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Un attore caratterista (o semplicemente caratterista) è un attore non protagonista che interpreta personaggi singolari, caratteristici o eccentrici.


Storia
«Caratterista vuol dire per noi quell’attore che riveste un carattere umano, che incarna un personaggio vivo e non una macchietta, quell’attore che abitualmente non ricopre parti di protagonista, ma che è dotato di eccezionale forza interpretativa, con o senza sottolineature tipiche, abbia o non abbia la barba, o la pancia.»
(Ermanno Comuzio in Cinema del 1953)

Mutuato dalla tradizione teatrale, la figura del caratterista nel linguaggio cinematografico, è comunemente riferita ad attori che solitamente ricoprono ruoli secondari o di contorno che in qualche modo movimentano e vivacizzano lo snodo narrativo del racconto, spesso con una coloritura umoristica, ma anche riconducibili ad un ordito drammatico.
Contraddistinti da un forte risalto dei caratteri esteriori, il caratterista è solitamente dotato di un'identità fisica, fisionomica e di comportamento di impatto immediato che gli consentono di interpretare precise tipologie di ruoli: il burbero, il cattivo, la zitella acida, il gioviale, il nobile, il parvenu. Può succedere anche che, talvolta, attori che si cimentano in ruoli da caratteristi, possano riscuotere un certo successo iniziale proprio grazie ad una parte o ad un certo genere cinematografico, tale che l'attore diventi così fortemente identificato con un particolare tipo di ruolo e, successivamente, reimpiegato in ruoli simili.
Il termine nasce agli inizi dell'Ottocento quando, nell'organico delle varie compagnie teatrali, l'impiego fra vari attori era suddiviso e organizzato a livello gerarchico: primo carattere, secondo carattere e, infine, anche il mezzo carattere. Al caratterista, detto anche primo carattere, spettavano tutte le parti bonarie, buffe e interpretabili da personaggi dotati di una particolare tipologia scenica, specie all'interno del repertorio shakespeariano e goldoniano.

Caratteristi
Ogni cinematografia ha i suoi grandi caratteristi. Nel cinema americano, tra gli altri, si possono ricordare Thomas Mitchell, Walter Brennan, Claire Trevor, Edward Everett Horton, Louis Calhern, Arthur Kennedy, Thelma Ritter, Ed Lauter, William Demarest, Everett Sloane, Ethel e Lionel Barrymore, Christopher Lloyd, Abe Vigoda, Andy Devine, Margaret Hamilton.
Nel cinema inglese, tra quelli più noti, possiamo citare Jack Hawkins, Flora Robson, Cecil Parker, Robert Newton, James Robertson Justice, Dennis Price, Barry Fitzgerald, Donald Crisp, Edmund Gwenn, Claude Rains, Donald Meek, fino al più recente Rowan Atkinson.
Anche in Italia sono tanti gli esempi di attori noti come caratteristi, personaggi nati soprattutto con l'esplosione del cinema di genere degli anni settanta, ed entrati nella storia del cinema nostrano. Tra gli altri Guido Nicheli, Salvatore Borgese, Plinio Fernando, Bombolo, Angelo Bernabucci, Angelo Infanti, Mario Brega, Tiberio Murgia, Carlo Pisacane, Giacomo Furia, Ennio Antonelli, Mario e Memmo Carotenuto, Nino Taranto, Jimmy il Fenomeno.

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Lo showrunner (o alternativamente show runner, francese canadese: auteur-producteur) è un termine usato nelle industrie televisive statunitense e canadese per indicare la persona responsabile delle operazioni giorno per giorno di una serie televisiva, in altre parole, la persona che rende possibile il funzionamento della serie. Il termine viene occasionalmente applicato alle persone delle industrie televisive di altri paesi. Diversamente dai film, dove i registi hanno solitamente il controllo creativo della produzione, nella televisione procedurale lo showrunner è solitamente in una posizione superiore rispetto al regista.
Tradizionalmente, il produttore esecutivo di un programma televisivo era l'amministratore delegato responsabile della produzione del programma. Nel corso del tempo, il titolo di produttore esecutivo è divenuto di uso nel riferirsi ad una più ampia gamma di ruoli, da quelli responsabili per l'organizzazione di finanziamento, ad una funzione onorifica senza effettivi poteri di organizzazione. Il termine showrunner è stato creato per identificare il produttore che detiene effettivamente l'autorità finale nell'ambito organizzativo e creativo della serie. Il blog (e libro) Crafty Screenwriting definisce lo showrunner come "la persona responsabile di tutti gli aspetti creativi della serie, e responsabile solamente nei confronti dell'emittente televisiva (e della casa di produzione, se non è la sua). Il capo. Solitamente uno sceneggiatore."
L'opinionista Scott Collins del Los Angeles Times descrive gli show runner come «dei "tuttofare", un curioso ibrido di artisti visionari e operational manager duri come la roccia. Non sono solo sceneggiatori; non sono solo produttori. Essi assumono e licenziano sceneggiatori e membri della troupe, sviluppano la trama, scrivono copioni, assegnano le parti agli attori, si occupano del budget e gestiscono le interferenze tra lo studio ed i capi dell'emittente. È uno dei lavori più insoliti ed impegnativi, che impiegano ambedue gli emisferi cerebrali, nel mondo dell'intrattenimento... Gli showrunner fanno, e spesso creano, le serie, ed oggi più che mai, le serie televisive sono le uniche cose che contano. Nella "lunga corsa" dell'economia dell'intrattenimento, gli spettatori non guardano le reti televisive. Non importano mai le reti a loro. Essi guardano le serie. Non gli importa di come le ottengono.»

Canada
Nel 2007 la Writers Guild of Canada, l'associazione che rappresenta gli sceneggiatori in Canada, ha istituito lo Showrunner Award all'annuale Canadian Screenwriting Awards. Il primo Showrunner Award fu conferito a Brad Wright, produttore esecutivo di Stargate Atlantis e Stargate SG-1, nell'aprile del 2007.

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Il termine Producer, da non confondere con DJ (Disk-jockey), indica, nell'ambito della musica elettronica moderna colui che realizza, arrangia ed esegue brani musicali tramite strumentazione di tipo elettronico e, quasi sempre, un computer. Il termine "producer" è anche diventato quasi sinonimo di "musicista".
Il ruolo non è da confondere con il produttore discografico, ovvero colui che investe per la distribuzione e la diffusione promozionale di opere musicali. Un producer può essere anche un compositore, qualora sia in grado di suonare uno strumento musicale e, tramite quest'ultimo, realizzare le sue composizioni ex novo, senza ricorrere a campionamenti, così come il contrario (nel caso in cui un compositore sia in grado di seguire tutte le fasi della produzione musicale).
I primi ad introdurre il termine producer sono stati alcuni DJ di Chicago, Detroit e New York (tra la metà e la fine degli anni ottanta) che hanno contribuito con l'aiuto di varie drum machine (tra i quali Roland TR808 e 909) alla nascita della musica house e alla sua evoluzione in acid house ed electro house, a quella della techno e dell'hip hop, componendo basi musicali per il rap.

Attrezzatura

Chi si appresta alla produzione di un brano di solito fa uso di un insieme di attrezzature per la sintesi, l'editing, il processamento e l'acquisizione di suoni nonché per l'arrangiamento e il missaggio. Tutte queste apparecchiature solitamente elettroniche e/o meccaniche sono situate in un'unica infrastruttura che viene identificata come lo "studio". I brani composti da un produttore possono essere interamente realizzati nel proprio studio. Spesso, soprattutto per chi esercita quest'arte in maniera professionale, si stringono patti di collaborazione con musicisti, cantanti o semplici compositori. Le sue mansioni non si limitano alla composizione prettamente musicale, egli ha una preparazione a volte più superficiale ma più vasta di un compositore.
In passato le apparecchiature potevano essere di tipo elettronico o in certi casi di tipo meccanico (lettori per nastri, tastiere, giradischi, ma anche unità per la generazione di effetti), oggi invece la distinzione è tra hardware e software. Nel secondo caso il centro dello studio è la "DAW" (Digital Audio Workstation), ovvero come dice il nome un'apparecchiatura digitale che il produttore usa per effettuare operazioni complesse sull'audio, fino a costruire un arrangiamento. La DAW può ad esempio essere un DAT, ma quando si pronuncia questa sigla si fa riferimento soprattutto al computer, all'interno del quale è presente il software detto sequencer. Spesso il sequencer è dotato di sintetizzatori ed effetti includibili nello stesso tramite dei plug-in (a pagamento o freeware) scritti in vari formati: VST, DirectX, RTAS e TDM (per Pro Tools), e AudioUnit (per MAC). Questi strumenti vengono suonati e controllati attraverso tastiera/e e controllers che si connettono alla DAW attraverso protocollo MIDI (anche se ora si sperimentano altri protocolli più avanzati) e permettono di scrivere partiture e registrare i cambiamenti di vari parametri. Infine possono poi venire aggiunti elementi quali sintetizzatori o moduli di effetti "hardware", collegabili agli I/O della scheda audio.
Infatti nella maggioranza dei casi, gli studi sono formati da soluzioni "ibride" hardware/software; da un lato infatti è possibile trovare una grande qualità audio, dall'altra flessibilità e versatilità virtualmente infinita, e al crescere della potenza dei calcolatori, anche la possibilità di modellare suoni attraverso meccanismi e algoritmi estremamente complessi come vocal modeling.

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Un DJ set è per il DJ quello che per il musicista è il concerto, ovvero lo spettacolo in cui l'artista presenta la musica da lui selezionata al pubblico del locale (discoteca, disco bar, club, rave, dancehall, eccetera) utilizzando il più delle volte delle tecniche di missaggio (infatti spesso al termine "DJ set" si preferisce DJ mix).
Un DJ set può durare dalle due ore nel disco bar, discoteche e club, alle tre ore medie di una discoteca normale fino ai set di cinque ore di Danny Tenaglia 24 ore come il set di Marco Carola al Sunwaves Festival o di Loco Dice allo Space di Miami e addirittura 36 ore un set in back to back Tini e Bill Patrick. Spesso i DJ sono soliti alternarsi fra di loro al mixer, in modo da creare un programma molto lungo, ininterrotto e variegato.
All'interno del DJ set, il DJ selezionerà e mixerà i brani in base al suo stile, ma trovando sempre e comunque un compromesso con quello che vuole ascoltare il pubblico dell'evento. Saranno l'abilità e l'esperienza del DJ a interpretare l'umore del pubblico e ad assecondarlo, pur rimanendo fedele al suo gusto.
IL DJ set non deve essere accostato esclusivamente alla performance live: spesso (a volte anche giornalmente) il DJ mixa i suoi dischi nel proprio studio dando vita ad un cosiddetto DJ-mix (oppure "studio set" o "playlist"). Un set del genere può essere creato per piacere personale (tante persone coltivano l'hobby del DJing esclusivamente nella propria casa) oppure pubblicato e distribuito. In passato erano molto diffusi i "mixtape" ovvero musicassette su cui erano registrate performance live o in studio di DJ famosi e non: esse venivano distribuite o vendute a una cerchia più o meno ristretta di appassionati in negozi e bancarelle dallo stesso DJ, oppure dai locali che mettevano (e mettono tuttora, anche se su CD) a disposizione del pubblico la registrazione della serata. Molti DJ, più che ampi guadagni, hanno ottenuto grazie alla diffusione dei mixtape un grande ritorno promozionale. Con l'evolversi della tecnologia e la diffusione di Internet, sono nate webradio e portali dedicati all'ascolto online dei DJ mix.

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Il rock and roll (spesso scritto anche con la grafia rock 'n' roll o rock & roll) è un genere della popular music nato negli Stati Uniti tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta, originato dal blues, dal bluegrass, dal country, dall'R&B, dal jazz, dal gospel e, in misura minore, dal folk.
Attorno alla metà degli anni sessanta, il rock and roll si evolse in quello stile più generico e internazionale chiamato "musica rock", sebbene abbia continuato a essere definito spesso con il nome di rock and roll.
Anche se elementi di rock and roll riecheggiano nelle registrazioni country del 1930 e nei dischi blues dal 1920, il genere acquisì il suo nome non prima del 1950. Una delle prime forme di rock and roll fu il rockabilly, che unì country e jazz, con influenze di musica tradizionale folk degli Appalachi e di gospel. Nei primi anni in questa musica, il pianoforte ed il sassofono erano spesso gli strumenti principali, ma, nel corso degli anni, questi vennero progressivamente sostituiti da chitarre elettriche. Il ritmo è essenzialmente boogie-woogie, con un accentuato backbeat, quest'ultimo quasi sempre fornito da un rullante; la formazione classica di una band di rock 'n' roll comprende storicamente anche una voce (spesso anche con armonizzazioni vocali o cori), oltre che un basso ed una batteria.
Il rock and roll raggiunse una vasta popolarità nella seconda metà degli anni cinquanta, avendo un ampio impatto sociale. Bobby Gillespie scrive che «Quando Chuck Berry cantava "Hail, hail, rock and roll, deliver me from the days of old", questo era esattamente quello che la musica stava facendo. Chuck Berry e Bo Diddley furono i fautori di quella evasione globale psichica chiamata rock 'n' roll nonché i re di questa musica.» Ben oltre un semplice stile musicale, il rock and roll, come si vede nei film e in televisione, ha influenzato stili di vita, moda, atteggiamenti e linguaggio, originando inoltre altri sottogeneri musicali. Il termine "rock and roll" assume almeno due significati: sia l'American Heritage Dictionary che il Webster's Dictionary lo definiscono come sinonimo di musica rock. Allwords.com, tuttavia, si riferisce con questo termine specificatamente alla musica degli anni 1950.

Storia

Precursori e origini

Le origini del rock n' roll sono state spesso oggetto di discussione per gli storici della musica. Vi è un consenso generale riguardo al fatto che nel sud degli Stati Uniti d'America, attraverso l'incontro delle diverse tradizioni musicali degli emigranti di origine africana ed europea, abbia contribuito nel processo di cambiamento culturale avvenuto anche nella musica. La migrazione di molti schiavi neri liberati dalle piantagioni e dei loro discendenti, provenienti da grandi centri urbani come Memphis, New York, Detroit, Chicago e Cleveland ha fatto sì che i residenti bianchi e neri vivessero nelle immediate vicinanze, condizione che si tradusse nell'emulazione delle rispettive tradizioni tra gli uni e gli altri. Anche se i neri erano comunque privati ancora di alcuni diritti e costretti alla vita nei ghetti. Le stazioni radio che riproducevano sia le forme di musica bianca sia quella nera, mettendole a disposizione di altri gruppi; e lo sviluppo e la diffusione dei dischi in vinile e gli stili musicali come il jazz e lo swing aiutarono questo processo di "scontro culturale".
Le radici dell'origine del rock and roll stanno nella cosiddetta "Race music" e nella musica hillbilly (più tardi chiamate rispettivamente rhythm and blues e country), tra gli anni quaranta e cinquanta. Particolarmente significative sono state le influenze jazz, blues, boogie woogie, country, folk e gospel;gli studiosi differiscono nel loro punto di vista, riguardo a quali di queste forme sono state più importanti e come questa nuova musica modificò la musica afroamericana.
Nel 1930, il jazz e in particolare lo swing furono i primi a presentare la musica afroamericana a un pubblico prevalentemente bianco. Il 1940 ha visto un maggiore ricorso alle trombe (compresi i sassofoni), a testi gridati ed a boogie woogie. Durante e subito dopo la seconda guerra mondiale, con le carenze di carburante e le limitazioni sul pubblico e sul personale disponibile, le jazz-band di grandi dimensioni erano meno economiche e convenienti, quindi tendevano ad essere sostituite da piccoli gruppi, con chitarre, basso e batteria. Nello stesso periodo, in particolare sulla costa occidentale statunitense e nel Midwest, lo sviluppo di jump blues, con i suoi riff di chitarra ed i testi urlati, preannunciarono i molti sviluppi successivi. Allo stesso modo, il boogie ed il Chicago blues fornirono molti degli elementi che possono essere visti come caratteristiche del rock and roll.
Il rock and roll progredì ulteriormente, subito dopo lo sviluppo della chitarra elettrica, dell'amplificatore, del microfono e del 45 giri. Ci furono anche grandi cambiamenti in campo discografico, con l'ascesa di etichette indipendenti come Atlantic, Sun e Chess e un analogo aumento di stazioni radio. È stata la consapevolezza che adolescenti bianchi relativamente benestanti ascoltavano questa musica che ha portato allo sviluppo di quella che doveva definire il "rock and roll" come un genere distinto.

Origine del termine rock and roll

Rocking era un termine utilizzato dai cantanti gospel nel Sud degli USA per indicare qualcosa di simile all'estasi mistica. Il musicista blues Roy Brown la usò nel 1947 con un significato ironico nella sua canzone Good Rocking Tonight (rifatta l'anno dopo da Wynonie Harris in una versione ancora più scatenata), in cui la parola era apparentemente riferita al ballo, ma era in effetti una neanche tanto nascosta allusione al sesso. Questi doppi sensi non erano nuovi nella musica blues ma era la prima volta che si sentivano alla radio. La frase "rocking and rolling" era un'espressione secolare dei neri per indicare balli o sessi sin dal diciottesimo secolo. Dopo il successo di Good Rocking Tonight, altri cantanti di rhythm and blues hanno usato titoli simili durante la seconda metà degli anni quaranta, compresa una canzone intitolata proprio Rock and Roll, registrata da Wild Bill Moore nel 1949. Queste canzoni erano riservate a un pubblico afroamericano (race music era il nome che veniva usato nell'industria discografica) e non erano conosciute dal grande pubblico bianco. Nel 1951 il dj Alan Freed di Cleveland in Ohio su consiglio di Leo Mintz, sponsor del dj e negoziante di dischi che si accorse dell'effetto che questo nuovo rhythm and blues aveva tra i teenager, nel 1951 ideò e condusse un programma radiofonico che trasmetteva musica nera per il pubblico bianco: The Moon Dog House Rock 'n Roll Party, e generalmente si attribuisce al titolo di questo show l'origine dell'espressione rock and roll. Il termine, con le sue allusioni al ballo, al sesso e al suono della musica, fece breccia anche tra chi non ne coglieva tutti i significati.

Prime registrazioni rock and roll

Si discute molto su quale sia la prima registrazione rock & roll. Big Joe Turner è stato uno dei precursori e il suo singolo del 1939, Roll 'Em Pete, è molto vicino al rock and roll degli anni cinquanta, così come lo è stata Sister Rosetta Tharpe, che ha ottenuto successi nelle classifiche pop nel 1938 con le sue canzoni gospel, come This Train e Rock Me, e nel 1940 con Strange Things Happenin' Every Day, Up Above My Head, e Down by the Riverside. Altri dischi significativi degli anni 1940 e dei primi anni 1950 furono Good Rocking Tonight di Roy Brown (1947), Move It On Over di Hank Williams (1947), Chicken Shack Boogie di Amos Milburn (1947), Rock the Joint di Jimmy Preston (1947), Boogie Woogie Dream di Albert Ammons, The Fat Man di Fats Domino (1949) e How High the Moon di Les Paul and Mary Ford (1951).
Secondo lo storico della musica Peter Guralnick, la prima registrazione di rock and roll fu Rocket 88, di Jackie Brenston and his Delta Cats, scritta dal diciannovenne Ike Turner e registrata da Sam Phillips per l'etichetta Sun Records nel 1951. Altre registrazioni dello stesso periodo si contendono il primato. Altri hanno considerato titoli di maggior successo presso il pubblico bianco, come Rock Around the Clock di Bill Haley and His Comets, Great Balls of Fire ma tutto cambiava con l'avvento di Bo Diddley/I'm a Man di Bo Diddley, o Maybellene e Roll Over Beethoven di Chuck Berry che rivoluzionarono per sempre la musica a venire con l'invenzione del rock nel 1955. La rivista Rolling Stone ha sostenuto nel 2004 erroneamente che That's All Right (Mama) di Elvis Presley (1954), il primo disco registrato dal cantante per la Sun Records di Memphis, è stato il primo album rock 'n' roll ma, al tempo stesso, "Shake, Rattle & Roll" di Big Joe Turner, successivamente oggetto di cover da parte di Haley, era già nella Hot R&B/Hip-Hop Songs.
Significativi nel suono del rock and roll furono anche Little Richard, Chuck Berry, Jerry Lee Lewis e Gene Vincent che con brani come Tutti Frutti , Long tall Sally , Lucille , Great Balls of Fire , Whole Lotta Shakin' Goin' On e Be-Bop-A-Lula hanno portato il rock 'n' roll alle sue massime espressioni di musica bianca e nera. Dai primi anni cinquanta, Little Richard combinò il gospel con l'R&B di New Orleans, Backbeat pesante e pianoforte martellante. La sua musica, esemplificata da canzoni come Tutti Frutti (1955), Long Tall Sally (1956) e Good Golly Miss Molly (1958), influenzò generazioni di artisti di rhythm and blues, rock e soul. Chuck Berry, con Maybellene (1955), Roll over Beethoven (1956), Rock and Roll Music (1957) e Johnny B. Goode (1958), e Bo Diddley grazie al suo ritmo con Chuck Berry sviluppò gli elementi principali che hanno reso il rock and roll distintivo, concentrandosi sulla vita degli adolescenti e inserendo introduzioni di chitarra e pause di piombo che ebbero una grande influenza sulla musica rock successiva. Presto il rock and roll divenne una grande forza nelle vendite discografiche americane e cantanti come Eddie Fisher, Perry Como e Patti Page, dominatori del decennio precedente della musica popolare, hanno trovato meno posto nelle classifiche pop.

Rockabilly

Il termine "rockabilly" di solito si riferisce al tipo di rock and roll suonato e registrato durante la metà degli anni cinquanta da cantanti bianchi come Elvis Presley, Carl Perkins e Jerry Lee Lewis. Ha origine dall'unione delle parole rock and roll e hill billy; quest'ultimo termine, che può essere tradotto con "montanaro" (letteralmente "caprone di montagna"), veniva usato in origine per descrivere una primordiale forma di musica country molto popolare tra il pubblico bianco. Molti altri cantanti rock 'n' roll dell'epoca, come Fats Domino e Little Richard, si allontanarono dal ritmo della black music e dalla tradizione blues, rendendo la loro musica attraente per il pubblico bianco; generalmente questi non sono definiti come "rockabilly".
Nel luglio del 1954, Elvis Presley registrò That's All Right (Mama) negli Sun Studio di Memphis. Due mesi prima, a maggio, Bill Haley & His Comets registrarono Rock Around the Clock. Anche se fu solo un piccolo successo quando uscì, venne tuttavia usato nella sequenza di apertura de Il seme della violenza (Blackboard Jungle) l'anno successivo, imponendosi come un successo del movimento rock and roll boom. La canzone divenne uno dei più grandi successi nella storia e i molti ragazzi accorsi per vedere Haley e il suo gruppo suonare causarono disordini in alcune città; Rock Around the Clock fu una svolta, sia per il gruppo, sia per la musica rock and roll.
Nel 1956, il rockabilly venne reso popolare da successi come Folsom Prison Blues di Johnny Cash e Blue Suede Shoes di Perkins. Per alcuni anni fu commercialmente più famoso del rock and roll. Successivamente il rockabilly, particolarmente con cantautori come Buddy Holly, e Eddie Cochran avrebbe avuto una grande influenza sulla British invasion e in particolare sulle canzoni d'autore dei Beatles.

Doo-wop

Il doo-wop fu una delle forme più popolari di rock and roll degli anni cinquanta, caratterizzato da armonie vocali sincopate e cori utilizzati più come imitazione degli strumenti d'accompagnamento che come voci vere e proprie, e inoltre da testi senza senso (da cui il genere poi prende il nome). Le sue origini si possono individuare nei gruppi vocali afroamericani degli anni trenta e quaranta, come The Ink Spots e i Mills Brothers. Questi vennero seguiti da band r'n'b degli anni quaranta quali The Orioles, The Ravens, che iniettarono notevoli elementi di gospel tradizionale e del Jump blues. Nonostante l'esplosione degli album doo-wop alla fine degli anni cinquanta, molti dei maggiori artisti non entrarono in classifica; tra le eccezioni si possono annoverare The Platters, con canzoni come The Great Pretender (1955) e The Coasters con Yakety Yak (1958), entrambi considerati tra i musicisti rock 'n' roll di maggior successo. Verso la fine del decennio, si ebbe un numero crescente di cantanti bianchi, in particolare italo-americani, che ripresero il doo-wop, creando gruppi "bianchi" come The Mystics e Dion and the Belmonts o "misti" come The Del-Vikings e The Impalas.

Declino

Gli studiosi hanno tradizionalmente percepito un calo del rock and roll tra la fine dei cinquanta e i primi sessanta. Nel 1959, la morte di Buddy Holly, di The Big Bopper e di Ritchie Valens in un incidente aereo (The Day the Music Died), la partenza di Elvis Presley per l'esercito, il ritiro di Little Richard per diventare un predicatore, i processi a Jerry Lee Lewis e Chuck Berry, la morte di Eddie Cochran, nel 1960, per un incidente automobilistico, i problemi di droga di Johnny Cash e lo scoppio dello scandalo Payola (che ha coinvolto personaggi importanti, tra cui Alan Freed, in tangenti e corruzione nella promozione di eventi e canzoni), presagì che il rock 'n' roll fosse giunto al termine. Ci fu anche un'evoluzione di questo genere, descritta come la "femminilizzazione" del rock and roll, con la classifica che cominciò ad essere dominata da ballate d'amore, spesso rivolte a un pubblico femminile, e con l'ascesa di gruppi di ragazze come The Shirelles e The Crystals.

Rock and roll in Italia

Anche in Italia, nella seconda metà del decennio, si diffonde il rock'n'roll: già nel 1956 il Quartetto Cetra incide in italiano una sua versione di Rock Around the Clock, con il testo scritto da Tata Giacobetti, intitolata L'orologio matto; i quattro incidono un altro rock'n'roll nel 1959, Colombo rock, composto da Giacobetti e da Virgilio Savona.
I principali cantanti che sviluppano questo nuovo genere musicale nella penisola sono Adriano Celentano, Little Tony, Ghigo, Ricky Sanna, Johnny Baldini, Roby Milione, Giorgio Gaber (anche in coppia con Enzo Jannacci nei Due Corsari), Tony Renis, Silvano Silvi, Guidone, Clem Sacco (antesignano del rock demenziale), Peppino Di Capri (in alcune tra le sue prime incisioni) ed Ezio De Gradi, che nel 1960 incide in italiano Rock'n'roll music di Chuck Berry; tra le donne, Mina, Jenny Luna, Brunetta, Angela, Fiorella Giacon, Babette e la napoletana Daina Mit; tra i complessi (che però alternano il rock'n'roll con altri generi ballabili) i Ribelli, i Campioni, i Campanino, Torquato e i quattro.
Un ruolo importante nello sviluppo del rock in Italia è dato dai festival: il primo Festival del rock and roll, organizzato dal ballerino Bruno Dossena, si tiene il 18 maggio del 1957 al Palazzo del Ghiaccio di via Piranesi a Milano; ad esso seguono altre edizioni, tra cui quella del 1961 a Roma che si chiama 1º Festival del Rock And Roll (pur non essendo affatto la prima edizione) e che passerà alla storia come Il Festival dell'Urlo.

Interpreti principali

Soprannominati i re del rock and roll per la loro sostanza ed influenza al genere soprattutto per la fedelta verso questa musica.
  • Chuck Berry
  • Bo Diddley
  • Little Richard
  • Jerry Lee Lewis
  • Elvis Presley
  • Gene Vincent
  • Buddy Holly
  • Carl Perkins
  • Eddie Cochran

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Il Coro del King's College, Cambridge è un coro britannico. È considerato uno dei rappresentanti più affermati e famosi della grande tradizione corale inglese. Fu creato dal re Enrico VI, che fondò il King's College a Cambridge nel 1441, per provvedere ai canti quotidiani nella sua cappella, che rimane il compito principale del coro ancora oggi.
Oggi il coro è diretto da Stephen Cleobury e deriva gran parte della sua fama dal Festival of Nine Lessons and Carols, trasmesso in tutto il mondo a milioni di ascoltatori la vigilia di Natale di ogni anno insieme al servizio televisivo Carols dal King's che lo accompagna. Il coro commissiona un inno natalizio di un compositore contemporaneo per il Festival di ogni anno.

Storia
Storia antica
Gli statuti specificano che il coro consiste di dieci cappellani, sei impiegati (cantanti laici) e sedici coristi che dovevano essere "poveri e bisognosi, di buone condizioni e di oneste conversazioni... sapendo con competenza come leggere e cantare". Forse riconoscendo il carico di lavoro posto ai cantori che dovevano cantare tutti insieme mattutino, messa e vespri, gli statuti hanno anche affermato che "avrebbero dovuto essere doppiamente occupati con i doveri prescritti e con la loro istruzione".
Quando Enrico VI fu deposto durante la Guerra delle due rose nel 1460, il coro fu probabilmente ridotto di numero a causa della mancanza di fondi, anche se nel 1467 il coro completo era di nuovo in residenza. Durante questo periodo il coro cantava in una cappella temporanea, con la cappella del King's College ancora in costruzione. Il 22 aprile 1506, Enrico VII visitò Cambridge e partecipò a Evensong e il giorno seguente ascoltò la messa con il vescovo John Fisher. In seguito a questa visita, decise di finanziare la continuazione della costruzione, che fu continuata dal suo successore Enrico VIII, il completamento alla fine arrivò nel 1536.
Elisabetta I visitò la cappella nel 1564 e partecipò a Evensong il 5 agosto e di nuovo la notte seguente, anche se si presentò tardi, facendo ricominciare il servizio. È stato registrato che fu cantato il discanto (una forma polifonica antica con una melodia eseguita come contrappunto a un canto piano) come probabilmente era stato sin dalla fondazione del college.
Durante il regno di Oliver Cromwell il numero di servizi corali si ridusse e i coristi uscenti non venivano sostituiti. Nel 1651 rimase un solo corista e nel 1654 non ce n'erano. I laici erano ancora trattenuti durante questo periodo; è probabile che abbiano cantato inni secolari, anche durante la Guy Fawkes Night. Dopo la restaurazione della monarchia nel 1660, furono nominati immediatamente dieci coristi; il coro fu a pieno regime nel 1666.
Nel 1827 un'indagine sulle scuole corali inglesi fece notare che: "i coristi prestano servizio nella cappella una volta al giorno nei giorni comuni, nei giorni della domenica e dei santi due volte, mattina e sera, e possono cantare anche nelle cappelle degli altri college e nella chiesa di Santa Maria. Sono istruiti nel canto dall'organista e nella lettura, scrittura e aritmetica da un maestro nominato dal Collegio. Gli Statuti prescrivono che dovrebbero avere meno di 12 anni all'ammissione. Sono ammessi generalmente all'età di otto anni e lasciano il coro quando la voce cambia registro".

Riforma durante il diciannovesimo secolo
Intorno al 1860 fu riconosciuto che gli standard musicali nel coro necessitavano di un miglioramento. L'indagine di John Jebb del 1843 sui cori anglicani scoprì che "a Cambridge, il servizio corale ha subito mutilazioni in tutte le aree in cui è impegnato. Il King's College ha ridotto il numero originale dei suoi cappellani da tre a uno e pur mantenendo i suoi sedici coristi (che evidentemente erano destinati a essere proporzionati a un corpo più numeroso di cantanti adulti), ci sono solo un piccolo numero di impiegati, troppo scarsi per il magnifico organo che li accompagna e per la Cappella senza rivali in cui lavorano. Il Coro in realtà interviene due volte al giorno, ma le preghiere non vengono cantate (un'innovazione molto moderna) e al servizio della domenica mattina non si canta il Credo di Nicea ". Tra gli impiegati laici, i cui compiti erano attualmente divisi anche nel dover cantare al Trinity College, l'indisciplina e l'assenteismo erano comuni.
La riforma è iniziata dopo la fine del Cambridge University Act del 1856, che permise di modificare gli statuti e la gestione del college. Furono specificati due cappellani e dodici impiegati laici e la condivisione dei doveri col Trinity terminò nel 1871. Nello stesso anno venne nominato un nuovo Maestro dei coristi, il quale fu incaricato di essere "attento alla loro condotta morale" e "mantenere il discepolo senza eccessiva severità in ogni momento sempre". Le condizioni per i coristi furono migliorate con l'intenzione di reclutare ragazzi provenienti da un contesto sociale più elevato. Furono istruiti sulla musica strumentale e sull'assistenza finanziaria all'uscita dal college.
Per allargare ulteriormente il campo per la selezione si decise di aprire un collegio invece di pagare per i coristi per essere alloggiati con le famiglie locali. A partire dal 1876 fu decretato che i ruoli di corisiti fossero aperti a tutti i candidati "sia se residenti a Cambridge che altrove" con quelli residenti fuori città alloggiati a spese del college e una scuola del King's College appositamente costruita fu aperta due anni dopo. Sempre nel 1876 fu deciso di assegnare borse di studio corali, con gli studenti che sostituivano gli impiegati laici impiegati permanentemente. I contratti esistenti significavano che questo fu un processo lento, con l'ultimo impiegato che se ne andò nel 1928.
Il 1876 vide anche la nomina di un nuovo organista con un aumento del salario, Arthur Henry Mann. C'era poco o nessun addestramento formale degli insegnanti di coro in quel momento in Inghilterra, molti erano organisti che insegnavano al coro ad seguire qualunque tecnica essi stessi alla quale fossero stati sottoposti come ex coristi. Mann fu fortunato a questo proposito, essendo stato un corista alla cattedrale di Norwich sotto il rinomato Zechariah Buck. Mann era quindi un eccezionale insegnante di coro e migliorò notevolmente la reputazione del King's College Choir. Lavorò per migliorare la dizione e la tempistica del coro per consentire loro di lavorare con l'acustica della cappella e il suo riverbero particolarmente lungo. Aprì anche servizi al pubblico, mentre in precedenza i visitatori avevano bisogno di un permesso scritto per partecipare.

Appartenenza al coro
Coristi
Gli statuti del College prevedono sedici coristi. Questi sono ragazzi che sono stati educati alla King's College School. Provengono da una varietà di esperienze con borse di studio disponibili per le famiglie che non possono permettersi le tasse scolastiche sussidiarie. I ragazzi di solito si uniscono al coro come coristi in prova a otto anni dopo un'audizione riuscita all'età di sei o sette anni. Dopo due anni come in prova entrano nel coro come coristi completi, partendo tre anni dopo o prima se la loro voce cambia.

Studiosi di coro
From the beginning of the 20th century the fourteen lower voices of the choir have been provided by undergraduates who sing as Choral Scholars. These students must gain an academic place at Cambridge University as well as successfully obtaining a choral award at King's College through an audition process. They remain in the choir throughout their typically three year degree. Although some will study for a degree in music, many study other subjects with only medicine and architecture being incompatible.
Very occasionally, a Lay Clerk may be appointed in place of a Choral Scholar, usually if a vacancy arises unexpectedly: for example, when a student, having gained a conditional place at the college (subject to A-level grades being achieved) fails to meet the conditions. Such Lay Clerks have, to all intents and purposes, the same status as a Choral Scholar. The few Lay Clerks that have existed (since the establishment of Choral Scholars) have often been Choral Scholars agreeing to remain for an additional year.
The Choral Scholars form collectively, in their spare time, a separate group, The King's Men, singing a wide range of music written for men's voices, from early music through to barbershop arrangements (many of the latter having been written exclusively for the group by present/former Choral Scholars).

Gruppi generati dagli studiosi di coro
Vari gruppi di canto sono stati generati da gruppi di studiosi di coro:
  • The King's Men, precedentemente noti come Collegium Regale, costituivano gli attuali studiosi di coro
  • The King's Singers (1968–in attività)
  • The Scholars (1968-2010) and The Scholars Baroque Ensemble
  • Pange Lingua, diretto da Berty Rice (anni '90)
  • Polyphony (1986–in attività)

Studiosi di organo
L'organo è suonato da due studiosi di organo, che, come gli studiosi del coro, sono studenti (in genere laureandi) del college. Viene assegnata una borsa di studio per l'Organo in quanto necessaria per assicurare che ci siano sempre due Organisti universitari nel Collegio; un nuovo studioso viene nominato per prendere il posto del precedente quando si laurea. Se il direttore musicale non è presente per una qualche ragione, un organista si assume la responsabilità di dirigere il coro.

Attività di interpretazione e registrazione
Il coro mantiene un consistente programma di registrazione e di tournée, oltre alle sue funzioni presso la King's College Chapel, a Cambridge.

Tournée e spettacoli
Il coro fece la sua prima tournée nel 1936, visitando Paesi Bassi, Germania, Danimarca e Svezia. Negli ultimi anni il coro ha fatto tournée in tutta Europa, Stati Uniti, Sud America, Australia e Asia.
Il coro si esibisce regolarmente nel Regno Unito, dando concerti nelle principali sale da concerto di Londra, così come in numerosi festival in tutto il paese. Nel 2013 il Coro del King's College, Cambridge, ha cantato durante il ricevimento pasquale del Primo Ministro tenutosi al numero 10 di Downing Street. Si esibisce anche con orchestre sinfoniche, come la BBC Symphony Orchestra ai BBC Proms nel 2005 e nel 2009, la London Symphony Orchestra e esegue un annuale concerto di Natale con la Philharmonia Orchestra alla Royal Albert Hall.

Registrazioni
La prima pubblicazione commerciale del coro è stata una registrazione del 1929 di Bach God liveth still e Up, up my heart with gladness sull'etichetta HMV, pubblicata nel 1931. Nel 1963 ha pubblicato una registrazione storica del Miserere di Allegri con il solista acuto Roy Goodman. Un lavoro poco conosciuto all'epoca, questa versione lo ha portato a diventare uno dei lavori corali più popolari a cappella.
Il coro ha registrato più di 100 album, sulle etichette EMI e Decca. Nel 2013 il coro ha lanciato la propria etichetta, King's College Recordings, che gli avrebbe permesso di guadagnare più libertà artistica rispetto alle sue pubblicazioni. Le pubblicazioni di questa etichetta comprendono Nine Lessons and Carols, con una selezione di musica dal servizio della vigilia di Natale, il Requiem di Mozart: pubblicazioni contenenti il Requiem di Mozart, oltre a movimenti musicali completi realizzati da altri compositori e il St Nicolas di Britten. Il coro è stato innovativo nel suo rilascio di registrazioni, poiché oltre ai CD standard ha proposto Super Audio CD, Dolby Atmos, e download di versioni dei suoi album in audio Blu-ray FLAC a 24 bit.
Dal 2013 il coro ha anche iniziato a mettere a disposizione le registrazioni dei suoi servizi corali. Questi possono essere ascoltati dal sito web del coro. Nel 2017 per la prima volta renderanno disponibile come download video del servizio natalizio televisivo di Carol's From King.

Registrazioni sull'etichetta del coro, King's College, Cambridge
  • 2016 - Evensong Live 2016
  • 2016 - Hymns from King's
  • 2015 - 1615 Gabrieli in Venice
  • 2015 - Evensong Live 2015
  • 2015 - English Hymn Anthems
  • 2014 - Favourite Carols from King's
  • 2014 - Fauré Requiem
  • 2013 - Britten: St Nicolas (with the Britten Sinfonia)
  • 2013 - Mozart Requiem: Realisations (with the Academy of Ancient Music)
  • 2012 - Nine Lessons and Carols
Registrazioni sotto l'etichetta EMI Classics
  • 2008 - Christmas at King's
  • 2007 - I Heard a Voice - Music of the Golden Age
  • 2006 - Brahms: Ein Deutsches Requiem
  • 2006 - Purcell: Music for Queen Mary
  • 2005 - On Christmas Day
  • 2005 - Canto gregoriano
  • 2005 - John Rutter: Gloria
  • 2005 - Heavenly Voices
  • 2004 - Rachmaninoff: Liturgia di San Giovanni Crisostomo
  • 2002 - Vivaldi: Gloria, Magnificat, Dixit Dominus
  • 2001 - Handel: Coronation Anthems
  • 2001 - Best Loved Hymns
  • 2000 - J.S. Bach: Magnificat
  • 1999 - Rachmaninoff: All-Night Vigil (Vespers)
  • 1998 - Rutter: Requiem

Direttori di musica e organisti
Il Coro è diretto dal direttore musicale, un collega del college. Prima del 1876 il coro era diretto dall'organista.
  • 1606-1619?: John Tomkins
  • 1622-1623: Matthew Barton
  • 1624-1626: Giles Tomkins
  • 1627-1670: Henry Loosemore
  • 1670-1726: Thomas Tudway
  • 1726-1742: Robert Fuller
  • 1742-1799: John Randall
  • 1799-1855: John Henry Pratt
  • 1855-1876: William Amps
  • 1876–1929: Arthur Henry Mann
  • 1929–1957: Boris Ord
  • 1940–1945: Harold Darke (Sostituto di Boris Ord durante la seconda guerra mondiale)
  • 1957–1973: Sir David Willcocks
  • 1974–1982: Sir Philip Ledger
  • 1982–presente: Stephen Cleobury
L'attuale direttore musicale, Stephen Cleobury, andrà in pensione il 30 settembre 2019.[23] Daniel Hyde della chiesa di Saint Thomas, Fifth Avenue, è stato nominato direttore musicale. Si insedierà dal 1º ottobre 2019.

Musicisti di rilievo ex membri
  • Ralph Allwood (prete laico) - Direttore di coro
  • Benjamin Bayl (studioso d'organo) - Direttore d'orchestra
  • Christopher Bowers-Broadbent (corista) - Organista e compositore
  • Timothy Byram-Wigfield (corista) - Organista
  • Timothy Brown (studioso di coro) - Direttore d'orchestra
  • John Carol Case (studioso di coro) - baritono
  • Clive Carey (corista) - baritono e compositore
  • Michael Chance (studioso di coro) - controtenore
  • Bob Chilcott (corista e studioso di coro) - Compositore
  • Robert Cowper (prete laico) - Compositore
  • Sir Andrew Davis (studioso d'organo) - Direttore d'orchestra
  • Richard Farnes (corista e studioso d'organo) - Direttore d'orchestra
  • Gerald Finley (studioso di coro) - baritono
  • Edward Gardner (studioso di coro) - Direttore musicale, English National Opera
  • Orlando Gibbons (corista) - compositore
  • James Gilchrist (studioso di coro) - tenore
  • Roy Goodman (corista) - Direttore d'orchestra
  • Francis Grier (studioso d'organo) - compositore
  • David Goode (studioso d'organo) - Organista
  • Daniel Hyde (studioso d'organo) - Organista e Direttore d'orchestra
  • Guy Johnston (corista) - violoncellista
  • Brian Kay (studioso di coro) - basso e presentatore radiofonico
  • Andrew Kennedy (studioso di coro) - tenore
  • Stephen Layton (studioso d'organo) - Direttore d'orchestra, Direttore della polifonia
  • Tim Mead (studioso di coro) - controtenore
  • Mark Padmore (studioso di coro) tenore
  • Julian Perkins (studioso di coro) - Direttore d'orchestra e suonatore di tastiera
  • Quentin Poole (corista) - Oboista e Direttore d'orchestra
  • John Potter (corista) - tenore e accademico
  • Simon Preston (corista e studioso d'organo) - Organista e Direttore d'orchestra
  • Christopher Purves (corista) - basso-baritono
  • Robert Quinney (studioso d'organo) - Direttore di coro e Organista
  • Nigel Rogers (studioso di coro) - tenore
  • Richard Salter (studioso di coro) - baritono
  • Mark Stone (studioso di coro) - baritono
  • Robin Tyson (studioso di coro) - controtenore
  • Robert Tear (studioso di coro) - tenore
  • Thomas Trotter (studioso d'organo) - Organista
  • Christopher Tye (corista e prete laico) - compositore
  • Stephen Varcoe (studioso di coro) - basso-baritono
  • James Vivian (studioso d'organo) - Organista
  • Sir David Willcocks (studioso d'organo) - Direttore d'orchestra
  • Jonathan Willcocks (corista) - compositore e Direttore d'orchestra.

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La Chamber Orchestra of Europe (COE), fondata nel 1981, ha la sede amministrativa a Londra. L'orchestra comprende circa 60 membri provenienti da tutta Europa. Gli orchestrali perseguono carriere parallele come solisti internazionali, membri di eminenti gruppi camerali e come tutor e professori di musica. L'orchestra riceve un sostanziale supporto finanziario dalla Gatsby Charitable Foundation e dall'Underwood Trust; non hanno un'unica sede di residenza e nessun direttore d'orchestra residente. L'orchestra è un'organizzazione di beneficenza registrata secondo la legge inglese.

Storia
L'idea della COE venne dai musicisti della European Community Youth Orchestra, da membri che avevano superato il limite di età per l'ECYO e che volevano continuare a lavorare insieme in un'orchestra da camera. Tra i membri fondatori c'era l'oboista Douglas Boyd, che è stato l'oboista principale del COE dal 1981 al 2002. Nel corso degli anni la COE ha sviluppato forti relazioni con Claudio Abbado, Bernard Haitink e il defunto Nikolaus Harnoncourt, insieme a Thomas Adès, Pierre-Laurent Aimard, Emanuel Ax, Lisa Batiashvili, Joshua Bell, il defunto Paavo Berglund, Renaud Capuçon e Gautier Capuçon, Isabelle Faust, Janine Jansen, Vladimir Jurowski, Leōnidas Kavakos, Radu Lupu, Yannick Nézet-Séguin, Sakari Oramo, Murray Perahia, Maria João Pires, Sir András Schiff e Rolando Villazón.
La COE si esibisce regolarmente nelle principali città europee, con visite occasionali negli Stati Uniti, a Hong Kong, in Giappone e in Australia. La COE ha forti legami con l'Alte Oper di Francoforte, il festival Styriarte di Graz, il Festival di Lucerna, la Kölner Philharmonie di Colonia, la Philharmonie de Paris e il Concertgebouw di Amsterdam. Dal 2007 al 2013, la COE è stata nominata Ambasciatore della cultura dall'Unione europea nel suo Programma Cultura. La COE nel 2009 ha creato la COE Academy per offrire agli studenti di musica dotati opportunità di studiare con i musicisti COE.
Nel 2018 è stato annunciato che dal 2021 la sede della Chamber Orchestra of Europe sarà il Casals Forum situato a Kronberg im Taunus, in Germania.

Registrazioni
L'orchestra ha realizzato oltre 250 registrazioni commerciali per tutte le maggiori case discografiche con diversi direttori d'orchestra, tra cui Claudio Abbado, il compianto Paavo Berglund, Nikolaus Harnoncourt e Yannick Nézet-Séguin. L'orchestra ha vinto numerosi premi per le sue registrazioni, tra cui tre Gramophone Awards per la Registrazione dell'Anno e due Grammy. La COE è stata la prima Orchestra a creare la propria etichetta, "COE Records", in associazione con la ASV Records, ora distribuita da Sanctuary/Universal Music.

Membri onorari
L'orchestra ha conferito l'iscrizione onoraria a collaboratori speciali selezionati; Nikolaus e Alice Harnoncourt, Bernard Haitink, Sir Andras Schiff e Yannick Nézet-Séguin.