Ma perché non riesco a staccarmi e resto sempre più spesso incollato al divano per arrivare alla fine della serie in una volta sola, invece di programmare o aspettare una puntata o due a settimana?

Questa "abbuffata" di visioni - ci causa una sorta di dipendenza perché, come sempre accade quando facciamo un'attività che ci piace, il nostro cervello produce più dopamina, la sostanza chimica che promuove la sensazione di piacere e di eccitazione. Il rilascio di dopamina, tuttavia, si traduce in una felicità "a scadenza" che, proprio come avviene per le droghe, finisce se non la alimentiamo con ulteriori puntate e, quindi, rilasci chimici.

Quindi sentiamo la necessità di aumentare continuamente il tempo dedicato alle serie per provare lo stesso grado di soddisfazione, poi la difficoltà ad addormentarsi se si guardano le puntate di sera.


Il più grande armonicista vivente".

Muddy Waters.



Spesso non ci rendiamo neanche conto di quante persone gravitano attorno alla creazione di un'opera cinematografica. Ciò che ci balza agli occhi sono i nomi altisonanti degli attori, del regista, la casa di produzione. Stop.

Invece molto spesso dietro a una grande opera, si nascondono decine di artisti, sconosciuti ai più. Nell’interminabile lista hollywoodiana dei talenti ignoti, un posto di rilievo è assicurato a Peter Scott Ivers, classe 1946.

Nato in Illinois e cresciuto a Brookline, in Massachusetts, Peter frequentò l’Università di Harvard laureandosi in lingue classiche, ma scegliendo presto la carriera musicale. Il suo esordio, per lo Street Choir di Boston lo vide all’armonica, passione che non abbandonerà mai. A 25 anni venne assunto dalla Warner Bros per la quale registrò altri due album.

Nel 1976 fu il genio di David Lynch a scaraventarlo nell’universo della musica da film, invitandolo alla composizione della colonna sonora di “Eraserhead”, primo grande cult del regista. Un esordio che, l’anno successivo, lo porterà alle musiche di “Attenti a quella pazza Rolls Royce”, prima pellicola diretta da Ron Howard.


La sua scalata al successo terminò brutalmente il 3 marzo 1983, quando il cadavere di Ivers fu rinvenuto nel suo loft di Los Angeles.

La testa fracassata da colpi di martello rese semplice identificare la causa della morte, ma la polizia brancolò nel buio su movente e colpevole, anche perché la scena del crimine fu inquinata da alcuni amici.

Tra questi, David Jove, che uscì di casa con le lenzuola sporche di sangue. Una situazione al limite del surreale che spinse i sospetti proprio su di lui. A causa di alcune discussioni avute con la vittima, sono molti gli amici di Ivers che additarono Jove come il colpevole, ma gli indizi contro di lui erano troppo scarsi.

La morte di uno dei compositori più promettenti di Hollywood sarà destinata per sempre a non trovare un colpevole.


L'origine di questa canzone, uscita il 10 febbraio 1992, è stata spiegata proprio da Max Pezzali:

"Andammo al "Bar del Turista" a Pavia, era pomeriggio, ci prendemmo il panino piccante, pancetta e tabasco, una roba da peritonite fulminante.

La canzone non veniva. Ci arrendemmo. La sera mia madre aveva preparato il minestrone che, unito al panino piccante di prima, non vi dico la sensazione.

All'improvviso mi è venuta una frase: "Hanno ucciso l'Uomo Ragno, chi sia stato non si sa". A quel punto sono corso in cameretta e la canzone si è generata da sola, di strofa in strofa e, due anni dopo, ci portò una fortuna incredibile".


Sicuramente chi non è un musicista o perlopiù batterista non si accorge di questo trucchetto: batteria triggerata, questo aggeggio è un sensore elettronico che produce un determinato suono assegnato da una centralina, e quando colpisci la pelle avrai sempre un suono molto d'impatto e pulito, non ha importanza la forza che dai tu, anche se colpisci male la pelle, il suono si sentirà sempre da paura. Quindi a volte nei concerti, ma anche nei dischi, senti questo groove che spacca, perfetto tutti colpi uguali, ma in realtà sti disgraziati hanno triggerato la batteria.





Ispirati a fatti storici realmente accaduti, la realtà supera sempre la fantasia

  1. Costruisci dei personaggi, ma non dei sempre dire tutto di loro, possono esserci degli elementi che non sveli e che emergeranno in libri successivi (o anche mai)

  2. Identifica che mondo vuoi costruire, stabilisci alcune regole fondamentali che ne determinano il fondamento e la realtà (ogni mondo, anche magico, deve avere una logica)

  3. Non usare la magia in continuazione, non esiste nulla di più affascinante di un personaggio che usa la magia in momenti rari e precisi, crea ossessione e curiosità

  4. Rendi complessi i personaggi evita i buoni e i cattivi, nach egli eroi sono gelosi e invidiosi

  5. bilancia descrizioni, dialogo e azione, e questa deve essere la tua preoccupazione. Ancora più importante: il dialogo trasmette non solo informazioni fattuali, ma il carattere dei personaggi.

  6. Scegli i nomi dei personaggi in modo strategico

  7. Ricerca, studia, interessati di lingue antiche, miti del passato storie di fantasia scritte da altri. Riproduci episodi realmente accaduti, supereranno la tua creatività


Le prime star del cinema erano pagate dagli studios. Venivano pagati settimanalmente durante l'anno.



Negli anni '20, una star come Rodolfo Valentino guadagnava circa 5.000 dollari a settimana. Considerando che all'epoca ci voleva un mese buono per girare un film, questo rappresentava un compenso di circa 20.000 dollari per film.


Rettificato per l'inflazione, sono 300.000 dollari oggi.

Negli anni '70, una star del box office poteva aspettarsi un compenso di circa 500.000 dollari per film. È quello che Robert Redford e Paul Newman hanno ottenuto ciascuno per aver recitato in The Sting nel 1973. Rettificato per l'inflazione, sono 3 milioni di dollari.

Oggi, una star come Leonardo DiCaprio o Tom Hanks ottiene tra i 30 e i 40 milioni di dollari per film.

Questo non è affatto come la remunerazione degli attori nel passato.



In effetti, nel corso degli anni, la concorrenza tra gli studios e il desiderio di assicurarsi la partecipazione di un headliner ha fatto salire i prezzi. Se vuoi avere un attore bancabile in un dato momento, devi pagare il prezzo, altrimenti va alla concorrenza.

Anche l'economia del cinema è cambiata molto dagli anni '20. Con l'avvento della televisione, del video, la moltiplicazione del numero di sale cinematografiche e l'internazionalizzazione

dell'esercizio, i film generano molto più profitto di prima. Profitti di cui gli attori chiedono naturalmente una parte.


Queste sono le famose 40 regole di Umberto Eco, per scrivere bene.



Si tratta di un elenco tratto da vari manuali di scrittura inglesi che vengono presi in giro, mentre le regole stesse diventano un divertissement linguistico.

AVVERTIMENTO: è una roba lunga; si consiglia solo a chi ama la scrittura e l'ironia e, per rispettare la regola num. 11, sono da prendere "cum grano salis".

1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.

2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.

3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.

4. Esprimiti siccome ti nutri, cioè parla come mangi.

5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.

6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.

7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione.

8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.

9 . Non generalizzare mai.

10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.

11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu”.

12. I paragoni sono come le frasi fatte.

13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).

14. Solo gli stronzi usano parole volgari.

15. Sii sempre più o meno specifico.

16. L'iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive.

17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.

18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.

19. Metti, le virgole, al posto giusto.

20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.

21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso el tacòn del buso.

22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.

23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?

24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.

25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.

26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.

27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!

28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.

29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.

30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.

31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).

32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.

33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.

34. Non andare troppo sovente a capo.

35. Almeno, non quando non serve.

36. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.

37. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.

38. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.

39. Non indulgere ad arcaismi, hapax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differenza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.

40. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che. Una frase compiuta deve avere.

Bene, se siete arrivati fin qui significa che siete davvero volenterosi e mi auguro si sia capito che anche la scrittura va presa seriamente… ma neanche troppo. L'importante è essere consapevoli di quel che si scrive, quando si sbaglia.


La storia del Premio Oscar prende avvio dalla fine degli anni '30. L'istituzione dell'award negli Stati Uniti, infatti, segue all'inaugurazione dell'Accademia delle Arti e della Scienza del Cinema nel 1927.



Nata l'accademia, la decisione fu quella di assegnare annualmente un riconiscimento che premiasse il miglior film, regista e attore. Un premio nuovo e innovativo che meritava una statuetta che di discostasse dalla solita coppa.

Fu il presidente dell'Accademia, Cecil Gibbons, a disegnare la statuetta che conosciamo noi tutti: un uomo in piedi che, adagiato su una bobina cinematografica, tiene una spada stretta tra le mani, forma che poi fu realizzata nel 1928 dallo scultore George Stanley.


E se nel corso del tempo la forma della stautetta è rimasta la stessa, a mutare è stato il materiale. Inizialmente in bronzo, durante il secondo conflitto mondiale venne realizzata in gesso. Terminato il diffile periodo bellico, per fabbricare l'Oscar venne ideata una partiolarissima lega, composta da rame, peltro, nickel, argento. Il tutto placcato in oro a 24 carati.

Per quanto riguarda l'origine di questa particolare denominazione non è certa e, nel corso del tempo, realtà e finzioni si sono spesso mescolate.

Leggenda vuole che il nome Oscar venne attribuito alla statuetta nel 1931 quando, alla prima premiazione, Margaret Herrik, Segretaria dell'Accademia delle Arti e della Scienza del Cinema, nel vedere la statuetta esclamò: "Ma somiglia a mio zio Oscar!".





Marsha Hunt compie 105 anni nell'ottobre 2022.

Un vero eroe americano, la signora Hunt ha rifiutato di fare nomi durante il "Red Scare" alla fine degli anni '40.

Fu messa sulla lista nera. La sua carriera non si è più ripresa.


In origine dovevano essere i diamanti della rapina andata male in Le iene. Tarantino voleva creare il suo universo e Pulp Fiction sarebbe stato un sequel di Le iene. Marcellus avrebbe rivelato di aver orchestrato la rapina e fatto ottenere alle iene la valigia piena di diamanti.



Tuttavia, questa trama non è mai successa e il contenuto della valigetta è rimasto un mistero. Poiché il contenuto della valigetta non è importante per la trama, il pubblico non vede mai cosa c'è dentro la valigetta. Tarantino alla fine ha confermato che il contenuto della valigetta è "quello che il pubblico vuole che sia".

Quindi, naturalmente, si tratta o di diamanti, soldi, oro, un abito dorato, o una teoria dei fan in cui la scatola contiene "l'anima di Marcellus".

Per ottenere il bagliore ogni volta che la valigetta viene aperta, era usata una semplice lampadina. Questo è davvero quello che c'era nella valigetta ogni volta che veniva aperta.


Avete mai immaginato di guadagnare 5 milioni di dollari all'anno giocando? Il canale YouTube "Fun Toys Collector Disney Toys Review" con oltre 8,5 milioni di abbonati accumula questa fortuna. In esso, le mani di una persona appaiono manipolando le più grandi novità della Disney, tra cui giocattoli, pasta da gioco, bambole e altro.



Ad oggi, il canale ha accumulato più di 12 miliardi di visualizzazioni in 4 anni di esistenza. E la persona dietro le "mani meglio pagate di internet" è una brasiliana!

Appartengono a Daiane de Jesus, che è sposata da 3 anni con l'uomo d'affari brasiliano Messias Credido. Cosa c'è di così insolito? Daiane era l'attrice porno che si chiamava Sandy Summers.

Ha lasciato il mercato degli adulti 5 anni fa e ha finito per avventurarsi nell'universo dei bambini.

Il suo canale è uno dei più riusciti nel segmento all'interno di YouTube, ma lei preferisce mantenere una vita privata. Tanto che sono stati i suoi vicini a rivelare la sua identità e il suo passato al tabloid Daily Mail.