«Un disco tutto strumentale, tranne una canzone con Captain
Beefheart alla voce! Proprio lui, che non sa cantare! Perché
sprechi così il tempo prezioso dell'America, testa di cazzo?» |
(Frank Zappa a proposito di Hot Rats) |
Hot Rats
è il settimo album del musicista
statunitense Frank Zappa (il suo secondo da solista) pubblicato negli
Stati Uniti il 10 ottobre 1969. Il disco, fortemente influenzato da
atmosfere jazz rock, non riscosse nessun successo commerciale in
patria mentre in Europa, specialmente in Gran Bretagna (nona
posizione) e nei Paesi Bassi (sesta posizione), ebbe un ottimo
riscontro di pubblico diventando uno dei suoi dischi più celebri e
conosciuti.
L'album viene considerato una pietra
miliare nella carriera dell'artista; Zappa lascia il rock a tratti
demenziale dei primi anni per creare un variegato affresco di
variazioni musicali mescolando jazz di varie tendenze, ritmiche
ossessive e complesse partiture, il tutto coronato da spunti
solistici sia propri sia dei collaboratori. Si tratta del primo
progetto solista di Zappa dopo lo scioglimento delle originali
Mothers of Invention. Nelle note originali dell'album, Zappa
descrisse la musica contenuta nel disco come: "un film per le
vostre orecchie".
Hot Rats è incentrato su composizioni
jazz fusion strumentali con lunghi assolo, la musica si discosta
molto dai primi dischi di Zappa con le Mothers, che comprendevano
commenti satirici mescolati all'uso di musica sperimentale e montaggi
sonori. In questo disco Zappa accantona, momentaneamente, la
stravaganza totale, e sceglie una via comunicativa più immediata,
una musica più diretta. Il polistrumentista Ian Underwood è l'unico
membro delle Mothers a suonare sull'album e il principale
collaboratore musicale di Zappa durante le sessioni di registrazione.
Altri turnisti presenti sul disco sono Captain Beefheart (voce in
Willie the Pimp), Max Bennett e Shuggie Otis al basso, i batteristi
Ron Selico, Paul Humphrey, e John Guerin, il violinista elettrico Don
"Sugarcane" Harris e Jean-Luc Ponty, altro violinista di
stampo classico che, durante gli anni sessanta, era passato al jazz e
aveva già inciso due album per la World Pacific Jazz. Secondo alcune
fonti alle sessioni avrebbe preso parte anche il chitarrista Lowell
George che avrebbe suonato effettivamente in qualche pezzo
dell'album, ma la sua presenza non è confermata ufficialmente e non
ne viene fatta menzione nelle note dei crediti sul disco.
Questo fu il primo album di Frank Zappa
ad essere registrato su un registratore multitraccia a sedici piste,
e uno dei primi dischi in assoluto ad avvalersi di questa tecnologia
che era all'epoca ancora allo stato di prototipo. I macchinari con
sedici piste separate permettevano molta più flessibilità in studio
in termini di composizione e registrazione e la possibilità di
effettuare sovraincisioni di una certa complessità. Un notevole
vantaggio rispetto ai banchi mixer a quattro e otto piste che erano
lo standard nel 1969. Basti pensare che mentre Zappa registrava Hot
Rats, i Beatles stavano lavorando al loro Abbey Road, limitati
dall'uso di un registratore a otto piste.
L'album fu dedicato da Frank al figlio
appena nato, Dweezil Zappa. Nel febbraio 2009, Dweezil e la sua band,
gli Zappa Plays Zappa, vinsero un Premio Grammy per la "migliore
performance rock strumentale" grazie alla loro interpretazione
del brano Peaches en Regalia.
Il 1969 fu per Frank Zappa un anno di
grossi sconvolgimenti. Nel 1964 Zappa aveva fondato il gruppo delle
Mothers of Invention, con il quale aveva incessantemente cercato di
rincorrere il successo senza però compromettere le sue credenziali
artistiche e musicali. Con il primo album Freak Out! (1966), noto
come "l'album di debutto più audace della storia del rock",
aveva creato un proprio stile, che sviluppò in album successivi come
We're Only in It for the Money. Queste opere erano un collage di
frammenti e di influenze di altri generi musicali, come il surf rock,
il Doo-wop, il Pop e la musica sperimentale. I testi erano spesso
satirici e critici verso la società e contenevano molte allusioni al
movimento hippie e alla scena musicale rock dell'epoca.
Dopo l'uscita di un album
commercialmente disastroso come Uncle Meat nell'aprile 1969, Zappa
però, decise di sciogliere la sua band e di continuare come
musicista solista. Si lamentava nelle interviste del fatto che il
pubblico non capisse la qualità della sua musica, e criticò le
limitate capacità musicali degli altri membri del gruppo. La
mancanza di successo commerciale aveva anche avuto come conseguenza
l'insorgere di varie difficoltà finanziarie.
Durante questo burrascoso periodo si
svolse la produzione dell'album Hot Rats. Nel mese di aprile 1969, i
Mothers of Invention avevano partecipato al Globe Jazz Boston
Festival, e Zappa aveva invitato il sassofonista jazz Rahsaan Roland
Kirk a suonare con loro. Il concerto fu un grande successo. La
giornalista e biografa di Zappa Kelly Fisher Lowe sembra identificare
in questo concerto la genesi del progetto Hot Rats.
Dopo aver definitivamente sciolto le
Mothers of Invention, nel giugno 1969 Zappa si rinchiuse nel
seminterrato di casa sua insieme a Ian Underwood e Roy Estrada per
provare i pezzi che sarebbero andati a costituire Hot Rats, il suo
nuovo progetto da solista. Nelle ultime due settimane di luglio si
trasferì ai T.T.G. Studios di Hollywood insieme a Underwood e ai
musicisti di ambiente jazz: Max Bennett (che aveva suonato insieme a
Quincy Jones), Paul Humphrey (reduce da esperienze lavorative con Wes
Montgomery e Lee Konitz), e il giovane batterista fusion John Guerin.
Zappa contattò poi Johnny Otis, uno dei suoi idoli di gioventù, che
all'epoca lavorava per il sindacato dei musicisti. Tramite Otis si
riuscì a ingaggiare anche il violinista blues Don "Sugarcane"
Harris, che all'epoca navigava in cattive acque e stava scontando una
pena in carcere per detenzione di droga. Zappa pagò la sua cauzione
per permettergli di partecipare alle sedute di registrazione. Sempre
Otis portò alle sessioni in studio suo figlio Shuggie per fargli
suonare il basso e la chitarra blues. In occasione della
registrazione di Willie the Pimp si unì estemporaneamente al gruppo
anche Don Van Vliet meglio conosciuto come "Captain Beefheart"
che cantò la parte vocale del brano nel suo caratteristico stile.
Durante la registrazione di Hot Rats, Zappa fece sentire alcune delle
tracce in lavorazione al produttore jazz Dick Bock, che gli consigliò
di chiamare a partecipare al progetto il violinista francese Jean-Luc
Ponty, che suonò in It Must Be a Camel. Ciò fornì l'impulso per la
futura collaborazione tra Zappa e Ponty del 1970 che portò alla
pubblicazione dell'album King Kong: Jean-Luc Ponty Plays the Music of
Frank Zappa.
Per la copertina di Hot Rats, ideata da
Cal Schenkel, venne utilizzata una fotografia con effetto
"infrarossi" che ritrae Christine Frka delle GTO ed
all'epoca baby sitter in casa Zappa, che fa sinistramente capolino da
una piscina vuota di una villa a Beverly Hills precedemente
appartenuta ad Errol Flynn. L'interno dell'edizione originale in
vinile conteneva un collage di foto a colori, molte delle quali
scattate durante le sedute di registrazione per l'album. Le iniziali
ristampe dell'album in CD non comprendevano molte di queste immagini,
e le poche rimaste erano stampate in bianco e nero. La ristampa del
1997 reintrodusse l'artwork completo.
Zappa compose, arrangiò e produsse
l'album da solo. Il suo strumento principale sul disco è la chitarra
elettrica. Willie the Pimp, Son of Mr. Green Genes, e The Gumbo
Variations contengono suoi potenti ed estesi assolo di chitarra.
Quattro delle tracce sono contraddistinte da intricati arrangiamenti
che vedono la presenza di sovraincisioni multiple ad opera di Ian
Underwood che suona approssimativamente le parti strumentali di otto
o dieci musicisti, spesso simultaneamente. Il suo lavoro include
complicate sezioni di piano e organo, flauto, clarinetto e sassofono.
Il brano Peaches en Regalia è oggi
ampiamente riconosciuto come un moderno standard jazz fusion ed è
uno dei motivi più orecchiabili e conosciuti di Frank Zappa. Nel
brano Zappa suona un breve assolo di basso ottavino. Underwood
contribuì suonando il flauto e varie parti di sassofono, clarinetto
e tastiere. Nel prosieguo della sua carriera Zappa riarrangiò ed
eseguì il brano dal vivo in concerto in diverse occasioni. Peaches è
stato reinterpretato da molti altri musicisti jazz e rock, inclusi i
Phish, i Dixie Dregs, e i Frogg Café.
Willie the
Pimp (lett. Willie il pappone) è un brano di rock blues. Vi figurano
il violino di Don "Sugarcane" Harris e pregevoli assolo di
chitarra elettrica da parte di Zappa che sembrano improvvisati
durante una jam session, anche se, invece, furono attentamente
montati per la pubblicazione. Il brano è l'unica traccia dell'album
che include una parte vocale, l'unica composizione che possa
avvicinarsi alla classica forma "canzone" anche se non in
maniera convenzionale. Il cantato è opera del vecchio amico e
collaboratore di Zappa Captain Beefheart che fornisce al brano una
memorabile interpretazione vocale "al vetriolo" nel suo
inconfondibile stile rauco e corrosivo. Il testo e soprattutto il
titolo del brano sono ispirati a una conversazione che Zappa aveva
avuto (e registrato) con due donne nel 1969 a New York.[7] Fu solo
più tardi, nel 1986, che l'intera registrazione venne pubblicata con
il titolo The Story of Willie the Pimp sull'album Mystery Disc
contenuto nel cofanetto The Old Masters Box Two. La canzone descrive
uno squallido pappone di nome Willie, il suo stile nel portare i
capelli, il suo abbigliamento pacchiano con pantaloni color kaki e
scarpe lucide, mentre nella hall di un albergo parla con una delle
sue "ragazze". Il tono è colloquiale, a volte ambiguo e
pieno di sottintesi sessuali. Il titolo dell'LP, Hot Rats (lett.
ratti caldi), è tratto dal testo di questo brano.
Son of Mr. Green Genes è un
arrangiamento strumentale del brano Mr. Green Genes presente
nell'album Uncle Meat. il singolare titolo della composizione generò
la leggenda metropolitana che Frank Zappa facesse riferimento al
personaggio di Mr. Green Jeans dello show televisivo Captain
Kangaroo. Si tratta dell'unico brano del disco ad avere sia intricate
parti di fiati che estesi assolo di chitarra.
Little Umbrellas è un motivo
strumentale simile nella sua struttura a Peaches en Regalia, un altro
breve motivo arrangiato con la presenza di numerose tastiere e
sovraincisioni di fiati da parte di Underwood. Probabilmente per
questo fu abbinata a Peaches per la pubblicazione su singolo (Bizarre
0889) nel 1970, diventando la B-side del 45 giri.
The Gumbo Variations è una lunga
torrenziale jam strumentale a metà tra il blues e il jazz che venne
editata per la pubblicazione su LP, accorciandola fino alla durata di
12 minuti e 55 secondi (portati poi, per volere dello stesso Zappa, a
16:55 nella prima ristampa in formato CD dell'album). In aggiunta
all'assolo chitarristico di Zappa, la traccia vede la presenza
dell'assolo al sax tenore di Underwood e di quello al violino da
parte di Don "Sugarcane" Harris.
It Must Be a Camel è un'altra traccia
dall'arrangiamento molto complesso ed intricato con numerosi fiati e
sovraincisioni multiple di tastiere ad opera di Underwood. La melodia
molto inconsueta del pezzo è fortemente ritmata e spesso presenta
grossi "sbalzi" melodici. Il titolo del brano (in italiano:
Potrebbe essere un cammello) potrebbe riferirsi al fatto che questi
sbalzi, trascritti sullo spartito, assumono una forma che può
ricordare le gobbe dei cammelli. Jean-Luc Ponty suona il violino
nella traccia.
Durante le sessioni per Hot Rats furono
provati e registrati due brani che però non trovarono posto sul
disco. Bognor Regis sarebbe dovuta essere in seguito pubblicata come
B-side del singolo Sharleena, una traccia dell'album Chunga's Revenge
del 1970, ma l'uscita del singolo venne cancellata all'ultimo minuto.
Il brano, una composizione blues strumentale con un assolo di violino
elettrico da parte di Don "Sugarcane" Harris, rimase
ufficialmente inedita ma venne inclusa in qualche bootleg di Zappa.
L'altro brano registrato e scartato durante le sessioni di Hot Rats
fu Twenty Small Cigars, che venne invece pubblicato sull'album in
collaborazione con Ponty King Kong: Jean-Luc Ponty Plays the Music of
Frank Zappa e sul seguente disco di Zappa intitolato Chunga's
Revenge.
Tecniche avanzate di registrazione
Zappa utilizzò le più sofisticate
apparecchiature disponibili all'epoca per la registrazione
dell'album, con il fine di creare un'opera di grande tecnica e
qualità musicale. L'album venne registrato su quello che lo stesso
Zappa descrisse come un "registratore a sedici piste fatto in
casa"; un prototipo costruito dagli ingegneri dei TTG Studios di
Hollywood alla fine del 1968. Nel 1969 la Ampex completò e mise a
punto l'MM-1000 a sedici piste, che fu il primo registratore
professionale su sedici tracce ad essere messo in commercio a livello
mondiale. Utilizzava un nastro di due pollici adattato dalla
divisione di registrazione video. La tecnologia a sedici piste era
molto più sofisticata rispetto a quella dei vecchi modelli a quattro
e otto piste allora diffusi. La disponibilità di altre piste sonore
rese possibile a Zappa di aggiungere, in Hot Rats, strati multipli di
strumenti a fiato e di tastiere suonati da Ian Underwood. Grazie a
questa innovazione tecnologica, solo pochi musicisti erano necessari
per ricreare in studio elaborate partiture polistrumentali che
dessero l'impressione del "sound" di una vera e propria
orchestra o di una band formata da molti elementi. Fu proprio la
possibilità di effettuare avanzate sovraincisioni in studio che
diede a Zappa la motivazione per continuare a registrare e
sperimentare in sala di incisione, dato che odiava suonare chiuso in
uno studio.
Le maggiori piste disponibili resero
anche possibile creare un realistico suono di batteria stereo. Zappa
fu tra i primi a registrare le parti di batteria su tracce multiple.
Prima del 1969 le percussioni venivano registrate in mono su una sola
pista. In Hot Rats, invece, quattro canali furono dedicati al suono
della batteria, separando il suono nei canali destro e sinistro.
Questa tecnica fu ampiamente imitata e divenne standard con l'inizio
degli anni settanta quando macchinari a sedici o più piste si resero
disponibili a tutti.
Zappa fu anche un pioniere
nell'utilizzo della manipolazione della velocità del nastro per
produrre timbriche e tonalità inusuali. In Peaches en Regalia, Son
of Mr. Green Genes, e It Must Be a Camel Zappa suona "percussioni
a velocità raddoppiata". Dopo la registrazione delle tracce
base (batteria, basso, chitarra, pianoforte, etc...), Zappa suonò
parti aggiuntive di batteria mentre ascoltava le tracce base a
velocità dimezzata. Nella registrazione finita, il tutto suonava a
velocità normale, ma le sovraincisioni erano due volte più veloci.
Questo dava alle sovraincisioni di batteria un tono surreale, comico,
quasi come il suono di una batteria giocattolo.
Anche altri strumenti furono registrati
con lo stesso procedimento, incluse le tastiere, i sassofoni e il
basso. A Zappa viene accreditato in copertina l'utilizzo di un "basso
ottavino" (una chitarra basso a velocità doppia), il cui suono
è simile a quello di una chitarra. In aggiunta, il suono di un
organo a canne elaborato elettronicamente venne integrato al suono
dei fiati e del piano. It Must Be a Camel comprende l'utilizzo di un
pettine di plastica rigida, il cui suono sul disco sembra quello di
una campana o di un carillon al rallentatore; inoltre Zappa "suona"
una chiave inglese utilizzandola per le percussioni in Willie the
Pimp.
Hot Rats viene generalmente considerato
un disco jazz rock attribuibile ad a uno stile musicale che combina
elementi di Rock e Jazz con altre influenze musicali di vario genere.
La grande libertà di improvvisazione insita nella musica jazz è
sicuramente uno dei punti focali dell'intera opera.
Non è ben chiaro se la decisione di
Zappa di collaborare con musicisti jazz, sia da imputarsi all'inizio
del periodo di popolarità che la musica jazz-rock stava avendo
all'epoca, oppure se proprio il lavoro svolto da Zappa per questo
album sia stata una delle forze trainanti alla base di questo
sviluppo. Certamente Zappa aveva già utilizzato in precedenza
elementi di musica jazz nei suoi dischi, come ad esempio il brano
Invocation And Ritual Dance of the Young Pumpkin presente nell'album
Absolutely Free del 1967. La composizione e registrazione del pezzo
in questione è datata 1966, e quindi ben prima dell'inizio della
popolarità del jazz-rock. Anche nel suo primo progetto da solista,
Lumpy Gravy, Zappa utilizzò un collage di passaggi jazz integrati ad
altre sonorità sperimentali. Sull'album Uncle Meat si trova inoltre
il brano King Kong, un lungo strumentale jazz rock di 18 minuti di
durata, in cui sono presenti spazi per quattro improvvisazioni
soliste diverse. Infine, l'album Weasels Ripped My Flesh, contenente
registrazioni del periodo 1967-1969, ma pubblicato solo nel 1970 dopo
Hot Rats, contiene brani chiaramente influenzati dal free jazz come
Get a Little e The Orange County Lumber Truck.
Ad un primo ascolto, alcuni critici
musicali descrivono Hot Rats come un album di puro jazz fusion.
Pubblicato circa nello stesso periodo del seminale Bitches Brew di
Miles Davis, l'album che è comunemente considerato come il vero
detonatore per la divulgazione del genere, Hot Rats viene
generalmente considerato un album "figlio" di quello di
Davis. Tuttavia, Kelly Fisher Lowe ha notato che l'album è in
definitiva più vicino al blues che al jazz. Nella miscela di rock,
jazz, e blues dell'album di Zappa, la Lowe ritiene che il musicista
si sia spinto più avanti rispetto ai primi lavori, ottenendo
un'opera ancora più complessa per la diversa sfaccettatura dei pezzi
composti e arrangiati per il disco.
Pubblicazione e differenti missaggi audio
La versione originale in LP uscì su
etichetta Bizarre Records il 10 ottobre 1969 negli Stati Uniti e nel
febbraio 1970 in Europa. Nel 1973 l'album venne ristampato dalla
Reprise Records. La versione della Reprise è stata messa fuori
catalogo negli anni ottanta quando il contratto che Zappa aveva
stipulato con la Warner Bros. Records ebbe fine.
Nel 1987 Zappa remixò l'intero Hot
Rats per la ristampa in formato Compact Disc. Il nuovo remix fu
ampiamente criticato dai fan di Zappa che preferivano il missaggio
originale del 1969 presente nella versione LP e ritenuto "più
musicale". Willie the Pimp è lievemente differente durante
l'introduzione e nell'assolo di chitarra. The Gumbo Variations vede
l'aggiunta di quattro minuti suppletivi di musica che includono una
introduzione e gli assolo di chitarra e sassofono che erano stati
tagliati dalla versione in vinile. Il pianoforte e il flauto, che
erano quasi sepolti nel missaggio del '69 di Little Umbrellas, sono
invece prominenti nella versione in CD. Altre differenze comprendono
cambi significativi dell'atmosfera generale del disco e della gamma
dinamica sonora.
Il mixaggio originale della versione in
vinile del 1969 è stato riproposto nell'edizione "Limited
Edition Audiophile LP" di Hot Rats pubblicata dalla Classic
Records nel 2009.
Originariamente negli Stati Uniti
l'album ebbe un successo molto moderato, raggiunse solo la posizione
numero 173 della classifica Billboard 200 prima di scivolare
velocemente verso il basso. In Europa, invece, in particolare nel
Regno Unito, il disco vendette molto meglio, raggiunse la posizione
numero 9 e rimase in classifica per più di sei mesi. L'album fu uno
dei maggiori successi di Zappa e consolidò la sua reputazione di
musicista virtuoso e compositore.
Lester Bangs recensì l'album per
Rolling Stone parlandone generalmente in maniera positiva, facendo
però ben presente che Zappa stava semplicemente traendo ispirazione
da musicisti jazz "seri" come Cecil Taylor o Don Cherry, e
che quindi Hot Rats poteva considerarsi soltanto una buona
introduzione all'ascolto di musicisti più complessi e rilevanti.
Kelly Fisher Lowe ha dichiarato che Hot
Rats venne sottovalutato dalla critica all'epoca della sua
pubblicazione, e che il disco ha invece ampiamente superato la prova
del tempo. Aggiunge poi che esiste poca letteratura specifica circa
l'album a cui persino nelle pubblicazioni che descrivono in dettaglio
il lavoro di Frank Zappa, viene solo brevemente fatto accenno. Lowe
vede la ragione di ciò nel fatto che l'album viene visto dai critici
come una ritirata strategica da parte di Zappa verso una musica più
comprensibile e commerciale per il pubblico. Lo scarso successo
commerciale dei precedenti lavori di Zappa, di opere avant-garde come
Lumpy Gravy o Uncle Meat era stato molto sproporzionato rispetto allo
sforzo che l'autore vi aveva infuso. Lowe suggerisce la tesi che
l'album esprima il disappunto di Zappa verso il suo pubblico, circa
le grandi promesse non mantenute dagli anni sessanta e dalle Mothers
of Invention. Dopo aver inciso vari album di musica sperimentale, e
dischi pieni zeppi di satiriche barzellette, parodie e osservazioni
antropologiche sulla vita del musicista e sulla società in generale,
Zappa fece uscire con Hot Rats un album che finalmente poteva essere
capito dal pubblico (o almeno da una parte più consistente di esso).
A supporto di tale tesi, lo stesso Zappa intervistato nel novembre
del 1969, così si espresse, forse calcando un po' la mano sui toni,
circa l'album da poco pubblicato: «È un disco sorprendentemente
facile da ascoltare: ho sentito dire di gente che batteva il piede a
ritmo, ascoltandolo.»
Il critico musicale Ben Watson descrive
Hot Rats essenzialmente come un album del duo "Underwood/Zappa"
piuttosto che un disco solista di Frank Zappa. Ed è infatti
innegabile che Underwood fu in grado di suonare vari strumenti come
l'organo, il pianoforte, il flauto, il clarinetto e il sassofono,
contribuendo in maniera decisiva al sound generale dell'opera. Watson
inoltre sottolinea le forti influenze delle opere di Igor' Fëdorovič
Stravinskij e Nikolaj Rimskij-Korsakov riscontrabili, a suo dire, in
Hot Rats. A proposito del modo di suonare di Ian Underwood, cita
anche l'influenza del musicista free jazz Ornette Coleman. Sarebbe,
però, il fatto che nell'album di Zappa tutto è volutamente
esagerato, dalle melodie pompose alla strumentazione complessa, a
rendere il disco così pieno di virtuosismo evidente, e ad aver reso
l'album un successo presso gli appassionati di progressive rock (come
successe in Italia) così attenti al "tecnicismo" dei
musicisti.
Steve Huey di AllMusic descrive l'album
come un classico nel suo genere. Egli sottolinea in particolare la
combinazione della raffinatezza compositiva del Jazz con
l'atteggiamento sporco e senza scrupoli del Rock. I tre pezzi
improvvisati sono informali e apparentemente spontanei, mentre una
sorprendente eleganza sinuosa attraversa pezzi come Peaches en
Regalia. Huey fa notare anche come questo sia il primo album di Zappa
a presentarlo come un virtuoso della chitarra elettrica, e che in
particolare l'assolo suonato in Willie the Pimp fu all'origine della
reputazione di Zappa come "guitar hero".
Testi e musiche di Frank Zappa.
Peaches en Regalia –
3:38
Willie the Pimp – 9:25
Son of Mr. Green Genes –
8:58
Testi e musiche di Frank Zappa.
Little Umbrellas – 3:09
The Gumbo Variations –
12:55
It Must Be a Camel –
5:15
Versione CD Rykodisc (1987)
Testi e musiche di Frank Zappa.
Peaches en Regalia –
3:37
Willie the Pimp – 9:17
Son of Mr. Green Genes –
9:00
Little Umbrellas – 3:04
The Gumbo Variations –
16:55
It Must Be a Camel –
5:15
Artista
Altri musicisti
Ian Underwood - pianoforte,
organo, clarinetto, sassofono, flauto
Captain Beefheart - voce su Willie
the Pimp
Don "Sugarcane" Harris -
violino su Willie the Pimp e The Gumbo Variations
Jean-Luc Ponty - violino su It
Must Be A Camel
John Guerin - batteria su Willie
the Pimp, Little Umbrellas e It Must Be a Camel
Ralph Humphrey - batteria su Son
of Mr. Green Genes e The Gumbo Variations
Ron Selico - batteria su Peaches
En Regalia
Max Bennett - basso su Willie the
Pimp, Son of Mr. Green Genes, Little Umbrellas, The Gumbo Variations
e It Must Be a Camel
Shuggie Otis - basso su Peaches En
Regalia
Lowell George - chitarra (non
accreditato)
Produzione
Produttore: Frank Zappa
Ingegnere del suono capo: Dick
Kunc
Ingegneri del suono: Cliff
Goldstein, Jack Hunt, Brian Ingoldsby, Dick Kunc
Arrangiamenti: Frank Zappa
Cover design: Cal Schenkel
Design: Cal Schenkel, John
Williams
Ingegnere del suono remix 1987:
Bob Stone