Risultati immagini per Abbiamo fatto ascoltare tha Supreme ai nostri genitori




"tha Supreme, il rapper-cartoon scala le classifiche: È anche fenomeno web: primo su YouTube e Spotify Canta un mix di italiano, inglese e suoni onomatopeici"
Quello che avete appena letto è il titolo scelto dal Corriere Della Sera per il suo articolo su tha Supreme. Sarebbe facile farci due battutine, no? Perché noi lo sappiamo bene, noi, chi è! Siamo qua dall'inizio! Hai postato cringe bro! No, no, aspetta: Ok boomer! HAHAHAH!
No, ecco. È bello che tha Supreme sia arrivato un po' ovunque, dalla TV ai quotidiani nazionali—che quindi si sono messi a spiegare ai loro lettori che cos'è quello scarabocchio che i loro figli idolatrano, e perché ci sono delle sue statue in stazione a Milano e Roma, e perché usa tutti quei numeri nei titoli, e soprattutto che cacchio sta dicendo.
"Non scandisce le parole e le frasi criptiche hanno bisogno di essere interpretate", continua il Corriere, che cita poi "blun7 a swishland": "Come il verso «Swisho un blunt a swishland, bling blaow, come i Beatles», che avrebbe a che fare con un sigaro di cannabis, il bagliore dei gioielli e i Fab Four di Liverpool."
Come facciamo a sapere tutto questo? È che da VICE siamo abbonati al Corriere e ogni giorno ce ne arriva una copia in redazione, ma vi dobbiamo confessare che la nostra office manager sbuffa ogni volta che si rende conto che nessuno l'ha cacato di striscio, dato che ogni mattina alle 9:30 ci attacchiamo agli schermi dei nostri computer e chi ci sposta più, sicuro non della stupida carta stampata. L'unico modo che abbiamo di reagire a tha Supreme, a delle persone più anziane di noi che parlano di tha Supreme, è fare come si fa su internet: con i pezzi d'opinione e/o le battute.
Dato che il pezzo d'opinione l'avevamo già fatto, restavano quindi le battute. E quindi abbiamo coinvolto in un'indagine sociologica i nostri genitori, che appartengono alla fetta della popolazione a cui il Corriere si rivolge. Abbiamo voluto capire che cosa passa nella mente dei signori e delle signore di mezza età quando sentono questo ragazzo dire che a scuola fumava marijuana, quindi figlio di puttana, stai lontano dai miei guai.


PATRIZIA, 63 ANNI
Ciao Patrizia! Chi sei?
Patrizia:
Imprenditrice turistica, mamma di tre figli e nonna di due nipoti. La mia passione è la cucina, specialmente i dolci, e mi piacciono i film thriller. Sono originaria della provincia di Benevento, ma vivo a Vada (Livorno) da circa quarant’anni.

Che musica ascolti di solito?
Ascolto tutta la musica, specialmente la radio in macchina—non amo ascoltare musica mentre faccio altre attività. Così su due piedi dico Battisti e Baglioni, ma non ho un vero artista preferito.

Avevi mai sentito parlare di tha Supreme prima d'ora?
No.

Bene, ti facciamo sentire "scuol4". Dicci che cosa ne pensi. Ti piace?
Piacere no, ma c’è un testo interessante e una melodia abbastanza orecchiabile. È una canzone da analizzare e capire, non la prendi per quello che è come una canzone neomelodica che parla d’amore, o commerciale. È una canzone “da contenuto”, secondo me.

Questa canzone è davvero molto famosa. Perché secondo te?
Perché è anticonformista nel conformismo. Oggi tutti i giovani fanno le stesse cose, mentre questo rapper non segue la tendenza e per questo piace. Questa canzone si rivolge a un pubblico di ragazzi che hanno tutti le stesse problematiche ed è inserito nello stesso contesto: a tutti la scuola va stretta, tutti si fanno di marijuana, si vestono tutti allo stesso modo, ma alla fine, presi singolarmente, vorrebbero essere tutti dei contestatori come il rapper. Lui dice quello che tutti i ragazzi pensano, ma che nessuno vuole dire. Tutti vogliono seguire la moda, l’ultimo telefonino, Instagram, perché siamo tutti vittime di questo conformismo, ma singolarmente i ragazzi sono contestatori. E la canzone piace perché ti puoi immedesimare un quello che dice il rapper, che si ribella a questo sistema, denuncia il non voler essere parte del coro.

Wow, grazie dell'analisi! Passiamo a "blun7 a swishland". Ti piace?
Sì, perché c’è molta musicalità. Nel rap di solito c’è molto “blablablabla”, invece qua c’è ritmo, c’è musica, c’è melodia.

Swisho un blunt a Swishland, bling blaow, come i Beatles / Blessin' tic tac, le prendo dal mattino”. Che cosa significa secondo te?
"Le prende dal mattino” cosa? Ipotizzo che possano essere le idee.

Ti piace la sua voce? Molti la trovano fastidiosa.
Con questo autotune non si sente il suo vero timbro, quindi è alterata. Però per me non è fastidiosa.


GIUSEPPE, 71 ANNI
Ciao Giuseppe, raccontaci un po' di te.
Giuseppe:
Sono Esposito Giuseppe, per tutti “Beppe." Sono nato il 28/02/48, origini beneventane, ma risiedo nella provincia di Livorno dal ‘52. Lavoravo nel settore della ristorazione turistica con una mia attività, ma adesso sono pensionato e vivo a pochi metri dal mare livornese. Ho l’hobby del pollice verde, soprattutto per gli alberi di limone.

Chi sono i tuoi artisti preferiti e come ascolti musica?
Pink Floyd, Lucio Battisti e i Queen. Ma sono un amante di tutta la musica, anche classica. La ascolto principalmente in radio.

Avevi mai sentito parlare di tha Supreme prima d'ora?
Di? Dazio? Cos’è, musica?

È il ragazzo che ha fatto questa canzone, "scuol4". Ti piace?
È fuori dai miei tempi. È una musica che chiamerei “globalizzata”, non Italiana, non esprime nulla della nostra tradizione musicale. Tutto questo “uehuehueh” senza senso, molto nasale, per me è no. È un misto tra una tarantella e una cantilena araba. Se la musica deve essere un’emozione, questa sembra più una ribellione della musica. Non mi dice nulla.

E perché piace a così tante persone, secondo te?
Ma perché è il genere del momento, un “blablabla” di parole di contestazione senza amore. Questa canzone non mi rilassa, anzi, mi mette addosso dei pensieri. La droga, la scuola di oggi, il ragazzino all’ultimo banco... questo invece di aiutare i ragazzi, li deprime.

Tu che cosa ascoltavi quando andavi a scuola per sentirti ribelle?
Ai tempi miei, per me, non c’erano canzoni che creavano dentro di noi, nel nostro animo, moti di contestazione. Io la musica l’ascoltavo per stare bene. Per me era amore, libertà, non contestazione, ecco, perché non avevo la spinta alla ribellione.

Ora ti facciamo sentire "blun7 a swishland". Che cosa ne pensi?
Per i tempi che corrono, sì, mi è piaciuta. Ma se devo giudicare in base alla musica dei miei tempi no, perché non mi ci ritrovo. Mi sembra una musica “araba”. Mi ricorda, come si chiama quell’altro, Ghali. Adesso secondo me va molto di moda fare musica che ha richiami orientali, e questo ragazzo è molto influenzato da questo modo di fare.
"Per me non ha senso, è uno che al mattino si sveglia e dice cose a caso. Tanto adesso va di moda fare musica così e allora spara senza senso..."
“Swisho un blunt a Swishland, bling blaow, come i Beatles / Blessin' tic tac, le prendo dal mattino”.

Che cosa significa secondo te?
Per me non ha senso, è uno che al mattino si sveglia e dice cose a caso. Tanto adesso va di moda fare musica così e allora spara senza senso...
Però cita i Beatles! Magari li ascolta, ha studiato, li conosce...
Mah, per me è solo un “bla bla bla”.

Perché secondo te tha Supreme piace così tanto ai giovani?
Per i ragazzi lui è come un paravento dietro il quale possono sentirsi sicuri. La sua musica è per loro una sorta di liberazione del loro stato d’animo, si immedesimano nei suoi testi. Poi anche perché la sua musica è trasgressiva e le sue verità sono tipiche della sua età e, quindi, del suo pubblico. Gli adulti dovrebbero capire però questi messaggi per capire meglio i giovani.

Definiresti "rap" quello che hai ascoltato?
Queste sono più musiche di contestazione, di mal di vivere! Per me questo è rap, ma è un rap che va bene per un certo tipo di persone, non per me. Non voglio sentire storie che parlano di droga, di ragazzi con problemi, eccetera... mi mette quasi tristezza. La musica, per me, deve essere allegria. Qua non c’è amore.


GABRIELLA, 75 ANNI
Ciao Gabriella! Chi sei e che cosa ascolti?
Sono Gabriella e vengo da Milano. Più o meno, perché sono nata in provincia di Verbania, sul Lago Maggiore. La musica mi piace abbastanza tutta, ascolto quello che mi capita. Meno quella rap, eccetera, però dipende. Può piacermi anche quella. Se devo dirti un'artista, ti dico Gianna Nannini.

Come ascolti musica di solito?
In televisione, se c'è qualche programma o concerto. O se mi capita di sentire la radio. Qualche volta posso anche mettermela io, ma raramente. Spotify, streaming e YouTube non so neanche cosa sono.

Hai mai sentito parlare di tha Supreme prima di questo momento?
No. Chi è? Un cantante, un programma?

È il nome di un rapper, come se fosse "Fedez". Questa canzone si intitola "6itch" ed è insieme a un altro ragazzo che si chiama Nitro. La vuoi sentire con il testo davanti?
No, se è in italiano anche senza testo.
Però mi sa che si capisce poco... vediamo. Dura due minuti e mezzo.
(Sbuffa)
"Questo gergo così volgare, pesante... a me ormai dà fastidio. La prima ti fa ridere, la seconda la ascolti, adesso basta."

Bene! Questo disco sta avendo un successo senza precedenti ed è molto amato dai giovanissimi. Ti è piaciuta la canzone?
Mi piace la musica, che è un po' diversa dalle solite canzoni... che poi, "canzoni", boh, di questi rapper. Il fondo della musica è un po' diverso. Il ritmo delle parole è sempre uguale. Sempre uguale, noiosissimo ormai.

Double cup, falla te o fammi un tè, fai un po' te, basta che scende l'ansia, mamma”. Che cosa sta dicendo secondo te?
[ride] Di fargli un tè? La double cup... è la doppia porzione? Non so poi io se loro hanno un doppio significato! Per me è un caffè doppio.

La canzone si intitola "bitch". Sai che cosa significa?
No, so solo che è una spiaggia.

No, non "beach". "Bitch", con la "i". Letteralmente vuol dire "cagna", per estensione vuol dire "puttana". Pensi che sia un termine ok da usare in un pezzo?
No, anche perché ormai tutti questi termini volgari, pesanti, sono diventati noiosi. Questo genere di canzoni ormai sta in piedi solo perché usa questo vocabolario, ai ragazzini piace perché per loro questa è la trasgressione. Questo gergo così volgare, pesante... a me ormai dà fastidio. La prima ti fa ridere, la seconda la ascolti, adesso basta.

Secondo te quello che hai sentito è "rap"?
Non lo so se è "rap", si chiama così. Sento che questo ritmo ormai è uguale per tutti.

Secondo te perché i ragazzini impazziscono per tha Supreme?
Ormai tutti ascoltano questo tipo di musica. È sempre uguale, li prende, non hanno in più da pensare. È solo un sottofondo. Il ritmo del cantante è sempre il solito, e probabilmente a loro piace perché hanno sempre questa tonalità nelle orecchie.

C'è molta gente che considera fastidiosa la sua voce, tu che cosa ne pensi?
Non ho un termine di paragone con gli altri, per cui non saprei. Io li metto un po' tutti allo stesso livello, forse perché non lo capisco e sono sempre stata prevenuta. Non mi dice più di tanto, non sento neanche se la sua voce è diversa da quella degli altri.

Ok, ora ti facciamo ascoltare "m8nstar". Ti piace?
Era noiosa. Ripeteva sempre le stesse cose, sempre lo stesso argomento, siamo sempre lì. La trasgressione, la volgarità.

Quando dice “Sono una moonstar, vengo dal cielo, sì, faccio kaboom, yah / Tu che fai puff, yah, gua' che il talento non si compra col Prime”, che cosa vuole dire secondo te?
Non lo so. Immagino si riferisca a qualche droga o qualcosa di eccitante.
No, questa non parla di droga!
Che strano.

LUCIANO, 70 ANNI
Ciao Luciano! Grazie di essere qua. Chi sei?
Luciano: Ho 70 anni e sono di Parma. Mi sono laureato in Lingue, ho lavorato come broker per gran parte della mia vita, ma ho anche fatto l’insegnante di equitazione e quando ero ancora studente universitario il tuttofare, compreso il vocalist in un club di Londra. Oggi sono in pensione, sto molto tempo con i miei due nipoti e mi sono appassionato alla cucina e alla chitarra, che sto studiando da qualche anno.

Che cosa ti piace ascoltare di solito e come lo ascolti?
I cantautori italiani come De Andrè, Lucio Dalla, De Gregori, ma anche il rock. I Beatles, Patti Smith, Bruce Springsteen e i Queen. Gianna Nannini. Ascolto la radio e uso i CD.

Avevi mai sentito parlare di tha Supreme prima d'ora?
No, mai.
Bene, questa è "swin6o", insieme a Salmo. Cosa ne pensi?
Conosco Salmo! Non è nelle mie corde ma se lo passano in radio non cambio, a differenza di altri rapper. Questo pezzo aveva una bella melodia, allegra, divertente.

Prendi questa parte del testo: “Twen-twenty-four sono i miei flow / Uh, solo in questa song, oh, wo-oh, wow / Swing-swing-swing-swing-swing-swingo le parole”. Che cosa significa secondo te?
Mi riporta al futurismo di Marinetti.
"So che la Sprite è una bibita, ma che cosa c’entri non ne ho idea."

Bene! Passiamo a "7rapper ma1". Ti piace?
Mi ricorda uno di quei film degli anni Sessanta dove c’erano i fotogrammi he andavano velocissimi. Questa musica me la immagino di accompagnamento a quella frenesia.

Che cosa vuol dire secondo te "Fai un po' scuola con la moda trap, Maka' e Sprite"?
Non lo so. So che la Sprite è una bibita, ma che cosa c’entri non ne ho idea.

Grazie! Ti sembra che quello che hai ascoltato sia "rap"?
Non lo classificherei nella trap o nel rap, mi sembra che abbia delle sonorità diverse, complesse, “metallizzate” e che proprio perché diverse meritano di essere ascoltate.

Perché secondo te tha Supreme piace così tanto ai giovani?
Credo che la ragione per cui i giovani si appassionino ad alcuni artisti è sempre da un lato il sentirsi capiti e rappresentati, dall’altro amare quel tipo di sound che ti fa essere parte di una corrente. Come quando c’erano i rockabilly, oppure i mods e via così.


ROMANA, 66
Ciao Romana! Presentati ai nostri lettori.
Romana:
Ho 66 anni e insegno inglese alle superiori. Laureata in Lingue, come mio marito. La mia grande passione da quasi sei anni a questa parte sono Zoe e Rocco, i miei nipoti. Amo anche viaggiare, anche se raramente in aereo perché mi terrorizza.

Come descriveresti i tuoi gusti musicali?
Mi piace il pop. Apprezzo Beyoncé e Lady Gaga. Grazie a mia figlia però ho ascoltato ogni genere possibile. Mi piacevano abbastanza alcune cose, tipo i Cure o quegli altri... gli Smashing Pumpkins. Altre zero, come il punk. Tra gli italiani di oggi mi piacciono Tiziano Ferro e Marco Mengoni.

Avevi mai sentito nominare tha Supreme prima di adesso?
No.

Ti facciamo ascoltare "sw1n6o", con Salmo. Sai che è stato lui a scoprire tha Supreme, quando aveva solo 16 anni? Che ne pensi?
Salmo lo conosco un po’ di più, anche se non saprei dirti il titolo di un suo pezzo. Questa canzone m’è piaciuta, m’ha fatto venire voglia di ballare, proprio carina. Se mio figlio a 16 venisse preso da Salmo sarei solo felice. Se la musica fosse quello che vuole fare nella vita, perché non dovrei?

Bene, questa invece è "7rapper ma1". Che ne pensi?
Mi è piaciuta meno ma comunque non è stato un brutto ascolto. Il significato è troppo ermetico per me, non so cosa voglia dire. Si tratta di gergo che capiscono i ragazzi—come è giusto, perché a loro si rivolge.

Molti trovano irritante la sua voce, tu che ne pensi?
No, non mi ha irritata, l’ho ascoltato volentieri.

tha Supreme fa rap, secondo te, o diresti che è qualcosa di diverso?
Forse per il tipo di testo sì, è rap, ma la musica è diversa, originale.


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La popstar (o pop star) è un cantante (o un musicista) di musica pop di successo, famoso al punto da poter essere considerato un'icona del suo genere musicale.
Le popstar con più successo e fama fino ad oggi sono state Michael Jackson e Madonna, chiamati ancora oggi nella cultura popolare "re e regina del pop". Il termine popstar tuttavia è riferito anche alle giovani icone come Britney Spears ("principessa del pop")[1], Lady Gaga, Miley Cyrus, Rihanna, One Direction, Katy Perry, Girls' Generation riconosciute mondialmente come popstar per il successo delle loro canzoni in classifica, fanbase molto vasti (per esempio, i B-Army di Britney Spears, i Little Monsters di Lady Gaga, i KatyCats di Katy Perry e gli Smilers per Miley Cyrus) e performance iconiche.




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Il visual kei (ヴィジュアル系 vijuaru kei, "stile visivo"), è un genere musicale peculiarmente giapponese sviluppatosi a partire dalla seconda metà degli anni ottanta del XX secolo.
Il nome è composto dalla parola inglese visual ("visivo") e giapponese kei (, "stile"); la grafia visual key è comunemente diffusa su Internet, ma si tratta di un errore poiché la seconda parola è appunto la giapponese kei e non l'inglese key. L'espressione è stata coniata dalla frase «Psychedelic Violence Crime of Visual Shock», slogan degli X JAPAN (leggibile anche sulla copertina dell'album BLUE BLOOD), band considerata tra i maggiori esponenti del movimento nonché tra i pionieri e fondatori dello stesso.
Corrente eterogenea e variegata, originariamente si ispira in parte allo stile musicale e d'abbigliamento dei gruppi hair metal come Mötley Crüe, Poison, Europe, Guns N' Roses, e in parte alle correnti new wave e post-punk di matrice europea. Ha raggiunto la sua maturità a partire dagli anni novanta e dagli anni 2000 ha conosciuto un crescente interesse da parte del pubblico internazionale.
Nonostante alle origini il visual kei si presentasse come un vero genere musicale omogeneo e riconoscibile, con il tempo si è esteso e ramificato fino ad assumere la dimensione di una scena musicale a sé stante, molto ampia e caratterizzata fondamentalmente non per il sound, ma per il look. L'aspetto visivo, l'istrionismo delle esibizioni e la celebrazione dell'artista come persona hanno un ruolo centrale e non dispensabile, di pari livello a quello musicale: l'immagine e la musica hanno cioè la stessa importanza al fine di creare un'esperienza di tipo teatrale e congruente con un concept artistico che viene spesso definito dalle singole band.
Il fandom del visual kei è composto principalmente da pubblico femminile, complementare al fandom delle idol principalmente maschile: entrambi hanno un rapporto molto personale con gli artisti che solitamente va al di là della proposta musicale. Le fan donne del visual si definiscono bangyaru (バンギャル "ragazza della band"), mentre gli uomini bangyao (バンギャ男 "ragazzo della band").

Storia
1980-2000: origini e successo
Il Visual kei emerse nei primi anni del 1980 introdotto da band come X Japan, D'Erlanger, Buck-Tick e COLOR. Il termine Visual kei si pensa derivi da uno degli slogan degli X Japan, ossia "Psychedelic violence crime of visual shock". Ci furono due etichette discografiche, fondate nel 1986, che sono state decisive per aiutare la diffusione del Visual kei: Extasy records a Tokyo e Free-Will a Osaka.
Extasy records venne creato dal batterista e leader degli X Japan Yoshiki e altre band, non limitate solo al Visual kei, che avrebbero continuato ad avere successo sulla scena musicale giapponese, fra cui Zi:Kill, Tokyo Yankees e Ladies Room. I Luna Sea e i Glay, che continuarono a vendere milioni di dischi, Glay in particolare divenne uno dei gruppi musicali di più successo in Giappone, ebbero i loro primi album pubblicati da Extasy. Free-Will, che venne fondata dal cantante e leader dei COLOR Dynamite Tommy, ai tempi non era così popolare come Extasy, ma aveva molte band moderatamente di successo, come i By-Sexual e i Kamaitachi. Attualmente Free-Will è ancora forte ed è un importante distributore nella diffusione del Visual kei ad di fuori del Giappone, mentre Extasy ha seguito il suo proprietario e ha una sede negli Stati Uniti firmando e producendo atti americani.
Nel 1992 gli X Japan cercarono di avviare un tentativo di entrare nel mercato americano anche firmando con Atlantis Record per un album negli Stati Uniti ma questo alla fine non è successo. Alla fine del 1980 e fino alla metà degli anni 1990, il Visual kei ha ottenuto una crescente popolarità in tutto il Giappone, quando le vendite di album di band Visual kei cominciarono a raggiungere numeri da record. Le band più importanti che raggiunsero successo in questo periodo furono: gli X Japan, i Luna Sea e i Buck-Tick tuttavia anche un drastico cambiamento nel loro aspetto accompagnò il loro successo. Durante lo stesso periodo altre band come i Kuroyume, i Malice Mizer e Penicillin ottennero un successo mainstream anche se non avevano un successo commerciale. Verso la fine degli anni 1990 la popolarità mainstream del Visual kei era in declino; gli X Japan si sciolsero nel 1997 e un anno dopo il loro chitarrista Hide morì e nel 2000 pure i Luna Sea decisero di sciogliersi. Nel 1998, Steve McClure della Billboard commentò che "la morte di Hide in un certo senso segna la fine di un'era, gli X sono stati la prima generazione di band Visual kei ma le novità li hanno portati fuori. Per la prossima generazione di band è come: Questo è tutto. La torcia è passata a noi".

2000-presente
Notevoli band visual kei più recenti includono: Dir en Grey, Alice Nine, The Gazette e D'espairsRay che hanno tutte suonato all'estero. Alcuni veterani delle band si sono stabiliti in nuovi gruppi, come Mana dei Malice Mizer con il suo gruppo Moi dix Mois e tre membri dei Pierrot che formano gli Angelo. Nel 2007, il visual kei è stato rivitalizzato dai Luna Sea con una performance e gli X Japan ufficialmente si riunirono in un nuovo singolo e tour mondiale. Con questi sviluppi, le band visual kei godono di una spinta in sensibilizzazione del pubblico, con le band che formatasi nel 2004 vengono descritte da alcuni media come "neo-visual kei".

Stile
Musica
A livello musicale il visual kei non ha nessuna caratterizzazione specifica, bensì possiede una eterogeneità di stili imparagonabile a qualunque altro genere, pur restando sempre nell'ambito del rock; è per questo verso associabile allo shibuya kei, un altro stile giapponese (legato però all'ambito del pop) noto per gli esiti molto variegati che raggiungono i suoi esponenti. I gruppi visual kei spaziano enormemente dall'heavy metal al pop rock senza trascurare molti influssi come il grunge, il dark, l'hard rock, il glam, il punk e l'elettronica, e non sono inusuali i riferimenti alla musica classica; viene inoltre spesso ricercata la fusione di più tipologie (anche opposte) per creare un effetto spiazzante e teatrale.

Look
I gruppi musicali visual kei si distinguono per la grande teatralità ed attenzione all'aspetto visivo e scenografico: costumi, scenografie, pose, trucco e comportamento sono curati con enorme attenzione, mostrati sulle riviste di settore tramite servizi fotografici e continuamente rinnovati cercando di seguire, per ogni artista, un filo logico conduttore che è solitamente una frase-chiave o un concept artistico, ben dichiarato dalla band ed influente sia sul lato visivo sia su quello musicale. Il grande impegno profuso nella cura dell'immagine non deve però far pensare che il visual kei si concentri solo su questo: lo scopo degli artisti visual non è solo funzionare a livello di immagine, ma saper creare un'alchimia equamente bilanciata fra immagine e musica, cercando di proporre all'ascoltatore un prodotto artisticamente completo.

Le correnti
Esattamente come per la musica, anche l'aspetto dei musicisti visual kei possiede una enorme varietà d'espressioni ed influenze. I look vanno dall'uso di pelle e latex, usati in maniera provocante ed abbinati a trucco forte e capelli decolorati e tinti in maniera innaturale, fino al più innocuo degli abbigliamenti, con semplici t-shirt colorate e scarso o nessun uso di cosmetici, passando per tutti i gradi intermedi: l'unica discriminante sta nella coerenza con la musica proposta, cioè sempre nel rispetto del concept artistico. All'interno del visual kei esistono varie sottocorrenti divise per stile e relativa proposta musicale, le più importanti delle quali sono:
  • kote kei (コテ系), o kotekote (コテコテ): ovvero il visual kei old-school, sviluppatosi principalmente nella seconda metà degli anni novanta. Rappresenta il grado più estremo e oscuro del look, con ricercato effetto-shock sul fruitore attraverso l'uso di colori forti, abbigliamento molto scenografico e vicino al gusto BDSM, ampio uso di trucco ed effetti scenici teatrali come l'uso di sangue finto o altri ritrovati. Generalmente caratterizzato da una peculiare mistura di post-punk e metal estremo ereditata dai Kuroyume e aggiornata dai gruppi dell'etichetta Matina.
    • tanbi ha (耽美派 "scuola estetica"): sottocorrente caratterizzata da musica più melodica e dalle influenze classiche più marcate, nonché dagli abiti sfarzosi e barocchi. Originata dalla metà degli anni novanta con gruppi come MALICE MIZER e LAREINE.
    • shiro ( "bianco"): lato più soft e melodico dell'old-school, contrapposto al kuro ( "nero") dei gruppi kote-kei tradizionali. Vede tra gli esempi più caratteristici gruppi come i ROUAGE o i BAISER.
  • oshare kei (お洒落系): è la versione più fresca e gioiosa del visual kei, che porta infatti il nome di oshare ("alla moda") e si caratterizza per l'abbigliamento giovanile, spesso street fashion, dominato dalla profusione di colori e dall'uso di un gran numero di accessori e dettagli. Concentrata prevalentemente sul look, è la corrente più mainstream del visual kei ed è generalmente molto vicina al pop-rock. Fra i rappresentanti più famosi gli AN CAFE e LM.C.
  • kote-osa (コテオサ): termine che fonde kote kei e oshare kei. È caratterizzato dal look giovanile in stile oshare kei e da un tipo di musica che va dal pop-rock mainstream a un sound leggermente più aggressivo in stile kote kei. Dalla metà degli anni 2000 è emersa come la corrente di maggior successo in Giappone, grazie alla popolarità di band come Alice Nine e Nightmare.
  • Nagoya kei (名古屋系): stile tendente al dark, con musicisti vestiti in completi neri o in costumi tetri (non macabri), ma comunque semplici. Il trucco è presente benché semplificato, e la tavolozza dei colori è molto ridotta e con tonalità vicine al nero. Il nome palesa la provenienza di questo stile dalla città di Nagoya, ma la sua diffusione in tutto il Giappone ha generato altre diciture come ankoku (暗黒 "oscurità") o kurofuku (黒服 "abiti neri").
  • angura kei (アングラ系): la parola angura viene dall'inglese underground e si usa per band dallo stile particolarmente bizzarro, spesso parodico verso la società e caratterizzato dall'uso irriverente e provocatorio di icone sociali o da abbigliamento irrispettoso verso le istituzioni statali. Spesso viene considerata una corrente esterna al visual kei, benché vi sia comunque correlata dalla teatralità delle esibizioni, spesso delle vere e proprie messe in scena. A volte definito chikashitsu (地下室 altra dicitura per "underground") o anche shironuri (白塗り "pittura bianca") per l'utilizzo di uno spesso strato di trucco bianco in volto proveniente dalla tradizione giapponese del kabuki.
Oltre a queste categorie ne esistono molte altre, né è detto che una band visual rientri necessariamente in una categoria: la varietà di possibilità è molto ampia e la contaminazione è ricercata.

I ruoli
Trasversale a tutti gli stili è presente la tendenza a dare dei ruoli ai componenti dei gruppi: viene sempre definito un leader (solitamente il membro fondatore e non necessariamente il frontman) e ogni musicista tende ad assumere caratteristiche peculiari dal punto di vista visivo o caratteriale. Più raramente i musicisti si attribuiscono dei personaggi di tipo teatrale, per cui ci sarà il protagonista/eroe, la fanciulla/principessa, l'antagonista, l'aiutante, eccetera. Questo modo di vedere le band non crea gerarchie interne, ma, anzi, unisce ancora di più i musicisti agli occhi dei fan, che vedono nel gruppo musicale il cast di una storia che viene messa in scena nei dischi e nelle esibizioni dal vivo.
I ruoli sono particolarmente evidenti in alcune band che lavorano molto sulla costruzione dei personaggi: ad esempio i Da'vid shito:aL si basavano sul concept kanaderu otogi (カナデルオトギ "fiabe in musica") e nei concerti dal vivo il cantante/protagonista Pietro "apriva" il suo baule dei giocattoli da cui uscivano le sue bambole (gli altri musicisti Misa, Eruze, Rietto e Kyon) con cui poi giocava (suonava le canzoni i cui testi sono storie fiabesche), arrivando addirittura alla creazione di Kuro Pie, una nemesi malvagia del cantante (sempre lui, ma in altri panni) e trasformando quindi i live in vere e proprie performance recitate, cantate e ballate che coinvolgevano anche il pubblico. Alla stessa maniera, gli Idenshi kumikae kodomokai mettevano in scena dei semi-musical recitati in cui le canzoni erano parte della storia e la narrazione avveniva attraverso i canoni e gli stereotipi dei mass media popolari giapponesi come manga, anime e videogiochi fino all'uso di colonne sonore esistenti (come ad esempio quella de Le situazioni di Lui & Lei).Altri esempi noti sono i LAREINE, che interpretavano i personaggi delle loro canzoni accompagnando spesso le loro uscite con libretti esplicativi e racconti in prosa, o i successivi Versailles (il cui cantante è KAMIJO, lo stesso dei LAREINE attualmente in pausa) che portano avanti questa tradizione e, tenendo fede al loro nome, vestono sempre abiti di gusto rococò ispirati alla moda del XVIII secolo (esemplare il chitarrista HIZAKI). Anche altri gruppi non così inseriti nel gioco delle parti hanno comunque almeno un componente più "virile" ed uno più "femmineo": ad esempio nei Vidoll questi erano rispettivamente Jui e Rame, negli AN CAFE sono Miku e Bou (non più nella band), eccetera. Anche questa regola non è fissa: non è detto che ci sia il ruolo femminile (detto "principessa" (, hime), come veniva indicato Kaya degli Schwarz Stein), le variazioni sono molteplici e tutte valide.
Uno degli elementi più caratterizzanti del visual kei è la presenza esclusiva di musicisti uomini (rarissimi i casi di musiciste donne e meno ancora di band tutte al femminile, come le exist†trace) seguiti da un pubblico quasi esclusivamente femminile. In questo contesto di tipo fortemente teatrale, è evidente come il physique du rôle rivesta una certa importanza. L'androginia tipica di alcuni musicisti visual kei trae le sue radici nella cultura giapponese: nello storico e raffinato teatro Nō gli uomini recitano anche i ruoli femminili, costruendo dei canoni di bellezza virili che esaltavano la figura della donna come riferimento unico di bellezza anche per il sesso maschile, diversamente dai canoni estetici occidentali figli della cultura greco-romana.

Media
Essendo un genere musicale grandemente basato sull'impatto visivo e teatrale, i media legati al visual kei sono molto elevati per quantità e qualità. Spesso si ritrova in queste pubblicazioni un'esaltazione della figura fisica del musicista più ancora che della sua musica.

Dischi
Ogni prodotto discografico messo in commercio dagli artisti è sempre estremamente curato nella sua veste editoriale, e spesso è pubblicato in più edizioni differenziate per grafica, contenuto (tracklist, bonus track, b-side, eccetera), materiali bonus (DVD extra, poster, gadget, eccetera) ed altri aspetti ancora, tutte distribuite nei negozi in contemporanea (e non successivamente l'una all'altra come accade in Occidente). Soprattutto a partire dal XXI secolo, quasi ogni disco (singolo, EP o album che sia) viene stampato in molteplici edizioni, solitamente una normale ed altre speciali ognuna con un loro distinto omake (御負け "extra"): bonus track, brani esclusivi composti dai singoli componenti, DVD con videoclip, making-of o esibizioni live, poster, libri fotografici, cartoline promozionali, persino profumi ed altro ancora. Questa enorme moltiplicazione delle uscite (ad ogni titolo possono corrispondere dalle due alle sette edizioni diverse) genera un doppio effetto: da un lato consente al fan di poter scegliere la versione che preferisce e fidelizza nei confronti dell'artista, e dall'altro ha un enorme rientro economico dato dal fatto che i fan più affezionati tendono ad acquistare tutte le versioni disponibili di ogni titolo. Il marketing strategico e virale ha raggiunto in alcuni casi risultati del tutto inediti: per esempio, nel 1997 e nel 2002 i MALICE MIZER hanno realizzato due film muti recitati dai membri della band per promuovere due singoli, rispettivamente Verte aile (una storia romantica ad ambientazione francese) per Bel Air ~Kūhaku no shunkan no naka de~ e Bara no konrei (rielaborazione del Dracula di Bram Stoker) per Mayonaka ni kawashita yakusoku. Analogamente hanno fatto nel 2009 i Versailles per la promozione del singolo ASCENDEAD MASTER realizzando un omonimo cortometraggio che vede impegnati come attori i componenti della band; sperimentando una innovativa strategia di marketing, il cortometraggio è stato spezzato in tre parti, ognuna delle quali è stata inserita come bonus in una diversa edizione del singolo: questo vuol dire che per poter vedere interamente il film è necessario comprare tutte e tre le edizioni del singolo, ed inoltre la colonna sonora del film, composta da quattro brani, è inoltre anch'essa stessa spezzata nelle quattro edizioni del singolo (le tre speciali più la normale).

Video
Anche i DVD sono una parte importante del mercato discografico visual kei: non vengono pubblicati solo i grandi concerti svoltisi in arene o stadi, ma anche le esibizioni più modeste, e per i gruppi più importanti da ogni tour viene tratto almeno un DVD (come nel caso dei Vidoll). Frequenti sono anche le raccolte di video musicali e commemorativi in occasione di anniversari o dello scioglimento dei gruppi, o documentari sui tour degli artisti in cui, più che le riprese effettive dei concerti, sono presenti interviste e materiale di backstage.
Poiché il visual kei è un genere che insiste molto sul lato visivo e drammatico, il videoclip riveste un ruolo primario nella diffusione di questa musica. La stragrande maggioranza dei video musicali rappresenta la band o l'artista mentre si esibisce nell'esecuzione della canzone, e la creatività del regista sta nel saper creare dei contesti che esaltino tanto il lato musicale quanto quello visivo. I migliori e più importanti esiti sono stati raggiunti dalla casa di produzione VISUAL TRAP, che a partire dagli anni novanta ha prodotto e realizzato moltissimi videoclip, in Giappone chiamati PV (sigla di "Promotional Video", ovvero videoclip), per i più importanti esponenti del genere. Particolarmente rappresentativi sono i clip dei Dir en grey, che hanno realizzato numerosissimi video (non solo per i singoli, ma anche per intere tracklist di album, e tutti diretti da Hiroyuki Kondō) che sono una testimonianza dell'evoluzione del gusto visual kei dal 1997 ad oggi.

Riviste
Esistono, inoltre, numerose riviste specializzate sul visual kei come ARENA 37 °C, Cure, FOOL'S MATE, SHOXX, Zy., Neo Genesis ed altre ancora: patinate e di grande formato, presentano numerosi servizi fotografici accompagnate da conversazioni con gli artisti, ma nessuna recensione musicale. Queste riviste tendono soprattutto e prevalentemente ad esaltare la figura dei musicisti più ancora della loro musica, con curatissime sessioni fotografiche e lunghe interviste durante le quali si indaga più l'aspetto personale degli artisti che non la loro musica: sono frequenti domande sui gusti culinari, sui prodotti cosmetici usati, sulla cura dei propri animali domestici ed altro ancora; questi articoli fatti di grandi foto a tutta pagina e curiosità servono allo stesso tempo ad esaltare l'immagine dei musicisti allo status di cult e contemporaneamente a renderli più umani e vicini al pubblico.
Sono altresì molto diffusi i libri fotografici (consuetudine presente in generale in tutta la musica giapponese, per esempio nel mondo delle idol, e non solo nel visual kei) e molte altre pubblicazioni dov'è possibile apprezzare al meglio il trucco, le acconciature ed il vestiario dei musicisti: il look è un aspetto centrale per questo genere musicale.

Impatto culturale
Per le sue connotazioni spiccatamente extra-musicali, il visual kei è presente in diversi aspetti della cultura giapponese.

Fumetti
  • 1986 - Mamoru Nagano: The Five Star Stories
In un lontano futuro l'umanità si sposterà dal sistema solare verso un cluster composto da cinque stelle, di cui una mobile; i pianeti vengono colonizzati secondo un sistema di tipo feudale e vi regnano signori in lotta fra loro tramite giganteschi robot (a guisa di armature medievali) comandati da un cavaliere e da un computer biologico in forma di fanciulla chiamato fatima. Nei 13 volumi (in prosecuzione) di The Five Star Stories, Mamoru Nagano narra una saga di proporzioni vastissime e dal respiro epico in cui si muovono centinaia di personaggi che, forniti di nomi bizzarri e di costumi immaginifici, hanno influenzato il gusto del visual kei; ad esempio, Fatima è stato scelto come nome da un gruppo musicale.
  • 1989 - Maki Kusumoto: KISS××××
Storia d'amore fra una ragazza e Kanon, il cantante di una band visual kei. Il fumetto è noto per il tono straordinariamente etereo e surreale della narrazione (collocata più nel mondo immaginario della protagonista che non nella vita reale), per la grafica raffinata ed estetizzante dell'autrice e perché ha avuto un'importanza basilare per la nascita dello stile visual kei, presentando personaggi che per pose, atteggiamenti e look ispireranno numerosi band sia a breve sia a lungo termine, come ad esempio il cantante Ryūtarō Arimura dei Plastic Tree.
  • 1994 - Rumiko Takahashi: 1 or W, episodio Invito al Takarazuka (宝塚への招待 Takarazuka he no shōtai )
Masahiko, cantante del gruppo visual kei Willow, viene perseguitato dallo spirito della nonna morta, grande fan degli spettacoli del teatro Takarazuka, finché non riuscirà a rappacificarsi con lei. Invito al Takarazuka è una storia breve realizzata all'inizio degli anni novanta da Rumiko Takahashi, una delle più famose autrici di fumetti giapponesi nonché grande fan del gruppo visual kei SHAZNA, e testimonia la notorietà popolare che il genere aveva raggiunto già allora.
  • 1997 - Mayu Shinjō: Strofe d'amore
Aine scrive testi per canzoni, ma non ha nessuno a cui farle cantare finché non incontra Sakuya, vocalist della band Λucifer (Lucifer) con cui intratterrà una tormentata storia d'amore lungo tutta la durata del fumetto. Nonostante sia stata stroncata negativamente dalla critica[26] per l'abitudine dell'autrice ad indugiare continuamente in un fan service (solleticamento del pubblico) erotico del tutto gratuito, Strofe d'amore è un'opera importante nel contesto visual perché il successo del fumetto è stato tale da aver realmente generato il gruppo musicale Λucifer, creato a scopo promozionale per il cartone animato nel 1999 e poi rimasto attivo autonomamente fino al 2003; inoltre, le sigle iniziali e finali dell'anime sono state eseguite da importanti band visual come i GLAY ed i TRANSTIC NERVE.
  • 2001 - Satomi Ikezawa: Othello
Yaya è una ragazza timida e discreta che nel week-end sfugge alla monotonia della sua vita scolastica vestendosi da gothic lolita ad Harajuku, dove può discutere con le sue compagne di musica visual e del suo gruppo preferito, i Juliet; Yaya però ignora di avere una doppia personalità e quando batte la testa esce fuori Nana, suo alter ego rampante e sfrontato. Othello è una commedia brillante incentrata sul mondo della musica (Yaya ama il visual, Nana canta in una rock band) che documenta le subculture urbane di Tokyo legate alla variegata scena musicale giapponese. Fra i protagonisti del fumetto c'è Shōhei Shin'yoji, il cantante dei Juliet venerato da Yaya e dipinto con un look simile a quello del famoso cantante e produttore discografico YUKIYA, ovvero completo nero senza camicia che lascia vedere i tatuaggi disegnati su petto e collo.
  • 2007 - Gōshō Aoyama: Detective Conan, episodi 591~593 Il diavolo dello studio televisivo (テレビ局の悪魔 Terebikyoku no akuma )
Il dirigente di un'agenzia artistica viene ucciso negli uffici di un'emittente televisiva: l'unico indiziato è Satan Onizuka, cantante della band Acheronte-III, che viene accusato di aver ucciso la vittima poiché era il suo produttore con cui non intratteneva buoni rapporti. Il musicista è ritratto come un personaggio in cui la vita privata e la vita pubblica sono del tutto distinte e diverse: amante della cucina cinese, degli origami e delle lettere affettuose dei suoi fan fuori dalle scene, è invece sempre accigliato, macabro e pesantemente truccato come un componente dei KISS quando indossa la sua maschera artistica. Il personaggio è chiaramente ispirato a Demon Kogure, vocalist della storica band heavy metal protovisual Seikima-II (il volto bianco con le guance grigie sono tratti distintivi del cantante).

Cartoni animati
  • 1999 - Shinichi Watanabe: Excel Saga
Nell'episodio 21, intitolato Visual K (美濡歩K si scrive diversamente da visual kei, ma si pronuncia nella stessa maniera), compare il personaggio del chitarrista rock Key, che coi suoi discorsi drammatici, modi teatrali e costumino succinto di gusto BDSM è una parodia dei musicisti visual.

Moda
La complessità visiva dei gruppi visual kei trae le proprie radici da molteplici influenze ed a sua volta ne crea altre. Particolarmente legata alla musica visual è la moda Lolita, soprattutto nella sua componente gothic lolita: la stessa espressione "gothic lolita" è stata coniata dal chitarrista Mana, il quale è anche stilista e creatore dell'etichetta Moi-même-Moitié. La moda gothic lolita propone una ripresa della moda rococò aggiornata al gusto attuale, e quindi liberata degli orpelli costrittivi (corsetto, crinolina, tournure ed altri elementi non confortevoli), ma ancora ricca di dettagli decorativi e frivolezze. Per il suo alto valore scenografico, la moda Lolita viene spesso usata o citata nei look delle band visual, soprattutto dal componente che interpreta il ruolo della "principessa": famose principesse sono Mana dei MALICE MIZER, EMIRU dei LAREINE, Rame dei Vidoll, HIZAKI, Kaya, Karin dei Shinkō shūkyō gakudan NoGoD, MAST degli Aliene Ma'riage, Kei degli Eliphas Levi, Ryōhei dei Megamasso ed altri, che nel loro continuo lavoro sul personaggio forniscono nuovi elementi stilistici ai fan. La moda Lolita non è riservata al solo pubblico femminile: anche band che non hanno una principessa hanno comunque un ruolo in questo stile d'abbigliamento grazie alla figura dell'ōji (王子 "principe"), controparte maschile delle gothic lolita, i cui principali esponenti sono il cantante Ryūtarō Arimura dei Plastic Tree, il bassista YUKKE dei MUCC, il cantante Keiyū dei Kra e il cantante Sasakichi dei kowareya.

Televisione
Anche il media televisivo è in varie maniere toccato dal visual kei. Uno dei musicisti più importanti del visual anni novanta, il cantante Gackt, è fra i personaggi più noti al grande pubblico: artista di grande successo commerciale, ha partecipato a numerosi film, telefilm, spot pubblicitari nonché alla celebre sfida canora Kōhaku uta gassen, programma tv simile a Canzonissima (trasmesso ogni anno come puntata-evento di lunga durata fra il pomeriggio e la notte dell'ultimo dell'anno) a cui partecipano i cantanti più famosi della nazione. In televisione diversi programmi tv si occupano dei musicisti visual, il più famoso dei quali è stato quello condotto da Noriko Shōji (東海林のり子), nota come rocking mama per la sua decennale attività di diffusione di questo genere musicale. Dagli anni 2000 il visual ha avuto risonanza anche nella letteratura e nel cinema, come ad esempio nel romanzo di Novala Takemoto Kamikaze Girls. Infine, anche nell'intrattenimento il visual è stato ed è presente in molti cartoni animati che hanno avuto sigle realizzate da musicisti visual, come i BUCK-TICK per xxxHOLiC e Shi ki, gli Angelo per Letter Bee, gli LM.C per Tutor Hitman Reborn!, e molti altri.

Notorietà internazionale
La popolarità di questo genere al di fuori del Giappone è sempre stata bassa, anche se è in forte aumento dalla fine degli anni novanta. Fino a quel momento l'unico tentativo di lancio (fallito) sul mercato internazionale fu quello degli X JAPAN nel 1992. Dagli anni 2000 in poi, il visual ha cominciato a conquistare sempre più pubblico estero, consentendo ai gruppi di partire per tour intercontinentali e risultando d'ispirazione per alcuni gruppi europei come Tokio Hotel, Cinema Bizarre, dARI, FreakOut!, Blind Fool Love, DNR, REVOLUTION, DNA Contradiction, Akado e Seremedy, ed americani come Shocker Stalin, Black Veil Brides e Cositus. Questo fenomeno suscita opinioni discordanti nel fandom del visual kei giapponese con critiche dal punto di vista sia culturale sia musicale.

Musicisti visual kei
Il visual kei ha fra i suoi rappresentanti quasi esclusivamente gruppi musicali, ma esistono anche cantanti solisti (solitamente provenienti da gruppi). Le più importanti band "storiche" visual kei sono i Kuroyume, i Luna Sea, i Malice Mizer e soprattutto gli X Japan (considerati progenitori del genere): apportando ognuna delle specifiche peculiarità, hanno influenzato enormemente gli artisti loro contemporanei ed a seguire, fino ad oggi. I Dir en grey rappresentano un caso a parte: partiti come importanti artisti visual kei, se ne sono allontanati sempre più giungendo ad un hard rock di respiro internazionale. Al contrario, gruppi meno addentro e solo tangenti alla scena come i Buck-Tick sono stati di grande influenza per lo sviluppo del movimento. Il mercato musicale giapponese è nel mondo il secondo, per ampiezza, dopo quello statunitense.


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Il suonatore di tuba è il musicista che suona il basso tuba, ovvero il flicorno basso (o contrabbasso), strumento musicale a fiato facente parte alla famiglia degli ottoni.
Esistono varie tipologie di flicorno contrabbasso, tra i più diffusi sono il Basso Tuba (strumento concepito prevalentemente per un utilizzo da seduto, utilizzato in ambito concertistico) e il sousafono (strumento concepito prevalentemente per un utilizzo in piedi, utilizzato in ambito bandistico).
Un buon suonatore di tuba, considerato lo strumento utilizzato, di grosse dimensioni (il più grande degli strumenti a fiato) necessita di precise doti fisiche, quali una buona corporatura (utile per trasportare lo strumento durante manifestazioni o parate) e un buon fiato, in quanto richiesto dalla tipologia di strumento. Generalmente il suonatore di tuba in banda o in orchestra esegue le parti di accompagnamento. Esistono comunque numerosi pezzi per tuba solista, suonati da musicisti di fama internazionale.