Molti decodificatori sono "bitstream compliant", ossia sono in grado di riprodurre esattamente un brano dello stesso file MP3 non compresso.

ID3
I tag ID3 permettono l'inserimento nei file MP3 del titolo, dell'artista, dell'album, del numero della traccia, di una descrizione, di un'immagine o di altre informazioni.

Alternative
Vi sono molti altri codec audio alternativi all'MP3:
mp3PRO dalla Thomson;
MPEG-1/2 Audio Layer 2 (MP2), predecessore dell'MP3;
MP+, una derivato dell'MP2;
MPEG-4 AAC, utilizzato da LiquidAudio e Apple Inc. nell'iTunes Store;
Ogg Vorbis dalla Xiph.Org Foundation, libero da brevetti;
ATRAC, usato dai Minidisc della Sony;
AC-3, usato dalla Dolby Digital per i DVD;
QDesign, usato da QuickTime per alti bit rate;
Windows Media Audio (WMA) da Microsoft;
RealAudio da RealNetworks.
mp3PRO, MP3, AAC, e MP2 sono tutti membri della stessa famiglia tecnologica e si basano su modelli psicoacustici simili.
Il Fraunhofer Gesellschaft è proprietario di alcune licenze di codec: Dolby Labs, Sony, Thomson/Technicolor, mentre AT&T possiede altri brevetti.
Su Internet si trovano altri metodi di compressione privi di perdite; pur non essendo simili all'MP3, essi sono buoni esempi di altri metodi di compressione disponibili:

FLAC
Monkey's Audio (APE)
WavPack
Il formato MP3 fu progettato per essere utilizzato in parallelo al formato Video MPEG-1/2, e per questo non in grado di riprodurre adeguatamente i suoni al di sotto dei 48 kbit/s (mono) o degli 80 kbit/s (stereo).
Nonostante alcuni fautori di codec più recenti come WMA, mp3PRO e RealAudio affermino che i loro rispettivi algoritmi sono in grado raggiungere una qualità CD già con 64 kbit/s, i test di ascolto cieco sembrano smentirli. Va comunque apprezzata l'indiscussa superiorità di questi e altri formati su MP3 a pari larghezza di banda impiegata.[senza fonte]
Tra gli altri, la Xiph.Org Foundation, sviluppatrice dell'algoritmo Vorbis utilizzato assieme al container multimediale Ogg, fornisce in una pagina web dei test di ascolto comparato tra diversi formati audio.

Licenze e brevetti
Un lettore MP3
La Thomson/Technicolor è proprietaria del brevetto MPEG-1/2 Layer 3 in U.S.A. e in Giappone. La Microsoft, che ha progettato il sistema operativo Windows, ha scelto di creare il proprio formato proprietario WMA invece di utilizzare l'MP3, in questo modo evita di dover pagare le relative royalties.
Sotto la presidenza di Mario Monti, l'antitrust europeo multò Microsoft per abuso di posizione dominante con il massimo della sanzione: il 10% del fatturato. Microsoft fu costretta ad abilitare l'installazione su Windows di lettori audio diversi dal nativo Windows Media Player, incluso nel suo sistema operativo; questi software permettevano di ascoltare l'mp3 e altri formati diversi dal wma. Alla fine, lo stesso software Windows Media Player è stato modificato per la lettura di molti codec e la loro masterizzazione, fra i quali l'mp3.
Nonostante queste scelte, il formato mp3 continua a essere ampiamente utilizzato. Ecco perché:
ormai la maggior parte degli utenti ha familiarità con il formato;
la maggior parte della musica disponibile è in formato mp3;
una grande varietà di software e di hardware hanno ottenuto dei notevoli vantaggi da questo formato, rivoluzionando l'industria musicale e le leggi sul copyright;
non vi sono controlli sulla copia e la distribuzione degli mp3 (assenza di DRM, Digital Rights Management);
l'mp3 è un file generalmente meno pesante rispetto a molti altri formati; Tuttavia è superato nel rapporto qualità/bit rate sia da WMA sia da Ogg Vorbis, AAC.[senza fonte] Fornisce una qualità audio più che buona con file che occupano da 3 ai 5 MB (MegaByte), per una tipica canzone di 5 minuti compressa a un bit rate di 128 kbit/s. Ciò consente il download di singoli brani anche a utenti che non hanno una connessione ADSL, di memorizzare parecchie ore di musica nei lettori multimediali.
la rivoluzione dell'mp3 sta nel fatto che i modelli psicoacustici usati per la codifica del flusso audio sfruttano il fenomeno del mascheramento; l'orecchio umano, infatti, non è in grado di percepire determinati suoni sovrapposti. In questo modo viene codificata minore informazione, senza disturbare però la qualità percettiva.
Il 23 aprile 2017, il Fraunhofer-Gesellschaft comunica che tutti i brevetti sul formato MP3 detenuti da Fraunhofer-Gesellschaft e da Technicolor sono scaduti.

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Contattare le case discografiche può essere stressante, ma anche sconfortante quando non ricevi risposta. Scopri quello che puoi fare.



Passaggi

Assicurati che la tua musica sia fantastica. Ascoltala sulla tua auto e falla giudicare ai tuoi amici. Chiedi loro cosa pensano di quel gruppo, senza fargli sapere che è il tuo.
Visita il sito internet. La maggior parte delle etichette ha un sito internet, puoi facilmente contattarli o leggere la sezione delle FAQ, per capire dove poter mandare il tuo demo. Quando mandi il tuo demo, assicurati di includere delle foto, una presentazione e la copertura ricevuta dai media.

Non essere deluso se l'etichetta non ti contatta. La divisione A&R riceve migliaia di demo ogni settimana. Ed è difficile riuscire ad ascoltarli tutti: servirà un po' di tempo.

Assicurati di inviare il tuo demo a più case discografiche, includendo anche quelle indipendenti. A volte è meglio rivolgersi ad una casa discografica indipendente: il più delle volte sono supportate da una major. In entrambi i casi ci sono possibilità che tu possa essere notato.

Rifletti. Perché ti piace il tuo artista preferito? Ecco, devi convincerli che sei bravo come lui o lei.

Fai esercizio. Solo con l'esercizio puoi migliorare, l'industria discografica è una corsa. Ma se la tua musica non colpisce al primo impatto, non la ascolteranno una seconda volta. Prova a non bruciarti le possibilità, perfeziona la tua musica prima di inviarla!

Consigli

  • Non abbatterti troppo se ricevi una risposta negativa. Fa' che ti servano da lezione. Le critiche ti aiutano a crescere. Non pensare che Jay Z o Daddy Yankee abbiano ricevuto un "Sì" al loro primo tentativo.
  • Puoi diventare il nuovo (il tuo artista preferito), tutto quello che ti serve è lavorare duramente!
  • Mostrati al pubblico, basta nascondersi dietro l'obiettivo, tu hai del talento: ora mostralo!
  • Realizza dei video; falli abbastanza divertenti - a nessuno piace guardare video noiosi.






Avvertenze

NON credere assolutamente a quello che ti dicono: che non puoi farcela... si abusa troppo di questa espressione. Ma soprattutto si è già dimostrata falsa!



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La Island Records è un'etichetta discografica fondata nel 1959 da Chris Blackwell in Giamaica. Fu la casa discografica che lanciò il reggae a livello internazionale e divenne presto famosa per il successo di Bob Marley, che la fece diventare l'etichetta di riferimento per tale musica.

Storia

Quando l'azienda fu fondata, la Giamaica faceva parte della Federazione delle Indie Occidentali britanniche. Nel 1962 il Paese guadagnò l'indipendenza e Blackwell spostò la Island nel Regno Unito, dove nel corso degli anni avrebbe mantenuto la sede più importante.
Fra gli anni sessanta e gli anni ottanta pubblicò le prime incisioni degli U2, dei Traffic, di Robert Palmer, dei Jethro Tull. Dall'inizio degli anni '70 fu distribuita in Italia da Ricordi.
Nel 1990 fu acquistata dalla PolyGram, a sua volta assorbita nel 1998 dalla Universal Music Group. Negli anni novanta annoverava tra gli artisti prodotti anche The Cranberries, Melissa Etheridge e PJ Harvey. Quando nel 1999 l'etichetta divenne la capofila di altre etichette, si aggiunsero al suo parco artisti altre celebrità quali Bon Jovi, Lionel Richie e i Def Leppard.
Attualmente, l'etichetta è di proprietà della major Universal Music Group e negli USA ha operato come una divisione della Island Def Jam Music Group sino al 2014, anno in cui il gruppo è stato chiuso e le sue sussidiarie Island, Def Jam e Motown sono diventate dipendenti direttamente dalla Universal.

Island Studios

Grande prestigio ottennero gli Island Studios fondati da Blackwell nel 1969 in una chiesa sconsacrata di Notting Hill, a Londra, che era diventata un magazzino per le statue obsolete di Madame Tussauds. Tra i maggiori musicisti della Island che incisero negli studi vi furono gli Iron Maiden, Bob Marley, Steve Winwood, i Free, i Bad Company, Robert Palmer, Jimmd Cliff, Nick Drake, i Fairport Convention, Amy Winehouse, John Martyn, i Mott the Hoople, i Roxy Music, Brian Eno, gli Sparks, Cat Stevens, gli Spooky Tooth, i Traffic e i Jethro Tull.
Molti furono anche gli artisti che incisero negli studi e non avevano un contratto con la Island, tra i quali i Clash, gli Eagles, i Dire Straits, gli Emerson, Lake & Palmer, The Rolling Stones, i Genesis, gli Yes, i Led Zeppelin e Joan Armatrading.
Nel 1982 gli studi furono venduti da Blackwell a una società facente capo al musicista Trevor Horn e furono incorporati nella rete di studi discografici della SARM Studios. Nel corso degli anni, gli studi sono stati poi ridimensionati dai nuovi proprietari ma hanno continuato ad ospitare incisioni di artisti di fama internazionale.

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Il Funk è un genere musicale nato negli Stati Uniti nella metà degli anni '60 da musicisti afroamericani. La loro intenzione era quella di creare uno stile musicale ritmato e ballabile che prendeva spunto dai generi soul, jazz e rhythm and blues (R&B). Questo genere riduce l'importanza della melodia e della progressione di accordi presenti nei generi vicini in favore di un marcato groove scandito dal basso elettrico e da una batteria molto presente. Come in gran parte della musica afroamericana, anche nel funk si ritrovano marcati e incalzanti incastri ritmici suonati dai vari strumenti. Il funk usa gli stessi accordi estesi utilizzati nel bebop jazz, come accordi minori con l'aggiunta degli intervalli di settima e undicesima o accordi dominanti con l'aggiunta dell'intervallo di nona alterato.
Il termine è stato coniato negli Stati Uniti negli anni sessanta, per indicare delle caratteristiche ritmiche e sonore presenti in diversi ambiti musicali. Inizialmente il termine fu usato nel jazz per indicare un approccio musicale rude e libero da sofisticazioni, con riff ripetitivi e con un ritmo incalzante. In seguito l'aggettivo funky fu utilizzato sempre più anche in altri ambiti musicali come il soul e il R&B.
Il significato del vocabolo funk (e il suo aggettivo funky) nello slang degli afroamericani indica generalmente un cattivo odore, come l'odore sprigionato dal corpo in stato di eccitazione, e per estensione poteva significare "sexy", "sporco", "attraente" ma anche "autentico", cioè originale e libero da inibizioni.


Storia del genere
Dopo gli album di James Brown, il creatore indiscusso del funk (ispirato dal suo sassofonista Maceo Parker), Papa's Got a Brand New Bag (1965), I Got You (I Feel Good) (1966) e Sex Machine (1970), si cominciò a considerare il funk come un vero e proprio genere musicale. Il termine fece la sua comparsa ufficiale in ambito rock in un brano del 1967 di Dyke and the Blazers (Funky Broadway).
George Clinton è generalmente considerato il principale innovatore del funk. Con i suoi gruppi Parliament e Funkadelic incominciò ad esibirsi negli anni settanta autodefinendosi sacerdoti della religione "della giungla e della strada" nata per liberare gli umani dalle forze negative di un mondo senza funk, inventando il genere P-Funk, che ha assunto il significato di "Parliament - Funkadelic", il funk alla massima potenza, nella sua forma più pura. Artisti legati a George Clinton sono sicuramente due altri grandi padri del P-Funk. Il bassista Bootsy Collins, che ha fatto parte sia della band di James Brown (nella banda The JB's) sia dei Parliament-Funkadelic, e Roger Troutman con i suoi Zapp & Roger, portando alla notorietà mondiale il "talkbox", un modificatore di voce prima utilizzato solo in collegamento a delle chitarre da gruppi rock, di lì in poi invece collegandolo da un lato a un sintetizzatore e dall'altro alla bocca, creando un suono magico.
Negli anni settanta il genere sviluppò i tratti caratteristici che lo contraddistinguono tuttora: linee di basso incalzanti e ripetitive (esemplari quelle del bassista di Sly Stone, Larry Graham, creatore della tecnica slap); riff di chitarra elettrica taglienti e sincopati, nutrite sezioni fiati e ballabilità dei brani, con largo spazio ai brani strumentali e agli assoli. Negli anni settanta e ottanta il funk si mescolò con la disco music con gruppi come Earth, Wind & Fire, Kool & The Gang, Jackson Five o Brand New Heavies. Nel jazz a partire dalla fine degli anni sessanta il termine funky prese ad indicare dapprima alcuni lavori jazz ibridati col funk e il blues (hard bop) ad esempio certi brani di Horace Silver, o Blue Mitchell nonché Lee Morgan e in seguito, più in generale, uno stile influenzato dal funk anni settanta e dal rock, da alcuni definito jazz-funk (Miles Davis, Herbie Hancock, George Duke, George Benson, Stanley Clarke). Nell'uso comune impropriamente i termini jazz rock, fusion e funky sono poi divenuti sinonimi.
Dopo gli anni ottanta l'inafferrabile funk si è mescolato con altri generi e ha ispirato i musicisti più disparati (a titolo di esempio si paragoni Atomic Dog di George Clinton (1982) e What's My Name di Snoop Dogg, e si considerino le influenze musicali di Earth, Wind & Fire su alcuni lavori di Elio e le Storie Tese). Il P-Funk è alla base della nascita del West Coast Rap, artisti come gli N.W.A., DJ Quik, Too $hort e tutti i padri del Gangsta rap si sono infatti ispirati alle sonorità soprattutto di George Clinton e Roger Troutman.
Le influenze funky della musica soul e della musica disco nel jazz hanno portato alla genesi dell'acid jazz, gruppi come Jamiroquai, James Taylor Quartet o Incognito mostrano chiari influssi funk.
In ultimo, il funk unito alle prime sperimentazioni elettroniche degli anni settanta e alla disco music ha contribuito a dar vita al genere house dalle mani di producer come Frankie Knuckles, Larry Levan e altri, genere, diventato il più ballato negli ultimi 30 anni e che ha a sua volta rivoluzionato il mondo della musica, dando il via a molti altri generi oggi classificati sotto il nome electronic dance music (EDM).
Si potrebbe affermare che il funk è nato come aggettivo per definire alcune caratteristiche musicali esistenti, si è evoluto a genere autonomo negli anni settanta e oggi è sostanzialmente tornato alla sua funzione di aggettivo, per caratterizzare alcune specificità di generi come l'acid jazz, l'hip hop, o il funk rock, oppure semplicemente nei nomi di alcuni gruppi musicali (ad esempio Planet Funk).

Funk in Italia

Nel 1976, con il brano Funky Bump e con altre tracce contenute nell'album 1st Round (Atlantic Records), Pino Presti fu tra i primi e più importanti realizzatori in Italia di questo genere[2][3], assieme a Patty Pravo, la quale inserì un brano funky (Il dottor funky) all'interno dell'album omonimo (poi soprannominato Biafra).


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Il montaggio sonoro, detto anche collage sonoro, è, in musica, una tecnica che consiste nell'associare fra loro suoni e registrazioni preesistenti al fine di realizzare nuovi brani.



Storia

Sebbene le origini del montaggio sonoro siano state fatte risalire alla sonata Battalia di Heinrich Biber (1673), al Don Giovanni (1789) di Mozart e in alcuni passaggi delle sinfonie di Mahler, i primi esempi in cui venne adottata la tecnica furono forse quelli presenti in alcune composizioni di Charles Ives. Alcune forme musicali e procedure, quali il quodlibet, il medley, il poutpourri e la centonizzazione, differiscono dal collage poiché i loro elementi sono combinati in modo equilibrato, in quest'ultimo, invece, le discrepanze di chiave, timbro, tessiture e metro contribuiscono a preservare l'individualità dei singoli elementi costitutivi ed a comunicare l'impressione di un assemblaggio eterogeneo.
Sebbene venga spesso identificata con le arti figurative, la tecnica del montaggio sonoro nella musica di Biber, Mozart, Mahler e Ives anticipa di fatto lo stile pittorico di Picasso e Braque, ai quali sono attribuite le prime opere d'arte collage. Tuttavia, la composizione Central Park in the Dark (1906) di Ives, che rievoca l'impressione di una camminata in città, venne realizzata attraverso la stratificazione di molte melodie distinte e citazioni.
Il primo esempio di montaggio sonoro creato elettronicamente è Wochenende: un collage di parole, musica e suoni realizzato dall'artista Walter Ruttmann nel 1928. Più tardi, nel 1948, Pierre Schaeffer usò dei giradischi per creare Étude aux chemins de fer, ricordato per essere stato il primo brano di musica concreta.
La diffusione del nastro magnetico, avvenuta a partire dagli anni cinquanta, spinse diversi musicisti a realizzare brani basati sul "taglia e incolla" di registrazioni preesistenti. Gli ingegneri del suono scoprirono presto che i nastri registrati potevano, infatti, essere incisi e ricongiunti secondo un nuovo ordine.
Più recentemente, innumerevoli musicisti hanno adottato la tecnica del montaggio sonoro. Un esempio particolarmente influente in questo ambito fu l'album My Life in the Bush of Ghosts (1981) di Brian Eno e David Byrne, considerato il precursore di numerosissimi stili musicali.

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Crei già della splendida musica, ma come assicurarti che venga anche ascoltata? Le case discografiche esistono per offrire appoggio finanziario ai musicisti che scritturano, ma anche per trarne un profitto. Queste etichette sono in cerca di band o artisti preparati che hanno dimostrato di essere in grado di attrarre un buon seguito e stimolare i consumatori. Non è facile attirare l'attenzione di una casa discografica, ma, sviluppando la tua musica, coltivando il tuo stile e cercando di preparare un disco, sarai pronto a fare il grande salto nel settore della musica professionale.

Sviluppare la Tua Musica

Analizza la concorrenza. Migliora le tue performance studiando le band e gli artisti che ti piacciono e che sono stati scritturati da case discografiche. Cosa hanno che tu non hai? Pensa alla loro immagine, alla loro musica e al modo in cui si relazionano ai fan. Può inoltre esserti utile imparare a suonare cover di altre band per capire come sono strutturate. Cosa funziona quando ti esibisci? Cosa potresti migliorare?

Sii professionale. Fai in modo che la musica diventi la tua vita. Le case discografiche non sono in cerca di talenti promettenti su cui investire nella speranza che vada tutto bene. Vogliono gruppi o artisti ben formati e professionali che possano generare profitti. L'investimento sulla tua musica dipende dalla professionalità e dall'impegno che dedichi alla tua arte, al tuo prodotto e alla tua immagine.

Fai costantemente pratica. Devi fare delle prove tutti i giorni ed essere pronto a esibirti praticamente sempre. Esercitati con la band finché non potrai suonare ogni canzone a occhi chiusi, finché il batterista non avrà memorizzato il testo, anche se non canta.
    • Ritagliati del tempo per fare le prove tutti i giorni e concentrarti sulla scrittura di nuovi materiali. Puoi comprare i Ray-Ban più costosi e le giacche di pelle più rock che trovi al centro commerciale, ma le case discografiche non avranno interesse per la tua band se nessuno vuole ascoltarla. Innanzitutto, realizza una musica di alta qualità.
    • Registra le prove e riguardale per capire come potresti migliorare. Perfeziona i concerti dal vivo nella privacy dello spazio in cui ti eserciti. Corri dei rischi quando sei da solo e nessun altro può notare gli errori. Assicurati che gli show riflettano la tua professionalità, il tuo impegno e la tua serietà.

Considera gli sbocchi commerciali della tua musica. Il punk purista e il jazz sperimentale con assoli di fagotti che durano otto minuti offrono sicuramente una direzione artistica stupenda da esplorare, ma, da un punto di vista commerciale, non sono vendibili. Se il tuo obiettivo è quello di farti scritturare basandoti unicamente sulla musica, devi fare in modo che la tua arte raggiunga il maggior numero possibile di persone, che generi il desiderio di essere ascoltata. Tuo nonno apprezzerebbe la tua musica? E i tuoi amici? E una persona che non parla la lingua in cui scrivi? Rifletti sul pubblico.
    • Fai la musica che ti interessa, ma sii realista in merito ai tuoi obiettivi. Se vuoi farti scritturare dalla Sony o dalla Warner, probabilmente una major del genere non ha intenzione di proporre una musica di nicchia che ascolterebbero in pochi. Se il tuo stile si compone in gran parte di esplorazioni psichedeliche, segui pure questa strada, ma non ambire a firmare un contratto con una grande casa discografica e impegnati per coltivare un seguito.


Coltivare un Seguito

Inizia a fissare date di concerti nella tua zona. Una volta che hai a disposizione una buona quantità di materiale da proporre, comincia a girare per locali, come pub, bar e altri posti in cui vengono organizzate serate musicali. Prima, vai a vedere qualche show nei luoghi che ti interessano per assicurarti che il pubblico fisso possa accogliere favorevolmente la tua esibizione. Non è proprio il caso di presentare un duetto acustico e sussurrato in un bar frequentato da motociclisti chiassosi. Prova in occasione di una serata a microfono aperto in un pub e vedi come va.
    • I primi tempi, organizza un paio di spettacoli al mese finché non riuscirai ad avere un seguito fisso nella tua zona. Una volta che avrai raggiunto questo obiettivo, puoi aumentare i concerti locali (magari farli settimanalmente), per poi provare a livello regionale. Non mettere a punto un tour nazionale finché non sarai sicuro di poter suonare tutte le settimane senza ostacoli.

Suona con band simili. Il modo migliore per sviluppare un seguito nutrito che vada al di là della tua cerchia di amici è trovare dei contatti tra gli altri gruppi della zona, oppure accedere a una scena musicale già esistente. Partecipa ai concerti degli artisti che ti piacciono e proponiti di fare da supporter una sera. Se non hai dischi da offrire, invitali ad assistere alle prove.
    • In alternativa, organizza concerti tutti tuoi e chiedi ad altre band di suonare con te. Potrebbero restituirti il favore. Assicurati solo di essere gentile ed educato: proporre a un gruppo esperto e popolare di farti da supporter potrebbe essere considerato scortese perché ancora non sei conosciuto. Lasciali suonare per ultimi, oppure offri l'opportunità di scegliere quando esibirsi. Lo interpreteranno come un segno di rispetto.
    • Farti coinvolgere da una scena musicale ha molti benefici. Le altre band saranno molto più disposte a condividere risorse e suggerimenti con te. Se hai bisogno di prendere in prestito un amplificatore per il basso o un impianto di diffusione sonora per un concerto, è difficile farlo quando non conosci altri musicisti in zona. Al momento di registrare, avrai inoltre un buon punto di riferimento per trovare lo studio e ottenere raccomandazioni.

Pubblicizza la band usando i social network. Annuncia i concerti e pubblica le canzoni che hai registrato per tenerti in contatto con i nuovi fan. Prima che una casa discografica scritturi un musicista, vuole assicurarsi che abbia già un seguito fedele.
    • Inoltre, pubblicizza altre band e rimani attivo sulla scena musicale. Incoraggia le persone che frequentano la tua pagina a dare un'occhiata a un gruppo con cui hai suonato in passato. Coltivando una buona presenza nel settore, la gente sarà più propensa ad ascoltare la tua musica. È difficile convincere colleghi e altri spettatori ad andare a vederti suonare se tu non sei andato mai ai loro concerti e stai sempre sulle tue.

Crea delle t-shirt accattivanti. Le magliette sono un articolo di merchandising incredibilmente popolare e relativamente economico da produrre, soprattutto se paragonate a una registrazione professionale. Gli spettatori spesso vogliono comprare un ricordino dopo aver assistito a un concerto, e ordinare qualche maglia da vendere è un ottimo modo per guadagnare qualcosa e mantenere a galla la band. Inoltre, ti farai pubblicità gratuitamente ogni volta che qualcuno ne indosserà una.
    • Quando organizzi un concerto, scambia le t-shirt con quelle di altre band, e poi indossane una sul palco. Il marketing incrociato offre benefici a tutti i membri della tua stessa scena musicale. Se i gruppi migliorano nel complesso, sarete tutti più vicini a firmare un contratto con una casa discografica.

Vai in tour. È facile saturare una scena musicale. I tuoi amici sganceranno cinque euro per andare a vedere la tua band in un bar solo ogni tanto, quindi dovresti iniziare a cercare altri locali e posti in cui farti strada nel tentativo di accrescere la tua popolarità a livello locale.
    • Prenota un breve tour con altre band. Visitate qualche città in cui avete amici che possano ospitarvi tra divani e cantine spaziose. Un'altra possibilità è fare un tour estivo, quando avete tutti del tempo libero, e accamparvi all'aperto è comodo ed economico.
    • Chiama gli organizzatori dei festival della tua zona e informati se è possibile fare da supporter a un artista. Iscriviti a un concorso di band sponsorizzato da una stazione radio o una sala concerti. Chiedi a qualcuno di filmare gli show e poi cerca di farli diffondere tramite televisione e internet.

Risparmia un gruzzoletto. È emozionante guadagnare 100 euro dopo aver suonato per la prima volta: ce l'hai fatta! Stai incassando soldi veri grazie alla tua musica! Può essere allettante suddividere i guadagni con gli altri membri del gruppo e spenderli tutti per organizzare una grande festa, ma resisti alla tentazione. Quando la band inizia a intascare qualcosa, apri un conto in banca specificamente pensato al miglioramento e alla promozione. Cerca di mettere da parte la somma più alta che puoi.
    • Usa questo conto solo per le spese della band. Sta a voi decidere cosa farne, ma in genere vi serve per comprare corde per chitarra, migliorare le attrezzature o affittare lo spazio in cui provare. Giacche di pelle nuove e denti d'oro finti? Non sono poi così utili. Ricorda: per farvi scritturare da una casa discografica, è necessario avere innanzitutto demo di alta qualità, e si sa che non sono gratis.


Registrare un CD Demo

Trova uno studio e prenotalo. Registrare un buon CD demo è un ottimo modo per farti notare da una casa discografica, ma è anche ideale per continuare a conquistare fan e offrire qualche canzone che adorano ascoltare dal vivo. Quindi, è importante farlo quando hai canzoni di qualità e la gente vuole sentirle. Inoltre, è un investimento per un possibile contratto discografico.
    • I costi dello studio possono variare non poco. Spaziano tra i 10 e i 150 euro all'ora per le registrazioni iniziali, e solitamente aumentano quando bisogna passare al mastering. È costoso, quindi devi limitare la durata del CD demo e inserire solo le canzoni migliori, magari un paio. Pianifica come registrarle velocemente ed efficacemente.

Organizza il tempo che passerai in studio. Ogni ingegnere del suono o produttore mette a punto a modo suo le sessioni di registrazione, quindi devi assicurarti di preparare al meglio il tuo lavoro, ovvero le canzoni. Devi conoscere a menadito il materiale per registrare una volta sola, non provare e riprovare. Sapendo alla perfezione ogni singola canzone ed effettuando una registrazione perfetta al primo colpo, potrai risparmiare e poi investire in uno studio migliore.
    • Alcune band restano di sasso quando un ingegnere chiede al batterista di suonare la sua parte senza gli altri musicisti, o mette ciascun membro della band in una cabina di registrazione separata, dove non può vedere nessun altro. Analogamente, ci sono tecnici poco volenterosi che dicono alla band di preparare le attrezzature, premono sul tasto di registrazione e finisce lì. Prima di prenotare in un posto, assicurati di informarti sul procedimento, conoscere la struttura e preparare tutto l'occorrente.
    • Non registrare con attrezzature che non conosci. Molti studi hanno amplificatori e pedali per chitarra d'avanguardia, e magari hai la tentazione di provarli. Non farlo. Perdere tempo (ricorda che il tempo è denaro) per realizzare un outro in cui il suono della chitarra somigli a quello di un elicottero non è il miglior utilizzo che tu possa dare ai tuoi soldi, ed è irrilevante per produrre un demo accurato e rappresentativo. Se poi non riesci a riprodurre quel determinato suono, avrai sprecato un sacco di tempo, senza progressi per la registrazione. Non è il momento giusto per provare cose non collaudate.

Registra le canzoni che ti riescono meglio e che hai scritto tu. Non includere cover in un demo, né pezzi significativamente diversi dalla maggior parte del materiale. Immagina che sia il tuo curriculum. Quali sono le canzoni più rappresentative della tua musica? Qual è il brano preferito dai fan? Questa sessione non è il momento più adatto per provare una canzone nuova di zecca sulla quale non hai ancora lavorato, né cercare di fare freestyling su un beat che non conosci. Registra quello che funziona già.

Prova a creare un album senza uno studio di registrazione. Con un portatile di buona qualità e qualche microfono economico, puoi realizzare registrazioni abbastanza professionali e pubblicarle su internet nel giro di un pomeriggio. Sempre più band si autoproducono in modo da evitare i costi elevati degli studi e risparmiare per fare altri investimenti, come andare in tour o comprare attrezzature migliori.
    • Esplora anche le opzioni economiche o gratuite sulla scena. Prendi accordi con alcuni amici; se ti prestano le attrezzature per registrare e ti aiutano a farlo gratuitamente (o si occupano del mastering delle registrazioni per cui hai pagato), tu lascerai che facciano da supporter alla tua band in occasione di un futuro tour regionale. Informati in giro per sapere se gli altri gruppi hanno firmato un contratto. I musicisti generalmente sono disposti a condividere informazioni con le persone aperte e che a loro volta vogliono offrire qualcosa.

Condividi la tua musica. Se sei riuscito a registrare alcune canzoni su CD riscrivibili (che sono economici), inizia a regalarli ai concerti. Pubblica i brani su YouTube o SoundCloud e comincia a condividere la tua musica con il mondo.
    • Per ora, non preoccuparti dei guadagni. Più persone conoscono e ascoltano la tua musica, più popolare diventerai nel campo. L'industria ormai sta abbandonando i vecchi modelli del settore (come il classico album), e scrittura gli artisti in base alla popolarità su internet. Se carichi un video su YouTube e riceve un milione di visualizzazioni, le case discografiche ti prenderanno in considerazione.

Fare il Passo Successivo

Prepara una cartella stampa. Immagina che sia una specie di candidatura professionale, solo che nel mondo della musica. Generalmente, è composta da una foto, un CD demo, una biografia del gruppo o dell'artista, qualche recensione, intervista o altri pezzi.
    • A questo punto, puoi iniziare a riflettere sulla tua immagine. Quando tutti gli aspetti prettamente musicali del progetto vanno a gonfie vele, concentrati sullo stile, gli accessori e altri elementi da valutare per riuscire a spiccare tra tutti gli altri gruppi. La tua band ha un simbolo o una certa estetica? Come rappresenteresti visivamente la tua musica?
    • Prova a girare video o montare le riprese fatte quando hai suonato dal vivo, e caricali su YouTube. È una modalità di ascolto musicale sempre più diffusa, e relativamente poco stressante per un musicista. Assicurati solo di proporre materiali di qualità.

Rivolgiti alle case discografiche. Fai una ricerca sulle etichette specializzate nel tuo genere. Accettano demo non richiesti? Trova l'indirizzo delle case discografiche in cui la tua musica potrebbe essere accolta favorevolmente, e manda la cartella stampa. Telefona per confermare il tuo interesse e assicurarti che il pacco sia stato recapitato.

Considera la possibilità di assumere un manager. Se hai iniziato ad avere successo, coltivare un seguito e registrare, un manager esperto e che capisce a fondo l'industria è una grande risorsa. Questo professionista potrebbe anche riuscire a fissare dei concerti e garantirti l'assistenza di un avvocato specializzato nel mondo dello spettacolo al momento giusto.



Consigli

  • Assicurati che sia proprio questo il tuo sogno. È la tua vocazione? Dedicarti a un progetto del genere richiede molto tempo e fatica.
  • Cerca di non dare l'idea di essere stato preso a caso dalla folla e portato per sbaglio sul palco. Dedica tempo e soldi al look. Non si tratta di svenderti, è un investimento.
  • Ci sono persone poco fotogeniche o telegeniche. Se sei una di queste, accettalo. Sperimenta con il look, e scopri cosa devi fare al fine di migliorare il tuo aspetto nelle foto o sullo schermo.
  • La gestione di una band somiglia molto a quella di un'impresa. A volte è necessario liberarsi di un peso morto per fare spazio a una persona che ti aiuti a progredire.
  • Non scoraggiarti se non dovessero scritturarti. Registra un CD demo e mandalo a varie case discografiche, oppure opta per l'autoproduzione, almeno per qualche tempo. Se il seguito è abbastanza consistente, ci sarà qualcuno che ti ascolterà.
  • Approfitta della teoria dei sei gradi di separazione. Chissà, magari un conoscente ha contatti nel settore. Questo può aiutarti in diversi modi, come trovare un manager.
  • Non trascurare le possibilità di miglioramento. Ascolta le opinioni degli altri e rispondi costruttivamente. Ottimizza il tuo rendimento all'occorrenza; l'integrità artistica non va confusa con la mancata voglia di progredire e migliorarsi.
  • Potresti fare un provino per un talent show televisivo. È una buona opportunità per i musicisti che vogliono visibilità. Anche quelli che non vincono spesso ricevono molte attenzioni dalle case discografiche.
  • Non trascurare alcuna possibilità che ti si presenta.

Avvertenze

  • Non firmare un contratto senza prima averci pensato bene e richiesto assistenza legale.
  • Ricorda che non necessariamente un manager è anche un amico. Esistono certe regole, termini e condizioni da rispettare. Essere l'attrazione principale non ti dà il diritto di comportarti da prepotente o pensare che sia tutto tuo. Impara a essere umile e fare scelte sagge.


Cose che ti Serviranno

  • Musica originale
  • Accesso a uno studio di registrazione
  • Accesso a locali della tua città e regione
  • Accesso a internet
  • CD demo



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Un mash-up (altrimenti mash up o mashup) è una canzone o composizione realizzata unendo fra loro due o più brani preregistrati, spesso sovrapponendo la parte vocale di una traccia a quella strumentale di un'altra, mediante l'uso di campionatori o giradischi.
Questa tecnica è a volte identificata come uno stile musicale vero e proprio noto con i nomi bastard pop/rock, o bootleg.
Sebbene la disposizione legislativa del fair use permetta agli autori dei mash up di rivendicare, rispettando determinate regole, l'utilizzo di brani appartenenti ad altri musicisti, il fenomeno ha generato alcune controversie legali relative alla proprietà intellettuale dei brani adoperati come fonti sonore, fra gli autori dei brani e i musicisti di questo stile.
La manipolazione di suoni preesistenti rende la tecnica mash-up simile ai concetti di montaggio sonoro e turntablism.

Storia

Anticipazioni

Se si escludono eventuali anticipazioni della tecnica mash up risalenti ai secoli precedenti il Novecento, lo stile ebbe probabilmente fra i precorritori i compositori di musica concreta e tape music, che inaugurarono di fatto la tecnica del montaggio sonoro, e il jazzista Glenn Gould, che nel 1955 registrò una "miscela" per pianoforte degli inni The Star-Spangled Banner e God Save the Queen.

Pionieri: anni cinquanta-settanta

Il primo brano pioniere della tecnica mash up fu probabilmente The Flying Saucer di Bill Buchanan e Dickie Goodman. Per realizzare questa traccia di successo risalente al 1956, i due musicisti accostarono fra loro gli spezzoni di brani tratti da canzoni di diversi autori ad un'immaginaria documentazione radiofonica narrante un'invasione della terra da parte degli extraterrestri.
Durante gli anni sessanta, il musicista Frank Zappa coniò il termine "xenocronia", un processo che consisteva nell'estrarre il suono di uno strumento da una canzone per piazzarlo successivamente in un brano diverso.
Nel 1975, John Oswald compose la traccia Power, dove vengono combinati fra loro i suoni delle chitarre suonate dai Led Zeppelin alla predica appassionata di un evangelista americano. Anni più tardi, Oswald sarà autore di album, quali Plexure del 1993, composti associando fra loro brani di altri musicisti.

Gli anni ottanta e novanta

Fra coloro che, a partire dagli anni ottanta proseguirono lo stile vi furono i musicisti hip hop Double D & Steinski, autori di una serie di brani, tutti intitolati Lesson, che associavano fra loro campionamenti tratti da canzoni di altri musicisti.
I Negativland giustapposero il brano I still Haven't Found What I'm Looking For degli U2 agli outtakes tratti da uno spettacolo radiofonico. L'EP contenente la traccia (1991) divenne oggetto di un acceso dibattito, riguardante i diritti d'autore della canzone usata, fra la formazione e il gruppo irlandese. La vicenda è documentata anche nel loro album parlato The Letter U and the Numeral 2.
Lungo la fine degli anni novanta, la musicista Solex compose alcuni album associando fra loro le fonti sonore tratte da numerosissimi dischi di altri musicisti.

Oggi

Grazie alla progressiva riduzione dei prezzi dei computer, ed alla loro conseguente accessibilità, il mash-up ebbe modo di diffondersi fino al giorno d'oggi. Nonostante le beghe legali relative ai diritti d'autore rivendicati dai musicisti "saccheggiati", si trovano oggigiorno molti mash-up legali, in quanto è una tecnica che sta diventando sempre più usata da molti dj anche a livello internazionale.
Al fenomeno del mash-up è stato dedicato anche un programma televisivo su MTV (MTV Mash), nel quale Vj miscelavano, anziché canzoni, video musicali.
Alcuni autori di brani e album mashup emersi lungo l'inizio del nuovo millennio includono Girl Talk (Secret Diary, 2002), Edan (Echo Party, 2009), Danger Mouse (The Grey Album, 2004), Clayton Counts (Sgt. Petsound's Lonely Hearts Club Band, attribuito a The Beachles, 2006) e DJ Earworm.

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Il remix (spesso abbreviato in rmx) è il risultato della modifica di un prodotto mediale attraverso l'aggiunta, la rimozione o il cambiamento di una o più delle sue parti. Una canzone, un'opera d'arte, un libro, un video o una fotografia possono tutti essere “remixati”. La caratteristica principale del remix è quella di modificare un prodotto per creare qualcosa di nuovo.

Remix nella musica

Spesso con il termine remix si intende una versione alternativa di un brano musicale precedentemente prodotto in versione originale. Può contenere lo stesso testo, o variarlo in alcune parti, o estrapolarne una singola parte. Generalmente la differenza maggiore risiede nell'arrangiamento, nella base ritmica o nella struttura del brano musicale stesso.
Tra le tipologie di remix maggiormente note, ricordiamo:
  • Extended Remix o Extended Mix: denota la versione di base di durata estesa di un brano musicale, con presenza di spazi idonei per il missaggio da parte del DJ;.
  • Radio Edit o Radio Cut: denota generalmente una versione di durata limitata, concepita per essere suonata in radio, priva di spazi per il missaggio da parte del DJ;
  • Vocal Mix: denota una versione con musica e testo cantato, a differenza delle versioni solamente strumentali;
  • Instrumental Mix: denota una versione esclusivamente strumentale, priva di qualsiasi traccia di cantato;
  • Dub Mix: denota una versione prevalentemente strumentale, con alcuni inserimenti di tracce cantate, specialmente in corrispondenza del refrain;
  • Club Mix: denota una versione concepita per un uso nelle discoteche (club).
Secondo la lista relativa agli album di remix più venduti nel mondo, Blood on the Dance Floor: HIStory in the Mix di Michael Jackson risulta essere il più venduto con oltre 7 milioni di copie.

Altri significati di remix

Il remix può essere inteso anche come modifica di altre opere, non solo audio, infatti letteralmente remix vuol dire ri-modifica.
Remix non solo di audio
  • Remix in letteratura
  • Remix nell'arte
  • Remix dei media e prodotti di consumo
  • ....
Remix dei media e prodotti di consumo:
  • AMV (Anime Music Video)
Remix come modifica di anime: YouTube è il portale dove si possono trovare queste opere creative.
Tuttavia, trattandosi di opere che manipolano altre opere audio e video originali coperte dal diritto d'autore, se non debitamente autorizzati gli AMV sono illeciti.
  • Remix Os
  • RMX (sistema operativo)

Copyright

Dato che il remix può utilizzare parti di uno o più prodotti mediali già esistenti (in particolar modo in campo musicale), la questione relativa alla proprietà intellettuale diventa rilevante. Il problema principale è capire se l'autore del remix è libero di ridistribuire il proprio lavoro e in che modo.
Parlando in particolare di remix in campo musicale, se una canzone è sostanzialmente diversa nella forma (ad esempio può utilizzare solo un motivo di una canzone originale modificandolo e rimanere diversa in tutte le altre sue parti), allora può non essere necessariamente considerata un prodotto derivato. Al contrario, se l'autore del remix modifica alcuni elementi (ad esempio gli strumenti o il ritmo), allora il prodotto è chiaramente derivato e soggetto alle leggi del copyright sull'opera dell'autore originale.
Le Creative Commons (CC) sono un'organizzazione no-profit che permette la condivisione e l'uso di prodotti creativi attraverso strumenti legali gratuiti. Hanno creato un sito web dove gli artisti possono condividere il loro lavoro con altri utenti, dando loro la possibilità di usufruirne liberamente, all'interno delle licenze CC. Ogni singolo artista può limitare il copyright nei confronti di specifici utenti o per particolari scopi, continuando però a proteggere gli utenti e l'autore stesso.
Gli esclusivi diritti del proprietario del copyright riguardo azioni come la riproduzione/copia, trasmissione, adattamento e rappresentazione (a meno che non sia licenziata chiaramente) dell'opera, per loro stessa natura riducono le possibilità di utilizzo di materiale coperto da copyright senza permesso. Inevitabilmente i remix andranno incontro a problemi legali quando l'intera opera originale o una sua consistente parte sarà stata riprodotta, copiata, trasmessa, adattata o rappresentata, a meno che un permesso non sia stato ottenuto in precedenza attraverso una concessione volontaria (come le licenze Creative Commons), non ci sia coinvolto un Fair dealing, esista una licenza legale, o un permesso sia stato chiesto ed ottenuto dal proprietario del copyright. Generalmente i giudici ritengono che cosa sarà pari ad una parte rilevante riferendosi alla qualità e non alla quantità e l'importanza della parte presa in relazione al lavoro completo.
Sono state fatte proposte di riforme al riguardo di legge sul diritto d'autore e remix. Nicolas Suzor crede che la legge sul copyright vada rivista in modo da permettere specifici riutilizzi di materiale protetto da copyright senza aver bisogno del permesso del proprietario del copyright dove queste opere derivate siano decisamente trasformative e non si inseriscano sul mercato principale del proprietario dell'originale. Per esempio andrebbero tutelate le opere derivate non commerciali, che non competono sul mercato dell'opera originale.
Il professore di legge dell'università di Stanford Lawrence Lessig ritiene che per la prima volta nella storia la creatività venga soggetta a regolazioni in base a caratteristiche peculiari dei nuovi media. In primo luogo, prodotti ed oggetti culturali digitali possono essere copiati facilmente; in secondo luogo, la legge sul copyright di default richiede il permesso di utilizzo da parte dell'autore. Il risultato di ciò consiste nel fatto che sia necessario ottenere il permesso del proprietario del copyright prima di procedere ad atti di remixaggio e mash-up. Lessig afferma inoltre che il ruolo chiave del remix sia "l'educazione, non tanto per quanto riguarda la legge o ciò che sta attorno, ma piuttosto per ciò che la tecnologia permette di fare; la legge colmerà il divario in seguito". A suo parere per stabilire parametri di utilizzo corretti sarebbe utile che si venissero a creare associazioni che propongano sondaggi e pubblichino resoconti al fine di stabilire norme e comportamenti ragionevoli da tenere nel contesto della comunità. Lessig ritiene infine che le Creative Commons e altre licenze, come ad esempio la General Public License (GNU), siano importanti meccanismi disponibili per gli autori di remix al fine di mitigare l'impatto della legge sul copyright standard.
L'accordo sul fair use permette agli utenti di utilizzare materiali protetti da copyright senza chiedere il permesso all'autore originale (in Italia, il concetto di fair use è stato assimilato all'articolo 70 della legge italiana sul diritto d'autore in seguito alla risposta da parte del governo all'interrogazione del senatore Mauro Bulgarelli). In base a questo accordo, il materiale protetto da copyright deve essere utilizzato all'interno di specifici regolamenti governativi. Il materiale usato ricade sotto al fair use in base alla quantità di contenuto originale utilizzato, alla sua natura, allo scopo cui è rivolto e agli effetti che può avere su un pubblico. Sfortunatamente, non è semplice distinguere fra comportamenti rispettosi e infrazioni del codice sul fair use nel campo del remix. Tuttavia, se il prodotto distribuito dall'autore di remix è completamente nuovo, trasformativo e non a scopo di lucro esso non viola la legge sul copyright. La parola chiave risulta essere "trasformativo", traduzione letterale del termine inglese transformativeness, il quale viene utilizzato proprio per riferirsi alla particolare caratteristica delle opere derivate di trascendere quelle su cui si basano. Di conseguenza i remix sufficientemente modificati o usati chiaramente per un diverso scopo possono essere considerati al riparo da violazioni di copyright.

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Carlos Sosa, noto come DJ Sneak (Puerto Rico, 1969), è un disc jockey e produttore discografico portoricano di musica house.
Dj Sneak nasce nell'isola di Porto Rico nel 1969. Nel 1983 si trasferisce a Chicago ed entra in contatto col fenomeno della Chicago house ispirandosi ad artisti come Ralphi Rosario e Steve "Silk" Hurley.
Inizia a lavorare nei negozi di dischi come artista aerografo, data la sua passione per i graffiti, e piano piano inizia a registrare le sue prime uscite.
Nel corso del tempo Dj Sneak affina la sua tecnica da dj e inizia a suonare nelle discoteche locali. Nel corso degli anni ottiene sempre più successo, grazie anche alle sue etichette discografiche, al punto di produrre hit come "All Over My Face" nel 1995 e "You can't hide from your bud" del 1996.
Dal 1996 a oggi ha perfezionato la tecnica di remixer, avendo la possibilità di collaborare con i migliori talenti al mondo.
Da allora è uno dei punti di riferimento del movimento house underground e si è guadagnato il totale rispetto dei principali addetti ai lavori.
Dal 2001 porta avanti il suo progetto Magnetic Recordings, con cui pubblica i propri lavori.
È una delle colonne portanti della notte di Ibiza, partecipa ai migliori eventi di musica elettronica e collabora con le Major del genere, come Cream e Ministry Of Sound.
Durante il suo dj set il suo tocco è inconfondibile per ritmo, percussioni e suoni sempre all'avanguardia.